Introduzione
2
Tale progetto consiste nella realizzazione di un unico sistema globale per le
telecomunicazioni mobili che consenta l’accesso immediato e da ogni parte del mondo ad
una moltitudine di servizi messi a disposizione dalla rete: attraverso il proprio terminale
multifunzione, che incorpora telefono, videocamera, lettore musicale e Internet browser,
l’utente potrà navigare sul web, accedere alla propria casella di posta elettronica,
controllare gli investimenti di borsa, scambiare immagini, foto e brani musicali, consultare
le prime pagine dei quotidiani oppure ricevere in anteprima i filmati dei gol della propria
squadra del cuore.
Dal punto di vista tecnico, il sistema IMT-2000 non prevede l’impiego di un unico
standard tecnologico, ma l’introduzione su scala planetaria di un insieme di standard tra
loro compatibili e l’introduzione di una nuova interfaccia radio capace di raggiungere una
velocità di trasmissione di 2Mbits al secondo: in Europa, la scelta è ricaduta sullo standard
di compatibilità UMTS elaborato dall’ETSI
3
.
Nei prossimi anni, l’introduzione dei sistemi di terza generazione modificherà
significativamente il mercato mondiale delle telecomunicazioni mobili: solo in Europa, una
recente ricerca condotta dalla Durlacher Research, prevede che entro il 2006 gli operatori
investiranno oltre 260 miliardi di euro in licenze d’uso ed infrastrutture di rete.
L’UMTS consentirà di remunerare questi investimenti grazie alle notevoli
opportunità di profitto offerte dal segmento dei servizi dati a valore aggiunto, ancora poco
sfruttato per via dei limiti tecnici che caratterizzano gli attuali sistemi di seconda
generazione, ma che conoscerà un grande sviluppo grazie alle potenzialità della nuova
tecnologia.
Nel 2010, l’UMTS Forum stima che gli utenti di servizi dati 3G
4
saranno circa 630
milioni nel mondo, per un fatturato annuo di 354 miliardi di euro, mentre nella sola
Europa, le stime ammontano a circa 194 milioni di utenti per un fatturato pari a 112
miliardi di euro.
Questi pochi numeri aiutano a comprendere la portata dell’evento e quanto sia stato
complesso e delicato il percorso intrapreso da autorità di regolamentazione nazionali e
internazionali, istituti di standardizzazione, sviluppatori di tecnologia e operatori telefonici,
al fine di predisporre le migliori condizioni possibili per garantire il successo dell’UMTS e
dell’intero progetto IMT-2000.
3
European Telecommunication Standard Institute.
4
Acronimo di Third Generation
Introduzione
3
L’evoluzione del settore avviene su due percorsi sovrapposti, che vedono da un lato
i progressi dell’innovazione tecnologica spingere verso l’adozione di determinati standard
tecnici e dall’altro gli sforzi delle autorità nazionali ed internazionali, finalizzati a regolare
il settore ed agevolare la loro diffusione.
L’approccio metodologico adottato quindi nell’esaminare congiuntamente
l’evoluzione di queste due dimensioni, innovazione tecnologica (standardizzazione) e
regolamentazione, per cercare di dare risposta alle seguenti domande:
- Cos’è uno standard e quali effetti può avere un suo eventuale impiego in un mercato
“di rete” come quello delle telecomunicazioni mobili?
- Qual è stato il processo di standardizzazione che ha portato alla definizione del
progetto IMT-2000 e dello standard UMTS, coinvolgendo organismi internazionali,
gestori di rete e fornitori di tecnologia?
- Quali innovazioni tecnologiche saranno introdotte dal nuovo standard e in che modo
potranno cambiare il mondo delle telecomunicazioni mobili?
- In tutto questo, qual è il ruolo giocato dalle politiche di regolamentazione dell’Unione
Europea: in che modo la normativa comunitaria di questi ultimi anni ha modificato le
condizioni di mercato ed influenzato le possibilità di successo dell’UMTS?
- Ed infine, l’UMTS riuscirà a replicare il successo del GSM, consentendo così
all’Europa di mantenere la leadership nel settore?
Ognuno dei capitoli che compongono questo scritto, vuole essere un tentativo di
risposta a tali domande.
