6
pubblico sempre più esigente a causa dell’esperienza e
dell’evoluzione dei bisogni verso una crescente
complessità.
Per favorire la ripetizione delle visite ad una
manifestazione che si ripete periodicamente è quindi
necessario rinnovarla negli anni, con cambiamenti del
tema e di alcuni elementi, in modo che presenti attrazioni
nuove, che giustifichino un interesse duraturo da parte
dei clienti fedeli, in particolare dei segmenti
maggiormente attratti da quella specifica tipologia di
avvenimento. Tuttavia è opportuno che gli elementi di
base, che qualificano l’evento e che ne rappresentano il
marchio e l’identità, restino invariati negli anni.
Fondamentale per un buon successo è anche la
collaborazione ed il coinvolgimento sia dei soggetti
pubblici (istituzioni, enti locali, ecc.) che dei soggetti
privati (cittadini, imprenditori, ecc.). Naturalmente
l’impatto dell’evento è tanto maggiore quanto più esso è
ripetuto nel tempo; inoltre, esso cresce nelle località più
piccole e dove non esistono altri elementi di attrattiva
forti.
Gli eventi dovrebbero essere legati in modo
indissolubile all’immagine della singola città che li ospita
7
e, se possibile, divenirne, negli anni, un vero e proprio
simbolo ed una componente essenziale dell’immagine
stessa e dell’offerta della città.
Il Liri blues festival è diventato proprio questo per
Isola del Liri.
Perché il Liri blues festival?
Sono molte le ragioni che mi hanno portato a scegliere di
occuparmi di questo evento.
Sicuramente il mio amore per la musica, e la
possibilità di dimostrare quanto questa possa essere utile
non solo come occasione di svago, ma anche come
veicolo di promozione economico, sociale e culturale di
un’ intera cittadina (Figura 1) e del suo circondario.
Figura 1. Cascata Isola del Liri
In secondo luogo, ma non meno importante, la
possibilità di parlare di una manifestazione che si svolge
nella mia zona, la Ciociaria, terra non più solo dedita
all’agricoltura e alla pastorizia, all’industria e
all’artigianato, ma ora particolarmente attenta al turismo
e alle sue varie forme; infatti si ritiene che questo possa e
debba diventare una importante risorsa per il rilancio
economico e occupazionale del territorio.
Proprio per questo la Provincia ha cercato di
costituire dei veri e propri percorsi complementari ai vari
itinerari turistici aiutando la nascita e lo sviluppo di
manifestazioni più o meno omogenee, come il Certamen
Ciceronianum Arpinas ed il premio letterario di Alvito, il
Festival di Atina jazz, il festival del folklore e
naturalmente il Liri blues.
“Crediamo che le manifestazioni culturali, sportive,
di spettacolo, unitamente ai Beni culturali, artistici,
religiosi, archeologici, naturalistici, debbano
armonizzarsi tra loro ed essere tasselli di un unico
mosaico”
2
, ha sottolineato Antonio Lombardi, assessore
al turismo della Provincia nel 2000, proprio a sottolineare
2
Antonio Lombardi, Ciociaria da scoprire, Editoriale Bellator 2000
8
questa inversione di tendenza, questa trasformazione
della Ciociaria intera.
In questa mia ricerca ho cercato di analizzare la
nascita, lo sviluppo e la consacrazione di un festival di
musica che si tiene ogni anno, da diciotto anni, ad Isola
del Liri.
Una manifestazione oggi entrata a far parte del DNA
della cittadina stessa, un evento che oggi è considerato
“il più autorevole festival blues italiano”.
3
Dopo aver assistito dal vivo alle esibizioni degli
artisti, dopo aver respirato quell’aria un po’ malinconica
tipica del blues, dopo aver sentito il calore della gente per
quei musicisti venuti dall’altra parte dell’oceano, dopo
averli visti passeggiare tranquillamente per le stradine del
paese sorseggiando una birra senza essere disturbati, ho
capito di aver individuato il festival giusto, il festival che
potesse appagare il mio desiderio di mettere in mostra
l’importanza della musica come veicolo di sviluppo
economico, sociale e culturale; tutto questo nella mia
terra (Figura 2).
