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Introduzione
“L’uomo è un animale sociale. Le persone non sono fatte per vivere
da sole”.
Seneca
Queste parole hanno duemila anni di età, ma sono ancora del tutto
attuali e forse la chiave di lettura per far capire, anche al più scettico,
l’importanza della comunicazione.
Consultando un dizionario
1
si troverà la seguente dicitura:
Comunicàre [komuni'kare]
v.tr. e intr.
1 v.tr.
far parte ad altri di qualcosa; far sapere, render noto; diffondere
2 v.tr.
amministrare la comunione
3 v.intr.
essere in rapporto con qualcuno
4 v.intr.
essere in contatto, in comunicazione
1
http://www.dizionario-italiano.it in data 17 Ottobre 2009.
5
Se si va alla ricerca dell’etimologia della parola si scoprirà che
comunicare deriva dalla parola latina communico che a sua volta è
formata da:cum (con) e munire (legare).
Ciò ci fa capire che il primo significato della parola non vada inteso
come “mandare messaggi” ma come atto sociale e reciproco di
partecipazione, atto mediato dall’uso di simboli significativi tra
individui e gruppi diversi.
Oggigiorno poi, la comunicazione sta diventando un concetto sempre
più concreto ed argomento di grande attualità. Basta andare in una
qualsiasi libreria per rendersi conto a cosa ci si stia riferendo:
innumerevoli i manuali per estorcerne il segreto, i saggi di personaggi
autorevoli che ne spiegano le dinamiche e sempre più le scuole e le
università che organizzano corsi di studio su questo tema.
Ciò è dovuto dal fatto che comunicare è un bisogno innato del genere
umano e che solo recentemente si è capita la grande importanza di
una comunicazione ottimale e dei fantastici risultati, in un qualsiasi
ambito, ottenibili dallo sviluppo di un piano di comunicazione “su
misura” per ogni necessità. In questi ultimissimi anni poi, il concetto
si è ulteriormente modificato passando da una comunicazione “su
misura” per ogni necessità ad una comunicazione “su misura” per
ogni individuo.
Questa tesi è orientata principalmente verso quest’ultima forma di
comunicazione ipotizzando, che un giorno, non molto remoto, si
arriverà ad una comunicazione non solo altamente personalizzata ma
bensì diversa da individuo a individuo.
6
Oggigiorno si parla molto di globalizzazione
2
. Questo termine è stato
iniziato ad essere utilizzato dagli economisti nel non lontano 1981 per
riferirsi prevalentemente agli aspetti economici e alle relazioni fra i
popoli e le grandi aziende. Questo fenomeno, però non è da
inquadrare solo dal punto di vista economico, ma anche nei contesti
quali i cambiamenti sociali, politici, tecnologici e nella interazione su
scala mondiale che in questi campi hanno subito una sensibile
accelerazione in particolar modo dagli anni ottanta in poi.
Insieme al termine “globalizzazione” spesso vengono associati,
sentimenti quali un contagiante timore di indifferenziazione fra le
culture e un allarmante rischio di omologazione.
Quello che si cercherà di dimostrare con questa tesi è una via di luce
queste paure: proprio una completa globalizzazione (ottenibile grazie
all’uso sempre più massiccio dei nuovi mass media) porterà ad una
comunicazione sempre più accessibile e personalizzata.
È finita l’era delle mode e degli stili di vita: nel futuro più prossimo
ognuno avrà dei servizi creati su misura.
Già oggi, molti di noi possono guardare in qualsiasi momento della
giornata il proprio programma preferito senza interruzioni grazie allo
streaming, far iniziare il proprio programma radio preferito nel
momento che preferisce, leggere solo le notizie che gli interessano
senza bisogno di doverle cercare sfogliando le pagine del giornale e
così via...
Tutto ciò è possibile grazie ad internet.
Nel giro di pochi anni ciò sarà possibile non a molti, ma a tutti e le
conseguenze che ne derivano porteranno ad una completa
2
http://www.glossarioeconomia.wordpress.com/
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reinvenzione dei contesti di cui si è scritto in tema di globalizzazione:
ossia quelli sociali, politici,economici e naturalmente tecnologici.