Il primo si occupa di definire il contesto teorico all’interno del quale si sviluppa
l’intero dibattito, dando prima di tutto una definizione di standard e di standard di
compatibilità, per poi individuare gli effetti economici che possono essere generati dal loro
impiego nel settore delle telecomunicazioni mobili. In questo modo, è stato possibile far
luce sull’esistenza di alcuni fattori che richiedono un intervento da parte del regolatore.
Il capitolo secondo invece, offre una panoramica complessiva del progetto IMT-
2000 che consente di avere una visione a 360 gradi delle problematiche studiate. La prima
parte, riporta i passaggi salienti del fenomeno GSM
5
, lo standard di seconda generazione
che tanto successo ha riscontrato in Europa e nel mondo. Successivamente, il capitolo
prosegue approfondendo la conoscenza del percorso che ha condotto alla definizione del
5
Global System for Mobile communications
Introduzione
4
progetto IMT-2000, dello standard UMTS e delle principali organizzazioni in esso
coinvolte; a tale proposito, particolare attenzione è rivolta alla delicata questione
dell’allocazione della risorsa elettromagnetica. Il capitolo si conclude con un confronto tra
i tre più importanti mercati mondiali di telecomunicazioni (Europa, Giappone e Stati Uniti)
dal quale emerge come, nonostante siano stati profusi notevoli sforzi di armonizzazione,
esistano ancora importanti differenze che possono influenzare la diffusione e il successo
del nuovo standard.
Le specifiche tecniche e le principali innovazioni contenute nell’UMTS, sono
esaminate nel capitolo terzo, dove l’accento è posto sull’approccio evolutivo seguito
dall’ETSI nell’elaborazione del nuovo standard e sulla maggior efficienza di gestione della
risorsa radio. L’UMTS, pur restando perfettamente compatibile con il GSM, introduce due
importanti novità: la trasmissione dati a pacchetto, per un impiego più efficiente della rete
e l’accesso radio a divisione di codice, per consentire una velocità trasmissiva fino a
2Mbit/s (rispetto ai 9,6 Mbit/s del GSM). Sempre in questo capitolo, l’analisi si occupa
anche del mercato della tecnologia e degli effetti dell’innovazione tecnologica
sull’industria manifatturiera: la necessità di investire somme sempre più importanti in
attività di ricerca e sviluppo e la forte concorrenza sul mercato dei terminali, ha indotto i
competitors ad intraprendere la strada del consolidamento, attraverso importanti operazioni
di fusione e joint-venture.
I capitoli quattro e cinque sono invece dedicati all’aspetto normativo e
all’importanza che rivestono gli interventi di questo tipo, ai fini del successo di una
tecnologia.
In particolare nel capitolo quattro, dopo un’iniziale panoramica sugli interventi
attraverso cui l’Unione Europea ha aperto il mercato alla concorrenza e ridefinito il quadro
regolamentare vigente, l’attenzione si sposta sui provvedimenti specificatamente rivolti
all’introduzione dei sistemi mobili di terza generazione basati sullo standard UMTS. Al
riguardo, un approfondimento è rivolto anche alla situazione normativa italiana,
recentemente giunta a più completa definizione.
Nel capitolo cinque, ho affrontato la “spinosa” questione delle licenze concesse per
lo sfruttamento delle frequenze radio UMTS. E’ ormai noto che il processo d’assegnazione
di queste licenze si è concluso con risultati tanto eclatanti quanto eterogenei: in Germania,
le licenze sono costate circa 50,5 miliardi di euro (quasi 610 euro per abitante), mentre in
Spagna dieci volte meno. Le ragioni di ciò stanno nella scelta della Commissione
Introduzione
5
dell’Unione Europea di lasciare alle singole autorità nazionali completa discrezionalità
circa le procedure e le regole di concessione: i governi si sono trovati a dover scegliere tra
privilegiare gli interessi dello Stato o quelli del mercato, ed hanno optato per la prima delle
due ipotesi.
Infine, il capitolo conclusivo è un tentativo di tirare le somme di quanto emerso in
precedenza, con una serie di considerazioni personali circa le reali possibilità dell’UMTS
di replicare il grande successo conseguito dal suo predecessore, il GSM: l’UMTS, così
come impostato ora, ha forse qualche “difetto di gioventù”, ma a seguito di alcune
importanti correzioni, le telecomunicazioni mobili di terza generazione potranno rispettare
le promesse e confermarsi il business più importante di inizio secolo.
