3
All’aprirsi del Seicento si era da tempo esaurita la spinta vitale e innovatrice dei
maestri del Rinascimento, con la precedente scomparsa di Tiziano nel 1576, di
Veronese nell’82, di Bassano nel ’92 e di Tintoretto nel ’94. Intorno ad essi,visti
come esempio massimo di magnificenza e splendore cui Venezia era arrivata in
campo pittorico, era sorta una cultura figurativa di riflesso, di imitazione, e questo
ha portato ad un aumento della produzione pittorica, ma a discapito della qualità,
dell’originalità creativa. E’ evidente quanto potesse essere un’impresa gravosa per
gli artisti dell’epoca misurarsi con tali maestri e svincolarsi da una tradizione cosi
fortemente permeata nella cultura artistica. Gli unici canoni cui gli artisti
dovevano rifarsi erano quelli posti da Tiziano, o da Tintoretto, o da Veronese.
Questo portava comprensibilmente come conseguenza l’accademismo, il
manierismo, opere sempre più aride e forzate.3
Altro motivo di questo stallo, è la supremazia assoluta di Roma. E’ noto che nel
Cinquecento e nel Rinascimento il primato in campo artistico era diviso tra vari
centri, tra cui Firenze, Roma, Venezia ecc., ciascuno con artisti degni di nota; con
il chiudersi di questa stagione e l’avvio al nuovo secolo il primato passa
indiscusso a Roma, dove confluiscono le maggiori maestranze e dove prendono
avvio le nuove sperimentazioni stilistiche del Caravaggio, dei classicisti (Carracci,
Reni, Domenichino..), del Barocco con Bernini, Pietro da Cortona e le decorazioni
delle chiese gesuite.
Ma Venezia, che nondimeno attraversa un lungo periodo di pace iniziato dalla
vittoria di Lepanto del 1571 e che dura fino al 1644, anno di inizio della
ventennale guerra di Candia, è nel Seicento una città ricca e gioiosa, e se è vero
che la storia di una città si riflette sempre sulle arti, perché il secolo Barocco
3
Rodolfo Pallucchini, La pittura veneziana del seicento, vol. I, Alfieri, Milano, 1981, p. 132-134
4
veneziano viene allora considerato un’epoca di stallo e di ristagno artistico? E’
vero che non ci sono artisti di tale grandezza da divenire dei veri e propri
capiscuola come era avvenuto durante il secolo precedente, ma esprime comunque
personalità complesse e cariche di vivacità che si muovono nel panorama pittorico
veneziano con estremo dinamismo, iniziando lentamente a sbloccare la pittura e a
proporre notevoli novità.
E’ interessante il fatto che il rinnovamento in senso Barocco avviene a Venezia
durante la prima metà del secolo grazie all’apporto di artisti non originari della
città, che, arrivati in periodi diversi in laguna, si evolvono a contatto con la sua
tradizione figurativa diventando addirittura più ‘veneziani’ di pittori autoctoni,
rigenerando dall’interno il colorismo e la tradizione, aprendo una nuova strada
lontana dall’accademismo tardomanieristico. Questi artisti ‘foresti’ sono il
romano Domenico Fetti, che giunge a Venezia nel 1622, il tedesco Johann Liss, in
laguna dal 1625 circa, il genovese Bernardo Strozzi, che vi arriva nel 1633, il
vicentino Francesco Maffei, in laguna dal 1638, ed il fiorentino Sebastiano
Mazzoni, che vi giunge nella seconda metà del secolo.4
In questa sede, come già ho accennato, si prenderanno in considerazione
esclusivamente il Liss e lo Strozzi, il primo come punto di partenza, ed il secondo
come suo ‘continuatore’, verso la nascita del Barocco veneziano.
Johann Liss infatti è l’artista più originale tra quelli citati: egli dopo essersi
formato ad Harleem, ad Anversa, poi a Parigi e a Roma, si stabilisce a Venezia
probabilmente nel 1625, dopo una precedente breve sosta nel ‘21 durante il
viaggio verso Roma. E’ un eclettico, la sua pittura spazia dal realismo di Haarlem,
al chiaroscuro caravaggesco, all’influsso rubensiano (ravvisabile in specialmodo
4
Ivi p. 132-231
5
nei nudi, oltre che nelle gamme cromatiche), e a Venezia matura la sua maniera e
mostra la sua preferenza per colori luminosi, che si rivelano tra gli elementi più
fecondi per lo sviluppo del Barocco veneziano, e che culminerà nella pennellata
calda ed esuberante del Rococò.
