I
Premessa
Quale altra motivazione se non la profonda passione per la tra-
duzione potrebbe essere alla base della realizzazione del presente la-
voro?
Tradurre un testo significa penetrare, assorbire ed indagare un
nuovo mondo che si è desiderato fermamente conoscere per essere in
grado di restituirlo. Da questo punto di vista, il traduttore potrebbe
considerarsi ‘il lettore perfetto’, colui che con tutte le sue forze cerca
di addentrarsi nella mente altra che ha prodotto l’opera, che non
l’abbandona e non si arrende senza averla completamente compresa.
La traduzione è dunque un viaggio di avventura e scoperta che
porta a misurarsi non solo con un'altra lingua ma con un'altra cultura,
a rapportarsi ad un'alterità che è in primo luogo alterità culturale. In
particolare, tradurre e analizzare un testo d’epoca è di estremo interes-
se, poichØ permette di identificare e comprendere ideologie, costumi e
consuetudini di un’epoca culturalmente e temporalmente lontana,
nonchØ di immergersi in un lessico ormai desueto per scoprirne gli usi
e le accezioni. Se poi il testo in questione è una naturalizzazione di
un’opera originariamente italiana, il suo fascino è sicuramente rad-
doppiato: si potrà infatti, a quel punto, indagare anche su tutte le diffe-
renze e le modifiche di tipo culturale e ideologico che la versione in-
II
glese presenta rispetto all’originale per adattarlo al nuovo contesto ge-
ografico e culturale.
¨ proprio questo che accade nel 1683 con la pubblicazione di
The Whores Rhetorick, naturalizzazione inglese in forma dialogica del
trattatello satirico La Rettorica delle Puttane di Ferrante Pallavicino
del 1642: la presenza di una fonte nota ed accessibile consente
l’analisi delle modifiche e delle manipolazioni che il testo inglese ope-
ra sull’originale italiano attraverso l’individuazione delle piø signifi-
cative varianti e costanti.
Nella Parte Prima del presente lavoro, intitolata Mondi a con-
fronto, si fornisce una panoramica dell’ideologia e della prassi del li-
bertinismo nel cui clima The Whores Rhetorick vede la luce all’interno
del genere del dialogo pornografico, dove protagoniste cortigiane si
muovono nel contesto licenzioso e tollerante della corte della Restau-
razione. Segue poi la presentazione ed illustrazione della fonte italia-
na, nonchØ l’analisi della versione inglese del 1683 collocata nel gene-
re letterario di appartenenza. La collazione tra fonte e naturalizzazione
conclude il confronto tra i due testi ponendo l’accento sulle costanti e
le varianti che li accomunano o, al contrario, li differenziano. Attra-
verso tale procedimento di comparazione, si dimostra la validità e
l’importanza della Whores Rhetorick come specchio della cultura e
delle ideologie dell’epoca a cui appartiene. L’ultimo capitolo della
Parte Prima racchiude alcune riflessioni sugli aspetti piø prettamente
III
linguistici e tecnici della traduzione, con un’analisi delle strategie a-
dottate e dei problemi affrontati.
Nella Parte seconda, intitolata Testi a confronto, si presenta la
trascrizione, l’editing e la traduzione con testo a fronte della Whores
Rhetorick.
Nella Appendice infine, vengono proposte alcune pagine scelte
della edizione originale del 1683 della Whores Rhetorick reperita
presso la British Library di Londra, al fine di fornire anche una testi-
monianza tangibile di quei fogli antichi che tanta emozione hanno su-
scitato in chi si è accinto con passione e perseveranza alla realizzazio-
ne di questo lavoro.
Parte Prima
Mondi a confronto
2
Il contesto: libertinismo e cortigiane
Continual prospering, is that men call felicity.
Thomas Hobbes
Nel 1683, fa la sua comparsa sulla scena editoriale londinese
The Whores Rhetorick, naturalizzazione del famoso trattatello satirico
italiano La Rettorica delle Puttane di Ferrante Pallavicino, pubblicato
a Venezia nel 1642. Il contesto storico in cui questo dialogo pornogra-
fico viene pubblicato è quello degli ultimi anni del regno di Carlo II,
restaurato in Inghilterra nel 1660 dopo un lungo esilio in Francia pres-
so la corte di Luigi XIV; a lui succederà per un breve periodo il fratel-
lo Giacomo II, fino alla Rivoluzione Gloriosa che chiuderà, con
l’avvio di una politica di governo sostanzialmente parlamentare, un
secolo straordinario, caratterizzato da un’incredibile sequenza di av-
venimenti.