A questo punto potrebbe sorgere il dubbio che una sempre più alta
personalizzazione dei servizi ed un sempre più alto potere di scelta
nelle mani del soggetto consumatore porterà alla fine della
amata/odiata pubblicità.
Questa problematica sarà proprio uno dei punti fondamentali di
questa tesi che andrà ad analizzare lo scenario attuale della
comunicazione, le novità di questi ultimi anni che stanno
capovolgendo le dinamiche classiche fra venditore- consumatore
ipotizzando così le conseguenze che questi cambiamenti porteranno
al settore della pubblicità fino a ridefinirla completamente.
Si prenderà in considerazione anche un caso: quello di una campagna
promozionale australiana dell’agenzia Sapient Nitro chiamata “The
best job in the world”; campagna vincitrice di 3 Gran prix e 5 leoni a
Cannes e del premio “Best of show” del 2009 al One show festival di
New York.
Non si è preso in considerazione questo caso per gli innumerevoli
premi vinti, ma per l’assaggio sul futuro della pubblicità, che ci ha
dato: non più un semplice modo più o meno artistico di promuovere
un bene o servizio, ma una vera e propria forma di comunicazione a
360°.
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CAPITOLO 1: Lo scenario.
1.1 I mass media.
Nel secolo scorso si sono instaurati nella società i mezzi di
comunicazione di massa. È stato proprio nel Novecento che mezzi già
esistenti come la stampa e i neonati radio, telefono e cinema sono
diventati accessibili a tutti ed è proprio nel XX secolo che sono nati
forse i più potenti mass media come la televisione e internet. I media
ci hanno permesso di assistere agli eventi del mondo ed è proprio per
questo che rivestono un ruolo fondamentale come strumenti di
comunicazione.
Avrebbe avuto una vittoria così strepitosa il presidente degli Stati
Uniti, Barack Obama, se non avesse catturato l’attenzione anche dei
più giovani e non li avesse spronati ad andare a votare utilizzando la
piattaforma sociale mybarackobama.com?
Secondo Alessandro Prunesti
3
i mezzi di comunicazione di massa,
gestiti dalle emittenti che distribuiscono i loro programmi in base a
palinsesti precisi, determinano un flusso di comunicazione
caratterizzato da due precisi aspetti:
∞ I contenuti monomediali;
∞ I messaggi unidirezionali.
I primi si riferiscono alla natura analogica del messaggio trasmesso;
un esempio utilizzato da Prunesti è quello della televisione che ci
3
“Social Media e comunicazione di marketing. Pianificare e gestire le attività di
marketing e comunicazione nell’era del Web 2.0” , FRANCO ANGELI, Milano.
Alessandro Prunesti 2009, p.19
9
comunica immagini in movimento, voci e suoni, ma non dà la
possibilità di leggere i testi. Ciò è tipico di una comunicazione
unidirezionale di tipo top-down, in cui il messaggio viene confezionato
a monte dei broadcaster e poi trasmesso al pubblico secondo precisi
palinsesti, che ordinano i programmi da trasmettere in base alle
caratteristiche dell’audience (pubblico generalista o di nicchia) e alle
regole del mercato pubblicitario. L’unica facoltà degli spettatori dei
media tradizionali, è quella di assistere alle trasmissioni in quanto, il
pubblico, non ha la possibilità di partecipare alla creazione dei
contenuti.
Diverso è invece il rapporto che i consumatori possono instaurare con
i nuovi media o new media. Sotto questa dicitura sono classificati
tutti i mezzi di comunicazione di massa sviluppatasi posteriormente
alla nascita dell’informatica e in sua correlazione. L’interattività del
web consente una tipologia di comunicazione propria dei nuovi media
e cioè né one to one, né many to one, ma addirittura many to many,
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permettendo così alla comunicazione digitale una simultaneità
intercognitiva delle esperienze collettive. In linea di principio, ciò fa sì
che un qualsiasi contenuto possa essere modificato, ri-prodotto e
immagazzinato, da chiunque in qualsiasi istante.
