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Capitolo 1 - Introduzione
1.1 La raccolta e lavorazione delle olive
Il ciclo di produzione dell'olio prevede che le olive vengano raccolte in un periodo compreso
tra ottobre e dicembre, in funzione della varietà di olivo e del clima. I metodi utilizzati per la
raccolta possono essere per brucatura, in cui si vanno a raccogliere direttamente dall'albero le
olive; per pettinatura, in cui si pettinano i rami per far cadere a terra le olive su un'apposita
rete di raccolta fissata con picchetti, o tramite metodo meccanico con l'uso dell'abbacchiatore
(abbacchiatura), che si passa sulle fronde della pianta per staccare le olive. Da accennare i pro
e i contro: il metodo tramite brucatura è più lento ma permette di selezionare maggiormente
le olive in base allo stato di maturazione, di contro è un metodo costoso dato che impiega
un'elevata manodopera; per quanto riguarda l'abbacchiatura il movimento ritmico dei pettini
posti sulla punta ad opera dell'aria compressa scuote i rami velocizzando la caduta delle olive,
ma allo stesso tempo danneggia le drupe che quindi saranno portate a subire fenomeni
degenerativi più rapidi, senza contare il fatto che molto spesso non cadono sulle reti sottostanti;
la pettinatura infine sfrutta dei rastrelli di plastica di piccole dimensioni per “pettinare” i rami,
in questo modo sono preservate le olive, e la raccolta resta più o meno rapida. Si posiziona tra
la raccolta manuale e meccanica (Giannone, 2007).
Al termine della raccolta le olive verranno portate al frantoio dove verranno lavate per
rimuovere i residui di terra e foglie. Alla fase di lavaggio segue la fase di molitura che si
differenzia in due diversi metodi:
Il primo metodo è quello tradizionale in cui queste ultime vengono pressate e rotte fino a
formare una pasta, che dopo gramolazione (rimescolamento per portare alla formazione delle
gocce di olio) viene poi distribuita su dei fiscoli (anelli filtranti di materiale sintetico lavabile)
che vengono impilati e pressati. In questo caso si otterrà un output formato da sansa di olive
(sottoponibile ad un’ulteriore estrazione chimica) ed un’emulsione di acqua di vegetazione ed
olio separata tramite centrifugazione semplice o tramite decantazione.
Il secondo metodo è detto continuo, consiste in un macchinario (decanter orizzontale) che
utilizza dei dischi e dei martelli per rompere le olive. Qui la fase di frangitura, gramolazione
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ed estrazione avviene nello stesso macchinario Questo metodo è più moderno rispetto al
precedente e permette una resa maggiore. La separazione può avvenire tramite centrifugazione
in due fasi (in cui si separa l’olio direttamente dalla pasta bagnata) senza alcuna aggiunta di
acqua dato che si ricicla l’acqua di vegetazione, e la centrifugazione in tre fasi (in cui si
separano direttamente l’olio, l’acqua e le vinacce solide) che subisce un’aggiunta di acqua pari
a 20 -30 kg per 100 kg di pasta di olive (Villa P., 2017).
Per i metodi di tipo continuo i quantitativi d'acqua impiegata aumentano, ma tramite
centrifugazione si arriva ad ottenere una sansa meno umida, a discapito della maggior quantità
di A V prodotte (Bonari et al., 2007).
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1.2 I prodotti dell'oleificio italiano
Dopo aver prodotto e imbottigliato l'olio ciò che resta sono la sansa e le acque di vegetazione
(A V) del frantoio. Queste ultime rappresentano un prodotto di scarto dell'industria olearia che
in paesi come spagna, Italia e Grecia (grandi produttori di olio) hanno un peso non indifferente.
Si prendano in considerazione i dati dell'ISTAT (2006-2017) mostrati nella figura 1, riguardo
la produzione di olio in Italia, benchè ci sia una generale riduzione della produzione di olive
destinate alla molitura (figura 2), la quantità media di olio prodotto si attesta sulle 480 mila
tonnellate, con picco massimo nel 2008 di 607 mila tonnellate e picco minimo negli anni 2014
e 2016 di, rispettivamente, 295 e 292 mila tonnellate per via del clima secco estivo (2012) e
per via degli attacchi della mosca dell'olivo (2016; figura 1). Osservando poi la quantità di
olive prodotte in Italia si nota come spicchi la produzione del mezzogiorno (88%) rispetto al
centro-nord Italia (12% in totale). La quantità di documentazione che descrive l'effettivo
quantitativo di acque di vegetazione prodotte in Italia anno per anno non è di facile reperibilità.
