Capitale sociale: una prospettiva di analisi attraverso la network analysis
Capitale sociale e network analysis: una sintesi possibile?
Negli ultimi anni, il “concetto di capitale sociale”, ha catalizzato l’interesse di molteplici discipline. Nonostante questa grande attenzione, permane la difficoltà nel definire in modo soddisfacente questo concetto, su cui non esiste un accordo o una definizione univoca. Tale stato di cose tiene vivo il dibattito e l’attenzione di molti studiosi, che a grandi linee possiamo distinguere tra i suoi sostenitori, ma anche molti oppositori, i quali sostengono l’estrema vacuità di questo concetto.
In generale e preventivamente si può fare una distinzione tra individualisti e olisti metodologici: i primi ritengono il capitale sociale una caratteristica delle strutture che influenzano l’agire degli individui a prescindere dalla loro volontà, e i secondi al contrario, lo ritengono un attributo individuale, dipendente esclusivamente dalla volontà del singolo nel compimento delle proprie azioni.
Nel corso degli ultimi decenni, il concetto di capitale, in origine riferito a componenti materiali e al processo produttivo di beni e servizi destinati al mercato, si accosta sempre di più ad elementi intangibili e molto più legati alla persona. Nel nuovo capitale emergente, l’elemento di intangibilità, prende il sopravvento rispetto alla visione classica e allo stesso capitale finanziario, in cui questo processo rimaneva parziale, dal momento che esso comunque tendeva a solidificarsi nella moneta.
Nel caso del capitale sociale, invece, l’invisibilità permea il concetto in tutte le sue manifestazioni, riguardando sia le “condizioni di realizzazione” che la sua “realizzazione effettiva”, in cui ad esempio le relazioni sociali di reciprocità sono invisibili, quanto le potenzialità che le producono. L’attenzione si sposta dunque, da beni strumentali e tangibili, al capitale come produzione sociale. Tra le nuove forme emergenti di capitale, rientrano il capitale intellettuale, il capitale umano, e il capitale culturale. In prima istanza, possiamo affermare che il capitale sociale comprende tutte le caratteristiche delle precedenti forme di capitale, a cui si aggiunge un ulteriore elemento, rappresentato dalla fiducia.
Tradizionalmente, la riflessione sul capitale, si basa sulla razionalità formale, mentre le caratteristiche delle nuove forme di capitale comprendono anche le altre forme dell’agire sociale, sempre meno circoscritte all’aspetto materiale e strumentale, e sempre più orientate verso risorse intangibili e legate al soggetto che agisce. In realtà, la dimensione relazionale così come gli aspetti espressivi e creativi dell’agire sociale come fonte di risorse, sono presenti già alle origini del pensiero sociologico, ma non hanno mai ricevuto la stessa attenzione delle risorse materiali e strumentali. Autori classici come Marx, Tonnies, Weber, Pareto o Durkheim, sottolineano come il comportamento razionale dell’individuo non può prescindere dalla componente irrazionale, così come il capitale, nella accezione materiale del termine, non può prescindere da elementi irrazionali, quali la fiducia e la reciprocità
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Capitale sociale: una prospettiva di analisi attraverso la network analysis
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Ravagnoli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Mario Morcellini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 234 |
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