interessi o problemi, o che, semplicemente, vogliono
condividere esperienze o materiali di vario genere. Infine, il
Web si presenta come un importante mezzo attraverso il quale
chi comunica può manifestare le proprie idee liberamente, ma
soprattutto la propria identità.
Questo lavoro ha l’obiettivo di descrivere ed analizzare
la diffusa presenza in Rete di comunità virtuali di giovani
cinesi di seconda generazione residenti in Italia. A tal fine la
ricognizione teorica approfondirà i temi dell’immigrazione
cinese in Europa e in Italia e della condizione sociale e
psicologica dei giovani immigrati cinesi di seconda
generazione. Verranno, inoltre, analizzate le basi teoriche della
Comunicazione Mediata dal Computer (CMC), concentrando
l’attenzione sui suoi strumenti, sulle comunità virtuali e le
relative modalità di partecipazione e comunicazione, tutto ciò
al fine di predisporre gli strumenti necessari per poter
descrivere ed analizzare alcune comunità online sorte ad opera
di giovani cinesi residenti in Italia ormai da anni.
Attualmente sono più di mezzo milione
3
i figli
d’immigrati nati, o giunti in Italia sin dalla tenera età (numero
destinato ad aumentare con le nuove nascite e i
ricongiungimenti familiari); parallelamente Internet, sempre
più sta acquisendo la connotazione di medium privilegiato per
tutti quei gruppi di individui sorti intorno ad interessi ed
obiettivi particolari, i quali comunicano, si organizzano e
reclutano nuovi membri, ma soprattutto manifestano la propria
identità, attraverso la Rete. In particolare: “Su mezzo milione di
ragazzi stranieri nati o arrivati da piccoli in Italia, sono
sempre di più quelli che scelgono Internet per comunicare e
raccontarsi. […] A volte si inizia a scrivere addirittura per
3
Vivanco P. B., Siti, chat, blog e forum: la seconda generazione racconta
l’Italia che vive, Metropoli, Anno 1, Numero 12, 02 Aprile 2006, La
Repubblica.
4
noia o per scherzo… e poi ci si rende conto che si hanno tante
cose da dire, con un punto di vista speciale […]”
4
.
Considerati la grande diffusione di Internet e il suo
largo uso da parte di giovani di seconda generazione che oggi
in Italia rappresentano una realtà più che consistente e in
continuo aumento, è importante comprendere la rilevanza che
questi giovani sempre più conferiscono al Web poiché tale
mezzo consente loro non solo di riunirsi ed incontrarsi in
luoghi virtuali in cui poter condividere esperienze di vita,
opinioni, interessi, ma soprattutto di esprimersi liberamente e
di poter “parlare di sé” in profondità, offrendo informazioni,
materiali, storie di vita in grado di “raccontare” la propria realtà
a chiunque sia disposto ad ascoltarla e a chiunque sia disposto
ad andare oltre i più diffusi pregiudizi etnici che spesso,
purtroppo, ostacolano la comunicazione tra comunità
immigrata e comunità autoctona.
La seconda generazione di cui si parla è costituita da
giovani, figli d’immigrati, i quali hanno subito la scelta di
emigrare dei genitori, e dunque una scelta di cui non sono
responsabili; sono cresciuti guardando la tv italiana, hanno
assorbito tutti gli usi, i costumi e le abitudini tipicamente
occidentali che caratterizzano la comunità italiana, si sono
istruiti tra i banchi della scuola italiana, e hanno condiviso
tempo, obiettivi, desideri e aspirazioni con compagni italiani.
La seconda generazione è, pertanto, costituita da “giovani
italiani” a tutti gli effetti, che, tuttavia, possiedono alcune
caratteristiche somatiche proprie della comunità da cui essi
provengono, le quali continuano a parlare delle proprie radici e,
per questo, continuano a contraddistinguerli e ad allontanarli
dall’essere “completamente italiani” agli occhi degli autoctoni,
i quali difficilmente riescono ad andare oltre il sottile velo delle
apparenze, continuando spesso a manifestare nei loro confronti
4
Vivanco P. B., op. cit., 2006, p. 8.
