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Seconda Parte
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Introduzione
Nella seconda parte del mio lavoro verranno
approfondite alcune tematiche trattate nella parte iniziale. A
tale proposito analizzerò il comportamento di una delle più
importanti aziende italiane nei confronti di fenomeni come il
disagio e l’esclusione sociale.
L’azienda in questione è Ferrovie dello Stato, nata nel 1905
come ente pubblico, trasformata nel 1992 in Società di
Trasporti e Servizi per azioni
1
e divenuta Ferrovie dello Stato
S.p.A. nel luglio 2001. Le FS, con i suoi 83.000 dipendenti e
un “utile netto di 44 milioni di euro nel 2009 (+28 milioni di
euro rispetto all’analogo dato di chiusura 2008)”
2
, sono oggi
l’azienda più grande d’Italia.
Proprio nelle stazioni ferroviarie trovano spesso rifugio
persone in difficoltà (senza fissa dimora, tossicodipendenti,
immigrati irregolari,...) e proprio dalle stazioni parte l’azione
socialmente responsabile di FS per arginare questi fenomeni di
marginalità e devianza.
1
Società a totale partecipazione statale, realizzata attraverso il Ministero
dell'Economia e delle Finanze.
2
Cfr. Ferrovie dello Stato, Rapporto Annuale di Bilancio 2009, p. 18.
106
Nel prossimo capitolo verranno descritte alcune tra le più
importanti azioni in materia messe in atto da Ferrovie dello
Stato, negli ultimi anni, grazie alle indispensabili
collaborazioni con le istituzioni e le organizzazioni del Terzo
Settore.
Attraverso queste partnership, ed agli accordi stipulati a livello
europeo, FS cerca di creare dei servizi in grado di arginare
questi fenomeni, fortemente avvertiti nelle stazioni.
Proprio per questi motivi le FS hanno attivato, a partire dal
2000, degli sportelli di ascolto e orientamento presso alcune tra
le maggiori stazioni italiane. Tra le stazioni in cui questi
sportelli sono oggi presenti vi è la stazione di Roma Termini, la
cui situazione verrà analizzata in maniera approfondita in
seguito.
107
5. L’IMPEGNO SOCIALE DI FERROVIE DELLO
STATO
Ferrovie dello Stato ha subito negli ultimi anni profonde
ed inevitabili trasformazioni dettate dai cambiamenti che hanno
investito la società moderna e gli individui che ne fanno parte.
Nella mission di una delle più grandi aziende italiane a fianco
di parole chiave come “mercato” e “qualità” si è ben presto
aggiunta la parola “sociale”. Si è venuto così a delineare un
nuovo volto per la ferrovia, vista oggi come una grande
azienda al servizio di tutti i cittadini, destinata a svolgere un
ruolo centrale nell’economia del Paese: garantire la mobilità di
persone e merci con sicurezza ed efficienza.
Ferrovie dello Stato pone oggi una maggiore attenzione al
contesto sociale e ambientale in cui opera, cercando così di
affiancare al perseguimento del profitto degli obiettivi rivolti a
questioni socialmente rilevanti per la società. Un orientamento,
definito socialmente responsabile, che non implica una
rinuncia alla logica del profitto da parte dell’impresa, ma tiene
in considerazione gli effetti sociali ed ambientali connessi al
suo agire, e che contribuisce a garantirle un buon
108
posizionamento agli occhi dei consumatori che si rivelano
sempre più sensibili a queste tematiche.
Muta oggi anche il concetto di stazione, da sempre intesa come
una grande piazza luogo di sosta, di incontro e di scambio, e da
sempre, proprio come le piazze delle città, un polo di attrazione
e un punto di concentrazione sul territorio di molte forme di
disagio sociale. Per questo motivo le FS, consapevoli delle
responsabilità sociali che competono ad una grande azienda,
stanno affrontando le problematiche dell’emarginazione con
rinnovato vigore.
Le stazioni diventano così il primo centro di interesse delle
politiche sociali intraprese da Ferrovie dello Stato sul territorio,
in quanto rappresentano la nuova porta di accesso alla città
dove si confondono flussi turistici e flussi migratori con le loro
opposte motivazioni di viaggio e aspettative.
Il Gruppo Ferrovie dello Stato è impegnato in questa lotta
all’esclusione e alla marginalità sociale già dal 2002, quando,
in collaborazione con gli Enti locali e le associazioni di
Volontariato e del Terzo Settore, ha istituito nelle principali
stazioni d’Italia degli Help Center, centri di prima accoglienza
e orientamento. FS ha dato poi vita all’Osservatorio nazionale
sul disagio e la solidarietà (ONDS), nato in collaborazione con
l’ANCI, e indispensabile strumento operativo nel settore
Politiche Sociali delle Ferrovie dello Stato. L’obiettivo
dell’Osservatorio è quello di conoscere, informare e coordinare
le iniziative di solidarietà presenti all’interno o nei dintorni
delle stazioni italiane, ed è ormai divenuto un punto di
109
riferimento insostituibile per chi si muove in questo delicato
settore.
