Aggressività ed esplosione di violenza in pronto soccorso: revisione narrativa della letteratura per identificare fattori di rischio e strumenti di prevenzione
Fattori di rischio in Pronto Soccorso
Il Pronto Soccorso viene identificato come luogo di accesso alle cure maggiormente a rischio per episodi di aggressione fisica e verbale a carico degli operatori da parte dei pazienti e dei loro accompagnatori; questo perché occorrono nello stesso momento e luogo un insieme eterogeneo di evenienze o fattori di rischio anche correlati al tipo di cure fornite (Cannavò et al., 2017).
I fattori identificati in letteratura che possono innescare l'evento di aggressione sono:
• L'eziopatogenesi di alcune malattie che portano il paziente ad accedere al Pronto Soccorso (Rintoul et al., 2009) in quanto il suo sviluppo repentino ed inaspettato porta, oltre alla manifestazione dei sintomi della malattia stessa (traumi e dolore), anche alla manifestazione di eventi psicologici (stress, paura della morte e rabbia) (Reever & Lyon, 2002). In questi casi, l'aggressione fisica o verbale può manifestarsi poiché si sovrappongono contesti clinicamente rilevanti e situazioni emotivamente cariche di ansia e stress con conseguente alterazione del pensiero, della comunicazione e del comportamento del paziente e/o degli accompagnatori. (Brunetti & Bambi, 2013).
• Il fattore ambientale delle strutture di Pronto Soccorso gioca un ruolo rilevante nel controllo dell'aggressività nel paziente: è emerso che le strutture più piccole, caratterizzate da spazi angusti, e quindi con mancanza di privacy per il paziente e la sua famiglia, costituiscano un fattore di rischio per lo svilupparsi di episodi di aggressività fisica e verbale (Gillespie & Melby, 2003). In particolare nelle strutture multispecialistiche, che per definizione richiamano un alto numero di accessi giornalieri, la mancanza di personale addetto alla sicurezza o la presenza di personale non sufficientemente formato nella gestione dell'aggressività, in aggiunta all'alta dinamicità del reparto, porta con sé anche l'innalzamento del numero di casi segnalati di aggressione fisica e verbale (Gillespie & Melby, 2003).
• L'elemento "tempo di attesa" ed il fenomeno di "overcrowding", ovvero un numero di accessi superiore all'effettiva capacità di ricezione della struttura, sono indicati in letteratura come due dei maggiori fattori di rischio per il verificarsi di manifestazioni di aggressività fisica e verbale da parte degli utenti del Pronto Soccorso (Brunetti & Bambi, 2013).
• La presenza di pazienti psichiatrici comporta un aumento del rischio di aggressione poiché la loro fragilità e vulnerabilità, inserite in un contesto pieno di stimoli per lo più negativi, li porta ad affrontare situazioni a loro spiacevoli manifestando talvolta atteggiamenti violenti e di chiusura nei confronti sia del personale sanitario che degli altri utenti del Pronto Soccorso (Appelbaum, 2006).
• Il paziente di tipo neurologico, in particolar modo se affetto da morbo di Alzheimer e demenza senile, risulta avere comportamenti impulsivi ed aggressivi poiché propri delle patologie in questione (Bidzan, et al., 2012), rendendo la sua gestione in Pronto Soccorso molto difficoltosa.
• La presenza di due o più pazienti in stato di abuso alcolico o di sostanze all'interno della stessa struttura di emergenza (Hodge & Marshall, 2007) rappresenta un elevato fattore di rischio per fenomeni di aggressione dovuto all'alterato stato comunicativo ed alla facile irritabilità, anche negli utenti piú giovani (Hides, et al., 2015).
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Informazioni tesi
Autore: | Jacopo Ghioni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università Vita-Salute San Raffaele Milano |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Paolo Catenacci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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