5
atteggiamenti tali da farli sentire “diversi”. Proprio per questo i
giovani immigrati, condividendo un’esperienza di vita molto
particolare, si incontrano su Internet per offrirsi comprensione
reciproca, sostenersi a vicenda, moralmente e legalmente, ma
soprattutto per sfruttare ogni mezzo possibile al fine di stabilire
una comunicazione, un punto d’incontro, con la società dei
nativi. In particolar modo, per la comunità cinese immigrata,
Internet sembra costituire quasi una “mania”, così definita da
Qifeng Zhu (creatore di uno dei siti d’interesse di questo
lavoro), durante un’intervista rilasciata per Il Passaporto.it,
periodico online dedicato all’Italia multietnica
5
. I giovani
cinesi, infatti, più degli altri gruppi etnici, sembrano fare
grande uso di Internet e di tutti i mezzi di comunicazione
mediata da esso resi disponibili: basti pensare che le comunità
descritte in questo lavoro sono ben sette e non sono le sole
formate esclusivamente da ragazzi cinesi.
Questo lavoro è nato con l’intenzione di rispondere ad
una serie di quesiti riguardanti le motivazioni che spingono la
comunità cinese, più di altri gruppi etnici, a fare un grande uso
di Internet e dei mezzi di CMC da esso resi disponibili, e il
perché molte comunità online nascono ad opera di giovani
immigrati e non di individui appartenenti alla prima
generazione. Dopo un’analisi derivante da una lunga
osservazione durata più di un anno, e dalla partecipazione ad
alcune comunità virtuali formate da ragazzi cinesi, si è deciso
di realizzare una ricerca suddivisa in quattro capitoli: i primi
due di approfondimento teorico, in grado di offrire le
conoscenze e gli strumenti necessari alla lettura dei due
successivi, a carattere sperimentale:
5
Zhu Q., Quando cittadini si diventa, Il Passaporto.it, 09 Marzo 2005.
Fonte: http://www.ilpassaporto.kataweb.it/ dettaglio.jsp?id=24617&s=4
6
- Nel cap. I si delineano le caratteristiche
dell’immigrazione cinese, in modo da comprendere le
modalità di insediamento all’interno del tessuto socio-
economico pre-esistente; inoltre, si è ritenuto necessario
parlare della storia e delle motivazioni che hanno
portato i cinesi d’oltremare a giungere fino in Europa e
in Italia, nonché specificare le principali zone di
provenienza dei flussi migratori cinesi al fine di
comprendere le origini e le abitudini del cinese
immigrato in Italia. Infine è stato opportuno
approfondire la questione delle seconde generazioni,
sottolineandone l’aspetto psicologico e sociale.
- Il cap. II si concentra sulla comunicazione mediata dal
computer (CMC), sui suoi strumenti e sulle comunità
virtuali. Con esso si vogliono fornire gli strumenti
necessari alla comprensione del capitolo successivo in
cui si descrivono ed analizzano comunità virtuali che
utilizzano diversi strumenti di CMC descritti in questo
capitolo. Il secondo capitolo offre le basi per la
comprensione del concetto di usabilità di un sito web e
dei metodi, e i relativi strumenti, necessari alla sua
rilevazione.
- Nel cap. III vengono descritte alcune comunità virtuali
6
sorte online ad opera di giovani cinesi di seconda
generazione: Perla d’Oriente, QQItaly.com,
QQRevolution, QQItaly.it, Cittadinisidiventa.it e
Associna.com. Attraverso tali descrizioni si intende
offrire al lettore un quadro completo della
partecipazione dei giovani cinesi sul Web e segnare una
6
Le descrizioni di tali comunità sono il frutto di una partecipazione
continua e costante di chi scrive a tali comunità: per più di un anno ho
partecipato attivamente alle discussioni, ho interagito con i membri e ho
osservato le dinamiche d’interazione e comunicazione.