6
CAPITOLO 1
Gli standard di compatibilità
1.1 Introduzione
Questo capitolo vuole fornire una chiave di lettura dei contributi economici relativi
all’adozione degli standard di compatibilità, ed in particolare dell’UMTS, nel settore delle
telecomunicazioni mobili. Una parte sostanziale dell’analisi attinge ad una ricca e
sistematica trattazione condotta da Bekkers, in uno dei più recenti contributi
sull’applicazione della logica degli standard nel settore in esame.
Rispetto a tale contributo, in questo caso l’attenzione è focalizzata in particolare su
due obiettivi:
Mostrare gli effetti prodotti dalla diffusione di uno standard di compatibilità. In questo
modo sarà più facile comprendere le scelte che hanno caratterizzato l’innovazione
tecnologica nel settore delle telecomunicazioni mobili e determinato la nascita
dell’UMTS.
Individuare gli spazi che si aprono, all’interno della logica degli standard, per un
intervento da parte del regolatore. Infatti, la situazione attuale del settore delle
telecomunicazioni mobili è segnata da un notevole impegno normativo che ha finito per
condizionare significativamente le scelte tecnologiche ed economiche degli attori
coinvolti.
Gli standard di compatibilità
7
Il capitolo inizia con la definizione e con alcune possibili classificazioni di diverse
tipologie di standard, per poi studiare la particolare categoria degli standard di
compatibilità e i fenomeni economici generati dal loro impiego all’interno di mercati
cosiddetti “di rete” come quello oggetto di questa ricerca.
A questa tipologia di standard è possibile associare importanti benefici che ne
aumentano inevitabilmente le chance di successo, tuttavia essi possono produrre anche
svantaggi e costi che, al momento di decidere sulla loro adozione, non debbono essere
trascurati.
1.2 Definizione e classificazione degli standard
Per spiegare il significato dei termini standard e standardizzazione, possono essere
utilizzate numerose definizioni che, in alcuni casi, possono rivelarsi diverse l’una
dall’altra.
Esistono le definizioni ufficiali, formulate dagli enti di standardizzazione formali,
le quali contengono tutte le specifiche tecniche e le condizioni che una data tecnologia
deve rispettare per ottenere la loro approvazione e quindi essere considerata uno standard.
Del resto, uno standard può anche essere definito come il risultato di un processo di
standardizzazione, cioè di quell’attività volta a stabilire un set limitato di soluzioni
associate ad un problema attuale o potenziale a beneficio diretto delle parti coinvolte, le
quali dovranno adottare tali soluzioni nel tempo, in modo continuativo e coordinato.
6
Tuttavia, nelle telecomunicazioni, così come in altri settori, a volte si può affermare
uno standard le cui specifiche non sono state definite da un ente formale, ma da un singolo
attore del mercato: è il caso, ad esempio, dei personal computer IBM nel campo
dell’Information Technology.
Tenendo dei diversi concetti e tipologie di standard, la definizione assunta in questa
ricerca è del tutto simile a quella usata dalla Commissione dell’Unione Europea
7
: uno
standard è un set di specifiche tecniche a cui un produttore può aderire, tacitamente, in
accordo con un contratto di adesione formale, oppure in conformità con una specifica
regolamentazione. In particolare, lo studio è focalizzato sugli standard cosiddetti di
6
De Vries, 1999, Capitolo 8.
7
Comunicazione della CE sui Diritti di Proprietà Intellettuale (IPR) e standardizzazione (COM(92)445). Si
veda anche David & Steinmuller, 1994, p.218
Gli standard di compatibilità
8
compatibilità, che possono a loro volta essere definiti come “un set di specifiche tecniche
che consentono di realizzare un’interfaccia tra i diversi nodi di una rete, in modo tale da
garantire il loro funzionamento (interworking)
8
”.
Partendo da questa definizione di standard di compatibilità, è possibile elaborare
una loro classificazione in base a quattro fattori discriminanti: origine, livello
d’imponibilità (legale), diritti di proprietà intellettuale (IPR
9
) e disponibilità.
1.2.1 Classificazione in base all’origine
Per quanto concerne l’origine di uno standard di compatibilità, una prima
importante distinzione è tra standard formali e standard non-formali. Ciò che differenzia le
due classi, è che i primi sono elaborati da enti di standardizzazione formalmente
riconosciuti, mentre i secondi no. Il riconoscimento formale di un ente di standardizzazione
avviene nel momento in cui esso è designato come tale da un governo nazionale e da un
ente sopranazionale quale la Commissione Europea o dalla comunità internazionale:
esempi di questo tipo sono l’ISO
10
e l’ITU
11
, ed in aggiunta a questi, i paesi membri
dell’UE
12
, riconoscono come formali anche gli standard sviluppati da istituti di
standardizzazione europei quali l’ETSI
13
e il CEN
14
.
