Verso una nuova logistica dell’informazione
Il ruolo della comunicazione per il vantaggio competitivo di Barilla
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La diffusione di Internet come mezzo di comunicazione di massa
ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione, non ancora terminata,
che sta cambiando il modo in cui gli individui e le organizzazioni
vivono e comunicano.
I riflessi di questo fenomeno hanno permeato ogni tipo di attività
umana ed hanno dato vita a quella che possiamo definire società
connessa, ma hanno sconvolto soprattutto il contesto economico.
L’utilizzo di reti telematiche ha determinato lo svilupparsi di nuove
leggi economiche (quelle della network economy) e di nuovi modi di
produzione, nuove strategie d’impresa e nuove strutture organizzative,
fino a far modificare la struttura dei settori economici e i rapporti nei
mercati.
Internet ha alterato la natura della competizione in alcuni
mercati, accelerando il flusso di informazioni, di nuovi prodotti e
servizi in tutto il mondo. Ciò ha indotto i manager di molte aziende a
rivedere il modo di gestire il proprio business e a ricercare fonti più
durature di vantaggio competitivo. Infatti, la possibilità offerta da
Internet di organizzare le attività aziendali in maniera differente, di
offrire nuovi beni e servizi e di distribuirli a milioni di utenti quasi
simultaneamente, pone le aziende di fronte alla realtà di un vantaggio
competitivo che può nascere e scomparire dall’oggi al domani.
La concorrenza con Internet significa essere in grado di passare
rapidamente a nuove combinazioni di prodotti e mercati; diventare
flessibili nelle strategie, nella struttura e nello svolgimento delle
operazioni (si passa all’impresa snella); sfruttare tutti i fattori di
vantaggio competitivo più duraturi.
Alcuni dei concetti strategici precedenti alla diffusione di
Internet restano naturalmente validi. Molti elementi costitutivi il
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vantaggio competitivo, quali visione, leadership, innovazione, qualità,
barriere all’entrata, vincoli al consumatore, ecc. rimangono critici per
raggiungere il successo aziendale, anche nell’ambiente più turbolento.
Per comprendere in che modo Internet contribuisce a
riposizionare un’azienda, spingendola a rivedere e modificare le basi
del suo vantaggio competitivo, bisogna risalire ai riflessi che l’utilizzo
della rete ha sulle fonti del vantaggio stesso e cioè sui centri di
creazione del valore sia all’interno che all’esterno dell’impresa.
Le imprese competono oggi per la creazione di valore su due
mercati contrapposti: un mercato fisico e un mercato virtuale dove
prodotti e servizi esistono solo come informazioni digitali. In entrambi
i mercati, l’operazione economica fondamentale rimane la stessa: lo
scambio che avviene quando offerta e domanda si incontrano. Nel
mercato virtuale, però, la catena del valore non è lineare, ma diventa
una “rete del valore”. La catena viene modificata dall’information
technology: si incorpora conoscenza nei prodotti, l’intelligenza risulta
distribuita tra tutti gli operatori, si realizza outsourcing di attività fuori
dall’impresa. Tutti i soggetti impegnati nella creazione di valore
contribuiscono contemporaneamente a dare input e ricevono output
informativi; le informazioni possono essere utilizzate operativamente
ai diversi livelli di management e nelle diverse attività.
La catena del valore, oramai, risulta un modello inadeguato per
rappresentare la dipendenza reciproca e “multinodale” tra diversi
segmenti di industria un tempo separati. Il modello che rappresenta il
processo di creazione di valore virtuale risulta piuttosto una vera e
propria “ragnatela”, vale a dire un modello prossimo a quello di un
ecosistema biologico, basato su relazioni tra molti organismi
autonomi. L’organizzazione che riuscirà a rispondere alle esigenze di
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tale modello avrà anch’essa una struttura a rete, basata sulla
cooperazione tra partner e che, utilizzando i nuovi strumenti di
connessione telematica, le permetterà di creare maggior valore per sé e
per gli altri rispetto alle imprese tradizionali.
Le reti elettroniche possono attraversare le barriere geografiche e
questo significa non solo potersi rivolgere a nuovi clienti potenziali,
ma vuol dire anche poter contattare nuovi fornitori e dar nuova forma
ai canali distributivi disintermediando gli agenti e i distributori e
utilizzando Internet sia per la raccolta di ordini sia per la distribuzione
di prodotti attraverso servizi di logistica integrati con la rete. In queste
costellazioni di valore tutto ruota intorno al principio de “l’unione fa
la forza!”. La vera “rivoluzione delle reti”, infatti, non risiede soltanto
nelle possibilità per le imprese di accedere a nuovi mercati e poter
usufruire di nuovi contatti, ma soprattutto nella creazione di una
“nuova economia e logistica della conoscenza e delle relazioni”, che
renda possibile il passaggio da una tradizionale gestione della funzione
logistica, ad una più ampia gestione dell’intera supply chain.
