4
Introduzione
Il presente lavoro si propone di analizzare il ruolo della
comunicazione pubblica all’interno della Smart City e all’interno del
progetto 17ODSesiones dell’Università di Murcia. L’obiettivo è
dimostrare che la smartness di una città, di un'università o di un
progetto è data in gran parte dall’efficacia della sua comunicazione e
dalla relazione con il pubblico di riferimento.
Le motivazioni alla base dello studio di questo tema sono
principalmente tre. La prima è nata dall’interesse personale
dell’argomento “Smart City” trattato durante una delle lezioni di
Comunicazione Pubblica della professoressa Gea Ducci, relatrice del
presente elaborato.
La seconda motivazione è data dalla mia esperienza Erasmus
presso l’Università di Murcia, in Spagna, nel secondo semestre dell’A.A.
2018/19. Infine, il terzo motivo che mi ha spinto a scrivere questa tesi è
l’attualità di queste tematiche e la frequenza con cui si sente parlare di
“smartness” e “sostenibilità” all’interno del panorama mediatico
odierno.
Questo soggiorno all’estero mi ha fatto riflettere su come poter
applicare i principi della Smart City all’Università, dando appunto vita
alla “Smart University”. Il concetto di Smart University, in questo senso,
è stato trattato anche da professori e ricercatori dell’Università di
Alicante che, nel 2016, hanno pubblicato un libro bianco intitolato
proprio “Smart University”.
Il caso ha voluto che, nel secondo semestre passato all’Università
di Murcia, precisamente a febbraio 2019, venisse avviato un progetto,
17ODSesiones, strettamente legato al concetto di Smart University e,
5
più precisamente, ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti
dall’ONU nell’Agenda 2030.
Posto che si tratta di una laurea in Comunicazione e Pubblicità
per le Organizzazioni e che l’idea di questa tesi nasce principalmente da
una lezione di Comunicazione Pubblica, mi sono concentrata sul ruolo
della comunicazione pubblica istituzionale nel contesto universitario a
supporto della sostenibilità.
La metodologia utilizzata nella presente tesi è la seguente: i
primi due capitoli, dedicati ai concetti di Smart City e Smart University,
sono frutto di una rielaborazione di ricerche effettuate online e dello
studio di volumi dedicati a questi temi.
Il terzo capitolo si basa sulla mia esperienza personale presso
l’Università di Murcia e sull’intervista in profondità rivolta alla
professoressa Inés López, coordinatrice del progetto 17ODSesiones. Si
tratta di uno strumento di indagine sociologica di carattere qualitativo,
condotta seguendo una traccia contenente aree tematiche e una check-
list di argomenti per ciascun’area individuata.
Il testo è organizzato in tre capitoli e ha una struttura “a
imbuto”: si parte da un argomento molto vasto, la Smart City, per poi
passare alla Smart University, e, infine, al progetto 17ODSesiones
dell’Università di Murcia.
Il primo capitolo introduce il concetto di Smart City, cercando di
definirlo attraverso il riferimento alla letteratura per capire il contesto
nel quale si diffonde quest’idea, l’interesse dell’Europa e i vari progetti
avviati per finanziare le Smart City. In questo capitolo vedremo inoltre
quali sono i criteri per definire una Smart City e quali sono le città più
smart in Europa e in Italia.
6
Dopo questo cappello introduttivo al concetto di Smart City si
cercherà di capire qual è il ruolo della comunicazione pubblica e della
PA all’interno di una Smart City, parlando anche dell’uso dei social
network, degli open data e del rapporto tra PA e cittadini in una città
smart.
Infine, ci chiederemo se la Smart City rappresenti più una realtà,
un’utopia o una moda del momento, tenendo presente il divario tra
nord e sud, tra città metropolitane e piccole realtà segnalato dall’iCity
Rate, il rapporto più recente condotto da FORUM PA che, dal 2012,
monitora il percorso delle principali 107 città italiane verso
l’appellativo di “città intelligenti”.
Il secondo capitolo applica i principi della Smart City al contesto
universitario definendo appunto il concetto di “Smart University”. In
questo capitolo si cercherà inoltre di comprendere quali sono i principi
e le attività di una Smart University, parlando anche del concetto di
sostenibilità, poiché un’Università smart, per definirsi tale, deve essere
anche – e soprattutto – sostenibile.