Senza dubbio questo rinnovato interesse per tematiche sociali
ed ambientali non ha coinvolto soltanto l’Italia e Ferrovie dello
Stato, ma si può oggi parlare di un fenomeno di vasta portata
che ha interessato molti stati europei.
5.1. Una rete europea di solidarietà
Considerare il disagio e l’emarginazione sociale come
un fenomeno locale, regionale o al massimo nazionale, ormai
non è più possibile. Vivere in un’epoca di globalizzazione
economica significa anche dover affrontare una
globalizzazione delle problematiche sociali, sia a livello di
disagio che a livello di iniziative solidali.
È ormai chiaro come sia oggi divenuto indispensabile dover
affrontare le gravi problematiche sociali che investono la nostra
società (emarginazione, esclusione sociale, insicurezza), non
più solo con provvedimenti locali o nazionali, ma con politiche
sociali integrate, stabilite e condivise tra i paesi membri della
comunità Europea.
A tal proposito i rappresentanti di alcune tra le maggiori
compagnie ferroviarie europee si sono incontrati a Parigi, nel
giugno del 2008, con l’obiettivo di costruire un piano di
110
coordinamento europeo per il sociale. A seguito dell’incontro
le ferrovie di
[...] Francia, Svizzera, Belgio, Lussemburgo e Italia hanno
deciso di prendere come modello l’attività svolta dal
Gruppo FS per dare una risposta al delicato problema del
disagio sociale che popola le stazioni. Oltre ai comuni
interventi per la sicurezza nelle stazioni, infatti, si è puntato
su politiche sociali integrate e sul confronto con le
pubbliche Amministrazioni, Associazioni di volontariato e
del Terzo Settore
1
.
Il patto è stato poi ufficializzato a Roma, il 29 ottobre 2008,
con la firma della “Carta Europea per lo Sviluppo di iniziative
sociali nelle stazioni”, una mappa di interventi per il recupero
dall’emarginazione sociale che impegna le ferrovie di Francia
(SNCF), Belgio (B Holding) e Lussemburgo (CFL) ad
assicurare più solidarietà nelle stazioni ferroviarie per una
maggiore sicurezza nelle città
2
.
La Carta Europea della Solidarietà si basa su due principi
fondamentali:
1. La centralità delle stazioni nella vita dei cittadini:
"Una stazione fa parte della città e deve funzionare
in armonia con la città", per questo motivo le
imprese di trasporto firmatarie condividono
l’esigenza di coniugare le politiche di security con
1
Ferrovie dello Stato, “14 luglio 2008 - Una rete europea per la lotta al
disagio sociale”, <http://www.fsnews.it/>. Il quotidiano online delle
Ferrovie dello Stato. Data di ultima consultazione: 20 Novembre 2010.
2
La firma dell’accordo è avvenuta a Palazzo Valentini, sede della
Provincia, alla presenza dell’amministratore delegato di FS, Mauro Moretti,
del sindaco di Roma Gianni Alemanno, del Presidente della Provincia
Nicola Zingaretti e dei rappresentanti delle associazioni di volontariato.
111
quelle di solidarietà sociale, che non vanno intese in
senso meramente caritatevole, basato sul
volontariato, ma devono avvalersi, dell’intesa con
gli enti locali e le strutture pubbliche, di figure
professionali idonee, in grado di offrire agli
emarginati che gravitano nelle stazioni risposte
adeguate ai loro specifici bisogni e di orientarli
verso luoghi di accoglienza specializzati dove
avviare percorsi di reinserimento sociale ed
economico.
2. La gestione della grande emarginazione sociale:
Ferma restando la convinzione che affrontare le
problematiche sociali è responsabilità primaria
delle pubbliche amministrazioni, le imprese
firmatarie, attraverso l’impegno di tutto il
personale, responsabili dei servizi di stazione e
dirigenti, intendono collaborare con le istituzioni e
con l’associazionismo nella gestione del problema
degli emarginati che gravitano nelle stazioni. Questi
interventi hanno come finalità quella di offrire alle
persone disagiate una nuova opportunità di
ricostruzione personale, sociale ed economica
3
.
