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CAPITOLO I
LA FORMAZIONE DELLA GRANDE UCRAINA
1. UNA TERRA DI CONFINE
La parola Ucraina, in lingua originale Україна, che dà origine al nome dello
Stato, significa terra di confine. Quindi come stabilisce l’etimologia del nome,
l’Ucraina è terra di frontiera fra impero russo e imperi europei, per cui
caratterizzata da sempre da una forte pressione geopolitica
1
.
Andrew Wilson, docente di studi ucraini all’University College di Londra,
spiega che, a causa di questa pressione, intere nazioni tendono a scomparire o a
riafforire per effetto della collisione fra le potenze che se la contendono: “la sua
sostanza geopolitica varia a seconda dell’osservatore e delle fasi storiche” scrive
Wilson
2
.
Per esempio, come ricorda lo studioso, per il maresciallo Jozef Pilsudski,
campione dell’indipendenza polacca fra le due guerre, questo spazio sarebbe
dovuto diventare il perno dell’Intermarium, ambizioso progetto di
reinvenzione dell’Unione di Lublino, mentre nella proiezione imperiale russa,
lo stesso spazio è invertito come semplice punto d’accesso alla Asia anteriore.
Infine, per chi lo ha abitato nell’ultimo secolo, questo è stato il teatro di contese
sanguinose, “un vuoto geopolitico, poco più di un intermezzo, la cui assenza di
unità effettiva ha risucchiato le potenze circostanti in due guerre mondiali”
dichiara Wilson
3
.
Ancora oggi questa oscillazione dell’Ucraina fra Russia e Vecchio Continente è
fortemente visibile. Come afferma Snyder si tratta di “uno scontro di civiltà, fra
universi incompatibili, impegnati a ridelimitare il reciproco confine in un clima
1
Cfr. Lo specchio ucraino, in «Limes», Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, aprile 2014.
2
A. Wilson, The Ukraines. An unexpected Nation, New Haven-London, Yale University Press,
2002, p. 289.
3
Ivi, p. 291.
23
sovraccarico di ideologie un tempo universalistiche, comunismo versus
liberalismo, oggi auto - centrate sul carattere nazionale”
4
.
Per l’Ucraina, secondo gli studiosi del caso, il problema maggiore è che esiste al
suo interno una linea di separazione Est-Ovest che cambia a seconda in base al
punto di vista. Per Mosca è considerata la piccola Russia, invece per i patrioti di
Kiev è l’orgogliosa patria indipendente, coniata più di due secoli fa da Taras
Ševčenko, poeta ucraino e simbolo dell’indipendenza del paese
5
.
Al momento dell’indipendenza, nel dicembre 1991, l’Ucraina costituiva un
agglomerato composito, diversificato al suo interno, che aveva sperimentato le
dinamiche di appartenere a un comune spazio nazionale, sebbene di tipo
sovietico, di misurarsi con una capitale, Kiev. Il distacco da Mosca generò
inevitabilmente dei contraccolpi che evidenziarono maggiormente le diversità
interne dell’Ucraina. Secondo Andriano Roccucci questa separazione
rappresentò “l’allentamento delle giunture che saldavano l’Ucraina al centro
imperiale sovietico e che contribuivano anche a tenere unito l’insieme dei
territori della Repubblica Ucraina”
6
.
La nascita dell’Ucraina non era un destino premeditato della storia, ma è stata il
prodotto di processi e contingenze, quali si sono verificati prevalentemente nel
corso del Novecento. Kasianov, della National University Kyiv-Mohyla
Academy di Kiev, a questo proposito scrisse “l’esperienza sovietica è stata
l’officina che ha composto in un insieme geopolitico nuovo quel soggetto che
noi oggi conosciamo come Ucraina”
7
.
Kiev è considerata da una parte culla della Russia, per la sua mitografia
moscovita, dall’altra nazione indipendente. Per questo motivo fin dal 1991,
4
T. Snyder, Terre di sangue, Milano, Rizzoli, 2001, p. 103.
5
Cfr. A. Wilson, The Ukraines. An unexpected Nation, cit., p. 290.
6
A. Roccucci, La matrice sovietica dello stato ucraino, in «Limes», cit. p. 30.
7
G. Kasianov, A laboratory of transnational history. Ukraine and recent Ukrainian historiography,
New York, Ceu Press, 2009, p. 23.
24
l’Ucraina porta i segni di questa instabilità, che può essere risolta solo con una
gestione condivisa del potere delle sue molte anime
8
.
Qualche settimana prima della sua indipendenza, i presidenti di Stati Uniti,
Bush senior e Unione Sovietica, Mikhail Sergeevič Gorbačëv ebbero una
conversazione telefonica. Il presidente Gorbačëv dichiarò che l’indipendenza
dell’Ucraina non avrebbe mai potuto rappresentare una vera e propria
separazione dalla Russia a differenza dell’Jugoslavia, poiché consapevole della
presenza di una forte influenza russa nella popolazione ucraina:
“l’indipendenza non è la separazione”
9
.
Difatti gli ucraini rappresentavano il secondo maggiore gruppo etnico dell’Urss
dopo i russi, mantenendo vive le loro tradizioni culturali.
L’idea che l’Ucraina fosse una nazione distinta dalle altre e che essa avesse
diritto a uno Stato indipendente nacque nel corso del XIX secolo con il
diffondersi dei nazionalismi e della massificazione della società.
Differentemente da alcuni paesi occidentali l’Ucraina non aveva un’antica
tradizione statuale alle spalle. I primi tentativi di creare uno Stato nazionale si
ebbero solo dopo la rivoluzione del febbraio 1917
10
.