Il terzo capitolo, ricollegandosi al concetto di Smart University e
di sostenibilità, tratta il caso studio del progetto 17ODSesiones che
consiste sostanzialmente nell’applicare i 17 obiettivi di sviluppo
sostenibile dell’ONU a diverse attività svolte all’interno del Campus e
non solo.
Il capitolo tre comincia descrivendo le pratiche di sostenibilità
della Comunità Autonoma di Murcia e della sua Università fino ad
arrivare alla descrizione del progetto 17ODSesiones e al modo in cui,
quest’ultimo, viene comunicato. Grazie all’intervista in profondità
succitata entreremo nel dettaglio della comunicazione online e offline
del progetto e ne analizzeremo i punti di forza e di debolezza.
7
Per la realizzazione di questo elaborato mi pare doveroso
ringraziare la professoressa Inés López per la disponibilità nel
rilasciare un’intervista e per la gentilezza e cordialità dimostrata nei
miei confronti. Inoltre, è altrettanto doveroso ringraziare la mia
relatrice, la professoressa Gea Ducci, che ha sostenuto il mio lavoro fin
dal principio e mi ha sempre seguita, anche a distanza, attraverso
periodiche Skype Calls.
8
1- Smart City
1.1 Cos’è la Smart City
1.1.1 Perché diventare “smart”
Negli ultimi vent’anni le città hanno subito delle trasformazioni
radicali: già nel 2007 metà della popolazione mondiale viveva nelle città
e si prevede che nel 2050 la popolazione urbana arriverà intorno al
70%. Inoltre, è probabile che la popolazione mondiale aumenterà da 7 a
9 miliardi di persone, che l’economia crescerà di quasi quattro volte
rispetto a quella attuale e che, di conseguenza, ci sarà una maggiore
richiesta di energia e di risorse naturali (OECD 2012).
Le aree urbane rappresentano quindi sia il problema che la
soluzione alla questione ambientale: nelle città vengono consumate la
maggior parte delle risorse del pianeta ma, allo stesso tempo, sono
proprio queste ultime che offrono la possibilità di investire
economicamente in quelle innovazioni e infrastrutture che permettono
la tutela dell’ambiente.
Le città, dunque, possono essere dei luoghi di sperimentazione di
nuovi sistemi smart, come vedremo nei seguenti capitoli, capaci di
migliorare la qualità della vita dei cittadini e gestire le risorse
ambientali ed economiche in modo sostenibile e consapevole. Inoltre, le
soluzioni smart più efficaci potranno essere applicate su larga scala, ad
altre città o ad altre realtà, come ad esempio l’università.
Nel seguente grafico vi è la comparazione tra la popolazione
mondiale nel 1950, quella odierna (2015) e la previsione del 2050. Dal
grafico si può osservare che, non solo la popolazione è triplicata dal
9
1950 al 2015, ma anche la densità di abitanti delle aree urbane è
aumentata esponenzialmente, passando dal 30% al 54%, e si prevede
che nel 2050 raggiungerà il 68%.
Grafico 1 Contesto globale: comparazione tra popolazione totale e popolazione urbana.
(Fonte: rielaborazione personale dei dati tratti dal World Urbanization Prospect 2018
realizzato dall’ONU. Disponibile da: https://population.un.org/wup/).
Ad oggi, in Europa, il 30% della popolazione è concentrato nelle 500
città principali con più di 150.000 abitanti (Papa 2016, p. 571).
Nonostante si prevede che nel 2050 la popolazione europea diminuirà
di circa 25 milioni, la percentuale di popolazione urbana aumenterà del
10%. Questo implica che nel 2050 soltanto il 16% della popolazione
vivrà in zone rurali.
Grafico 2 Contesto europeo: comparazione tra popolazione totale e popolazione urbana.
(Fonte: rielaborazione personale dei dati tratti dal World Urbanization Prospect 2018
realizzato dall’ONU. Disponibile da: https://population.un.org/wup/).
