Cittadinanza attiva e arte pubblica: espressioni e pratiche culturali nella società dei simboli
Cittadinanza attiva e democrazia
Lo storico inglese E.P. Thompson, impegnato nel movimento pacifista, a chi dubitava dell'utilità di una manifestazione contro il riarmo, risponde in questo modo: "Il punto non è questo. Il punto è che essa dimostra che la democrazia è viva. La gente non è semplicemente disposta ad accettare quel che le dicono i politici. Una manifestazione come questa ci dà della dignità"9.
Giovanni Moro, dedica l'ultima parte del suo libro "Cittadinanza attiva e qualità della democrazia"10 alle conseguenze che l'emergere e l'affermarsi della cittadinanza attiva comportano proprio nella configurazione e nelle dinamiche della democrazia nel mondo contemporaneo. L'attivismo civico rischia di essere considerato un fenomeno sostanzialmente estraneo alla vita democratica: o in quanto fenomeno "prepolitico", o in quanto supplenza dell'azione dei partiti e dello Stato, o addirittura in quanto prospettiva "antipolitica", contro-immagine di ciò che la politica dovrebbe essere.
Eppure, Paul Ginsborg, storico dell'Università di Firenze, nel 2006 ha pubblicato un libro intitolato "La democrazia che non c'è"11, in cui afferma che la parte più importante della democrazia è, appunto, quella che non c'è, cioè un'effettiva, concreta e influente partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Infatti, uno dei ruoli delle organizzazioni civiche, oltre a quello di contestare uno stato di cose al fine di modificarlo e oltre a quello di costruire o rafforzare il capitale sociale, è proprio quello di addestrare i cittadini alla democrazia, attraverso la partecipazione alle attività delle organizzazioni stesse, tanto che Segatori parla proprio di "scuole di democrazia"12.
Così, la cittadinanza attiva può essere non solo un limite all'egocentrismo delle classi dirigenti e alla pretesa di assorbire l'intera soggettività politica dei cittadini nella rappresentanza, ma anche un partner di importanza cruciale. Infatti, l'attivismo civico opera su scala globale, crea connessioni tra luoghi fisicamente distanti e, grazie ad esso, condizioni come quelle delle donne o degli utenti dei servizi pubblici o dei portatori di malattie croniche, vengono riconosciute come rilevanti e incluse nel processo democratico. Le politiche pubbliche sono divenute progressivamente un luogo non subalterno alla politica, in cui tuttavia sono in gioco elementi fondamentali della democrazia non soltanto nella messa in agenda di un problema e nella formazione della decisione su come affrontarlo, ma anche nelle fasi di implementazione e valutazione.
La cittadinanza attiva fa da contrappeso tra la dittatura delle maggioranze e il dominio delle minoranze, in quanto capace di far valere le ragioni minoritarie ma di interesse generale e contemporaneamente di rendere presente l'interesse generale di fronte a logiche oligarchiche, in cui alcuni interessi sono considerati superiori ad altri. Infine, l'attivismo civico contribuisce alla democratizzazione concorrendo a ridefinire e ricostruire un'identità dei cittadini comuni e ad arricchire l'acquis civico con nuovi diritti, oltre che ad attivare quelli già esistenti.
9 ELSTER J. (1989). Uva acerba. Versioni non ortodosse della razionalità, FELTRINELLI, MILANO
10 MORO G. (2013). Cittadinanza attiva e qualità della democrazia, CAROCCI, ROMA
11 GINSBORG P. (2006). La democrazia che non c’è, EINAUDI, TORINO
12 SEGATORI R. (2012). Sociologia dei fenomeni politici, LATERZA, ROMA-BARI
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Cittadinanza attiva e arte pubblica: espressioni e pratiche culturali nella società dei simboli
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Informazioni tesi
Autore: | Noemi Miranda |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Stefania Leone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 77 |
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