In seguito ad un incontro con i brand manager di Indesit, il Dott. Domenico
Marini e la Dott.ssa Diana Bonfanti, si è potuta rilevare l’attuazione pratica di
tutte le strategie di marca analizzate in teoria.
Nel primo capitolo si parla del brand in modo generico, della sua origine,
evoluzione e delle fasi di sviluppo nel tempo. Nella parte empirica, invece, si
analizza l’origine e la crescita di Merloni Elettrodomestici che, nel 2005, diventa
Indesit Company.
Successivamente, nel secondo capitolo, vengono prese in considerazione le
diverse strategie di branding, che, al giorno d’oggi, sono alla base di un’impresa
che vuole incrementare la propria crescita ed agire in modo mirato soddisfando i
diversi segmenti di consumatori. Indesit Company ha realmente messo in pratica
le politiche di marca attuando razionalizzazioni di brand, segmentando il mercato
e posizionando ogni brand in una determinata fascia di mercato.
Nel terzo capitolo vengono trattati i “tre volti del brand”: identità, immagine
e valore, che, complessivamente, tengono in vita una marca di successo in grado
di creare vantaggio competitivo per l’impresa. I brand manager di Indesit, a tal
proposito, hanno messo in pratica un cambio di identità, della stessa marca, al fine
di equilibrare la percentuale del volume di vendite con quella del valore di
mercato.
Il quarto ed ultimo capitolo, pone l’attenzione sulla comunicazione, che è
alla base di tutte le strategie aziendali. Una marca deve comunicare i suoi valori e
far sentire la propria voce per non essere “soffocata” dalla concorrenza.
Solo una comunicazione integrata di marketing può incrementare il livello
di differenziazione e far risaltare la propria marca tra quelle concorrenti. Ancora
una volta Indesit è stata all’altezza di effettuare una comunicazione mirata,
adottandone una, di tipo, “glocale” prima e, globale dopo.
Vengono infine tratte alcune conclusioni sull’intero lavoro.
4
Capitolo 1
IL BRAND
Il brand è il cuore dell’impresa.
Nel corso degli anni si è verificata un’evoluzione di tale concetto, infatti,
inizialmente era considerato come: “un nome, un termine, un disegno, un simbolo
o qualsiasi altra caratteristica che identifica un bene o un servizio di un venditore
distinguendolo da quelli concorrenti”1.
Il brand è molto di più. Alla sua funzione iniziale se ne sono affiancate altre più
ambiziose e globali. Il suo sviluppo è stato lento e talvolta incompreso ma si è
giunti a dargli enorme valore al punto da considerarlo “ elemento invisibile del
patrimonio aziendale”, “nucleo trainante dell’impresa e motivo primario
dell’acquisto”2.
1.1Evoluzione del concetto di brand
E’ utile osservare le tappe che hanno caratterizzato la storia del brand prima
dell’affermarsi di una concezione moderna e matura.
Sin da tempi antichissimi i produttori di merci hanno utilizzato le marche per
distinguere i loro prodotti da quelli degli altri e per aiutare gli acquirenti a
riconoscere facilmente ciò che essi intendevano acquistare.
Anche i greci e i romani, con i loro primissimi sistemi economici e commerciali,
fecero uso dei primi marchi per contrassegnare la qualità degli oggetti e dei beni
di consumo al fine di instaurare primitivi legami di fiducia tra produttore e
acquirente.
La marca che a noi interessa maggiormente, però, è quella che nasce e si sviluppa
in seguito alla rivoluzione industriale, con la diffusione dei mezzi di
comunicazione di massa e della pubblicità.
1
William M. Pride; O.C. Ferrell. Edizione italiana Stefano Podestà (a cura di), Marketing, Egea,
Milano, 2005, cit., p. 208.
2
John M. Murphy (a cura di), Branding. Le politiche di marca, McGraw-Hill, Milano, 1989, cit.,
p. 19.
5
Alcuni fanno coincidere la nascita del “modern brand mark” con un preciso
decennio: il 18903. Infatti, come possiamo vedere nella tabella seguente, la
maggior parte di marche contemporanee con più appeal nascono nell’ultima
decade dell’8004.
MARCA
ANNO DI
NASCITA
Evian 1826
Buitoni 1827
Levi's 1850
Louis Vuitton 1854
Heineken 1864
Nokia 1865
Esso 1870
Knorr 1870
Mitsubishi 1870
Barilla 1877
Galbani 1880
Wella 1880
Coca Cola 1886
Del Monte 1886
Kodak 1888
Philips 1890
Pirelli 1890
Pepsi Cola 1893
Piaggio 1894
Ford 1896
Fiat 1899
La rivoluzione industriale ha generato profonde trasformazioni che hanno colpito
il tessuto sociale e soprattutto economico; si è verificato un proliferare di industrie
e un continuo incremento di produzione che ha portato ad un eccesso di domanda
rispetto all’offerta. E’ proprio in seguito a questo affollamento di beni sul mercato
che il produttore ha iniziato a comprendere l’importanza della marca come
veicolo di differenziazione dalla concorrenza.