Si riescono a trovare dati frammentati in cui viene descritto come nel sud Italia circa l'80%
degli oleifici utilizzi il metodo discontinuo (fino a raggiungere una quota pari al 92% in
Sardegna), mentre nel resto d'Italia la quota si attesta sul 52% (Bonari et al., 2007). In media,
la produzione annua di A V in Italia si aggira dai 800.000 m3 (Mulinacci et al.; 2001) ai 2.8
milioni di m3 (Proietti et al., 2012) e benché il trend si presume sia in diminuzione per via
della riduzione della produzione di olive da molitura, rappresenta comunque un quantitativo
ingente di reflui da smaltire secondo le indicazioni riportate nel paragrafo 1.4.
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Figura 2 - Trend di produzione di olio in Italia dal 2006 al 2017, dati
ISTAT 2018. L’Italia è stata suddivisa in Nord, Centro e Sud (Fonte Dati:
ISTAT 2006-2017).
Figura 1 - Tonnellate di olio prodotto dalle diverse parti d'Italia, distinte
in Nord, Centro, Sud (Fonte Dati: ISTAT 2006-2017).
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1.3 Caratteristiche delle acque di vegetazione
Per quanto riguarda le caratteristiche chimiche, queste vengono riassunte nella Tabella 1.
Le acque di vegetazione presentano un pH acido compreso tra 4,2 e 5,17; in esse si trovano
disciolti sali di fosforo e potassio, magnesio e ferro in alti quantitativi, acidi grassi insaturi,
proteine, acidi organici e polifenoli. Uno studio di Mulinacci et al. (2001) ha evidenziato che
il contenuto in polifenoli delle acque di vegetazione sottoposte al processo di liofilizzazione
varia da 150 a 400 mg/ 100 mL di AV e dipende dal grado di diluizione delle acque dovuto al
diverso metodo di estrazione (maggior diluizione negli impianti continui per l'aggiunta di
acqua), dal grado di maturazione delle olive spremute (aumenta mano a mano che l'oliva è
matura), dalla varietà dell'olivo da cui esse derivano, dal tempo trascorso tra raccolta e
spremitura e dai danni che esse possiedono prima della molitura. I termini BOD e COD
verranno definiti nel paragrafo 1.3.3.
Per quanto riguarda la torbidità, tra i due tipi principali di estrazione quello a metodo continuo
presenta una maggior quantità di olio in sospensione rispetto al metodo tradizionale. Ciò è
dovuto al fatto che la rottura delle drupe all'interno del decanter le riduce a dimensioni tali che
le si ritrovano poi in sospensione anche dopo centrifugazione.
Dal punto di vista microbiologico le acque di vegetazione presentano batteri cellulosolitici e
pochi lieviti e funghi con azione pectinolitica (Proietti et al., 2012).
Dal punto di vista sensoriale, si distinguono per il loro tipico odore di olive pressate unito a
note pungenti erbacee. Il sapore è fortemente amaro e pungente a causa dell'alto contenuto in
polifenoli (Andrewes et al., 2003). Il colore va dal verde cobalto scuro fino al nero.
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Tabella 1 - Composizione chimica media delle acque di vegetazione del frantoio
(Morillo et al, 2009).
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1.3.1 Componente fenolica
Secondo Proietti et al. (2012) la metà del contenuto fenolico presente nel frutto si trasferisce
alle acque di vegetazione nel corso del processo di estrazione meccanica. Nella Tabella 1
(Mulinacci et al., 2001) sono elencati i fenoli presenti nelle AV estratte dalle olive di alcuni
stati europei produttori di olio. Osservando i quantitativi di composti fenolici spicca l'Italia,
nella quale la varietà più usata è Frantoio che a comparazione con le altre varietà di olivo
europee pare possedere in molti casi un quantitativo superiore in verbascosidi, luteolina 7-O-
Glucoside, luteolina e derivati dell'acido elenolico. La varietà spagnola Picual presenta un
quantitativo maggiore in idrossitirosolo, la varietà maggiormente presente in Francia ovvero
la Salonenque presenta un più alto contenuto in idrossitirosolo glucoside e derivati dell'acido
cinnammico, in Portogallo si ha invece la varietà Arbequina che presenta un alto contenuto in
rutina.
Fattore fondamentale per la corretta conservazione della componente polifenolica sotto forma
di liofilizzato, è la lavorazione veloce delle A V e la presenza di un'alta quantità di residuo
solido in sospensione nelle A V di partenza.
Tabella 2 - Quantità di fenoli presenti in diversi tipi di olive prodotte dai principali stati europei
produttori di olio (Mulinacci et al., 2001).
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1.3.2 Descrizione e azione farmacologica dei principali fenoli
I composti fenolici si ritrovano in quasi tutte le parti della pianta di olivo, tuttavia la loro
quantità e la loro varietà cambia tra un tessuto ed un altro. Successivamente verranno descritti
i principali gruppi fenolici presenti in maggior quantità nelle acque di vegetazione delle olive.