Bernardo Strozzi è invece il più importante pittore genovese dell’epoca Barocca.
Inizialmente aderisce ad un manierismo di stampo baroccesco, poi influenzato
dalla pittura fiamminga e dal caravaggismo riscalda la propria tavolozza verso una
pittura spontanea e vivace, ricca di valori luministici. Questo suo senso del colore
lo porta, una volta a Venezia (nel 1633), ad avere un ruolo importante per il
processo di rinnovamento della pittura lagunare in direzione barocca, grazie anche
alla visione delle opere dei suoi contemporanei, in special modo di Liss.
Dunque lo scopo essenziale di questo studio è quello di conferire finalmente
l’importanza che spetta a due artisti fondamentali per la nascita del Barocco
veneto.
6
I
Johann Liss : Biografia
Johann Liss è da considerare tra i più importanti artisti del Seicento veneziano, tra
i pionieri della pittura barocca veneta. Pur essendo un artista tedesco e pur non
ripudiando le sue origini e la tradizione pittorica dell’Olanda, dove ha studiato,
egli si inserisce a pieno nella cultura artistica italiana, assimilando l’arte romana e
lagunare e diventando più ‘veneziano’ di pittori autoctoni.
Purtroppo, a causa della quasi inesistente documentazione sulla vita di Johann
Liss, è un lavoro molto lacunoso scriverne la biografia. Le poche notizie che
conosciamo le dobbiamo a Joachim von Sandrart (1606 – 1688), cronista tedesco
amico dell’artista, che soggiorna in Italia a partire dall’aprile del 1629: egli nel
suo “Teutsche Academie” (pubblicato nel 1675) dedica una parte alla vita di Liss
e scrive che l’artista è nato a Oldemburg, Holstein, nella Germania settentrionale.1
Niente si sa sull’anno di nascita ma, come sottolinea l’Oldenbourg, probabilmente
Liss non è molto più anziano dell’amico Sandrart, che al momento del suo viaggio
in Italia aveva ventisei anni.2 Infatti “it appears that Johann Liss was born in 1597
in Holstein. In c.1615 he moved to Amsterdam and Harleem and from there via
Antwerp, to Paris. Sometime around 1620 he turned up in Venice, only to move
on, two years later, to Rome, where he stayed for about four years. About 1624
we find him again in Venice, where Sandrart visited him in 1629.”3
1
Joachim von Sandrart, Teutsche Accademie der Elden Bau – Bild – und Mahlerey – Kunste,
Nurnberg, 1675, p. 314
2
Rudolf Oldenbourg, Jan Lys, collana Sei e Settecento straniero, Società Editrice dell’Arte
Illustrata, Roma, 1921, p. 6
3
Bernard Aikema, recension of “Johann Liss, a monograph and catalogue raisonné” by Rudiger
Klessmann, in The Burlington Magazine, no. 143, 2001, p.166
“Sembra che Johann Liss sia nato nel 1597 a Holstein. Nel 1615 si spostò ad Amsterdam e ad
Harleem e, da li, passando da Anversa, a Parigi. Intorno al 1620 si spostò a Venezia, solo per
7
Il 1597 come probabile anno di nascita è solo una supposizione considerando che
al momento non esistono documenti che possano accertarlo, ma è un’ipotesi
accettabile considerando varie ragioni: in primo luogo esaminando la carriera
artistica di Liss e il fatto che nel 1615 ha iniziato i suoi studi in Olanda all’età di
diciotto o venti anni, e in secondo luogo collegando la sua iniziale educazione ad
una coppia di pittori, Johann e Anna Liss, presumibilmente i suoi genitori, attivi a
Schleswig (circa cento chilometri di distanza da Oldenburg).4
Dopo la prima formazione nella città natale, probabilmente nella bottega paterna,
Liss studia ad Amsterdam ed Harleem (altrimenti non sarebbero spiegabili gli
influssi della scuola di Harleem in alcune sue opere): oltre a Sandrart anche i
cronisti olandesi Feyken Rijp (1706) e Arnold Houbraken (1718) parlano della
formazione di Liss ad Harleem sotto il maestro Hendrick Goltzius, di cui Liss era
l’allievo prediletto.5 “A close connection with Goltzius is seen in a early pen
drawing, preserved in Leiden, […] The choice between young and old (fig. 1-2).