Con la fondazione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina emerse come una repubblica
formalmente indipendente. L’Urss condusse tuttavia una politica delle
nazionalità ambivalente, alternando periodi di maggiore autonomia ad altri di
repressione violenta, massima espressione di tale repressione fu la carestia
artificiale del 1932-33, il Holodomor, che uccise milioni di ucraini
11
.
Nel periodo fra le due guerre mondiali, nelle regioni ucraine occidentali come la
Galizia, che erano parte dello Stato polacco, si diffuse una variante radicale del
movimento nazionale ucraino, sempre più influenzato dai movimenti fascisti,
rappresentato dalla Organizzazione dei nazionalisti ucraini. Nel corso della
8
Cfr. A. Roccucci, La matrice sovietica dello stato ucraino, in «Limes», cit., p. 33.
9
Ivi,p. 29.
10
Cfr. S. A. Bellezza, Tridente Contro Falce e Martello: gli usi della storia nell'Ucraina post-sovietica,
in «Limes»,cit., p. 93.
11
Cfr. G. De Rosa, La morte della terra. La grande carestia in Ucraina, Roma, Viella, 2004, p. 21.
25
seconda guerra mondiale i nazionalisti ucraini combatterono sotto le insegne
dell’Upa (esercito insurrezionale ucraino) a tratti contro sovietici e nazisti, a
tratti alleati invece a questi ultimi, che speravano di sfruttare la questione
nazionale ucraina contro il potere di Mosca
12
.
La guerra partigiana Nazionale fu sconfitta dall’esercito sovietico solo a metà
degli anni cinquanta. Proprio allora all’interno del dissenso sovietico nacque un
nuovo filone del movimento nazionale, profondamente pacifista e convinto del
valore dei diritti umani, che divenne, nel corso degli anni settanta, tanto
antisovietico quanto antifascista
13
.
Si deve a questi ex dissidenti, saliti brevemente al potere nei primi anni dopo il
crollo dell’Urss, la decisione di non costruire in Ucraina uno Stato etnico,
ovvero che legasse il diritto di cittadinanza all’appartenenza nazionale o
linguistica. Differentemente da quello che avvenne negli stati baltici, il
passaporto ucraino fu garantito a tutti i residenti sul territorio nazionale alla
data del 31 dicembre 1991 perciò fu inevitabile che nel corso degli anni le
polemiche sulla storia ucraina tornassero nel dibattito sociale e politico
14
.
2. LA DIVISIONE GEOGRAFICA
Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, la politica di Stalin condusse
al raggruppamento dei territori abitati da popolazione ucraina nel quadro della
Repubblica Sovietica Ucraina. A tal fine l’Unione Sovietica e Polonia si
accordarono su uno scambio di popolazione definita secondo parametri
nazionali
15
. I polacchi della Galizia furono spostati in Polonia, mentre gli
ucraini che vivevano in Polonia, soprattutto nella Galizia occidentale, furono
trasferiti in Unione Sovietica. Come ricorda Graziosi, le deportazioni di
12
Cfr. S. A. Bellezza, Tridente Contro Falce e Martello: gli usi della storia nell'Ucraina post-sovietica,
in «Limes»,cit., p. 94.
13
Ibidem.
14
Ibidem.
15
Cfr. A. Graziosi, L’Urss di Lenin e Stalin. Storia dell’Unione Sovietica, Bologna, Il Mulino, 2007, p.
224.
26
popolazione in questo caso non ebbero per Stalin una finalità punitiva, ma
quella di sostenere processi di costruzione di nazioni. In questo senso i sovietici
portarono a compimento in Volina e in Galizia quello che era il progetto di
nazionalismo ucraino, ovvero “la riedificazione etnica di quei territori, nel senso
di una loro ucranizzazione”
16
.
Così nel 1947 dei 350 mila polacchi che vivevano in Volina nel 1939 ne rimasero
solo 7 mila mentre in Galizia ne rimasero 150 mila rispetto a 1 milione e 800
mila prima della guerra
17
.
Si completò così l’opera di assemblaggio delle diverse componenti che hanno
formato l’Ucraina nel quadro dell’Unione Sovietica e poi dal 1991 come Stato
indipendente. Nella prospettiva imperiale di Stalin, l’Ucraina costituiva un
fondamentale territorio di proiezione verso occidente. L’inserimento della
prospettiva nazionale ucraina nel particolare federalismo sovietico costituiva un
asse portante del progetto geopolitico sovietico di controllo dello spazio
imperiale russo. Era stata proprio questa opzione strategica di carattere federale
- imperiale della dirigenza bolscevica a consolidare il progetto nazionale
ucraino. Tale processo aveva assunto caratteristiche divergenti nelle diverse
regioni, rispondendo a contesti geopolitici diversificati
18
.
Le esigenze erano diverse. All’Est si trattava di rafforzare le connessioni che
legavano l’Ucraina al centro dell’Unione attraverso il potenziamento
dell’elemento russo; all’Ovest invece occorreva supportare il vettore di
espansione difensiva, secondo il paradigma di sicurezza della tradizione
imperiale russa, cioè spostare in avanti i confini per allontanare il potenziale
nemico
19
.
16
Ibidem.
17
Cfr. A. Graziosi, L’Urss di Lenin e Stalin. Storia dell’Unione Sovietica, Bologna, Il Mulino, 2007, p.
225.
18
Cfr. A. Roccucci, La matrice sovietica dello stato ucraino, in «Limes», cit., p. 39.
19
Cfr. T. Snyder, The reconstruction of nations, Poland, Ukraine, Lithuania, Belarus, New Haven-
London, Yale University, 2003, p. 120.