3
Dario Salvatori, giornalista RAI
9
Figura 2. Piazza De’Boncompagni (Luglio 2005)
Le mie aspettative sono state ulteriormente
confermate dopo aver parlato per la prima volta con
l’organizzatore di tale evento, il vicesindaco di Isola del
Liri Luciano Duro, che si è dimostrato subito contento
della possibilità che venisse redatta una tesi di laurea sul
Liri blues. Il suo entusiasmo non fa che confermare la
mia decisione e mi convinco pienamente della mia scelta.
Cosa ha portato alla nascita del Liri blues?
Quali ripercussioni ha avuto sul paese di Isola del Liri?
Quali sono le caratteristiche distintive che hanno
permesso al festival di avere una marcia in più?
Quali gli aspetti creativi?
Sono solo alcune delle domande che mi sono venute
in mente durante un’informale chiacchierata con il signor
Duro. Una discussione che mi ha consentito di arrivare
10
alla formulazione di varie ipotesi, ed è nell’intento di
verificarle che è continuata la mia avventura.
Ogni capitolo è costituito da un’iniziale trattazione
teorica che mi ha guidato nell’approfondimento di temi
quali:
¾ la creatività e l’era post industriale;
¾ il marketing territoriale, sia nelle strategie di
sviluppo del territorio, che nella sua
comunicazione;
¾ l’organizzazione di eventi: definizione e
caratteristiche di un evento, l’evento come
pacchetto di servizi, il mecenatismo, il cause
related marketing e le sponsorizzazioni sociali.
In seguito ho trattato approfonditamente l’evento
vero e proprio.
Sono passato dalla teoria alla pratica con un’analisi a
360 gradi del Liri blues festival, ho dato spazio e
importanza anche allo staff che da diciotto anni si
impegna a portare aventi l’idea originale di Luciano
Duro, con continui miglioramenti e cambiamenti che
tuttavia non hanno mai stravolto gli elementi di base del
festival che qualificano l’evento e che ne rappresentano il
marchio e l’identità.
11
Personalmente penso che il Liri Blues Festival abbia
dato tanto alla città di Isola del Liri; che non si esaurisca
nei canonici cinque giorni di concerti, ma abbia permesso
a chiunque di credere che qualcosa di buono può essere
fatto, che con il giusto di mix di fantasia e concretezza si
possono raggiungere ottimi risultati, che la musica può
essere un ottimo veicolo di promozione e rinascita
sociale, culturale ed economica.
12
13
CAPITOLO 1
LA CREATIVITA’ ED IL POST-
INDUSTRIALE
1.1 La creatività
1.1.1 Introduzione
La creatività è oggi considerata una delle più
importanti qualità umane, una delle misure chiave
dell’intelligenza che ci separa e ci rende differenti dal
resto del regno animale.
L’abilità di creare, di innovare è ritenuta in alcuni casi
divina. Chiunque abbia avuto un’ispirazione o un lampo
di genio comprende la natura dell’energia creativa vista
sotto questo aspetto.
Ma cos’è la creatività? È’molto difficile poter fornire
un’esauriente spiegazione riguardo il significato di tale
termine. Il vocabolario Oli-Devoto dà della creatività tale
definizione: “capacità produttiva della ragione o della
fantasia, talento creativo, inventività”.
4
4
Dizionario Oli-Devoto, E.Felice Le Monnier, Milano 1983
14
15
Questa è solo una delle moltissime definizioni che nel
corso della storia si è usata per definire tale caratteristica.
La parola creatività oggi è entrata nel linguaggio
corrente, ma la verità è che si tratta di un termine dallo
sviluppo molto recente, che compare nei dizionari solo
alla fine del secolo scorso.
La sua nascita è strettamente legata allo sviluppo del
dibattito psicologico, filosofico e scientifico sul modo di
concepire le attività umane.
1.1.2 Un po’ di storia…
Per tentare una definizione del concetto, può essere
utile come sempre fare ricorso all'etimologia della parola
creatività: Young fa risalire il termine al latino creare
(creare, causare) ed al greco krainen (compiere).
La prima, basilare, osservazione possibile è che da
quanto l'etimologia comunica sembra esservi una limitata
dimensione occasionale nell'atto di creazione.
L'accezione causale suggerita dal termine latino
sottolinea una delle caratteristiche dei processi creativi
tra le più sottovalutate, ovvero che il processo creativo è
fortemente decisionale.