Here Liss adopts the theme and composition, as well as the drawing style, of a
sheet by Goltzius in Paris, which originated together with a pendant dated 1600
and was engraved by Jan Saenredam”.6 Rimandano all’esperienza olandese anche
continuare il viaggio, due anni dopo, verso Roma, dove stette per circa quattro anni. Nel 1624 lo
troviamo di nuovo a Venezia, dove Sandrart va a trovarlo nel 1629.”
4
Kurt Steinbart, Johann Liss, der Maler aus Holstein, Berlin 1940, p. 6
Rudiger Klessmann, Johann Liss: a monograph and catalogue raisonné, Doornspijk, Davaco, 1999,
p.13
“As late as 1651 Anna Liss produced a painting for the cathedral at Schleswig, a Last Judjement,
which is now lost. According to an inscription on the painting, she was seventy-four years old at
the time, which would mean she was born in 1576 or 1577. If indeed she was the mother of Johann
liss junior, he could hardly have been born before 1593-1594.[…]If one considers the size of
Liss’s oeuvre and the fact he died in 1931[…]it is indeed quite probable that Liss was born in the
end of the 1590s.”
5
Feyken Rijp, Chronijk van Hoorn, Hoorn, 1706, p.318
Arnold Houbraken, De Groote Schouburg der Nederlantsche Konstschilders en Schilderessen,
Amsterdam, 1718, p.205
6
Rudiger Klessmann, Johann Liss: a monograph and catalogue raisonné, Doornspijk, Davaco,
1999, p. 25
“Una stretta connessione con Goltzius si vede in un disegno a penna, conservato a Leida, [...] La
scelta tra il giovane e il vecchio. Qui Liss adotta il tema e la composizione, così come lo stile, del
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i riflessi, in alcune opere, dell’arte di Frans e Dirk Hals, Esaias van de Velde e
Willem Buytewech, soprattutto per i soggetti, cari a questi artisti, della vita
quotidiana, delle ‘allegre compagnie’ e delle ‘coppie galanti’ (fig. 3-6). Ne sono
esempi le Nozze contadine (fig. 7), la Zuffa contadina (fig. 8), quest’ultima
probabilmente il pendant della prima ed entrambe eseguite immediatamente dopo
l’arrivo a Venezia nel 1620: il modello per queste opere è riconoscibile nella
tradizione nordica rinascimentale, infatti molti elementi si ritrovano nelle incisioni
del Cinquecento raffiguranti feste paesane.
Per cercare di ricostruire una cronologia, si deve considerare che Buytewech nel
1917, dopo la morte di Goltzius avvenuta nel 1616, lascia la città, per cui si può
presumere quasi con certezza che Liss arriva ad Harleem entro il 1616. Questo
significa che probabilmente Liss soggiorna in Olanda tra il 1615 e il 1617. Questa
formazione giovanile legata alla tradizione olandese sarà sempre tenuta presente,
come vedremo, nel successivo percorso dell’artista in Italia.
Per quanto concerne un possibile soggiorno ad Anversa, è plausibile che sia
avvenuto tra il 1617 e il 1619. E’ riscontrabile in molte opere, anche successive
alla sosta in questa città, l’ascendenza fiamminga, l’influenza dei maestri Rubens
e Jordaens e del caravaggismo, che era studiato e ammirato dai fiamminghi. Per
quanto riguarda l’influsso di Jordaens, lo si vede chiaramente ad esempio nella
Tentazione di Maria Maddalena (fig. 9), dipinta a Roma, ma debitrice di un’opera
dallo stesso soggetto eseguita da Jordaens entro il 1616 (fig. 10), da cui riprende,
oltre al tema, anche la composizione.7 Di quest’opera ne parla anche il Boschini:
“De Gian Lis Madalena dolorosa, che l’ancolo socore; e in tun canton ghè quela
foglio di Goltzius conservato a Parigi, che nacque insieme ad un pendant ed è datato 1600, e di cui
Jan Saenredam fece un’incisione.”
7
Rudiger Klessmann, Johann Liss’s Temptation of the Magdalen, in The Burlington Magazine,
no. 138, 1996, p.187-191