L'eredità di Callicle
Il buono e il migliore: l'etica aristocratica
I poemi omerici disegnano un ἄναξ circondato da una nutrita schiera di βασιλεῖς, continuamente in lizza per contendersi il primato. La sovranità di Agamennone è sempre in pericolo ed è in forse perfino l'autorità di Ulisse che, nella sua Itaca, sarà costretto a combattere per riconquistare il regno ai "pretendenti".
Gli aristocratici sono in continua competizione per conquistare l'onore (τιμή) che dipende da ciò che di loro dice la gente (δῆμου φάτις). Avere τιμή significa essere forte, bello, ricco e potente. E il più "onorevole", quello che merita di signoreggiare sugli altri, è il più forte, il più bello, il più ricco e il più potente di tutti.
Questa logica rende la πόλις "impossibile" e i momenti della discussione e dell'assemblea diventano quasi sempre occasioni di scontro e disordini.
In questo mondo arcaico, i valori sono dati una volta per tutte e le parole che poi connoteranno il "bello" (καλός), il "buono" ( γαθός), la "virtù" ( ρετή), indicano all'inizio delle figure sociali ben precise. L' γαθός non è tanto il "buono", ma è chi ha la proprietà dell'οἴκος e della terra attorno, ed è capace di difendere il "suo" con le armi. Un Tersite brutto e codardo che aveva perso il trono di Caleidonia e vissuto sempre all'ombra degli altri diventando un plebeo storpio e repellente, non potrà mai essere un γαθός: anche se espone pubblicamente le stesse ragioni di Achille contro Agamennone, sarà deriso e bastonato perché non ha accesso a quel livello di gerarchia che definisce i soggetti morali degni di competere nell'assemblea. I κακοὶ come lui devono solo subire le decisioni dei migliori e non hanno nessun diritto a interloquire.
Il soggetto omerico è dunque sempre in balia del suo onore, della sua reputazione (continuamente messa alla prova) ed è tutto nell'atto della sua presenza fisica. È una maschera che incarna un modello già dato. Anche il soggetto morale è una presenza sempre "attuale" e infissa nel presente, senza storia e senza sviluppo, la cui esistenza deriva da una condizione predestinata. Guai a non accettare la sorte, guai a farsi trascinare ciecamente dalla ὕβρις.
Contravviene alla sua μοῖρα e va incontro alla ὕβρις e alla rovina non solo l'eroe accecato che si rivolge contro il destino voluto dagli dei, ma anche il servo che accampa diritti o il δημότης che aspira a una condizione più elevata. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'eredità di Callicle
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Assolari |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica |
Relatore: | Franco Trabattoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 219 |
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