La gestione semiotica delle risorse umane - Lo sviluppo della prassi comunicativa interna nelle organizzazioni.

Dopo aver osservato come Czarniawska concepisca il discorso attorno alla matrice narrativa sull’organizzazione, si vuole ora menzionare l’autore francese Bruno Latour.
L’Autore è insegnante alla Ecole nationale supérieure des mines de Paris e all’Università di California a San Diego. Dopo un dottorato in Filosofia ha svolto ricerche etnografiche in Africa e in America.

Egli è tra i più grandi e riconosciuti esponenti della disciplina sociologica a livello mondiale. Il merito del suo contributo si conferisce per la rilevanza della centratura della sua missione, la quale è volta all’attività analitica sui rapporti tra scienza e società, divenendo uno dei massimi esperti sull’argomento. Lo si vuole qui citare perché l’apporto d’utilità del suo lavoro "Non siamo mai stati moderni", testo che ora ci si presta ad osservare, funge da contraltare virtuale ed ideale al lavoro di Czarniawska, in quanto oggi si concepisce la modernità come valore assoluto per le innovazioni che essa inevitabilmente comporta quando tuttavia tale innovazione non rappresenta la totalità del fattore principe dell’anticipazione e dello sviluppo del progresso della società e delle organizzazioni.

Ciò Latour lo sa bene e lo spiega in questo suo saggio di antropologia simmetrica, come egli lo chiama, sostenendo la concezione di e sul valore della sociologia e della scienza, le quali, inserite nel contesto della modernità, si rendono capaci di considerare i pro ed i contro di cosa significhi in realtà essere moderni oggi.
Così se Czarniawska cerca di sviluppare un tipo innovativo di strumento interpretativo tramite l’apporto semioticoantropologico, Latour chiama simmetrica l’antropologia tanto per spiegare quanto i fenomeni oggi riscontrati si ricalchino su dei modelli di ibridazione che abbiano due facce, ovvero che presentino il loro lato apparente tanto quanto quello relativo.

Antropologia simmetrica è un espressione interpretabile come lo studio di oggetti a carattere bifronte, riflettendo essi, in un certo qual modo, i due diversi aspetti, speculari, del fenomeno in questione. Nella fattispecie, la modernità viene resa secondo le sue caratteristiche di innovazione e anticipazione del futuro quando in realtà essa nega a se stessa la stessa modernità a causa delle proprie contraddizioni intrinseche.