Il documento in questione annovera poi tra i suoi obiettivi:
- una programmazione degli interventi sociali in stazione
con le istituzioni locali, le forze di pubblica sicurezza e
le associazioni di volontariato interessate;
- un costante monitoraggio del disagio sociale, attraverso
analisi e ricerche, e la condivisione dei risultati;
3
FS, SNCF, B Holding, CFL, Carta Europea Per lo sviluppo di iniziative
sociali nelle stazioni - Roma, 29 Ottobre 2008, p. 3.
112
- lo sviluppo degli strumenti di indirizzo e gestione del
disagio sociale nelle stazioni;
- una sensibilizzazione del personale ferroviario, in
particolare per chi opera nelle stazioni, attraverso la
progettazione di percorsi formativi per una corretta
gestione del disagio sociale;
- la creazione di un sito web dedicato che permetta la
conoscenza, diffusione e valorizzazione delle iniziative
sociali delle singole reti firmatarie.
L’accordo internazionale firmato da FS anticipa quindi gli
obiettivi fissati nel 2010 dalla Commissione europea, e fatti
propri anche dall’Italia, in occasione dell’Anno Europeo della
lotta alla povertà e all’esclusione sociale
4
.
Questa rete di coordinamento europeo è destinata a
fronteggiare un fenomeno che solo in Italia interessa circa
90mila persone l’anno e dal quale dipende il decoro e la
vivibilità nelle stazioni, oltre che una maggiore sicurezza
delle nostre città
5
.
Nell’“Anno Europeo della lotta alla povertà e all’esclusione
sociale” il patto in questione ha registrato un rinnovato
interesse da parte delle 4 compagnie firmatarie (FS - Italia,
SNCF - Francia, B Holding - Belgio e CFL - Lussemburgo)
nonché da altre compagnie europee di trasporti ferroviari. Dal
4
Per approfondimenti: Cap. 2.2.
5
Ferrovie dello Stato, “29 ottobre 2008 - Siglata a Roma la Carta Europea
della solidarietà: stazioni solidali per città più sicure”,
<http://www.fsnews.it/>. Il quotidiano online delle Ferrovie dello Stato,
Data di ultima consultazione: 20 Novembre 2010.
113
gennaio 2010, infatti, le FS hanno stretto un accordo con le
ferrovie tedesche (Deutsche Bahn), francesi (SNCF) e belghe
(B Holding) - ed hanno ottenuto l'appoggio esterno delle
ferrovie spagnole e polacche, per combattere insieme povertà
ed emarginazione nelle principali capitali europee, in particolar
modo nelle stazioni ferroviarie.
Il 27 gennaio 2010 è stato così presentato a Parigi il progetto
“Hope in stations”, che si inserisce nella filosofia alla base
della Carta Europea per lo sviluppo di iniziative sociali nelle
stazioni firmata nell’ottobre 2008 anche dalle ferrovie
polacche. L’obiettivo principale del progetto è quello di
acquisire, diffondere e scambiarsi metodologie innovative, con
il contributo di importanti istituti di ricerca europei (tra cui
ISFORT) e associazioni come l’Agence Nouvelle des
Solidarités Actives e FEANTSA
6
.
L’esperienza maturata in questi anni dalle FS con gli Help
Center, presenti ormai nelle principali stazioni italiane, si è
rivelata fondamentale per l’arricchimento del programma
“Hope in stations”. Il modello dell’Help Center sperimentato in
Italia, infatti, è stato preso come riferimento dagli altri partner e
6
FEANTSA (European Federation of National Organisations Working with
the Homeless, Federazione Europea degli Organismi Nazionali che operano
con le Persone Senza Dimora) è un'associazione “ombrello” di
Organizzazioni senza fine di lucro, che partecipano direttamente o che
contribuiscono al contrasto alla grave esclusione sociale in Europa. E'
l'unica grande rete Europea che concentra la propria attenzione
esclusivamente sull'homelessness a livello europeo.
114
sarà testato alla Gare du Nord di Parigi e alla stazione centrale
di Berlino.
Nel febbraio 2010 le società ferroviarie in questione si sono poi
riunite a Roma, per confrontarsi nuovamente sui temi quali il
disagio sociale e la gestione dei senza fissa dimora che
popolano le principali stazioni del Vecchio Continente.
L’incontro internazionale ha registrato un importante
allargamento dell’area d’interesse ai temi trattati. Alla Carta
Europea della Solidarietà, nata su proposta delle Ferrovie dello
Stato, hanno così aderito anche le Ferrovie spagnole.
Il progetto Hope in Stations prevede poi, a partire dal 2011,
l’avvio di iniziative specifiche mirate al reinserimento sociale
delle persone disagiate.
5.2. Le “Politiche Sociali” di FS
Le stazioni da sempre costituiscono un punto di
concentrazione sul territorio di molte forme di disagio sociale.
