L'accesso e l'interconnessione alle reti di comunicazione elettronica

Per completare il quadro regolamentare dell'accesso, nei mercati dell'accesso alla rete telefonica pubblica in postazione fissa per clienti residenziali e affari, l'AGcom ha imposto all'operatore dominante Telecom Italia l'obbligo di offrire un servizio di accesso all'ingrosso alla rete telefonica, il c.d. Wholesale Line Rental (WLR), in tutte le aree non ancora aperte ai servizi di accesso disaggregato. Si tratta dunque di un servizio che consente di utilizzare un operatore telefonico alternativo al fornitore dell'accesso TI, non mediante distacco della linea, ma perché quest'ultimo prende a nolo la stessa linea dal fornitore dell'accesso a condizioni d'ingrosso.
Le prestazioni WLR permettono all'operatore WLR di acquisire all'ingrosso una o più linee di accesso e di offrirle al cliente finale. Egli fornirà al cliente finale i seguenti servizi: a) servizi di accesso in postazione fissa alla rete telefonica pubblica per effettuare e/o ricevere chiamate telefoniche e servizi correlati; b) servizi di instradamento a destinazione del traffico originato dal cliente finale, con la sola esclusione delle chiamate dirette ai codici per servizi di emergenza.
Naturalmente, anche tale servizio deve essere offerto in maniera trasparente, tramite pubblicazione e conseguente approvazione di un'offerta di riferimento, e non discriminatoria.
Il WLR è stato introdotto per favorire l'entrata nel mercato dell'accesso al dettaglio di nuovi operatori, senza che questi ultimi realizzino i considerevoli investimenti necessari per l'unbundling e con un grado di rischio relativamente contenuto. Secondo l'Autorità, tale sistema potrebbe determinare benefici effetti sia per gli utenti finali che per gli operatori alternativi meno infrastrutturali; in particolare, il benessere dei consumatori sarebbe positivamente influenzato dall'incremento nella scelta dei fornitori del servizio. Essa appare tuttavia conscia del fatto che l'introduzione del WLR potrebbe ridurre sia l'incentivo per l'incumbent ad investire nella manutenzione dell'infrastruttura d'accesso, sia quelli che possono indurre gli OLO a investire nell'unbundling. Una soluzione al problema potrebbe riscontrarsi nel non considerare il servizio di WLR in contrapposizione con quello di unbundling, bensì come un passaggio propedeutico e/o complementare ad esso.
Infatti, l'operatore alternativo potrebbe investire nel nuovo servizio per costituire una base di clienti in un ragionevole lasso di tempo e con un grado di rischio contenuto, e successivamente, forte della presenza nel mercato retail dell'accesso, in infrastrutture per l'accesso disaggregato alla rete locale. Egli dunque manterrebbe l'incentivo ad investire in nuove infrastrutture poiché il controllo diretto della rete consente di sviluppare una pluralità di offerte commerciali riguardanti servizi tradizionali e innovativi, vocali e dati, per cui l'operatore in unbundling compete non solo sui prezzi, ma anche sulla rosa di servizi offerti.
In definitiva, l'AGcom ha individuato una soluzione indubbiamente brillante al fine di limitare le conseguenze negative scaturenti dal complesso rapporto tra WLR e unbundling, introducendo il primo servizio solo in quelle aree dove non viene offerto il secondo, in modo da mantenere gli incentivi sia per gli operatori più coinvolti nell'ULL, sia per quelli maggiormente interessati ad una concorrenza sui servizi, piuttosto che sulle infrastrutture.