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Blog: l'informazione al tempo dei personal media

Le innovazioni tecnologiche unite ai bisogni di una società in continua evoluzione hanno spinto ad un consumo sempre più personalizzato dell’informazione e della conoscenza. La vera novità di questa situazione è che il processo di individualizzazione investe non solo la fruizione di informazioni, ma anche la loro produzione. I due motori di questo processo di appropriazione dell’individuo del potere di produrre informazione sono la rivoluzione digitale e lo sviluppo di Internet. Grazie al loro intrinseco carattere democratico hanno abbattuto molti di quegli ostacoli che impedivano l’accesso al mercato della comunicazione alla massa dei dilettanti: ostacoli economici, riducendo il prezzo degli strumenti e rendendo la pubblicazione di materiale in rete praticamente gratuita, e ostacoli tecnici, semplificando l’uso di questi strumenti. In particolare lo sviluppo dei Content Management System, ovvero di sistemi di pubblicazione automatica su internet ha velocizzato questo processo e ha dato il via alla nascita di un numero impressionante di personal journal on-line.
Dall’incontro delle nuove tecnologie con le esigenze di una società sempre più desiderosa di acquisire, scambiare e produrre informazione sono nati i blog, siti personali a metà strada tra un giornale e un diario on-line diventati un sistema completo di pubblicazione di contenuti di tutti i tipi e sui più disparati argomenti. Esistono comunque delle caratteristiche comuni che ne fanno un oggetto di studio unico: l’aggiornamento regolare, la possibilità per i lettori di commentare, integrare, criticare gli articoli dell’autore, il registro stilistico informale, il collegamento continuo con gli altri blog della rete.
I blog spesso fanno qualcosa di molto simile al giornalismo. Questa situazione ha portato molti analisti a teorizzare la scomparsa del mestiere del giornalista. In realtà molte interazioni fruttifere tra i personal media e i media ufficiali si stanno instaurando in questi anni, smentendo il pregiudizio secondo cui i blog minacciano la professione giornalistica.
Innanzitutto i web-log svolgono un lavoro utilissimo per il giornalista: filtrano i contenuti del web.
Un'altra importante funzione svolta dal mondo dell’informazione non professionale è quella di “cane da guardia” dell’informazione ufficiale.
Il blog nasce come strumento di comunicazione non professionale ma è molto usato anche da chi il giornalismo lo fa per professione. I primi giornalisti blogger aggiornavano il proprio sito in maniera indipendente dalla testata per cui lavoravano, attratti dalla possibilità di interazione con i lettori e dalla libertà di poter parlare di ciò che si vuole senza limitazioni.
Ma la versatilità di questo strumento è molto utile anche alle stesse testate giornalistiche. Molti quotidiani on-line hanno aperto uno o più blog affidandoli ai propri giornalisti. Inoltre le testate possono sfruttare la versatilità di questo strumento per coprire eventi in tempo reale: per esempio grazie al moblogging.
La vera novità nel sistema della comunicazione è data dai migliaia di blog di informazione dei dilettanti: esperti, appassionati o curiosi di ogni campo dello scibile umano che raccolgono e producono materiale giorno per giorno. Qualsiasi evento, in questa maniera, ha modo di trovare un posto, seppur piccolo, nell’arena dell’informazione. Questo tipo di blog ha dimostrato la sua efficacia comunicativa e la sua utilità durante la seconda guerra del Golfo, nel 2003, quando sono nati decine di blog dall’Iraq.
La mancanza di un controllo sulla veridicità delle blog news, l’anonimato, la rinuncia all’imparzialità operata dai blogger porta alcuni a credere che i blog non potranno mai candidarsi a vere fonti di informazione. In realtà, in uno strumento come il blog che potrebbe facilmente abbandonarsi a un uso poco responsabile o scorretto, agiscono meccanismi che evitano queste possibili derive. Noi pensiamo che il proliferare delle fonti individuali porterà ad una ridefinizione del sistema dell’informazione. Oggi si realizza una nuova tendenza: la possibilità di pubblicare è data a tutti, la censura è scomparsa. Nell’era dell’abbondanza delle fonti non è più l’offerta a determinare la qualità dell’informazione, questo compito slitta sempre di più verso l’utente. Sta al giornalista rifunzionalizzare le proprie capacità al servizio degli utenti che si trovano spiazzati di fronte all’immensità dell’attuale sistema dell’informazione.

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3 Introduzione Quando si parla degli stravolgimenti che le nuove tecnologie stanno portando nella società umana, si rischia spesso di ricadere nei due atteggiamenti opposti che finiscono per portare alla deriva una riflessione seria sull’argomento. Il primo atteggiamento è quello del critico assoluto, che vede nell’innovazione tecnologica un processo di degenerazione delle capacità umane a vantaggio di una volontà delle macchine sempre più minacciosa. Il secondo, al contrario, troppo ottimista, perché affida all’evoluzione tecnico-scientifica l’evoluzione stessa della personalità umana, convinto che le tecnologie di per sé procureranno più benessere e più libertà per tutti. E’ la classica opposizione tra apocalittici e integrati evidenziata da Umberto Eco 1 , e che sempre, nel corso della storia, ha caratterizzato le rivoluzione nella comunicazione, sin dall’invenzione della scrittura. Non è difficile smentire entrambe le posizioni riflettendo su quello che le innovazioni hanno portato, in bene e in male, nel nostro modo di vivere. Eppure la tentazione di schierarsi senza mezzi termini pro o contro la modernizzazione tecnologica è forte. Pensiamo al campo della comunicazione e ai mutamenti che l’hanno riguardato: il radicale abbassamento della soglia di accesso alla produzione 1 Umberto Eco, Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano, 1964.

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