Lobbying e comunicazione nel mercato energetico nazionale
Faccio cose e vedo gente?
Se c'è ancora confusione sulla figura del lobbista molto dipende anche da alcuni esempi che si hanno di “lobbisti” in Italia, figure che si identificano meglio negli “ammanicati, faccendieri” che pensano che le relazioni istituzionali siano solo un intreccio di relazioni private, conoscenze e favori.
Per fare un esempio il “faccendiere” Luigi Bisignani, balzato alle cronache di oggi per i suoi rapporti torbidi con una certa classe politica, indica egli stesso il suo “giro d'affari” spacciandolo come lobbying, quando non è altro che un misto tra contatti e favori. La definizione di lobbying proposta da Bisignani ha origini nell'immagine delle relazioni istituzionali che i mass media hanno veicolato per anni; se torniamo al periodo di “Mani pulite”, sui giornali si leggevano come sinonimo di “faccendiere” la parola “lobbista”, rafforzando il concetto che il lobbying sia una pratica che rasenta l'illegalità, anche quando non vi sconfina del tutto.
Se torniamo agli anni 70 un giornale titolava: “Lobby, la mafia nell'era del terziario avanzato . Il buon lobbista non deve agire nell'ombra ma, al contrario, dovrebbe farsi vedere e riconoscere dal sistema parlamentare come portatore degli interessi di una specifica issue, identificato come referente ed esperto per ricevere informazioni riguardo quel tema. È prassi che il lobbista partecipi a incontri e seminari riguardanti l’argomento che deve tutelare e, qualora vi partecipino figure politiche, si deve far riconoscere avvicinandosi ad essi.
Una volta che l'avvocato legislativo si è fatto riconoscere come rappresentante di un certo tipo di interessi, egli potrà cercare di entrare in contatto con il politico individuato, attraverso la stesura della mappa delle influenze, come ottimale. In base a quello che si è visto sino ad ora, si può altresì stilare un breve elenco di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche del buon lobbista: vi deve sicuramente essere una conoscenza approfondita del processo legislativo e delle istituzioni, difatti spesso i lobbisti sono stati anche politici.
È possibile anche il passaggio inverso (tuttavia è più probabile che avvenga il contrario) dalla politica alle lobby, per via del concetto di “porta girevole”: chi non viene rieletto spesso si “ricicla” come avvocato legislativo. Si capisce subito che la conoscenza diretta delle persone chiave, dei ruoli, e delle istituzioni, rappresenta senza dubbio un plus per la professione, però quello che conta di più al giorno d'oggi è la conoscenza approfondita del tema che si intende promuovere e la padronanza delle tecniche di informazione.
Il processo legislativo si svolge nel seguente modo: Governo, parlamentari, CNEL e Regioni (e cittadini con l'iniziativa popolare) possono presentare una proposta di legge al Parlamento. La proposta viene analizzata, discussa, modificata e votata in una commissioni competenti, una volta passato, ovvero accettato, il testo viene votato in aula e dopo l'approvazione passa all'altro ramo del Parlamento.
Spesso è lo stesso avvocato legislativo che consiglia ai politici una bozza della proposta di legge. La qualità di quest’ultima è fondamentale per il buon esito della stessa, affinché non venga stravolta da emendamenti che ne annullino o alterino la portata. Se il lobbista domina il softpower e instaura un buon dialogo con il politico di riferimento, farà in modo che sia lo stesso politico a cercarlo, considerandolo una fonte affidabile di informazioni.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Lobbying e comunicazione nel mercato energetico nazionale
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Capretti |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Comunicazione d'impresa |
Relatore: | Franco Guzzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 213 |
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