Nonostante queste prime consapevolezze da parte delle imprese, il processo di
affermazione del brand è stato lento e caratterizzato da diverse fasi di sviluppo.
3
Si veda I. Ellwood, The Essential brand book. Over 100 techniques to increase brand value,
Kogan Page, London, 2000, cit., p. 13.
4
G.Fabris, L. Minestroni, Valore e valori della marca. Come costruire e gestire una marca di
successo, Franco Angeli, Milano, 2004, cit., p. 104.
6
L’Italia ha subito un ritardo nel processo di ammodernamento in quanto è stata
una della nazioni colpite dalle due guerre mondiali. L’esperienza dittatoriale che
ha invaso il Paese, durante la seconda guerra mondiale, ha portato ad un arresto
nello sviluppo della politica, dell’economia e soprattutto nella libera circolazione
delle informazioni e quindi della comunicazione.
1.2Il primato della bottega nell’Italia del dopoguerra
Il periodo compreso tra il 1945 e il 1950 è di crisi per la maggior parte dei
cittadini italiani che si trovano impegnati in una lenta e difficile ricostruzione del
Paese distrutto dalla guerra e, i redditi famigliari permettono l’acquisto per i soli
prodotti di sopravvivenza riguardanti la casa e l’alimentazione.
Può sembrare quasi un paradosso ma, in questa fase di ricostruzione, c’è anche
un’apertura alle innovazioni provenienti dall’America quali la gomma da
masticare, la musica jazz, le pellicole hollywoodiane, l’aspirazione al benessere,
la produzione di massa di stampo taylor-fordistico. Possono sembrare elementi di
poco conto ma “complessivamente queste innovazioni pongono le basi per gli
sviluppi successivi, creano i presupposti per un pieno sviluppo della marca
industriale e commerciale” e “contribuiscono in maniera determinante a
svecchiare il sistema socioculturale”5.
In questo periodo, la bottega e il venditore svolgono un ruolo di primo piano, i
prodotti sono in prevalenza unbranded e senza confezione e l’acquirente si rivolge
al commerciante di fiducia. Quest’ultimo è simbolo di qualità e garanzia del
prodotto e si pone come consigliere nei confronti dei suoi clienti; sostanzialmente
svolge di persona i ruoli che andranno ad essere successivamente incarnati dal
merchandising e da una marca matura e di successo.
Nella bottega “i beni assumono gran parte del loro significato… dal luogo e dalla
relazione all’interno della quale sono venduti, si presentano personalizzati al
consumatore, vestiti della relazione sociale e dai significati particolaristici del
venditore e del luogo di vendita”6.
5
G. Fabris, L. Minestroni, Valore e valori della marca. Come costruire e gestire una marca di
successo, Franco Angeli, Milano 2004, cit., p. 106.
6
D.Secondulfo, Bottega e ipermercato: luoghi e non luoghi del consumo. In Aa.Vv. La casa e il
supermercato. Luoghi e comportamenti del consumo, G. Triani (a cura di), Elèuthera, Milano,
7
Gli anni ’50 sono quelli del boom economico, del cosiddetto “Miracolo italiano”;
lo sviluppo economico consente ai cittadini di cambiare il loro stile di vita e di
prestare attenzione a nuove forme di consumo che comprendono sempre di più i
beni secondari.
Anche i giovani cominciano ad avere potenziale d’acquisto rappresentando l’input
per l’affermarsi di nuovi trend di consumo e nuovi valori culturali e, gran parte
della popolazione, comincia ad impossessarsi di quei beni di lusso che solo
qualche anno prima risultavano irraggiungibili.
Gli italiani cominciano a “comprare all’americana”7 e, nelle case, entrano
l’automobile, gli elettrodomestici (perno per lo sviluppo economico e delle
esportazioni in questa fase), ma soprattutto la televisione. Il mezzo di
comunicazione popolare per eccellenza fa il suo ingresso e rappresenta un vero e
proprio turn of point per l’intero paese e per tutto il settore delle comunicazioni.
L’avvenimento comunicativo più importante per il mondo della marca avviene
proprio grazie a tale mezzo, con la nascita di Carosello (3 febbraio 1957): il primo
programma pubblicitario della televisione.
I cittadini si sentono invasi da un desiderio di acquisto e sentono il bisogno di
impossessarsi di questi beni di lusso per omologarsi agli altri e per elevare la
qualità della vita.
Grazie a questo profondo cambiamento che ha colpito il tessuto sociale e le
modalità di acquisto, le marche cominciano ad ottenere una visibilità mai avuta
fino a quel momento.
Le imprese si rendono conto di dover pubblicizzare i loro prodotti al fine di
renderli preferibili rispetto alla concorrenza. I cittadini non sono più passivi e
influenzabili da venditore, diventano attivi, si concretizza la loro capacità di
scelta, la loro criticità e volontà di informarsi con l’obiettivo di compiere la scelta
migliore. Le imprese, pertanto, si sentono in dovere di far comunicare i loro
prodotti e differenziarli da quelli della concorrenza.
1996.
7
E. Scarpellini, Comprare all’americana. Le origini della rivoluzione commerciale in Italia
1945-1971, Il Mulino, Bologna, 2001.
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