Infine, in alcuni casi particolari, uno standard esistente può essere adottato da un
ente formale e quindi cambiare il proprio stato, da non-formale a formale.
1.2.2 Classificazione in base al livello di imponibilità
Come prima cosa è importante chiarire che, in tale contesto, il termine
“imponibilità” è riferito all’eventualità che l’impiego di un dato standard sia previsto o
meno da norme di legge: in questo caso si parla rispettivamente di standard volontari e non
volontari.
E’ evidente che nel momento in cui l’adozione di uno standard è prevista dalla
legge, nazionale o comunitaria che sia, le sue chance di successo aumentano
considerevolmente in funzione del livello di imponibilità legale di cui gode. Il vantaggio
8
Bekkers, 2001, p.164
9
Intellectual Property Rights
10
International Organisation for Standardisation.
11
International Telecommunication Union
12
Unione Europea
13
European Telecommunication Standardisation Institute
14
Comité Européenne de Normalisation
Gli standard di compatibilità
9
massimo, in tal senso, si ha quando una norma, rispettata da tutti gli attori di un certo
settore, fa riferimento esplicito ad uno specifico standard (oppure le specifiche dello
standard sono incorporate nel testo della legge) come avviene nel campo della sicurezza.
In altri casi, invece, il livello di imponibilità legale è parzialmente ridotto, in quanto
la norma fa riferimento ad un dato standard soltanto in particolari situazioni: è il caso delle
licenze nazionali per la realizzazione e gestione dei sistemi mobili di telecomunicazione
(GSM, DCS-1800 e ERMES
15
); oppure dei contratti di procurement con cui le pubbliche
amministrazioni utilizzano alcuni servizi di trasmissione dati (TETRA
16
).
Ufficialmente, questi sono gli unici casi in cui si può osservare l’imposizione legale
di un certo standard, tuttavia, esistono altre situazioni in cui la possibilità di scegliere
autonomamente lo standard tecnico con cui operare, è soltanto formale. Nel settore delle
telecomunicazioni, gli esempi di tali situazioni sono due:
- Le direttive comunitarie nel settore delle telecomunicazioni richiedono il rispetto di
determinati requisiti tecnici. Gli standard formali sono riconosciuti come pienamente
rispettosi di tali requisiti e quindi, per la loro adozione non è richiesta alcuna prova di
conformità. Invece, nel caso in cui si voglia adottare uno standard non-formale, la sua
conformità ai requisiti tecnici essenziali deve essere provata attraverso test appositi.
Essendo privi dell’onere della prova, gli standard formali godono di un notevole
vantaggio rispetto ad altre alternative.
- Le telecomunicazioni mobili utilizzano le radio frequenze, una risorsa scarsa, sulla
base delle regole di ripartizione dello spettro elettromagnetico stabilite dall’ITU, per
queste applicazioni. Nel momento in cui, il regolatore nazionale ha riservato la stessa
parte di spettro all’uso di un dato standard formale, è evidente che, per determinate
applicazioni, la sua adozione diventa non-volontaria.
1.2.3 Classificazione in base al diritto di proprietà
Gli standard possono essere protetti da diritti di proprietà intellettuale (IPR), come
ad esempio i brevetti,e le strategie commerciali di coloro che detengono tali diritti possono
influenzare significativamente la diffusione e il successo di uno standard. Uno standard
15
Si tratta di sistemi di telecomunicazione mobile già utilizzati in Europa. GSM: Global System for Mobile –
DCS-1800: Digital Communication System 1800MHz – ERMES: European Radio Messaging System.
16
TETRA:Terrestrial Trunked RAdio system.
Gli standard di compatibilità
10
coperto da diritti di questo tipo, è detto “sponsorizzato”
17
e qualche volta gli sponsor
possono anche essere più di uno: per esempio, inizialmente il GSM poteva contare su una
lista di dieci sponsor, tanto è vero che nel 1996, dieci aziende comunicarono all’ETSI di
essere in possesso di brevetti ritenuti essenziali per la realizzazione del sistema GSM.
