Il capolavoro di un regista scomodo

Come in tutte le pellicole di Milius, la colonna sonora riveste un ruolo di grande importanza all’interno dell’opera cinematografica. Le musiche sono sia preesistenti, autentici pezzi storici degli anni ’60 e ’70 (Beach Boys, Karol King..) sia originali, composte da Basil Poledouris, con il quale il regista collaborerà in seguito per altri progetti ( Conan il barbaro, Alba Rossa, Addio al Re).

Nelle scene di surf le note di Basil contribuiscono in maniera determinante nella creazione di quell’atmosfera epica, senza tempo, che rimane impressa nella mente dello spettatore. Il rumore del mare, davanti al quale la musica scompare, è cupo, potente, incute timore.

Le sequenze al rallentatore di Matt, Leroy, Jack unite a quell’accompagnamento di stampo wagneriano ( Poleudouris aveva a disposizione un’intera orchestra), creano un forte senso di eroizzazione dei personaggi, che abbandonano la loro dimensione terrena per divenire figure immortali.

L’ultima sequenza intitolata “Big Wednesday”, rappresenta un vero capolavoro di montaggio musicale, con un’ epica musica che alternata al fragore delle onde, rende l’aria ricca di suspense, per poi esplodere in un inno trionfale quando i tre amici si ergono sulle loro tavole.

Il brano “Three friends theme”, durante i titoli di coda (che scorrono su uno splendido tramonto sull’oceano) lasciano allo spettatore un forte senso di malinconia, quella malinconia che percorre tutta la pellicola, ma che qui raggiunge il suo apice.

Musica usata anche per creare sottili ironie, come nel caso del brano di Karol King “Will you love me tomorrow?”, letteralmente “Mi amerei domani?” , suonata durante il romantico ballo alla festa in casa di Jack (che rappresenta una dei rari casi di commento musicale interno). Quando quest’ultimo tornerà dal Vietnam, infatti troverà Sally già sposata con un altro uomo.

Altro esempio ne è la marcia militare che fa da sottofondo all’attuazione dei trucchi messi in atto dai giovani proprio per evitare il servizio militare. Un accenno di “ O sole mio” quando Matt in Messico trova il cadavere di un marinaio sgozzato, sotto lo sguardo impassibile di una donna seduta sul davanzale, immerge lo spettatore in un’atmosfera surreale, cosi come surreale e allucinato risulta il viaggio in quel ambiguo paese.

La rissa che si scatena nel locale messicano è molto diversa da quella di inizio film. La scazzottata a casa di Jack è sottolineata da un vivace brano dell’epoca (in questo caso è un commento musicale interno) , e la ressa, in classico stile western, diventa il fulcro della festa. In Messico la musica lascia spazio alle urla della gente, addirittura ad uno sparo. Una situazione violenta e pericolosa che chiude ogni possibile divertimento.