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INTRODUZIONE
Il SES rappresenta un importante indice rappresentativo delle risorse economiche e
sociali di un individuo, di un nucleo familiare e o di una comunità e dal quale
possono derivare influenze rilevanti su diversi aspetti dell’esistenza individuale,
anche del bambino. A questo proposito sono numerosi gli studi che evidenziano
come un basso SES sia associato frequentemente a una serie di outcome negativi per
la salute fisica e mentale (McLaughlin et al., 2010; Spann et al., 2019), a minori
abilità cognitive (Raffington et al., 2018) e a maggiori difficoltà nel raggiungere
successi in ambito scolastico, accademico e lavorativo (Crosnoe et al., 2010).
Complessivamente, un basso SES contribuisce anche al verificarsi di un alterato
sviluppo delle strutture cerebrali nel corso dell’infanzia (Noble et al.,2006, 2007,
2012, 2015; Hanson et al., 2015), essendo nella maggior parte dei casi riscontrate
riduzioni volumetriche a carico di specifiche strutture ed aree cerebrali tra cui
l’ippocampo, l’amigdala e la corteccia prefrontale, le quali sostengono alcune e
altrettanto specifiche abilità cognitive
(il linguaggio, l’apprendimento, la memoria, le funzioni esecutive, ecc.). Inoltre,
crescere in contesti di vita svantaggiati e sprovvisti di sufficienti risorse materiali e
psicologiche atte a garantire uno sviluppo sano può rappresentare una significativa
fonte di stress, la cui esposizione in età precoce risulta essere associata a una
disregolazione nella reattività allo stress (Hanson, Chandra, Wolfe, & Pollak, 2011;
Jednoróg et al., 2012; Merz, Tottenham, & Noble, 2018) e svolgere un ruolo
significativo quanto all’esordio di determinate psicopatologie.
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Nello specifico, il rischio da parte dei bambini di sviluppare disturbi internalizzanti
ed esternalizzanti risulta fortemente correlato all’influenza esercitata dai fattori
ambientali, quali anche le condizioni di povertà in cui verte il nucleo familiare
(Wadsworth et al., 2016; Hostinar, Nusslock, & Miller, 2017; McLaughlin, 2016) e
specialmente quelle caratterizzate dalla percezione di un basso reddito e da un basso
livello di scolarizzazione dei genitori. A tal proposito, sono numerosi gli studi
longitudinali ad aver evidenziato come il crescere in condizioni di povertà aumenti il
rischio, sia nei bambini sia negli adolescenti, di sviluppare disturbi internalizzanti
quali ansia e depressione (Ackerman, Brown, & Izard, 2004; Najman et al., 2010) o
esternalizzanti quali l’ADHD e disturbi della condotta (Boe et al., 2012; Machlin et
at.,2017; Tibu et al.,2015). Inoltre quanto più le condizioni di svantaggio si
protraggono nel tempo, tanto più accresce la probabilità di insorgenza di tali disturbi
(Slopen, Fitzmaurice, Williams, & Gilman, 2010). In sostanza, il SES tende a
riflettere la qualità dell’ambiente in cui il bambino vive così come il grado di
esposizione a fonti di stress cronico, il più delle volte presenti entro ambienti
familiari caratterizzati da basso SES, spesso caotici e instabili e con ripercussioni
sulla reattività dei bambini allo stress, anche qualora dovessero verificarsi
accadimenti estremi (Evans & Kim, 2013).
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CAPITOLO I
Lo Status socio-economico
4.2. Definizione ed elementi chiave
Lo stato socio-economico (SES) è un costrutto multidimensionale che combina
fattori oggettivi (come il reddito, lo stato occupazionale, il livello di istruzione del
soggetto e dei membri del nucleo familiare) a fattori soggettivi (come il quartiere di
residenza e la qualità delle relazioni con il vicinato) (McLoyd, 1998; Brito e Noble,
2014). Nel 2018, circa 38.1 milioni di americani (il 12% della popolazione) sono
risultati vivere al di sotto della soglia di povertà (United States Census Bureau,
2019). Numerosi studi hanno evidenziato come le disparità nel SES siano in grado di
influenzare profondamente la salute fisica, il benessere mentale e lo sviluppo
cognitivo individuale (Evans, 2006; Brito e Noble, 2014).