1.2.4 Classificazione in base alla disponibilità
La definizione di standard adottata in precedenza non fa riferimento al suo grado di
disponibilità, o meglio, non discrimina sul fatto che l’accesso al set di specifiche che
compongono il corpo dello standard sia pubblico oppure no.
Questo perché esistono situazioni, come nel caso in cui la tecnologia in questione
sia oggetto di scambio tra due soli attori (cioè esiste un solo fornitore che si rivolge ad un
solo acquirente), in cui non è necessario che le caratteristiche tecniche dello standard siano
rese pubbliche.
Tuttavia, esistono anche dei casi in cui questa scelta di “riservatezza” corrisponde
ad una precisa strategia attuata dallo sviluppatore dello standard, che in questo modo può
innalzare barriere nei confronti di eventuali nuovi entranti. Un esempio è offerto dalla
strategia adottata da IBM nel 1970, con il suo sistema 370 per main-frame: le interfacce di
IBM non erano coperte da IPR eppure, non rendendo pubbliche tutte le caratteristiche,
IBM riuscì ad ostacolare l’ingresso sul mercato delle periferiche di sistema, ad altri
produttori, i quali non potevano dare garanzie assolute di corretto funzionamento dei loro
prodotti a seguito di eventuali evoluzioni hardware e software dei computer main-frame
18
.
Una strategia simile, è quella di rendere pubbliche gran parte delle specifiche di uno
standard, ma mantenendo nascoste alcuni aspetti chiave in modo che lo sviluppatore
originario abbia sempre un vantaggio, in termini di compatibilità ed efficienza, rispetto agli
altri fornitori. Recentemente, un’accusa di questo genere è stata più volte rivolta a
Microsoft in riferimento al proprio sistema operativo Windows.
La classificazione in base alla disponibilità, permette di distinguere due categorie di
standard:
17
David & Greeinstein, 1990.
18
Good, 1991, p.398.
Gli standard di compatibilità
11
- Standard proprietario
19
: sono standard le cui caratteristiche tecniche non sono state
svelate pubblicamente e che quindi sono utilizzati soltanto da uno o pochi fornitori di
tecnologia.
- Standard non proprietario: il corpo dello standard è di dominio pubblico.
E’ importante sottolineare che la disponibilità pubblica di uno standard e delle sue
interfacce, non dipende da eventuali diritti di proprietà. Infatti, può essere definito “open”
standard, non solo uno standard di compatibilità che è pubblicamente disponibile e che non
è coperto da IPR, ma anche quello i cui IPR essenziali sono disponibili sul mercato a
condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie.
Lo standard UMTS
Origine Formale elaborato dall’ETSI
Livello d’imponibilità legale Non volontario “di fatto” per effetto di
raccomandazioni e delle normative UE
Diritto di proprietà Non Sponsorizzato: non esistono IPR
Disponibilità Non proprietario: il corpo dello standard è di
pubblico dominio. E’ anche detto “open”
Figura 1.1 – Classificazione dello standard UMTS
1.3 Standard di compatibilità e reti
In passato, la questione della compatibilità era una preoccupazione esclusiva degli
specialisti tecnici, mentre oggi, con l’arrivo dell’Information Society, essa ricopre un ruolo
centrale in numerose e importanti industrie, dai computer alle telecomunicazioni, per finire
all’elettronica di consumo, ponendo la gente continuamente a confronto con tali problemi
di questo tipo.
La compatibilità tra sistemi e apparecchi diversi è consentita dall’uso di standard di
compatibilità, detti anche standard di rete, la cui prerogativa è che il loro impiego implica
19
Alcuni autori utilizzano la dicitura “standard proprietario” per distinguere quegli standard protetti da IPR.
In questa ricerca, questi ultimi sono detti “sponsorizzati”.
Gli standard di compatibilità
12
la presenza di un network, inteso come insieme di entità interconnesse, i nodi (o elementi),
compatibili tra loro grazie all’impiego di interfacce comuni.
20
Gli standard di rete sono quindi responsabili del funzionamento della rete stessa,
permettendo ai diversi nodi di comunicare tra loro, nonostante vengano utilizzati
apparecchi diversi, per caratteristiche costruttive e funzionalità.