7
sorta di “percorso”: ognuna di queste comunità, infatti,
più che rappresentare una comunità indipendente dalle
altre, rappresenta un “piccolo passo” in direzione della
realizzazione di una delle più importanti iniziative
attualmente presenti in Rete riguardanti le seconde
generazioni: Associna.com. Al fine di poter esprimere
un giudizio sulla qualità dei contenuti, della grafica e
della navigabilità del sito di Associna si è ritenuto
opportuno inserire, in questo capitolo, un’analisi di
usabilità del sito stesso e un’analisi di usabilità relativa
a Cittadinisidiventa.it
7
: utilizzando tale analisi come
mezzo (e non come fine), è stato possibile pervenire a
giudizi obiettivi e soprattutto comparabili dei siti; ma,
cosa più importante, attraverso tale analisi è stato
possibile esaminare i contenuti, la grafica e la struttura
di entrambi i siti in maniera completa e sistematica,
mediante l’utilizzo di uno strumento di valutazione pre-
stabilito e comune ad entrambe le analisi, escludendo in
tal modo il rischio di esprimere giudizi parziali e
scarsamente definiti.
- Il cap. IV, infine, concede particolare spazio al progetto
che muove la community Associna.com, che risulta
essere una delle iniziative più rilevanti riguardanti le
seconde generazioni, attualmente presente online: dopo
un’analisi strutturale e di contenuto del sito, riportata
nel terzo capitolo, si è ritenuto necessario andare oltre
un’osservazione meramente tecnica, chiamando in
causa direttamente l’ideatore e creatore del sito, il
giovane Junyi Bai. Egli, rendendosi disponibile ad un
7
Si tenga presente che tutte le comunità descritte nascono intorno a singoli
strumenti di comunicazione, quali forum e gruppi, tranne quelle sorte
intorno ad Associna.com e a Cittadinisidiventa.it che sono due siti. Proprio
per questo motivo l’analisi di usabilità viene condotta su entrambi.
8
incontro e ad un’intervista libera in profondità, ha
contribuito ad arricchire il contenuto dell’intero lavoro
apportando un’esperienza di vita diretta in grado di
avvalorare tutto ciò che è stato detto sulle seconde
generazioni, ma soprattutto in grado di far ben
comprendere al lettore quali sono gli intenti e gli
obiettivi che muovono il sito e il progetto di Associna.
9
Capitolo 1: L’immigrazione cinese in
Italia e le seconde generazioni
“ I giovani cinesi cercano su Internet loro simili con alle
spalle lo stesso percorso e punti d’interesse comuni: ragazzi
cinesi scolarizzati che parlino l’italiano, anche perché una
persona cresciuta qui è diversa da un’altra che ha trascorso
tutti gli anni dell’infanzia in Cina”
Qifeng Zhu, 2005
10
Un’antichissima poesia cinese recita: Ovunque
s’infrangono le onde dell’oceano, ci sono cinesi d’oltremare
8
.
Le migrazioni oltremare sono, dunque, iscritte da molto tempo
nell’universo cinese: esse durano da circa sette secoli, e i cinesi
in giro per il mondo, oggi, sono circa 33 milioni
9
(senza
contare Taiwan e Hong Kong), che vivono in ben 136 paesi
10
,
Africa compresa . Solo in Italia, durante gli ultimi venti anni,
essi sono passati da 1500 a 150.000
11
, compreso un 10-15 % di
clandestini, provenienti soprattutto dal Zhejiang.
La causa della grande migrazione cinese non è né una
patria perduta, né una persecuzione come quella degli ebrei, né,
tanto meno, una forte carestia come quella che spinse, verso
metà Ottocento, migliaia di irlandesi ad emigrare dalla propria
terra per poter sopravvivere. Il popolo cinese emigrato fino al
1985-86, è un popolo di migranti economici
12
, quasi tutti tra i
25 e i 45 anni, convinti che all’estero si diventa ricchi più in
fretta
13
. Essi sono ricorsi anche all’immigrazione clandestina
pur di realizzare il proprio sogno, che non è semplicemente
quello di trovare lavoro, ma quello di avere successo per poi
tornare in patria benestanti, rispettati, in condizioni tali da poter
aiutare la propria famiglia e il proprio Paese.
8
Farina P, Cologna D., Lanzani A., Brevegleri L., Cina a Milano: famiglie,
ambienti e lavori della popolazione cinese a Milano, Abitare Sagesta
Cataloghi, Milano, 1997.
9
Fonte: Merli I., Parto, divento ricco e poi torno, GEO n.1, Gennaio 2006,
p. 142.
10
Ibidem.