Come sostiene Van Dijk,
5
i nuovi media possono a tutti gli effetti
considerarsi una rivoluzione strutturale, in quanto segnano la fine
della distinzione tra i media che sono fissi nello spazio e nel tempo e
quelli che scavalcano queste dimensioni: i nuovi media sono infatti
una combinazione di media in linea e di media che non lo sono.
4
http://it.wikipedia.org/wiki/Nuovi_media in data 17 Ottobre 2009.
5
Sociologia dei nuovi media, Società editrice il Mulino, Bologna. Van Dijk, 2002,
p.22
10
Come afferma Prunesti,
6
lo sviluppo recente dei media classici,
culminato con la transizione al digitale, è sorretto da tre grandi spinte
evolutive:
∞ La crisi dei formati culturali generalisti;
∞ La diffusione dei prodotti tecnologici sempre più destinati a uso
personale;
∞ L’importante trasformazione messa in atto dalla rete di
Internet.
Queste spinte evolutive, sempre secondo Prunesti, hanno
determinato il tramonto del flusso tradizionale della comunicazione, in
favore di questa nuova era caratterizzata dalla crescita dei contenuti
partecipativi e della stessa condivisione di questi, tra milioni di utenti
on line.
Tale evoluzione si sta verificando sulla base di fenomeni raggruppati
da Alberto Abruzzese
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in quattro gruppi:
∞ Si assiste, in primo luogo, ad una fase di transizione in cui le
vecchie e le nuove forme di comunicazione si intrecciano e si
sovrappongono.
Da una parte vi sono i media generalisti che fanno proprie
alcune innovazioni (come ad esempio la televisione che si apre
ad una maggiore rete di canali restando però sempre
televisione),e dall’altra parte vi sono i new media che utilizzano
alcune caratteristiche proprie dei media tradizionali (come ad
6
“Social Media e comunicazione di marketing. Pianificare e gestire le attività di
marketing e comunicazione nell’era del Web 2.0”, FRANCO ANGELI, Milano.
Alessandro Prunesti 2009, p.21
7
“Sociologie della comunicazione”, Laterza, Bari
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esempio il recupero del formato “generalista” come il portale
per organizzare e distribuire i servizi web agli utenti).
∞ Oggi inoltre i nuovi media favoriscono la personalizzazione sia
nella godimento che nell’utilizzo dei contenuti, portando alla
moltiplicazione dei supporti per riprodurre questi contenuti, in
base alle preferenze della singola persona. Questo sta creando
un paradosso con ciò che invece si era pensato sarebbe
successo negli anni Novanta: al posto di passare ad un solo
mezzo polifunzionale si sta determinando una vistosa
moltiplicazione di supporti digitali (come ad esempio i lettori
mp3, gli smartphone, la televisione a pagamento..) e del
business ad essi correlato.
∞ Si assiste anche alla dissezione di una cultura propria delle
nuove tecnologie. I new media sono in grado di produrre senso,
di creare contenuti nati per questi nuovi supporti (basta
pensare all’uso degli emoticon negli sms) senza limitarsi ad
essere un nuovo canale per veicolare i contenuti tradizionali.
∞ Le tre caratteristiche elencate precedentemente rendono
piuttosto stretta la classificazione dei new media come
dispositivi etichettabili con i termini “interattivi”, “multimediali”
e “virtuali” lasciando questo campo ancora molto aperto.
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1.2 L’evoluzione di internet.
Il 24 ottobre 1995 il Federal Networking Council (FNC)
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ha approvato
all’unanimità la seguente risoluzione, che per la prima volta definisce
il termine Internet:
“Il Federal Networking Council concorda che quanto segue è la
definizione del termine Internet.