2,54
7,38
9,77
30%
54%
68%
0,00
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
1950 2015 2050
Mondo
Popolazione Mondiale
(miliardi)
% popolazione che
vive nelle aree urbane
549,38
740,81
715,72
52%
74%
84%
0,00
200,00
400,00
600,00
800,00
1950 2015 2050
Europa
Popolazione Europea
(milioni)
% popolazione che
vive nelle aree urbane
10
In Italia la situazione è molto simile a quella europea: nonostante sia
prevista una diminuzione demografica del 7%, l’urbanizzazione
aumenterà dell’11%. Infatti, l’area urbana può espandersi anche in
condizioni di stabilità o di decrescita della popolazione.
Al contrario, urbanizzazione e crescita economica sono direttamente
proporzionali ma portano con sé anche effetti negativi come
l’inquinamento atmosferico, la disoccupazione, il sovraffollamento, la
congestione del traffico, l’esclusione sociale e la scarsa partecipazione
alla vita pubblica (ISTAT 2017).
Grafico 3 Contesto italiano: comparazione tra popolazione totale e popolazione urbana.
(Fonte: rielaborazione personale dei dati tratti dal World Urbanization Prospect 2018
realizzato dall’ONU. Disponibile da: https://population.un.org/wup/).
In ogni caso, è sempre da grandi problemi che nascono grandi
opportunità: questa previsione allarmante ha portato l’Unione Europea,
l’ONU, altri paesi ed istituzioni a prendere dei provvedimenti per
salvaguardare il futuro del pianeta ed avviare dei progetti come Europa
2020, Horizon 2020 e l’Agenda 2030 per gli obiettivi di sviluppo
sostenibile.
Europa 2020 è “il programma dell’UE per la crescita e l’occupazione
per il decennio in corso. Mette l'accento su una crescita intelligente,
46,60
59,50
55,09
54%
70%
81%
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
1950 2015 2050
Italia
Popolazione Italiana
(milioni)
% popolazione che vive
nelle aree urbane
11
sostenibile e inclusiva come mezzo per superare le carenze strutturali
dell’economia europea, migliorarne la competitività e la produttività e
favorire l’affermarsi di un’economia di mercato sociale e sostenibile”
1
.
Il programma prevede il raggiungimento del 75% del tasso di
occupazione per le fasce d’età comprese tra i 20 e i 64 anni e
l’investimento del 3% del PIL dell’UE in ricerca e sviluppo. In quanto
alle soluzioni climatiche ed energetiche si prevede di ridurre le
emissioni di gas a effetto del 20% rispetto ai livelli del 1990, di ricavare
il 20% del fabbisogno di energia da fonti rinnovabili e di aumentare del
20% l'efficienza energetica. Tutto ciò entro il 2020.
Anche l’istruzione e l’inclusione sociale sono temi importanti per la
Strategia Europa 2020. Gli obiettivi riguardanti queste categorie sono:
ridurre il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10%, portare
almeno il 40% delle persone di età compresa tra 30 e 34 anni a ottenere
un diploma d’istruzione superiore e ridurre il numero di persone a
rischio o in condizioni di povertà e di esclusione sociale di almeno 20
milioni di unità
2
.
Horizon 2020 è il quadro europeo per la ricerca e l’Innovazione
relativo al periodo 2014-2020
3
. In 7 anni, circa 80 miliardi di euro
verranno destinati principalmente a: ricerca e sviluppo, eccellenza
scientifica, leadership industriale, supporto alle PMI, sicurezza
alimentare, sanità, energie rinnovabili, trasporto verde e integrato,
sicurezza, diffusione dell’eccellenza e promozione della partecipazione.
1
Fonte: La Strategia Europa 2020, https://bit.ly/2Kw7kjq. Ultima consultazione:
05/08/19.
2
Ibidem.
3
Al progetto Horizon 2020 partecipano i seguenti paesi: Islanda, Norvegia, Albania,
Bosnia ed Erzegovina, l'ex-Yugoslavia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia,
Israele, Moldavia, Svizzera, Isole Faroe. Fonte: http://www.apreumbria.it/faq/faq-
h2020paesi. Ultima consultazione: 05/08/2019.
12
Il tutto per ottenere una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”
(Commissione Europea 2014, p. 5).
