Biomonitoraggio di elementi in traccia nei corsi d'acqua della Provincia di Vicenza tramite ''moss bags'': aspetti metodologici e applicativi
Il Progetto Vicenza Moss Bags è nato allo scopo di approfondire le conoscenze sui processi di bioaccumulo di elementi in traccia nei trapianti di muschi acquatici e di calibrare questa metodologia di biomonitoraggio per i principali fiumi vicentini. Gli aspetti metodologici del lavoro consistono nella revisione di alcune linee guida per l’utilizzo, il trattamento e l’analisi dei muschi, proposte dai maggiori esperti della disciplina e vagliate dal nostro gruppo di ricerca. Gli aspetti applicativi riguardano innanzitutto alcune esperienze di bioaccumulo in ambiente controllato, mediante un sistema ad acqua fluente realizzato nel laboratorio ARPAV di Bassano del Grappa, che hanno portato alla scoperta di interazioni fra i diversi elementi in traccia durante la fase di assorbimento, al confronto della risposta d’accumulo in muschi vivi e muschi morti ed all’elaborazione di una funzione matematica predittiva delle concentrazioni di mercurio in acqua attraverso i moss bags. La fase applicativa si è completata con lo svolgimento di due piani di biomonitoraggio: il primo nel bacino del fiume Bacchiglione (118 stazioni in 7 corsi d’acqua), che ha portato alla definizione di un background specifico dell’area di studio per 13 elementi in traccia, alla formulazione di altrettanti indici di alterazione ambientale con relative scale d’interpretazione ed all’elaborazione di numerose mappe tematiche in forma cartacea e digitale. Il secondo piano di monitoraggio si è svolto lungo il tratto vicentino del fiume Brenta, dove è stata predisposta una piccola rete di osservazione composta da 6 stazioni fisse, visitate periodicamente (33 interventi), che ha consentito di registrare l’andamento spazio-temporale delle concentrazioni in riferimento alle fonti di pressione ed alle condizioni idrologiche del corso d’acqua. La tecnica dei moss bags si è sempre dimostrata utile nella caratterizzazione delle acque superficiali in svariate condizioni chimiche e fisiche, è un potente strumento complementare al prelievo d’acqua estemporaneo per il monitoraggio di contaminazioni croniche od intermittenti ed è matura per un processo istituzionale di codifica anche in Italia.
La tesi si articola in 5 capitoli.
L’INTRODUZIONE GENERALE presenta il problema della contaminazione da elementi in traccia nei corsi d’acqua ed alcune metodologie di monitoraggio impiegate per il suo controllo. Seguono una trattazione di alcuni aspetti biologici, fisiologici ed ecologici delle briofite acquatiche e la storia del loro utilizzo come bioaccumulatori. Molte delle nozioni riportate sono tratte dalle sintesi metodologiche francesi, che da oltre vent’anni rappresentano il principale punto di riferimento nel settore. Si dichiarano infine gli obiettivi del lavoro.
Negli ASPETTI METODOLOGICI si riportano le modalità di utilizzo, trattamento ed analisi delle briofite messe appunto dai ricercatori più autorevoli del settore e vagliate o modificate dal nostro gruppo di lavoro nel corso delle sperimentazioni.
I RISULTATI della SPERIMENTAZIONE IN LABORATORIO e della SPERIMENTAZIONE IN CAMPO costituiscono invece gli aspetti applicativi, affrontati in fase preliminare e successivamente in via definitiva. Vengono trattate le esperienze in condizioni controllate per lo studio dei processi bioaccumulo e le operazioni di biomonitoraggio nell’area di studio.
Le CONCLUSIONI GENERALI presentano una valutazione globale dei risultati in risposta agli obiettivi prefissati ed in prospettiva degli sviluppi futuri.
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Informazioni tesi
Autore: | Mattia Cesa |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | METODOLOGIE DI BIOMONITORAGGIO DELL'ALTERAZIONE AMBIENTALE |
Anno: | 2008 |
Docente/Relatore: | PIER LUIGI NIMIS |
Correlatore: | FLAMINIOFUMAGALLI |
Istituito da: | Università degli Studi di Trieste |
Dipartimento: | DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 198 |
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