1
Nel maggio del 1660, anno della Restaurazione e del trionfale ri-
torno della monarchia, Carlo II inaugura un periodo di licenziosità e
libertinismo senza precedenti nella storia inglese, ponendo fine
1
Prima della Restaurazione, la nazione aveva già af frontato il trapasso dallo splen-
dore della monarchia Tudor all’assolutismo degli St uart, la grave esperienza delle
guerre civili, la decapitazione di Carlo I, l’avven to della Repubblica e la fine della dit-
tatura puritana. Per un’analisi dettagliata di tale periodo storico, si consulti F. Mol-
loy, Royalty restored or, London under Charles II , Fairford, Echo Library, 2009.
3
all’inflessibile ideologia puritana che aveva regnato durante la Repub-
blica instaurata da Cromwell. Nel corso di questi anni, si assiste ad
una vera e propria proliferazione di filthy books che presentano come
tematiche centrali prostituzione, sesso, lussuria ed ogni tipo di prati-
che lascive. Di solito si tende a motivare la diffusione raggiunta dalla
pornografia in questo periodo con la funzione profondamente liberato-
ria svolta dalla Restaurazione e dal clima di tollerante permissività
creato dalla corte del merry monarch:
The commonest explanation, of course, is that the Restoration was a
natural liberating reaction against the sexual repressions of the Inter-
regnum, like the Edwardian frivolity after staid and unamused Victo-
rianism. Plainly the general moral tone of Charles II’s court was fun-
damental different to that of the Cromwellian regime.
2
Il decennio di dominazione puritana è infatti un periodo di intol-
lerante ed intollerabile repressione, caratterizzato da istanze moralisti-
che severe ed intransigenti che incidono profondamente sul costume e
le consuetudini sociali, nonchØ sulla produzione letteraria. L’etica pu-
ritana estremizza i valori del protestantesimo calvinista denunciando
come peccaminosa ed illecita qualsiasi forma di piacere, in particolar
modo quei divertimenti e ‘distrazioni’ che possono ostacolare la rea-
lizzazione personale e l’ascesa sociale, capisaldi dell’individualismo
puritano e dell’ideologia protestante; il duro lavoro, il dolore e il sacri-
2
R. Thompson, Unfit for Modest Ears , New Jersey, Rowman And Littlefield, 1979, p.
11
4
ficio sono concepiti come espressione della volontà divina, e l’aborrito
divertimento è considerato un costume pagano che reca offesa a Dio.
3
All’interno di un’etica tanto severa ed oscurantista nei confronti
del piacere e della natura umana, non sorprende l’atteggiamento pro-
fondamente critico dei puritani verso la prostituzione e la donna in ge-
nerale. Già alla fine del XVI secolo le strade di Londra pullulano di
prostitute, soprattutto ragazze di campagna che si riversano nella capi-
tale con la speranza di sfuggire alla povertà causata dalle enclosures,
nØ manca la clientela adatta a questo tipo di ‘professione’: il gioco
d’azzardo e le prostitute sono la preoccupazione principale dei genti-
luomini di campagna giunti in città a seguito della centralizzazione del
potere. In questo periodo nella capitale proliferano bordelli di vario
livello e prestigio,
4
insieme a squallide ed infime taverne e birrerie. In
uno spettro tanto variegato, è chiaro che anche le prostitute raggiun-
gono gradi di specializzazione e reputazione diversi, tanto che le don-
ne impiegate nei bordelli piø raffinati e prestigiosi hanno tutte le carat-
teristiche delle dame di corte: ben istruite, capaci di suonare uno stru-
mento musicale e di cantare per intrattenere i loro ‘ospiti’ o di parlare
3
Per comprendere la rigidità e l’intransigenza dell’ ottica puritana, basti citare le
parole di uno dei numerosi sermoni del XVII secolo, tenuto dal Reverendo Shephe-
rd a Cambridge: ‹‹Thy heart is a foul sink of all a theism, sodomy, blasphemy, mur-
der, whoredom, adultery, witchcraft, buggery; so th at if thou hast any good in thee,
it is but as a drop of rose water in a bowl of pois on›› (Thomas Shepard, The works
of Thomas Shepard: first pastor of the First Church , Cambridge, Mass. : with a me-
moir of his life and character, Volume 1 , Harvard University, Doctrinal Tract and
Book Society, 1853, p. 28).
4
Si ricorda in particolare il famoso e lussuoso Holland’s Leaguer in Southwark, fre-
quentato anche da Giacomo I ed in seguito da Carlo II.
