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Parchi e paesaggio: proposta di pianificazione per un turismo sostenibile. Un'esperienza in Guinea Bissau

Il lavoro qui presente è suddiviso in quattro parti: le prime tre sono di analisi, il quarto riguarda i progetti.
Si è voluta cominciare l’analisi dando un’infarinatura di quello che è stata l’Africa fino ad oggi.
Un continente complesso, dominato dal 1500 in poi dall’Occidente, che ne ha fatto la sua fonte primaria di risorse. Non si può capire la complessità dell’Africa, un continente così grande e così disomogeneo senza la consapevolezza che la vita è nata lì, che l’uomo bianco è emigrato da quella terra in tempi remoti e che vi è tornato per sfruttarla.
La seconda parte è uno zoom approfondito su tutto quello che riguarda la Guinea Bissau in particolare: questo piccolo Paese, ultima tra le colonie portoghesi, che ha mantenuto ancora il suo spirito originario. Un’analisi della cultura, per capire quale è il modo migliore per comunicare con chi vede scendere l’uomo bianco da un aereo, lo vede aggirarsi a fotografare con sguardo stupito quello che per loro è la normalità e lo sente sentenziare sulla “migliore gestione del territorio”.
Nella terza parte, basata sulla documentazione già esistente in mano all’IBAP, si ha un’analisi di tutte le risorse naturali presenti nelle aree protette. Il materiale utilizzato è ancora incompleto e molti studi sarebbero necessari per approfondire la conoscenza di quello che è paesaggio in Guinea Bissau. Agli occhi del mondo occidentale però non è sfuggita l’incredibile ricchezza del patrimonio: il WWF, l’UNESCO, l’UNEP e altre associazioni internazionali finanziano la protezione della fauna e dei paesaggi dal diversi anni.
Infine, l’ultima parte, è composta dai due progetti di approfondimento su due aree protette: il Parco Naturale delle Mangrovie di Cacheu (PNTC) e il Parco Naturale di Orango (PNO).
Si sono approfonditi due modi diversi per affrontare la conservazione dei paesaggi e della biodiversità partendo dai problemi reali presenti nei parchi: nel PNTC, area di frontiera che protegge una vasta area attorno al Rio Cacheu, vista la ricca interazione tra l’uomo e il paesaggio, si è partiti dalle risorse agricole e dalla loro gestione; nel PNO, isola a sud dell’arcipelago delle Bijagos, si è fatto uno studio sulla gestione dei flussi turistici, che ha portato alla nuova zonizzazione del parco e alla gestione dei turisti.
Questi due progetti vogliono essere un punto d’inizio alla migliore gestione delle aree protette, visto che al momento storico attuale è possibile fare qualcosa di utile con gli strumenti di gestione europei. I progetti sono interscambiabili e applicabili, con accorti adattamenti all’area in esame, a tutte le aree protette guineane.

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INTRODUZIONE “La verità è che non siamo ancora liberi: abbiamo conquiastato soltanto la facoltà di essere liberi, il diritto di non essere oppressi (...)Abbiamo finalemente conseguito la nostra emancipazione politica e ci impegnamo a liberare tutto il nostro popolo dai rimanenti vincoli della miseria, della privazio- ne, della sofferenza, della discriminazione sessuale e di ogni altro genere di discriminazione. Mai, mai e poi mai dovrà accadere che la splendida terra conosca di nuovo l’oppressione dell’uomo sull’uomo (...)il sole non dovrà mai tramontare su questa gloriosa impresa dell’umanità. Fiduciosi deponiamo la nostra causa davanti al mondo intero. Che si vinca o che si muoia, la libertà sorgerà in Africa come il sole dalle nebbie del mattino. Che la libertà possa regnare in eterno. ‘Nkosi Sikeleli Afrika’(Dio Protegga l’Africa).” Nelson Mandela “Avrei voglia di fare un’esperienza diversa per la tesi… magari un progetto realizzabile, in un paese del terzo mondo!” Non ricordiamo chi delle due avesse detto per prima la frase, fatto sta che l’avevamo pensata pro- prio uguale, nello stesso istante. Bene: la voglia c’era, bisognava informarsi. Chissà se ad Architettura del Paesaggio qualcuno ave- va già fatto una cosa del genere? La risposta arrivò subito: nessuno. Le prime. Mentre i nostri colleghi si spostavano in giro per l’Europa, qualcuno più temerario arrivava in Ameri- ca Latina; noi, grazie all’aiuto di Fabio, veniamo a conoscenza dell’associazione ONLUS PS76, con sede proprio nella nostra facoltà e con piccoli progetti sparsi in Africa. L’emozione dei primi incontri con il presidente dell’associazione, l’incertezza della scelta del pro- getto per poter elaborare una tesi inerente al nostro corso di laurea e attuabile per la realtà locale; la decisione: a fine aprile del 2007 si parte per la Guinea Bissau. In questo piccolo Stato, sentito nominare per la prima volta proprio da Filippo, una piccola asso- ciazione locale, Amigos da Guiné Bissau, supportata da ONLUS italiane, cercava di fare qualcosa di reale per lo sviluppo sostenibile nel proprio paese. Tra le idee vi era quella di realizzare una piccola esperienza di turismo, visto il ricco patrimonio na- turale della Guinea. Dopo vari colloqui tra docenti, consigli di amici e preoccupazioni dei genitori, si parte. Il primo viaggio è durato un mese e mezzo e l’esperienza di “sbarcare” in Africa per la prima volta nella vita, è stata molto forte e ci ha segnato profondamente. L’impatto con la realtà di una vita povera, fatta dell’essenziale, gioiosa e bastante a se stessa, è stato molto forte, tanto da farci im- piegare un’estate intera per “digerire” tutto quello che avevamo visto e vissuto. Dopo pochi mesi l’idea del progetto ha cominciato a delinearsi nella nostra mente: una serie di aree protette, parchi naturali, riserve marine, con un grande interesse naturalistico e la capacità di smuovere turisti interessati alla fauna e alla flora locale. Al momento non c’è niente in Guinea Bissau. Il turismo dipende molto dalle strutture e dai contatti che il paese ha a livello internazionale, e il piccolo paese africano è conosciuto, e poco, solo per il suo posto nella classifica internazionale dei paesi più poveri: sesto. Ma la ricchezza della Guinea Bissau è evidente agli occhi di chiunque arrivi nel Paese: una diversità di habitat incredibile, un caos di colori che stordisce e affascina, una cultura poliedrica e musica, ti accompagnano ovunque, dal nord al sud, alle isole. Un anno dopo, a marzo 2008, con le idee un po’ più chiare sul materiale da raccogliere, torniamo giù e visitiamo, grazie al supporto dell’IBAP (l’ente preposto alla protezione delle aree protette) e all’intraprendenza personale, quasi tutti i parchi naturali e nasce il primo prodotto della collabora- zione: 5 depliant “formato turisti” con le carte dei parchi. Questa seconda esperienza dura per Sara 3 mesi, per Isa 4 ed è un concentrato di avvenimenti: viaggi in canoe, fuoristrada nella foresta, pernottamenti in isola deserta, casa in autonomia, malaria e tanti tanti amici guineani.

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