Il “segreto” degli standard di compatibilità è proprio questo: essi devono definire
alcune interfacce attraverso le quali i nodi possono correlarsi, lasciando al contempo i
fornitori di tecnologia, liberi di decidere autonomamente le modalità di realizzazione e le
caratteristiche peculiari dei loro prodotti, in modo da migliorare l’efficienza produttiva (ad
esempio, costruendo parti componenti altamente integrate) e le performance.
Invece, per quanto concerne le reti, è essenziale distinguere tra reti virtuali e reti
reali la cui differenza risiede nel tipo di collegamento che intercorre tra i diversi nodi del
network:
- Nelle reti reali, i nodi sono fisicamente connessi attraverso cavi, fili, fibre ottiche, tubi,
ecc. Esempi sono: reti telefoniche fisse, rete elettrica, TV via cavo, Internet.
- Nelle reti virtuali, i nodi collegati tra loro direttamente, ma sono usati soltanto in
combinazione con servizi e prodotti compatibili con la rete. Esempi di reti virtuali
possono essere: reti di computer con piattaforma Windows/Intel oppure con
piattaforma Apple/Machintosh, reti di lettori di CD e videocassette VHS.
Standard Standard è un set di specifiche tecniche a cui un produttore può aderire,
tacitamente, in accordo con un contratto di adesione formale, oppure in
conformità con una specifica regolamentazione.
Standard di compatibilità Standard che definisce una o più interfacce tra i nodi di una rete, in modo tale
da garantire il loro interworking.
Standard open Standard di compatibilità pubblicamente disponibile, senza IPR oppure i cui
IPR essenziali sono disponibili a condizioni eque e non discriminatorie.
Standard proprietario Standard di compatibilità le cui specifiche non sono pubblicamente
disponibili. (usato di solito tra un solo fornitore e un solo cliente).
Standard sponsorizzato Standard coperto da diritti di proprietà intellettuale (IPR).
Standard formale Standard elaborato da un ente di standardizzazione ufficialmente riconosciuto
Interfaccia Set di specifiche che definisce l’interworking tra i nodi di una rete.
Interfaccia open Interfaccia pubblicamente disponibile, senza IPR oppure i cui IPR essenziali
sono disponibili a condizioni eque e non discriminatorie.
Figura 1.2 – Definizioni di standard e interfacce [Fonte: Bekkers, 2001]
20
Bekkers, 2001, p.169
Gli standard di compatibilità
13
Continuando l’analisi delle reti, è possibile distinguere, all’interno di un network,
delle sotto-reti formate da una comunità ristretta di nodi. E’ il caso, per esempio, degli
utenti di servizi fax all’interno della rete telefonica, oppure degli utenti di un certo software
(grafica, progettazione) nella rete Apple/Machintosh, o infine, delle diverse sottoreti di
protocolli (HTTP per visualizzare i siti web, SMTP per la posta elettronica) e applicazioni
(si tratta di programmi plug-in per il browser, come Flash, Shockwave e Real Audio)
presenti in Internet.
1.4 Caratteristiche ed effetti degli standard di compatibilità
Gli economisti che studiano gli standard di compatibilità e i mercati “di rete” hanno
a che fare con tutta una serie di fenomeni che possono influenzare, con modi e tempi
diversi, la diffusione di uno standard e l’evoluzione di un dato mercato. Tra questi, quelli
ritenuti rilevanti, ai fini della ricerca sono
21
:
- Esternalità di rete;
- Tecnologie di gateway e interconnessione;
- Effetti lock-in e costi di conversione;
- Path dependance;
- Effetto bandwagon;
- Concorrenza tra standard di compatibilità;
- Modularità e compatibilità all’indietro, in avanti e laterale.
1.4.1 Esternalità di rete
Per meglio comprendere il significato particolare di esternalità di rete, è necessario
fare un passo indietro ed illustrare il concetto più generale di esternalità. Le esternalità
possono essere definite come “i costi e i benefici di una transazione, generati o ricevuti da
un membro della società, di cui le parti coinvolte nella transazione non tengono conto”.
22
Oppure, più semplicemente, si può parlare di esternalità quando un partecipante al
mercato influenza gli altri attori senza che scatti un meccanismo di compensazione.
21
Bekkers, 2001, p. 172.
22
Lipsey, 1993, p. 403.
Gli standard di compatibilità
14
A prescindere dalla definizione, va tuttavia sottolineata una importante
caratteristica del fenomeno delle esternalità: esse non operano attraverso il classico sistema
dei prezzi, in quanto il loro effetto non viene compensato da nessun attore e quindi non
viene “internalizzato” dal mercato stesso.
