L'autismo e il rapporto con l'animale terapeuta
I benefici della Pet Therapy legati alla Sindrome dell’Autismo
Poiché, precedentemente, sono stati spiegati i benefici che possono essere caratteristici della Pet Therapy, risulta, a questo punto, utile individuare in che modo tali benefici possano essere collegati all’Autismo, e quindi come riescano nell’intento di portare benessere alla persona, pur tenendo sempre conto che l’Autismo è un disturbo che si manifesta in modo diverso da persona a persona.
Analizzando il primo punto, quindi quello relativo al beneficio di tipo fisico, bisogna tener conto che le persone che possono presentare questa sindrome, spesso presentano anche disagi o impedimenti a livello fisico, che possono essere ad esempio, difficoltà nel mantenere l’equilibrio, dovuta magari a sua volta ad uno scarso sviluppo della muscolatura. La pratica della Pet Therapy permetterebbe, in questo caso, di andare a lavorare anche sulla loro fisicità poiché l’equitazione ed il nuoto, nel caso dei due tipi di Pet Therapy, che successivamente verranno presentati, sono comunque degli sport, e come tali permettono alla persona di aumentare la propria prestazione fisica.
Queste due discipline infatti possono aiutare il soggetto a migliorare il proprio equilibrio, essenziale per poter mantenere la posizione corretta sul dorso del cavallo, il quale, modificando la propria andatura dal passo, al trotto ed infine al galoppo, permette al soggetto, variando il livello di difficoltà, non solo di migliorare il senso dell’equilibrio ma di aumentare anche la forza muscolare di gambe e braccia.
Per quanto riguarda la Delfinoterapia, il lavoro che si va a fare con il soggetto è svolto quasi del tutto in acqua.
Non è una novità che uno degli sport più utili nella riabilitazione motoria o nel rafforzamento muscolare sia proprio il nuoto, proprio perché va a trattare l’intera muscolatura della persona. In questo caso i soggetti devono necessariamente imparare a nuotare, ma poiché questa attività, che ad alcuni può mettere a disagio o addirittura suscitare timore, viene proposta con un grande alleato…il delfino, i soggetti sono più invogliati e dimostrano un maggior interesse nel riuscire ad entrare in acqua, per poter raggiungere l’animale.
Anche in questo caso i benefici a livello muscolare che vengo dati da un’attività in acqua sono estremamente significativi, inoltre la presenza dei delfini all’interno della piscina, invoglia i soggetti, non solo a stare semplicemente a galla, ma a nuotare il più possibile per poter raggiungere l’animale e per poter finalmente giocare con lui. Questo fa si che i soggetti si muovano di continuo avanti ed indietro per la vasca.
Bisogna inoltre dire che anche la mente viene allenata a migliorare la sua prestazione, poiché tutto ciò che crea il contorno di questa terapia, dalla cura ad ogni gesto essenziale per l’animale, come dargli da mangiare, fa si che nel bambino si crei un senso di responsabilità. Inoltre il prendersi cura di un animale permette al bambino di sentirsi utile e di sentirsi parte di qualcosa. Questo permette di collegarsi al secondo e terzo punto, ovvero quello dei benefici di tipo psicologico e quello dei benefici sociali.
La capacità che l’animale ha di suscitare interesse e sicurezza nell’uomo è qualcosa di assolutamente unico.
Nel caso dell’autismo, che si presenta come un disturbo con grandi problemi a livello intra e interpersonale, il rapporto che si crea con l’animale permette di costruire un piccolo “angolo di tranquillità” nel quale il soggetto si sente al sicuro. L’animale diventa quindi un tramite con l’esterno, inizialmente i rapporti che il bambino instaura sono tra lui e l’animale il quale diventa quasi una “valvola di sfogo” alla quale si può raccontare qualsiasi cosa, poiché non c’è la paura che lui possa criticare. Il bambino riesce quindi a recuperare sicurezza in se stesso, ed è proprio grazie a questa sicurezza che via via l’animale si trasforma da “valvola di sfogo” individuale, a “ponte sociale” che collega il soggetto con gli altri.
Avere un hobby o un qualcosa che accomuni due o più persone, è il primo passo per creare un rapporto sociale.
Poiché sono state dimostrate le difficoltà che un bambino autistico ha nel relazionarsi con gli altri, il suo inserimento in terapie collettive come possono essere quelle della Pet Therapy, gli permette di instaurare nuovi rapporti che inizialmente avranno come filo conduttore l’animale, ma che poi man mano che si approfondiranno andranno a toccare vai argomenti. Inoltre, poiché si sta parlando di sport comuni, i rapporti che questi soggetti potranno costruire, all’inizio saranno, magari, strettamente legati alle altre persone presenti durante le ore di terapia, ma pian piano che essi si sentiranno sicuri, potranno essere ampliate anche alle persone esterne alla Pet Therapy, poiché la passione per gli animali è un qualcosa che accomuna molti.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'autismo e il rapporto con l'animale terapeuta
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Facciotto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Pontificia Università Salesiana |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Daniela Allamantri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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