5
con i clienti stranieri nella loro lingua nativa; in particolar modo, la
massima importanza viene attribuita alla pulizia del corpo e
dell’abbigliamento, nonchØ alla cura del fisico al fine di prevenire
qualsiasi tipo di malattie veneree, prevedibilmente molto diffuse
all’epoca.
5
Nonostante la grande diffusione della prostituzione, le attitudini
misogine dei Riformatori creano un clima di forte ostilità nei confronti
delle donne, soprattutto di quelle lascive ed immodest, a cui sono ri-
servati i termini e gli epiteti piø velenosi. Nella loro lotta per il con-
trollo della morale durante il XVII
secolo ed in particolar modo nel
periodo dell’Interregno, i Puritani si affidano a tutti quei pregiudizi
patriarcali e sessuali tanto diffusi all’epoca, attraverso cui essi si im-
pegnano ad architettare una legislazione volta ad eliminare non solo i
bordelli, ma anche i teatri, le case da gioco e le gare ippiche. Qualsiasi
forma di divertimento è considerata peccaminosa ed illecita, tanto che
5
Tali caratteristiche, tipiche delle prostitute di alto livello, o cortigiane, si ritrove-
ranno anche all’interno dell’opera analizzata nel p resente lavoro. Volendo tracciare
una gerarchia delle varie tipologie di prostitute e sistenti all’epoca, al primo gradino
della scala sociale si possono posizionare ovviamen te le numerose amanti del so-
vrano, per lo più fanciulle di nobili origini, ampi amente ricompensate per i loro ser-
vigi e politicamente influenti; seguono le amanti o Misses degli uomini di corte,
spesso alloggiate nei pressi di Whitehall e non nec essariamente appartenenti a
contesti aristocratici; più in basso nella scala ge rarchica si posizionano le vere pro-
fessioniste, le cosiddette whores o jilts , che di solito possiedono una casa propria e
dispongono di clienti regolari, occasionalmente aff iancate da un protettore o una
ruffiana (a tale categoria apparterrà anche la prot agonista di The Whores Rheto-
rick ), o sono impiegate in un bordello sotto la direzio ne di una madam ; al gradino
più basso, infine, ci sono le prostitute di strada, definite streetwalkers , che adesca-
no i loro clienti nelle varie zone a luci rosse di Londra o nelle numerose taverne e
birrerie, offrendo prestazioni sessuali in cambio d i poche monete o di un letto per
la notte (R. Thompson, op. cit. , p. 62).
6
gli attori sono messi al bando nella stessa misura delle prostitute e del-
le loro ruffiane, tutti soggetti a processi sommari, multe, punizioni
corporee e imprigionamento; persino le statue raffiguranti nudità ven-
gono distrutte o coperte sulle parti intime.
Con il 1660 si verifica, invece, un vero e proprio processo libe-
ratorio inaugurato dal ritorno del re: presso la corte del cugino Luigi
XIV, Carlo II ha infatti trovato rifugio per il suo esilio forzato fino al
trionfale ritorno sul trono d’Inghilterra; come si è già detto in prece-
denza, la Restaurazione porta con sØ una ritrovata gioia di vivere e una
nuova liceità dei costumi, incentivata dallo stuolo di aristocratici ritor-
nati in patria al seguito del re ed estremamente restii ad abbandonare
lo stile di vita continentale con cui sono entrati in contatto durante
l’esilio francese. Il gruppo che gravita intorno alla corte e al re fa della
prostituzione, la sfrenatezza e il piacere sessuale il proprio emblema:
alcool, bordelli e gioco d’azzardo sono all’ordine del giorno, atteg-
giamento non solo ampiamente consentito ma addirittura incoraggiato
dal merry monarch, descritto da Rochester,
6
uno dei piø noti rakes
dell’epoca, in questi termini:
6
John Wilmot, secondo conte di Rochester (1647-1680 ), fu indubbiamente la figura
di maggior spicco tra i poeti inglesi della corte d i Carlo II. Famosissimo rake
dell’epoca e membro della merry gang , il gruppo di libertini che gravitavano intor-
no al re, fu autore di numerose opere satiriche per il teatro ed intense liriche amo-
rose spesso ritenute oscene. Nel 1674, Rochester sc risse una satira su Carlo II in cui
criticava l’ossessione del sovrano nei confronti de l sesso a spese del suo regno, a
cui Carlo reagì bandendolo da corte per un breve pe riodo. La sua opera di maggiore
interesse, A Satyr Against Mankind (1675), è una graffiante denuncia del razionali-
7
Peace is his aim, his gentleness is such
And love he loves, for he loves fucking much.
Nor are his high desires above his strength;
His scepter and his prick are of a length…
Restless he rolls about from whore to whore,
A merry monarch, scandalous and poor.