Oleuropeina e derivati
L’oleuropeina è uno dei principali costituenti della componente fenolica delle olive. Si trova
in quantità ancora maggiori nelle foglie di olivo. Appartiene alla sottoclasse dei secoiridoidi
che fanno a loro volta parte degli iridoidi (metaboliti secondari). È più comune la forma
agliconilata (aggiunta di un gruppo glicosidico al posto di un idrogeno). Durante la
maturazione del frutto l’accumulazione di oleuropeina si ha durante la fase di crescita, e
successivamente con la maturazione e la riduzione di clorofilla la quantità si riduce.
Ha diversi ruoli farmacologici che includono: ruolo antiossidante, anti-infiammatorio, anti-
aterogeno, anti-tumorale, anti-cancerogeno, antimicrobico e antivirale. Svolge ruolo protettivo
nei confronti del cuore, riducendo la formazione di placche aterosclerotiche, riduce la quantità
di LDL; e protegge i neuroni riducendo lo stress ossidativo. (Omar, 2010)
Figura 3 - Struttura chimica di Oleuropeina e Oleuropeina Aglicone (Omar,
2010).
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Idrossitirosolo e derivati
L’idrossitirosolo è una molecola che deriva dal metabolismo dell’oleuropeina. E’ un composto
di notevole interesse farmaceutico grazie alla sua forte capacità anti-microbica e anti-
infiammatoria.
Fa parte della componente solubile dell’olio extra vergine di oliva e si presenta in alte
concentrazioni nelle foglie di olivo (Olea Europaea L.).
Gli effetti antimicrobici si registrano in vitro contro Escerichia coli, Candida albicans,
Clostridium perfringes, Streptococcus mutans e Salmonella enterica. A questi si aggiunge
anche un effetto positivo nel ridurre la vitalità di Vibrio colerae, Salmonella Typhi,
Haemophilus influenza e Staphilococcus aureus.
Ricopre un ruolo fondamentale come reactive oxygen species (ROS) scavenger data la sua
capacità di sradicare sia i ROS intracellulari che quelli extracellulari, protegge i mitocondri
dall’ossidazione, e riduce i danni al DNA svolgendo ruolo anti-tumorale (Robles-Almazan et
al., 2018).
Rutina
La rutina è un flavonoide abbondante in piante come quella del frutto della passione, melo. tè
e olivo. Il suo nome deriva dalla pianta Ruta graveleons che contiene anch’essa rutina.
Chimicamente è un glucoside comprendente il flavonoide glicone quercitina assieme al
Figura 4 - Struttura chimica dell'idrossitirosolo (Robles-Almazan et al., 2018).
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disaccaride rutinosio. Il suo ruolo farmacologico, per ora studiato su animali, riguarda: il
sistema nervoso centrale (azione neuroprotettiva nei confronti delle cellule cerebrali, azione
sedativa, anticonvulsionante, anti-alzheimer, antidepressiva, anti-ischemica, e analgesica), il
sistema endocrino (svolge azione anti diabetica, anti-ipercolesterolemizzante, pro-ormonale
nei confronti degli ormoni tiroidei, protettiva riguardo epatociti), il sistema cardio circolatorio
(riduce la pressione arteriosa, svolge azione anti-coagulante), il sistema gastrointestinale
(gastroprotettiva nei confronti delle ulcere gastriche), il sistema respiratorio (azione anti-
asmatica) il sistema scheletrico (azione antiosteoporosica) e il sistema riproduttivo (migliora
la vitalità e la motilità spermatica, azione antitumorale). Ha inoltre azione chemioterapica in
vitro di tipo antibatterica (Pseudomonas aeruginosa), antifungina (candida), larvicida (S.
aegypti), antimalarica (Plasmodium juxtanucleolare), antivirale e antiretrovirale
(Ganeshpurkar et al., 2017).
Figura 5 - Struttura chimica della rutina (Ganeshpurkar et al., 2017).
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Verbascoside
E’ un estere dell’acido caffeico che si
ritrova maggiormente nella drupa
dell’olivo e in minore quantità nelle
foglie dello stesso. Possiede azione
antineoplastica, chelante rispetto a
metalli pesanti, azione antiossidante,
antibatterica e immunosoppressiva
(Termentzi et al, 2015).
Acido elenolico
La documentazione che riguarda questo
mtabolita secondario si ferma perlopiù alla sua
struttura chimica. Ciò che si estrapola è che
l’acido elenolico è presente in tutte le fasi di
maturazione delle olive, ha azione antivirale e
antimicrobica (Termentzi et al, 2015).
Figura 6 – Struttura chimica del verbascoside (dal
database dei composti PubChem, composto numero
5281800).
Figura 7 – Struttura chimica dell'acido elenolico
(dal database dei composti PubChem, numero
composto 169607).