Ad esempio, una ricerca di Gottfried e colleghi (2003) rivela come un basso status
socioeconomico comporti una riduzione da 6 a 13 punti nel punteggio di QI valutato
sui bambini, spiegando circa il 20% della varianza di tale misura (Brito e Noble,
2014).
Il dato è allarmante, poiché le conseguenze prodotte da un basso status
socioeconomico sulla salute fisica e mentale dei singoli possono ripercuotersi sulle
generazioni future, contribuendo così ad ampliare il gap esistente tra i ricchi e i
poveri (Brito e Noble, 2014).
In generale, i bambini cresciuti in contesti svantaggiati ricevono minori stimolazioni
cognitive, linguistiche e sociali sia da parte dei propri caregiver che dall’ambiente
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extrafamilare rispetto ai coetanei provenienti da contesti caratterizzati da un SES più
elevato (Bradley & Corwyn, 2002; Rowe & Goldin-Meadow, 2009).
Inoltre, i bambini provenienti da famiglie con basso status socioeconomico tendono
ad esperire nell’arco di vita un numero maggiore di eventi stressanti. A tal proposito,
secondo diversi autori (Hackman & Farah, 2009; Noble et al., 2012, 2015) le risposte
fisiologiche verso tali eventi costituiscono dei meccanismi biologici rilevanti, poichè
in grado di spiegare le differenze osservate a livello dello sviluppo cognitivo e dello
stato di salute individuale. In aggiunta, una maggiore esposizione a certe condizioni
già durante l’età precoce sembra produrre ripercussioni anche su determinate
strutture cerebrali: ad esempio, come si vedrà in seguito, la quantità e la qualità della
stimolazione linguistica ricevuta nei primi anni di vita viene associata a differenze
nello sviluppo delle aree che nell’emisfero cerebrale sinistro sostengono il linguaggio
(Conboy & Kuhl, 2007; Kuhl, 2007). Ancora, l’esposizione a eventi stressanti
durante l’infanzia sembra produrre effetti negativi sull’ippocampo (McEwen &
Gianaros, 2010; Tottenham & Sheridan, 2010), sull’amigdala (McEwen & Gianaros,
2010; Tottenham & Sheridan, 2010) e sulla corteccia prefrontale (Liston et al.,2009;
McEwen & Gianaros, 2010), sia a livello strutturale sia funzionale (McEwen &
Gianaros, 2010).
In sostanza, le varie componenti dello status socioeconomico incidono sia sui vissuti
individuali che sulle strutture cerebrali. Misure relative al SES dei genitori risultano
utili nel fornire una descrizione delle condizioni di vita del nucleo familiare in cui il
bambino cresce; tuttavia, da sole esse non rendono conto totalmente del vissuto
infantile. In tal senso per esempio, anche in una famiglia con genitori acculturati
possono verificarsi periodi di maggiore difficoltà (dovuti a perdita del lavoro o a
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problemi economici) ai quali spesso segue un aumento dello stress percepito da parte
di tutti i membri della famiglia. A tal proposito, diverse ricerche condotte su soggetti
adulti e su bambini, riscontrano come lo stress percepito in occasione di eventi
sfavorevoli produca nei primi alterazioni comportamentali e della qualità di vita,
mentre nei secondi alterazioni anche a carico dello sviluppo neurale.
Quando parliamo di SES, risulta difficile riferirsi a una misura unica in grado di
operazionalizzare il costrutto, per questo vengono di solito considerati specifici
indicatori in rapporto allo status socioeconomico. Tuttavia, anche valutazioni
approssimative del SES sono risultate utili per predire differenze individuali nello
sviluppo cerebrale, sia a livello strutturale sia funzionale (Brito & Noble, 2014).