7
La corte di Carlo II è un crogiuolo di intrighi e scandali fomen-
tati dalle numerose amanti del re, il quale non si limita a scegliere le
sue mistresses tra le dame aristocratiche ma ama frequentare, anche se
solo occasionalmente, prostitute e attrici delle classi piø umili; un e-
sempio emblematico in tal senso è rappresentato da Nell Gwyn
8
che,
pur avendo un’estrazione sociale bassa, diviene una delle piø influenti
e famose amanti del re. La consuetudine di procurarsi amanti incontra
così larga diffusione tra gli aristocratici e gli uomini di mondo che
molte donne dotate di una mentalità intraprendente e una certa dose di
fascino ed intelligenza finiscono per intraprendere questa strada; si
smo ed ottimismo umano, che naufragano miseramente nel riscontro della perfidia
dell’uomo e della opposta saggezza istintiva degli animali. Il suo poema Sodom ,
considerato come la prima vera lettura pornografica del tempo, fu etichettato co-
me la quintessenza dell’oscenità e tutti gli esempl ari trovati vennero distrutti. Morì
il 26 Luglio del 1680 colpito da sifilide.
7
“A Satyre on Charles II”, in N. Roberts, Whores in History: Prostitution in Western
Society , London, HarperCollins, 1992, p. 139. Il testo for nisce un’ampia analisi della
figura della donna in generale e della prostituta i n particolare dall’era paleolitica
all’età contemporanea.
8
Nell Gwyn fu la più famosa ed amata attrice-cortig iana dell’epoca della Restaura-
zione. All’età di tredici anni, Nell cominciò a lav orare nel teatro come venditrice di
arance. In breve tempo, divenne l’amante di un impo rtante manager, Charles Hart,
che le permise di cavalcare le scene. La sua bravur a ed il suo talento come attrice le
guadagnarono l’ammirazione del re, che invitò la su a compagnia ad esibirsi a corte;
da quel momento in poi, Nell divenne una delle sue amanti favorite, tanto che il re
nominò duca il figlio avuto da lei. Dunque, da Nell Gwyn e Carlo II discende una di-
nastia ducale che sopravvive sino ai giorni nostri (Idem , pp. 147-149).
8
tratta soprattutto di figlie di nobili impoveriti dalla Guerra Civile,
9
di
preti di campagna in pessime condizioni economiche o di uomini
d’affari in bancarotta, e piø raramente di ragazze appartenenti a classi
inferiori che sfuggono alla miseria delle famiglie contadine.
Ovviamente, la pratica della prostituzione non si limita alle a-
manti dei nobili e dei ricchi gentiluomini, bensì continua a fiorire, ora
piø che mai, nei numerosi bordelli, taverne e birrerie che costellano la
città di Londra; in particolare una delle mete favorite dagli aristocrati-
ci di corte è il teatro, subitaneamente ripristinato da Carlo II dopo la
brutale soppressione da parte dei Puritani. Come nel periodo prece-
dente, le prostitute di città cominciano a riempire i teatri, dividendosi
principalmente in due categorie: le cosiddette orange-girls, che sfilano
tra il pubblico vendendo oltre che frutta e programmi teatrali, anche il
proprio corpo, e le vere professioniste, definite vizard a causa della
maschera che sono solite indossare per nascondere la loro identità.
Queste ultime si differenziano ulteriormente a seconda del livello di
specializzazione e di classe sociale, offrendo i loro servigi ai nobili
nella platea, ai ricchi borghesi nella galleria centrale ed infine ai co-
muni cittadini nella galleria superiore.
10
Va sottolineato inoltre che la
prostituzione dilaga anche tra le stesse attrici dato che ora i ruoli fem-
minili possono essere ricoperti da donne, tanto che la carriera teatrale
9
Questa per l’appunto sarà la condizione della prota gonista di The Whores Rheto-
rick .
10
N. Roberts, op. cit., p. 145 .
9
diviene un altro dei trampolini di lancio per quelle che desiderano
un’ascesa sociale. Il palco costituisce un mezzo per attrarre uomini fa-
coltosi e tentare una svolta economica e sociale, al punto che la parola
‘attrice’ diventa sinonimo di ‘prostituta’; d’altronde la prostituzione ed
il teatro sono le uniche carriere disponibili per le donne ambiziose e
disinibite in una società in cui esistono rigidi confini di classe e di
gender.