Le esternalità possono essere di due tipi:
Positive: quando un soggetto beneficia di un incremento di valore dovuto alle scelte di
un altro. Ad esempio, il valore di un immobile può aumentare perché, nella stessa zona,
gli altri proprietari mantengono ben curate le loro proprietà (garage, gardino, ecc…).
Negative: quando su un soggetto ricadono gli effetti negativi derivanti da scelte altrui o
da fatti inevitabili e inattesi. Esempio: quando un auto inquina l’aria, quando un fiume
straripa danneggiano le abitazioni, ecc.
Una ulteriore ed importante distinzione può essere fatta tra:
Esternalità di produzione: è il caso in cui la produzione di un bene influenza,
negativamente o positivamente, la produzione di un altro bene. In letteratura, un
esempio classico è quello della produzione di fiori, che può avere un effetto positivo su
produzione di miele (ovviamente, quando esiste una vicinanza geografica tra le due
attività)
Esternalità di consumo: è il caso in cui il consumo di un bene produce degli effetti sul
consumo di un altro. In questo caso, l’esempio può essere specificatamente rivolto al
settore della telefonia mobile, dove l’utilizzo di un telefonino GSM e il consumo dei
relativi servizi da parte di un individuo, induce alla stessa scelta anche altri potenziali
utilizzatori.
Le esternalità, sia negative che positive, possono verificarsi in diverse tipologie di
mercato, ma quando interessano in particolar modo i mercati “a rete”, prendono il nome di
“esternalità di rete”.
La tematica delle esternalità di rete è stata affrontata per la prima volta nel 1974,
quando Rohlfs
23
riconobbe i loro effetti all’interno della rete telefonica pubblica, ma il
fatto che siano state riconosciute in tempi relativamente recenti, non significa che si tratta
di un fenomeno nuovo, dato che è possibile riscontrare i loro effetti anche su reti costruite
agli inizi del secolo (ferrovie, luce, gas, telefono).
23
Rohlfs, 1974.
Gli standard di compatibilità
15
Anche le esternalità di rete, possono essere suddivise in
24
:
- Esternalità di rete positive: un esempio può essere la rete telefonica. Più sono gli
abbonati alla rete, più persone possono comunicare tra loro. Per questo motivo il
valore che l’utente attribuisce alla propria connessione alla rete, dipende dal numero di
altri utenti già connessi.
- Esternalità negative: quando una rete è sovraccaricata rispetto alle sue capacità di
trasmissione, possono crearsi dei malfunzionamenti che riducono il valore per l’utente.
Vorrei far notare che, proprio nel settore delle telecomunicazioni, le esternalità
negative sono limitate dal fatto che, quando una rete è sovraccaricata e congestiona, questo
è dovuto al maggior numero di utenti connessi rispetto alla sua capacità e perciò il gestore
è incentivato ad accrescerne le dimensioni e quindi a superare automaticamente il
problema.
Per questo motivo, nel proseguo del capitolo verranno considerate solo le
esternalità di rete di tipo positivo, ed in particolare, quelle rivolte di consumo.
Un’ulteriore classificazione delle esternalità di rete è quella che ci consente di
distinguere tra
25
:
- Esternalità di rete dirette – Quando l’aumento di valore di un bene (e della rete di cui
fa parte) è il risultato di un effetto fisico diretto, cioè aumenta all’aumentare del
numero di soggetti con i quali esso può entrare in contatto, all’interno della rete. Un
esempio può essere proprio la rete di telefonia mobile, dove il valore attribuito al
telefonino, da parte dell’utente, è tanto più elevato quanti più sono gli altri utilizzatori
con cui egli può comunicare (stessa cosa per i fax, modem, ecc…).
- Esternalità di rete indirette – Quando il valore di un bene è funzione della diffusione di
beni complementari: quanto maggiore e vario è l’insieme di tali beni, più è elevato il
valore del prodotto standardizzato. Un esempio può essere quello dei software per
personal computer, oppure la diffusione di video cassette pre-registrate, ma anche una
migliore disponibilità di servizi post-vendita.
Le esternalità di rete indirette sono ben visibili nel mercato dei computer basati su
piattaforma Windows/Intel: quando la quota di mercato di questi sistemi è divenuta
24
Bekkers, 2001, p. 173.
25
Sobrero, 2001, p. 115.