Per questo motivo sono state avviate le “Politiche Sociali”
delle Ferrovie dello Stato, per tentare di affrontare il fenomeno
del disagio e dell’emarginazione nelle aree ferroviarie e
individuare di conseguenza gli strumenti più opportuni di
intervento area per area. Nel corso del 2001 è stato avviato un
monitoraggio nelle principali stazioni italiane maggiormente
interessate da problematiche quali la marginalità e l’esclusione
115
sociale.
Le principali aree di intervento delle Politiche Sociali di FS
riguardano i più significativi segmenti del disagio sociale
(senza fissa dimora, immigrati, tossicodipendenti) che spesso
trovano rifugio all’interno delle stazioni. In particolare nei
grandi centri - in stretta collaborazione con gli enti locali e le
associazioni di volontariato, sono stati attuati interventi per il
recupero e l’assistenza dei soggetti più esposti a fenomeni di
emarginazione, e sono stati predisposti piani di intervento a
favore delle persone senza fissa dimora nei periodi di
emergenza freddo. Nelle stazioni di alcune città, inoltre, sono
stati aperti, o verranno aperti, degli Help Center, ovvero centri
di orientamento sociale a sostegno di coloro che vivono forme
di disagio nelle aree circostanti alle stazioni. Un forte
contributo all'impegno sociale di FS si concretizza poi nelle
iniziative promosse dalla rete nazionale dei DLF (Dopo Lavoro
Ferroviario).
Ferrovie dello Stato ha quindi deciso di impegnarsi in azioni di
solidarietà sociale, cercando di dare un aiuto concreto a quegli
individui che vivono in situazione di grave disagio che cercano
rifugio presso le stazioni ferroviarie italiane.
Con l’intento di raggiungere il medesimo obiettivo -
organizzare e sostenere progetti a favore di persone disagiate -
sono poi state avviate negli ultimi anni delle partnership con gli
enti locali, le associazioni di volontariato e non-profit, ed altre
imprese socialmente responsabili.
116
Possiamo dunque concludere affermando che l’azione di una
delle più grandi aziende italiane come FS mira oggigiorno a:
− garantire a tutti l’accessibilità ai treni, dalle persone con
difficoltà motorie ai portatori di handicap e agli anziani;
− garantire la sicurezza e il decoro delle stazioni
ferroviarie che, soprattutto nelle grandi città, diventano
spesso luogo di rifugio di persone con disagio sociale
(gran parte degli studiosi che si sono occupati della
povertà, dagli anni Ottanta in poi, ha riconosciuto la
natura eminentemente urbana del fenomeno. È nelle
città che le situazioni di povertà si concentrano, si
rendono maggiormente visibili e si trasformano in un
“problema sociale”)
7
;
− promuovere iniziative di inserimento sociale delle
persone bisognose in sinergia con gli enti locali e
l’associazionismo;
− contribuire alla valorizzazione del patrimonio
immobiliare, in un’ottica di solidarietà e attenzione
all’ambiente e in intesa con altre imprese socialmente
responsabili;
− sensibilizzare il personale ferroviario sulle tematiche
sociali;
− rafforzare la collaborazione con le imprese ferroviarie
europee, attraverso lo scambio continuo di esperienze e
di buone pratiche in campo sociale (tra le azioni
7
Per approfondimenti: Cap. 4.
117
intraprese da FS sono da sottolineare la realizzazione
della “Carta Europea per lo Sviluppo di iniziative
sociali nelle stazioni” e del progetto “Hope in
stations”)
8
;
− studiare i fenomeni sociali.
5.3. ONDS: un progetto di FS e ANCI
L’Osservatorio Nazionale sul Disagio Sociale (ONDS)
nasce nel 2005 dalla collaborazione del gruppo FS con ANCI,
con lo scopo di creare un centro di coordinamento di tutte le
attività di lotta alla povertà e al disagio sociale che vengono
organizzate in ambito ferroviario; il progetto rientra nelle
azioni volte a migliorare la conoscenza dei fenomeni di povertà
ed esclusione sociale, proposte dalla Commissione europea e
ribadite in Italia dagli orientamenti del Libro Bianco sul futuro
del modello sociale
9
.
Questo accordo, tra FS e ANCI, nasce dal presupposto che le
stazioni odierne non possono più essere considerate come meri
luoghi di arrivo e di partenza, ma stanno acquisendo una più
ampia valenza commerciale e culturale, tale da diventare
sempre più luogo di incontro, di sosta e di relazione per tutti i
cittadini.
8
Per approfondimenti: Cap. 5.1.
9
Per approfondimenti: Cap. 2.2.