Controcorrente - Uno sguardo nell'immaginario di Gaetano Pompa

Guerrieri stilizzati, come statue di culto dall'aspetto inespressivo. Un bestiario creato dalla solida materia del bronzo che rende piume, scaglie e peluria degli animali delle corazze protettive per coloro che le indossano. Osservando la scultura di Pompa, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un reperto archeologico. Cicli di storie narrate su forme geometriche simboliche, che a loro volta, danno un'ulteriore descrizione spirituale o di elevazione dell'uomo. L'attenzione e l'intenzione di interagire con l'arte attraverso l'uso di sistemi primitivi, ormai abbandonati dalla nostra società civilizzata, ci pone di fronte a delle problematiche antropologiche: quale valore assumono al giorno d'oggi queste credenze che in tempi remoti permettevano di trovare spiegazioni a ciò che non si conosceva?
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L'animale è l'allegoria esistente dell'uomo. Pieni delle virtù che l'uomo vorrebbe possedere, gli animali diventano i soggetti prescelti per rappresentazioni più o meno realistiche cariche di potenti simbologie ancestrali.
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Il "Vecchio Testamento" di Pompa mostra il legame che l'artista ha con la cultura ebraica, rappresentata come una narrazione che si sviluppa sulla superficie bronzea di una sfera. Da questa scultura emerge un forte contenuto simbolico, e il suo richiamo della sacralità non è dato esclusivamente dalla narrazione, ma dalle componenti geometriche che lo compongono. La struttura quadrangolare del basamento rappresenta la squadratura della materia, ovvero la regolarizzazione di quanto per sua natura sarebbe rimasto informe e caotico; il quadrato è simbolo di definizione e di delimitazione; il cerchio, infine, formato da una linea unica le cui estremità si ricongiungono per annullarsi l'una nell'altra, rappresenta la perfezione, la compiutezza e l'unione. [...]