Il revival rock tra arte e consumo
Consideriamo il Rock un fenomeno umano che progredisce insieme alle persone che ne fanno parte, e, nello stesso tempo, pensiamo al Rock come ad un organismo dotato di una propria memoria storica, un archivio di prodotti relativi a più di mezzo secolo, che ripristina alternativamente tendenze del passato ricontestualizzandole al presente in nuovi sistemi di valori (revival, ridare vita).
Dunque il rock sviluppa una corrispondenza tra i suoi prodotti e le sue persone e in questo senso appare come un fenomeno artistico in stretto rapporto con la società.
Nel primo capitolo analizziamo come la sociologia dell’arte si è evoluta fino a diventare una sociologia di investigazione empirica, adoperante un nuovo principio epistemologico che considera l’arte come società (Heinich).
In quest’ottica il rock è considerato un mondo dell’arte nato per un nuovo pubblico (i giovani), in cui interagiscono diversi attori specializzati nel far fruttare la creatività dell’artista (Becker).
Presto il rock diventa un fenomeno popolare (Hall) in opposizione alla cultura elevata. La musica rock ha contribuito ad eliminare barriere di classe creando un nuovo pubblico: i giovani. Intorno agli anni Sessanta questi si aggregano per protestare contro le regole degli adulti (controcultura) e talvolta si aggregano in nome di interessi specifici (politici, sociali, musicali, sessuali) dando vita a sottoculture (mod, punk, ecc.) in opposizione al sistema egemonico (Hebdige).
E’ interessante notare che questi gruppi, nonostante il loro carattere opposizionale, finiscono col dare impulsi di rinnovamento proprio alla cultura dominante. Oggi, con l’avvento di Internet, le sottoculture proliferano a causa di consumi sempre più divergenti, ma non hanno potere controculturale, dato che non riescono ad individuare un unico ed inequivocabile mainstream da combattere. Rimane il bisogno di sentirsi alternativi e in osservanza al principio di differenziazione (Simmel), una strada percorribile è attribuire nuovi significati ad elementi dimenticati: il revival (ridare vita).
Nel secondo capitolo affrontiamo il rock come prodotto dell’industria culturale che segue la ratio della vendibilità.
A proposito della musica leggera mettiamo a confronto le idee antitetiche di Benjamin, il quale considera la riproducibilità tecnica dell'oggetto artistico un fatto democratico, utile al progresso di una società egualitaria sfavorevole all'individualismo, con le idee di Adorno, che osserva l’arte dei suoni trasformarsi in un prodotto da vendere, al quale viene attribuito un valore estetico fittizio per una dimostrazione di qualità.
Con l’invenzione del disco la musica, potendo essere trasmessa per mezzo di canali spaziali e temporali costituiti dalla radio o dagli strumenti di registrazione e riproduzione del suono, viene inserita nella quotidianità. Con questi presupposti parliamo della nascita del rock’n’roll, che deriva da altri generi come il blues (fin dal principio il rock utilizza il revival), ma che affascina più i giovani perché tratta fratture generazionali. Mettendo a confronto i testi di due canzoni rock distanti tra loro 25 anni, cogliamo alcune differenze che intercorrono tra baby boomers e baby busters nei modi di vivere il disagio generazionale con i genitori.
Nel terzo capitolo parliamo del luogo in cui il rock amplifica le sue funzioni: il concerto. Ciò che rimane invariato nel corso dei secoli in un’esibizione dal vivo è il contatto diretto tra gli artisti sul palco e il pubblico. Tuttavia, anche il concerto si evolve seguendo la ratio della vendibilità, al quale si rimane vincolati.
Nel quarto capitolo, quello della nostra ricerca sul campo, confrontiamo baby boomers (nati tra il 1943-1946 e il 1957-1964) e baby busters (nati tra il 1958-1965 e il 1975-1981) attraverso l’intervista qualitativa, cercando di corroborare i temi trattati nei precedenti capitoli. Abbiamo intervistato otto soggetti appassionati di rock attraverso una traccia flessibile divisa in dieci temi di riferimento, cercando di capire quali dinamiche sono determinanti nell’influenzare i consumi di rock (fare musica, acquisto, ascolto). Dopodiché abbiamo chiesto agli intervistati quando il rock è da considerarsi arte e quando merce. Cos’è il revival? Che funzione ha il gusto? Tramite i contributi degli intervistati cercheremo anche di approfondire questi temi. Sulle base delle interviste verranno individuate delle tendenze costanti relative a ciascuna generazione di appartenenza che sono adiacenti, ma già molto diverse tra loro. La comparazione generazionale che abbiamo proposto ci spinge a considerare il rock come fenomeno sociale dinamico e riflessivo. Il rock può essere descritto come un fenomeno artistico? Quale ruolo svolge la componente commerciale? Come viene sviluppata la memoria storica di tale fenomeno artistico? Cercheremo di far luce su tali quesiti dopo aver registrato i punti di vista dei nostri intervistati.
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Bossi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Laura Bovone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 125 |
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FAQ
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