L'impatto del maltrattamento sulla capacità di mentalizzazione

La violenza sui bambini è sempre stata presente nella storia dell’umanità e le testimonianze storiche, artistiche e scientifiche ci dimostrano la sua esistenza in tutte le civiltà. Tanto è vero che la mitologia greca, per rappresentare la violenza, mostra una madre nell’atto di uccidere il proprio bambino con una clava (Quaranta, 1992).
Tuttavia l’attenzione, nei confronti dei minori in termini di diritti e protezione è molto recente. Negli anni ’50 sono iniziati gli studi sociali, culturali e psicologici ma è con l’adesione alla convenzione dell’ONU del ’89, che gli Stati riconoscono la necessità di tutelare i minori.
Una ampia definizione di maltrattamento viene data dalla Convenzione dei diritti dei minori, frutto del contributo di 43 paesi e enti come l’UNICEF, l’OMS, l’UNESCO e la Croce Rossa, approvata dall’assemblea generale dell’ONU e ratificata dall’Italia nel 1991 (Di Blasio 2000).
Essa afferma che il maltrattamento fa riferimento:
al danno o abuso fisico mentale, trascuratezza o trattamento negligente, al maltrattamento, alle diverse forme di sfruttamento e abuso sessuale intese come induzione e coercizione di un bambino/a in una attività sessuale illegale, lo sfruttamento nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illegali, lo sfruttamento in spettacoli e materiali pornografici, torture o ad altre forme di trattamento o punizione crudeli, inumane o degradanti, allo sfruttamento economico e al coinvolgimento in lavori rischiosi.