Young evidenzia in modo molto chiaro quanto sia
importante riconoscere che la creatività presuppone certo
spontaneità e il seguire percorsi di pensiero laterali, ma
anche e soprattutto la capacità di convergere con un atto
decisionale su alcune delle possibilità generate. Quindi
creativa non è soltanto la capacità di aumentare le
potenzialità ma anche quella di selezionarle.
5
Trovare un modo di pensare in modo creativo è
sempre stato un obiettivo importante dell’umanità.
Ricerche e studi accademici su questo tema si trovano in
diverse discipline, dalla psicologia, all’ arte e alla
medicina, è un argomento discusso negli ambiti più
diversi, tuttavia la più immediata associazione che il
concetto evoca è quella artistica o comunque astratta.
Laddove questa venga interpretata come strettamente
collegata alla produzione artistica si riscontra uno stato
psico-fisico che le è proprio. Tale stato corrisponde per
eccellenza al sogno, alla visione interiore.
Se, all’opposto, la creatività non è che la vita stessa, il
suo stato è quello che nasce dall’orrore
5
John G. Young, What is creativity?, saggio apparso su “The journal of
creative behaviour”, 1985
16
17
dell’annientamento, dalla perdita di fiducia nelle forme di
conoscenza.
Molti ricercatori sostengono che il processo di
pensiero creativo sia qualitativamente diverso dal
quotidiano pensiero”comune” e che richiede un salto che
non può essere formulato, analizzato o ricostruito in
modo sufficiente. Questo salto viene solitamente
considerato la “scintilla creativa”.
Un gran numero di studiosi ha suggerito una
dimensione processuale dell’atto creativo, realizzando
modelli come quello proposto da Wallas, che nel suo The
Art of Thought, ha suggerito uno dei primi paradigmi del
processo creativo.
6
In esso si individuerebbero quattro fasi successive: la
Preparazione è la particolare disciplina necessaria a
conseguire la successiva fase come punto di arrivo;
l'Incubazione è qualunque tecnica di allentamento della
attività cognitiva (funzioni dell'emisfero sinistro), come
gioco, passatempo, fantasticherie, sogno, meditazione,
ipnosi, che consenta ai processi subliminali inconsci di
emergere e di svolgere la loro attività (funzioni emisfero
6
Wallas G., The art of thought, 1926, London
18
destro) e quindi sufficiente a fare emergere
l'Illuminazione (intuizioni creative) con la sua successiva
Dimostrazione (validazione).
Il modello è poi stato ripreso e ampliato da Osborn,
che analizzandolo in maniera più analitica lo ha articolato
in sei stadi:
7
• Orientamento: messa a fuoco del problema
• Preparazione: raccolta dei dati pertinenti
• Analisi: suddivisione materiale pertinente
• Ideazione: accumulo alternative sotto forma di
idee
• Sintesi: unione dei vari pezzi
• Valutazione: giudizio sulle idee risultanti
Anche Maslow si è cimentato in una definizione di
creatività, secondo il suo parere essa è la capacità di
inventare risposte che nessuno ci ha insegnato. Maslow
era convinto che la creatività nascesse da spinte
motivazionali profonde, che non erano legate
7
Osborn, A. F., Wake up your mind: 101 Ways to develop creativeness.
New York: Charles Scribner’s Sons, 1952
19
all’inconscio, ma al bisogno di autorealizzazione
dell’uomo.
8
In Italia Arieti è stato tra i primi a parlare di creatività
del singolo come della sintesi magica tra un livello
inconscio e quello cosciente dell’individuo.
9
Afferma che le idee più innovative nascono al livello
inconscio in forma di sogno e non hanno nessuna valenza
pratica, infatti la concretizzazione di queste idee può
avvenire solo attraverso il passaggio ad un livello
cosciente, se questo è abbastanza aperto da non
censurarle.
De Masi parla della creatività come di un processo
mentale e pratico, ancora in gran parte misterioso, grazie
al quale una persona singola o un gruppo, dopo aver
fantasticato idee nuove, riesce anche a realizzarle
concretamente.
10
La creatività del singolo appare legata alla magica
naturale compresenza nello steso individuo di fantasia e
concretezza. La fantasia è un insieme di emozioni,
8
Maslow A, motivation and personality, New York, Harper Handrow,
1970
9
Arieti S., Creatività. La sintesi magica. Roma, il pensiero scientifico,
1990
10
De Masi D., La fantasia e la concretezza, Rizzoli, Milano 2003