Dalla gavetta ai banchi. I giornalisti italiani tra praticantato e scuole
I freelance
Sono sempre più numerosi i giornalisti che esercitano l’attività come liberi professionisti. C’è chi lo è per scelta e chi, invece, è spinto dalle difficoltà del mercato del lavoro. Pur essendo inquadrati in modo diverso dal punto di vista contrattuale (partita Iva, Co.Co.Co, ritenuta d’acconto o altro), hanno in comune l’appartenenza a quel vasto universo del lavoro autonomo che si può riassumere nel termine freelance. Michele Urbano considera il termine freelance come una “metafora” nella quale rientrano diverse sottocategorie: i molti giornalisti (professionisti o pubblicisti) precari, i tanti giovani alla ricerca di un contratto che gli consenta di accedere al praticantato, ma anche quanti hanno fatto una scelta di libera professione. Urbano distingue principalmente due tipologie: il freelance “falso” e il freelance “vero”.
Nel passato, i giornalisti hanno lavorato prevalentemente da dipendenti, eccezion fatta per alcuni che riuscivano anche ad arrotondare lo stipendio grazie a collaborazioni con riviste di successo. Il rapporto di dipendenza si allentava solo per quelle “grandi firme” che potevano usufruire, con il “contratto ad art. 2”, di una certa autonomia dalla catena redazionale e dai suoi ritmi. Ma erano indipendenti anche i giornalisti più sfortunati, che non riuscivano a farsi assumere e si trovavano costretti a collaborare saltuariamente e precariamente per più testate, non disdegnando neppure lavori affini al giornalismo, come quello degli uffici stampa in occasione di fiere e manifestazioni, servizi alle pubbliche amministrazioni, alla politica e alle imprese. Nel passato, come osservano Menduni e Catolfi, “l’idea di essere un lavoratore autonomo, un freelance come si dice in America, era avvertita con terrore e considerata come l’anticamera della disoccupazione”.
Ma oggi tutto questo sta cambiando. E con l’avvento delle nuove tecnologie, è sufficiente un computer, uno scanner per le immagini, un programma di impaginazione e una stampante, per costruirsi da
casa il proprio giornale personale.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Dalla gavetta ai banchi. I giornalisti italiani tra praticantato e scuole
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Corda |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Mario Morcellini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 310 |
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