Analisi di alcuni aspetti della comunicazione Apple Inc. dal punto di vista semiotico

Nel 2006 la compagnia pubblicitaria TBWA\Media Arts Lab produsse per Apple la campagna "Get a Mac", conosciuta nel mondo anche come "Mac vs PC" o "Hello I'm a Mac".
La campagna coinvolse differenti mezzi di diffusione come la televisione e la rete, per la quale vennero create apposite versioni flash. Venne mandata in onda negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Nuova Zelanda e con alcune differenze nel Regno Unito e in Giappone. Grazie alla diffusione sulla rete, i numerosi spot di questa campagna sono diventati celebri anche in Italia, prima in lingua originale e in seguito grazie a loro doppiaggio.
A dispetto delle differenze negli spot, dovute alla diversità dei canali e delle nazioni nelle quali è stato trasmesso, è ravvisabile in essi uno schema generale molto semplice. Su di uno sfondo bianco vi sono due persone. Una di queste è un signore in giacca e cravatta; l'altro è un ragazzo più giovane e asciutto vestito in modo informale. Ogni volta essi salutano e si presentano rispettivamente come PC e Mac. Perfino il motivo al piano che li accompagna è semplice. Partendo dalla loro breve presentazione i due comici, che nella versione giapponese e in quella britannica differiscono, recitano una scenetta volta ad esaltare un pregio del Mac ed il conseguente difetto del PC.
Nel 2007 l'era della "confusione" nella competizione del settore informatico è ormai passata. Il nuovo stato di cose, che come abbiamo visto si sta però ulteriormente complicando con l'ingresso di nuove potenziali figure competitive, permette ad Apple di riprendere la sua comunicazione oppositiva e antagonistica. Riescono così a racchiudere una grande mole di imprese concorrenti in un macro insieme chiamato PC e a tornare a professarsi come unica alternativa possibile. Questo non accade solo per via della mutata condizione di mercato, ma anche perché, agli occhi della gente, Apple ha già speso, nel momento di transizione degli anni novanta che l'ha resa poi "vedova" di IBM, moltissime parole ed opere per esaltare la propria "immagine ribelle" di portatrice sana di genialità sregolata, ma elegante.
Così tante parole e promesse di "rivoluzione" che sarebbe stato alquanto bizzarro non aspettarsi dalla mela una vera e propria lotta, anche se a colpi di humor, contro il formalissimo, noioso e appesantito PC. I consumatori, specie i più giovani, nel frattempo, hanno dimenticato o, addirittura, mai saputo della vecchia rivalità tra Apple e IBM, per questo scompaiono dalle pubblicità "Get a Mac" i riferimenti ad essa. Riferimenti che suonerebbero vuoti di senso,senza l'immagine chiara della, ormai vecchia, altra faccia della medaglia.