11
Negli anni della Restaurazione, la filosofia del libertinismo di-
viene l’emblema della corte e degli intellettuali che gravitano intorno
al re. Essa prende le mosse dalle dottrine filosofiche di Hobbes, adat-
tate e reinterpretate in maniera del tutto arbitraria dagli intellettuali
della corte di Carlo II e, certamente, non sorprende che gli scrittori
della Restaurazione fossero affascinati dalle teorie di questo filosofo:
la sua profonda critica della religione intesa come repressione e soffo-
camento dei desideri e degli istinti umani attraverso la paura ed il ti-
more del peccato, nonchØ il suo scetticismo nei confronti delle verità
stabilite ed immutabili ben si adattano allo spirito ribelle e dissacrato-
rio degli intellettuali di corte. Il libertinismo incarna l’inestinguibile
desiderio umano di libertà e si configura come una sorta di ‹‹rebellion
of the sons against the fathers››,
12
una filosofia di vita che rifiuta
l’intera gamma delle virtø convenzionali, sfidando qualsiasi tipo di au-
11
Idem , p. 150.
12
W. Chernaik, Sexual Freedom in Restoration Literature , Cambridge, Cambridge
University Press, 1995, p. 25
10
torità che limiti la libertà umana, sia essa rappresentata dallo stato,
dalla chiesa, dalla famiglia o dal matrimonio:
Not only was Whitehall a cess-pit of scandals, but its pervasive phi-
losophy of libertinism served to undercut restraint and inhibition. De-
bauchery had become the badge of loyalty. The superego had a hard
time under Charles II.
13
Il libertinismo persegue un sogno erotico di potere e libertà illi-
mitati; non sorprende, dunque, che esso trovi il suo terreno piø fertile
nell’ambito della sessualità che, insieme al corpo, costituisce da sem-
pre la zona di interdizione maggiormente sottoposta al controllo e alla
repressione della società.
14
Tuttavia, se da un lato questa ideologia fa
della libertà sessuale l’emblema del piacere e dell’edonismo, è altret-
tanto vero che essa mostra anche un lato oscuro, una serie di contrad-
dizioni che la rendono paradossalmente l’opposto: una filosofia di li-
bertà che in ultima istanza conduce ad una prigionia generata proprio
da quelle stesse libertà a cui tanto anela. Spesso infatti, il libertinismo
tradisce un senso di inquietudine ed incompletezza che nulla può ri-
empire nØ soddisfare, poichØ ogni relazione sessuale ed ogni conquista
non sono altro che il punto di partenza per un nuovo desiderio, in
un’infinita coazione a ripetere che non genera altro se non frustrazione
13
R. Thompson, op. cit ., p. 16.
14
H. Weber, “Rakes, Rogues, and the Empire of Misrul e ” , in Huntington Library
Quarterly , Vol. 47 , University of California Press, 1984, p. 17. Il s aggio ha come te-
ma centrale il rapporto tra libertinismo e società.
11
ed insicurezza.
15
Così, l’uomo finisce con l’essere interamente gover-
nato dalla tirannia dei propri desideri ed istinti, visto che la razionalità
è completamente privata della sua utilità e diventa una facoltà asfis-
siante, ingannevole e distruttiva dei naturali appetiti. In una filosofia
che concepisce la sessualità come potere e che afferma la libertà di un
individuo attraverso l’annullamento della libertà di un altro, il sesso
diviene un atto predatorio: il rapporto sessuale e sentimentale è irri-
mediabilmente compromesso dalla paura del tradimento o della preva-
ricazione in un mondo in cui la relazione tra gli esseri umani è conce-
pita come una lotta continua per la sopravvivenza. L’amore non può e
non deve trovar posto in questa concezione di vita, poichØ rende vul-
nerabili, deboli, dipendenti. Non sorprende, dunque, che la donna sia
ridotta a mero oggetto del piacere maschile, a serva del ‘fallo divino’,
e che venga stigmatizzata come un mostro se assume su di sØ le tipo-
logie comportamentali maschili, circondandosi di piø amanti.
Il libertinismo, in conclusione, configura la vita umana come in-
finita competizione, in cui la trasgressione e la ribellione sono le armi
di una ‹‹egoist psychology which is potentially anarchic››.
16
Tuttavia,
come suggerisce Foucault, in assenza di regole e di sistemi di control-
lo nØ trasgressione, nØ ribellione possono verificarsi; controllori e con-
15
Per Hobbes, il raggiungimento del piacere dipende e sclusivamente
dall’ottenimento dell’oggetto bramato, ma l’appagam ento del desiderio non è mai
duraturo: l’insofferenza e l’inquietudine sono i se ntimenti che definiscono la condi-
zione umana (W. Chernaik, op. cit. , pp. 32-33).
16
W. Chernaik, op. cit. , p. 41.