Tessere le fila dell'inclusione
Didattica per competenze e inclusione
Vogliamo ora dedicare il giusto spazio ad approfondire la nostra scelta di mettere in atto un approccio per competenze. La didattica per competenze pone l’alunno e il suo processo di apprendimento al centro. Il docente ha il compito di essere un mediatore e un facilitatore che mette a disposizione strumenti e risorse e che progetta situazioni in cui l’allievo è in grado di costruire il proprio apprendimento.
Il ruolo del docente in questo caso è anche porre le giuste domande, stimolare l’allievo nella ricerca di risorse che gli consentono di affrontare gli ostacoli e di gestire lo stress, proporre tecniche e strategie utili, piuttosto che soluzioni. È difficile trasferire a scuola le competenze spendibili nella vita. Tuttavia, è questo lo scopo del nostro lavoro con Sam: raggiungere traguardi che coinvolgono diverse dimensioni, da quella cognitiva, all’identità del sé e al rapporto con gli altri. Le competenze cognitive di base permettono all’alunno di accedere alla conoscenza, alla comunicazione e all’espressione di sé. Per tale ragione, anche le competenze comunicative di base, sia verbali che non verbali, specialmente in relazione all’interculturalità, sono le basi necessarie per favorire relazioni di scambio e di reciprocità.
Generalmente sappiamo che il passaggio tra oralità e scrittura avviene per gradi nel primo anno di scuola primaria. Da quando Sam è arrivato in prima, si è imbattuto con una lingua, parlata da tutto il contesto, molto diversa dalla propria, nonché con le difficoltà legate allo spettro autistico. In ogni caso, l’interiorizzazione di una struttura linguistica scritta passa necessariamente dall’oralità: la pronuncia prima di singole lettere, poi di parole e poi di frasi semplici possono avvicinare Sam alla ripetizione, all’inizio anche ecolalica, poi alla memorizzazione di queste, fino ad arrivare al loro utilizzo spontaneo e adeguato al contesto comunicativo. Questo è il percorso educativo su cui abbiamo iniziato a lavorare per quanto riguarda l’area linguistico-espressiva. Essendo in presenza di un alunno straniero, dovevamo prima educare al suono, cioè potenziare la percezione uditiva della lingua italiana. Il linguaggio è composto da una serie di suoni, dunque imparare a distinguere i vari suoni delle parole, e poi i loro significati, vuol dire non solo lavorare sulla sensibilità uditiva, ma anche sul piano cognitivo della mente. Il lavoro sull’ascolto linguistico consente di lavorare anche sulla generalizzazione dello sviluppo di abilità di ascolto e comprende la crescita in diversi campi di esperienza:
- corpo e movimento (per la comprensione e interpretazione di suoni, parole, parole in musica, brani musicali e sequenze di suoni);
- comprensione e fruizione di semplici messaggi (per lo sviluppo fonico o iconico del linguaggio verbale e non verbale);
- esplorazione, conoscenza, progettazione (per la distinzione di suoni, rumori, ritmi dell’ambiente naturale e sociale).
Pensando ad un percorso didattico, mirato alla lettura e alla scrittura per Sam, abbiamo ritenuto fosse utile progettare attività che comprendessero tutti i canali sensoriali. Ad esempio, abbiamo prima presentato lettere e poi parole ad alta frequenza, poi a bassa frequenza, partendo sempre dalle immagini come sostegno all’attività orale. Siamo partiti sempre dalle singole lettere, per poi proseguire con le sillabe e poter arrivare alle parole bisillabiche. In un primo momento, ci siamo limitati solo alle parole composte da due sillabe, senza utilizzare parole troppo lunghe, per non sovraccaricare il bambino. Se l’alunno avesse risposto bene avremmo continuato via via con parole sempre più lunghe. Le tecniche utilizzate sono state le seguenti: spelling per sillabe contando con un tamburello o con i battiti delle mani, contare i fonemi con le dita, utilizzo di supporto grafico per contare sillabe o fonemi, giochi di appaiamento, identificazione e denominazione di lettere e sillabe, giochi di composizione e scomposizione di parole in sillabe e viceversa, tombola di lettere e di parole. Teoricamente, in contemporanea a questo lavoro di riconoscimento, avremmo dovuto fare attività volte alle capacità di codifica e di decodifica, attraverso esercizi e giochi per arrivare alla trasformazione dei suoni orali in suoni scritti. Si tratta della «competenza alfabetica» che riguarda sia la conoscenza di tutte le lettere dell’alfabeto, sia la corrispondenza tra simboli e suoni e dunque l’esatta grafia della parola. Abbiamo deciso però di lavorare alle abilità di lettura e di scrittura in maniera separata e in due diverse fasi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Mirjam Rita David |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master di I livello in Didattica e psicopedagogia degli alunni con disturbo dello spettro autistico |
Anno: | 2020 |
Docente/Relatore: | Jessica Sala |
Istituito da: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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