Ruolo della nutrizione nel trattamento del paziente neoplastico
Approccio metabolico-nutrizionale
Nei confronti del paziente neoplastico possono essere realizzati tutti i tipi di trattamento nutrizionale, a partire dalla formulazione di un piano dietetico personalizzato, all’integrazione con prodotti specifici per os, alla nutrizione artificiale (enterale o parenterale), in ospedale o a domicilio. La scelta del trattamento nutrizionale viene operata in base allo stato di nutrizione del paziente, alla funzionalità del tratto digerente, al programma terapeutico e alla prognosi.
Se il paziente è in grado di alimentarsi per via naturale e di soddisfare i propri fabbisogni metabolico-nutrizionali, è sicuramente consigliabile l’elaborazione di un piano dietetico personalizzato, il più possibile vicino alle preferenze del paziente, che potrà essere rivalutato e modificato periodicamente. Il regime alimentare, per pazienti in grado di svolgere una certa attività fisica, dovrebbe fornire 30-35 kcal/kg/die e 1-1.2 g/kg/die di proteine, mentre la quota lipidica dovrebbe coprire il 30-50% delle calorie non proteiche.
Un efficace metodo di supporto nutrizionale è rappresentato dal nutritional counseling, che consiste nel fornire al paziente un adeguato supporto “tecnico” riguardo la qualità e quantità di alimenti da consumare, seguito da un monitoraggio costante (follow-up nutrizionale) dello stato di nutrizione del soggetto.
Nell’elaborazione del piano dietetico, si consiglia:
- Di prevedere piccoli pasti, ma frequenti;
- L’uso di alimenti ad elevata densità calorica, facendo attenzione a non eccedere nell’apporto lipidico;
- Di evitare alimenti eccessivamente aromatici;
- Di prestare attenzione alla presentazione dei piatti e al comfort del locale in cui si mangia.
Spesso, nonostante il paziente sia in grado di alimentarsi per via naturale, i fabbisogni nutrizionali non vengono soddisfatti, a causa del ridotto introito calorico e di nutrienti, dovuto all’anoressia. In questi casi, è prevista la somministrazione di farmaci che “attenuano” il sintomo anoressia (megestrolo acetato), ma che non contribuiscono al mantenimento di una composizione corporea adeguata.
Si ricorre, quindi, ai nutraceutici, sostanze nutrienti che, se somministrate in dosi superiori a quelle normali, hanno proprietà farmaceutiche: tra questi troviamo gli amminoacidi a catena ramificata (leucina, isoleucina e valina), la cui supplementazione in dosi di circa 10-20 g/die, oltre a migliorare il sintomo anoressia, contribuiscono a stimolare la sintesi proteica muscolare.
Hanno proprietà nutraceutica anche gli acidi grassi ω-3, in particolare l’acido eicosapentaenoico (EPA), dotato di azione antinfiammatoria e di inibizione della sintesi di alcune citochine; se somministrato in dosi di 2 g/die migliora l’appetito del paziente neoplastico e, nello stesso tempo, è in grado di attenuare la degradazione proteica.
Il sintomo “fatigue”, invece, può essere migliorato mediante la somministrazione di 6 g/die di carnitina: questa svolge un ruolo determinante nel metabolismo degli acidi grassi liberi a lunga catena, intervenendo perciò nel metabolismo lipidico ed energetico nelle cellule dell’organismo.
In tutti quei casi in cui la nutrizione per via naturale non sia possibile o, comunque, riesca a coprire meno del 50% del fabbisogno giornaliero in nutrienti, si ricorre alla nutrizione artificiale (NA), che si distingue in nutrizione enterale (NE), scelta in via preferenziale, e nutrizione parenterale (NPT), utilizzata nei casi in cui l’intestino del paziente non sia praticabile e/o funzionante.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Ruolo della nutrizione nel trattamento del paziente neoplastico
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Lucia Iacovino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali |
Relatore: | Gaetano Vaudo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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