“Internet” si riferisce ad un sistema di informazione globale che:
∞ Sia collegato logicamente da un unico spazio globale di indirizzi
basato sull’Internet Protocol (IP) o sulle successive estensioni o
modifiche;
∞ Sia in grado di supportare le comunicazioni utilizzando il
Trasmission Control Protocol/Internet Protocol (TCP/IP) o le sue
successive estensioni o modifiche, e/o altri protocolli compatibili
del tipo IP.
∞ Sia in grado di fornire utilizzi o rendere possibili, sia
pubblicamente che privatamente, servizi di alto livello basati
sulle comunicazioni e sulle relative infrastrutture qui descritte.”
La rete Internet si è sviluppata alla fine degli anni Sessanta come
estensione di una rete voluta dal Governo Americano di disporre di
una efficace alternativa per la trasmissione di informazioni in caso di
necessità bellica.
Il 1972 può essere considerato la data di nascita di Internet: in
quell’anno, infatti, “si tenne a Washington D.C. la prima Conferenza
Internazionale sulle Comunicazioni fra Calcolatori e in quell’occasione
8
“Internet: impresa in rete”, Marcello Morelli, Franco Angeli, 1998 p.13
13
fu effettuata una dimostrazione di ARPANET (Advanced Research
Projects Agency), realizzando un nodo con 40 macchine.
Rappresentanti di progetti di vari paesi, compresi fra questi il Canada,
la Francia, il Giappone, la Norvegia, la Svezia, la Gran Bretagna,
discussero della necessità di iniziare un lavoro per definire dei
protocolli standard, con l’accordo di tutti. Venne creato a tale scopo
l’InterNetwork Working Group (INWG) per avviare il dibattito su
questi protocolli (…). La visione proposta per i principi
dell’architettura di una interconnessione da appositi punti di
collegamento (gateway)”. (V.R, Hauben, the development of the
International Computer Network: from ARPANET to Usenet News (On
the Nourishment or Indipendent of the NET- Commonwealth
Rapporto non pubblicato, 1993)
9
.
È solo negli anni Novanta che la rete trovò nuovi spazi di utilizzo,
soprattutto nel campo della comunicazione di massa: nel 1992 erano
collegati ad Internet oltre 1,1 milioni di computer host, nel 2005 il
numero dei clienti supera il miliardo
10
.
Già solo questo dato numerico ci fa capire la velocità di evoluzione di
questo mezzo, della sua influenza sui cambiamenti economici e
sociali. Questo dato, inoltre ci fa capire perché sono sempre più
numerosi gli studi sulla rete e perché sia diventato un campo molto
attraente per settori legati al commercio come ad esempio il
marketing e la pubblicità.
9
“Internet: impresa in rete”, Marcello Morelli, Franco Angeli, 1998 p.18
10
CIA World Factbook
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Le possibilità e le caratteristiche delle forme di marketing e di
pubblicità legate alla rete sono strettamente legate alle caratteristiche
di internet che possiamo riassumere in tre punti cardine:
∞ L’interattività;
∞ La globalità dell’audience;
∞ L’alto livello tecnologico.
Ma vi è anche un'altra caratteristica che rende internet un veicolo di
comunicazione unico nel suo genere: è la possibilità che ha di
giungere ad un target di “massa” come gli altri mass media,
riuscendo però a segmentare il target in gruppi piccolissimi che
possono arrivare a coincidere con un singolo destinatario arrivando
ad una comunicazione one to one.
Ed è proprio il metodo uno a uno che ha portato al narrowcasting,
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ossia una comunicazione estremamente concentrata sul singolo
utente, complementare a quella del broadcas3ting che è tipica di tutti
gli altri mezzi di comunicazione di massa. Grazie al narrowcasting
molti strumenti di internet come ad esempio il blog, la mailing list ed
il forum, possono dare ad ogni singolo utente la possibilità di
scegliere su cosa ricevere informazioni. Tutto ciò porta a mettere
sullo stesso piano il consumatore con l’impresa ed è ovvio quindi che
la comunicazione su questo mezzo sia del tutto a se rispetto a quella
degli altri medium.
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http://www.wisegeek.com/what-is-narrowcasting.htm in data 17 Ottobre 2009