Queste tre parole si legano molto a un altro progetto dell’ONU,
l’Agenda 2030 per gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Approfondiremo
meglio questo concetto nel capitolo 2.3. Inoltre, l’ultimo capitolo di
questa tesi sarà dedicato alla comunicazione del progetto 17ODSesiones
dell’Università di Murcia, in Spagna. Questo progetto si basa
sull’applicazione, nel contesto universitario, dei 17 obiettivi per lo
sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Tutti questi progetti possono avere successo soltanto attraverso la
collaborazione di diversi stakeholders pubblici e privati, la
partecipazione dei cittadini e l’utilizzo di tecnologie come l’ICT
(Information and Communications Technology). Ed è proprio da qui che
nasce il concetto di Smart City: occorre partire dal contesto urbano per
riprogettare la città del futuro in modo tale che sia sostenibile non solo
dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale.
1.1.2 Interesse sul tema “Smart City”
L’argomento “Smart City” ha suscitato maggior interesse
specialmente negli ultimi anni. Le ragioni sono principalmente due: i
progetti legati alla sostenibilità ambientale ed economica – come quelli
visti in precedenza – e i fondi stanziati dall’Unione Europea, dall’ONU e
da altri enti pubblici e privati per finanziare progetti e soluzioni smart.
Il seguente grafico rappresenta la rielaborazione dei dati tratti da
Google Trends riguardo all’interesse mondiale sull’argomento “Smart
City”. Quest’ultimo è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni: tra il 2009
e il 2014 l’interesse medio era del 32% mentre tra il 2015 e il 2019
13
raggiunge il 68%, con un picco registrato ad agosto 2015.
La ragione del picco d’interesse molto probabilmente è data dal fatto
che in quel periodo venne pubblicato sul sito europeo di TED (Tenders
Electronic Daily) un bando di concorso pubblico intitolato “Innovazione
aperta nelle città intelligenti, progettazione per ecosistemi di
innovazione di successo”.
4
Grafico 4 Interesse rispetto al termine "smart city" nel mondo negli ultimi dieci anni.
(Fonte: https://trends.google.it/).
In Italia, l’aumento dell’interesse rispetto al tema “Smart City” non è
così vertiginoso come nel resto del mondo ma è comunque notevole.
Negli ultimi 5 anni l’interesse è aumentato del 26%, raggiungendo il suo
picco massimo nell’ottobre 2012. La causa può essere attribuita al fatto
che in quel periodo il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca) stanziò 655,5 milioni di euro per finanziare idee e
interventi per lo sviluppo di Smart Cities su tutto il territorio nazionale
attraverso il bando “Smart Cities and Communities and Social
Innovation”
5
.
4
Fonte: https://bit.ly/2NqdHXX. Ultima consultazione: 05/08/19.
5
Fonte: http://www.istruzione.it/archivio/web/ricerca/smart-cities-and-
communities-and-social-innovation.html. Ultima consultazione: 06/08/19.
14
Non solo: nell’ottobre 2012 si tenne a Bologna la prima edizione di
Smart City Exhibition, manifestazione fieristica sulle Smart Cities nata
dalla collaborazione tra Bologna Fiere e FORUM PA
6
. L’interesse rimane
piuttosto vivo anche nella seconda e nella terza edizione, svolte
rispettivamente nell’ottobre 2013 e 2014. Tuttavia, a partire
dall’ottobre 2015, che corrisponde alla quarta ed ultima edizione della
Smart City Exhibition, vi è un calo drastico dell’interesse rispetto agli
anni precedenti.
Grafico 5 Interesse rispetto al termine "smart city" in Italia negli ultimi dieci anni.
(Fonte: https://trends.google.it/).
Abbiamo visto da quali problematiche nasce l’idea di progettare le
Smart Cities e come queste ultime vengono finanziate. Tuttavia, non
abbiamo ancora risposto a un quesito chiave: che cos’è una Smart City?
Rispondere a questa domanda non è semplicissimo poiché è un tema
molto ampio e non ben definito. Esistono però tre punti di vista da
esplorare per poter trarre una definizione più coerente ed esaustiva di
Smart City.
6
Fonte: https://bit.ly/2NiTl2C. Ultima consultazione: 06/08/19.