In generale, sebbene molti studi abbiano rilevato la presenza di correlazioni
significative tra i vari indicatori del SES (tra cui il reddito percepito, il livello di
scolarizzazione, lo stato occupazionale, ecc.), è importante tenere presente che essi
non possono essere impiegati in maniera intercambiabile, bensì necessitano di essere
considerati singolarmente al fine di stimarne gli effetti su specifiche dimensioni
dell’esperienza soggettiva (Duncan & Magnuson, 2012). Ad esempio, famiglie che
presentano una maggiore disponibilità economica possono garantire cibi
maggiormente nutrienti e di migliore qualità ai propri figli, fornire loro ambienti di
apprendimento più stimolanti, farli crescere entro quartieri più sicuri e,
complessivamente, fornire loro un accudimento migliore (Duncan & Magnuson,
2012).
L’idea che le differenti componenti del SES siano in grado di incidere in misura
diversa sullo sviluppo dei bambini viene supportata da numerosi studi condotti nel
campo delle neuroscienze, i quali hanno mostrato – sia tramite analisi strutturali
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condotte sull’intero encefalo che su specifiche regioni cerebrali – come determinati
aspetti del SES influenzino specifiche caratteristiche delle strutture cerebrali (Lange
et al., 2010; Jednoróg et al., 2012; Hanson et al., 2011; Noble et al., 2012; Luby et
al., 2013). In tal senso come si vedrà in seguito, tra queste influenze risulterebbero
anomalie a carico dell’ippocampo, dell’amigdala e della corteccia prefrontale.
1.2 Misurare il SES: indicatori e misure composite
A seguire verranno descritti i principali indicatori dello status socioeconomico
impiegati comunemente in letteratura al fine di descriverne gli effetti a livello della
struttura e della funzionalità di diverse aree cerebrali.
Le relazioni tra queste misure e lo sviluppo cerebrale verranno trattate in un capitolo
dedicato.
1.2.1 Reddito
Il reddito viene tipicamente considerato come la somma delle entrate economiche
mensili o annuali di una famiglia. Sebbene esso costituisca una variabile continua,
misurata su scala a rapporti equivalenti, in molti casi viene presa principalmente in
considerazione la fascia di reddito di appartenenza, misurando così la variabile su
scala ordinale.
Tra tutti gli indicatori dello status socioeconomico, il reddito costituisce la variabile
maggiormente volatile in quanto soggetta a fluttuazioni più o meno rapide anche
all’interno di periodi di tempo brevi (Duncan & Magnuson, 2012).
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Una misura cui spesso viene fatto riferimento è poi rappresentata dal rapporto tra il
reddito e i bisogni a cui una famiglia deve far fronte (Income-to-Needs; ITN). Tale
misura si ottiene dividendo il reddito totale percepito dal nucleo familiare per la
soglia di povertà, la quale viene indicata dalle statistiche nazionali considerando lo
specifico numero di componenti della famiglia.
1.2.2 Livello di istruzione
Il livello di istruzione di un soggetto o dei propri familiari viene tipicamente valutato
in base al titolo di studio più elevato che è stato conseguito (licenza di scuola media
inferiore, diploma, laurea, titolo superiore alla laurea). Mentre il reddito familiare si
associa in modo particolare alla possibilità di disporre di maggiori risorse per
garantire sicurezza economica, una buona educazione e una adeguata stimolazione
cognitiva ai propri figli (Brito & Noble, 2014), i genitori con un livello di educazione
elevato tendono a trascorrere più tempo con loro (Guryan et al., 2008), a impiegare
un linguaggio più complesso e vario (Hoff, 2003) e a coinvolgere i propri figli in
attività che promuovono un adeguato sviluppo socio-emotivo (Bradley & Corwyn,
2002).
In particolare, Sirin (2005) ha sottolineato come tra i vari indicatori del SES, il
livello di istruzione sia quello maggiormente stabile nell’arco di vita, mentre il
reddito e lo stato occupazionale possono subire variazioni nel tempo. Per questo
motivo, questi riteneva che il livello di istruzione potesse costituire l’indicatore
primario del SES.