Il caso della Barilla dimostra che anche un’azienda leader nel
proprio settore ormai da anni e con solidissimi elementi di vantaggio,
una forte immagine, innovazione, qualità, diversificazione produttiva
ed una forte brand loyalty, deve approdare ad una gestione integrata
della supply chain, in modo da minimizzare i costi e scoprire nuovi
centri di creazione del valore, che soddisfino maggiormente, non solo
le unità dell’azienda stessa, ma anche tutti i diversi attori coinvolti
nella catena. La mission per l’azienda è di garantire il livello
pianificato di qualità per il consumatore e di servizio per i clienti,
avendo come obiettivo quello di minimizzare il costo complessivo
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della catena e di assicurare il massimo livello di competitività sul
lungo periodo.
Negli ultimi anni lo sviluppo delle nuove tecnologie
dell’informazione, l’aumento della competizione tra diversi settori e le
richieste dei consumatori sempre più esigenti, hanno spinto molte delle
aziende italiane ad una seria riflessione sulla funzione logistica.
L’analisi svolta, in questo lavoro, sullo stato dell’arte del settore
logistico nel nostro Paese e su come le imprese manifatturiere
posizionano questa funzione all’interno della propria struttura ha fatto
emergere, infatti, due dati interessanti: una costante crescita del settore
logistico, sia in Italia che all’estero, ed una tendenza di una fetta
consistente delle imprese all’aumento degli investimenti per lo
sviluppo delle attività logistiche. Infatti, in queste stesse aziende sono
stati messi in atto, o previsti nei prossimi due anni, tutta una seria di
processi tesi alla riorganizzazione del proprio sistema logistico.
Soprattutto nel comparto del largo consumo, l’offerta si fa
sempre più indifferenziata e le richieste di clienti e consumatori
diventano sempre più esigenti. Per far fronte a tali pressioni le
imprese, e soprattutto quelle che nei propri settori detengono posizioni
di spicco, non possono che spostare il focus competitivo sul versante
dell’efficienza della gestione.
L’industria alimentare, in particolare, ha subito negli ultimi
vent’anni, un processo evolutivo, tutt’ora in corso, e che è frutto di tre
principali fenomeni: l’aumento della concentrazione, soprattutto nel
segmento delle grandi imprese di marca, l’internazionalizzazione, che
impone di operare a livello globale, e un’incremento della
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competizione verticale, causato dalle crescenti pressioni da parte di
fornitori e acquirenti.
È proprio per alleggerire queste pressioni ed affrontare la
globalizzazione dei mercati che molte aziende del settore alimentare
stanno mettendo in atto nuove strategie: dalla ricerca di forme di
cooperazione con fornitori e distributori, all’implementazione di
attività supportate dall’utilizzo delle nuove tecnologie
dell’informazione.
Una gestione più efficiente della catena logistica, infatti,
permette di soddisfare sia le esigenze del cliente/consumatore che
quelle dell’impresa stessa: oltre a “garantire un livello pianificato di
qualità per il consumatore e di servizio per i clienti, assicura il
massimo livello di competitività sul lungo periodo, minimizzando i
costi per l’organizzazione”.
È proprio questa la mission descritta dal Gruppo Barilla,
un’azienda leader in diversi settori (quello della pasta e quello dei
prodotti da forno) e con solidissimi elementi di vantaggio, una forte
immagine, innovazione, qualità, diversificazione produttiva ed una
forte brand loyalty.
La Barilla rappresenta un caso esemplare di evoluzione della
funzione logistica all’interno delle imprese moderne. Infatti, ai servizi
logistici di Barilla è ufficialmente riconosciuto un livello d’eccellenza
tanto che sono stati oggetto di studio dell’Harvard Business School.
Negli ultimi dieci anni la Barilla ha attuato una serie di interventi
tutti tesi a migliorare la gestione del suo complessivo sistema
logistico. A questo scopo, l’azienda parmense ha stretto un insieme di
alleanze con diverse imprese fornitrici e di servizi, ognuna leader nel
proprio settore, che le ha permesso di riprogettare tutta la supply
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chain: dall’utilizzo di pacchetti sofware per la gestione di tutto il
sistema informativo, della produzione e, addirittura degli investimenti
(utilizza un software per il capital budgeting), all’applicazione di
sistemi Erp per una miglior gestione delle risorse, fino ad arrivare
addirittura a costituire una società ad hoc, la Number 1 per attuare il
just-in-time distributivo.
A completamento del processo di riorganizzazione la Barilla ha
riprogettato anche la sua struttura organizzativa, sdoppiando il gruppo
in due attività operanti in business differenti. Quest’operazione le ha
permesso di attuare una maggiore focalizzazione sui mercati core e di
semplificare la struttura, eliminando una serie di passaggi
interaziendali, per rendere il gruppo più agile nell’affrontare le
problematiche gestionali.
La creazione di una fittissima rete di relazioni con i suoi partner
(fornitori e clienti) e lo “snellimento” della struttura organizzativa
hanno permesso al maggior produttore di pasta al mondo di
consolidare la leadership in Italia e accelerare lo sviluppo
internazionale.
Infatti, se da un lato queste azioni sono esattamente in linea con
la filosofia della qualità, vero punto di riferimento dell’operare Barilla,
dall’altro vanno perfettamente incontro alle tendenze competitive di
questi ultimi anni.
La sfida di questi anni è proprio quella di riuscire a concepire la
catena del valore in modo sempre più integrato, individuando tutte le
risposte (strutturali, di sinergia fra i sistemi e competenze) che
possono essere fornite congiuntamente nell’ottica di una sempre più
piena soddisfazione del consumatore finale.