11
Ibidem.
12
Domenach J. L., Dove va la Cina?, Carocci editore, Roma, 2005.
13
Ceccagno A., (a cura di), Il caso delle comunità cinesi. Comunicazione
interculturale ed istituzioni, Armando Editore, Roma, 1997.
11
Tuttavia, dalla fine degli anni Novanta si stanno espandendo
migranti diversi: ex operai, provenienti dal Nordest della Cina,
che lavoravano nelle grandi fabbriche statali, dove, solo tra il
1995 e il 2000, sono state dichiarate in esubero quasi nove
milioni di persone e che giungono fino in Italia a causa della
mancanza di lavoro e prospettive.
Le modalità di insediamento e d’inserimento della
comunità cinese nei luoghi e nelle comunità d’arrivo sono, per
molti aspetti, differenti rispetto a quelle degli altri gruppi
etnici: infatti, mentre i gruppi di immigrati appartenenti ad altre
etnie cercano di inserirsi in qualche modo nel tessuto socio-
economico preesistente nei paesi d’approdo
14
, gli immigrati
cinesi tendono a provocare consistenti cambiamenti socio-
economici nei luoghi d’arrivo, dando vita a delle “società nelle
società”, ossia a degli organismi sociali veri e propri che
possono definirsi nel contempo “chiusi” poiché ritenuti
autonomi sotto il punto di vista economico e sociale, e “aperti”
poiché in continua relazione e scambio col tessuto socio-
economico circostante. Tale apertura e chiusura consente loro
di preservare la propria identità e di tramandarla di generazione
in generazione e nel contempo di interagire liberamente con
l’ambiente circostante senza mettere in pericolo le proprie
tradizioni, usi e costumi.
L’immigrazione cinese ha, dunque, delle peculiarità che
la caratterizzano e che la contraddistinguono da ogni altro
flusso migratorio, ma che l’accomunano a tutte le immigrazioni
cinesi avvenute in ogni tempo e in ogni luogo:
14
Non sempre riuscendoci del tutto, sia a causa dei pregiudizi razziali molto
diffusi, sia a causa di questioni puramente burocratiche legate
all’occupazione, all’acquisizione del permesso di soggiorno ecc…
12
- Una forte tendenza all’accentramento territoriale
15
: gli
immigrati cinesi, infatti, una volta arrivati nei paesi
d’approdo, occupano la medesima area geografica, sia
per quanto riguarda le residenze, sia per quanto
riguarda l’insediamento di attività lavorative autonome,
dando così origine a delle piccole Chinatown interne
alle città.
- Il fenomeno della auto-occupazione
16
: gli immigrati
cinesi, più che inserirsi nel tessuto economico
preesistente, preferiscono dare vita a piccole attività
imprenditoriali che si traducono, nella maggior parte
dei casi, nell’apertura di ristoranti, negozi di
abbigliamento, piccoli alimentari d’importazione
cinese, ecc, e che prendono posto all’interno di queste
Chinatown.
- Una concezione del tutto particolare della famiglia
17
:
l’arrivo nei luoghi d’immigrazione dei familiari è,
infatti, un momento fondamentale, non solo perché essi
si ricongiungono ai loro parenti ristabilendo il nucleo
familiare iniziale, ma anche perché la famiglia è, per la
comunità cinese, un concetto strettamente legato al
funzionamento delle attività economiche intraprese. Le
relazioni familiari assumono, in tal modo, una duplice
funzione: se da un lato sono importanti in quanto tali,
dall’altro lo sono poiché il successo o l’insuccesso
delle attività economiche dipende strettamente dalla
collaborazione e dal lavoro di tutta la famiglia. Per gli
15
Campani G., Carchedi F., Tassinari A. (a cura di), L’immigrazione
silenziosa-le comunità cinesi in Italia, Fondazione Giovanni Agnelli,
Torino, 1994.
16
Ibidem.
17
Famiglia intesa in senso patriarcale, perché è questo il modello di
famiglia tipicamente cinese. Cfr. Berti F., Immigrazione e modelli familiari,
Università di Siena, 1996/97.
13
immigrati cinesi la famiglia, dunque, non è solo
sinonimo di protezione, comprensione, valori,
continuità, ma è anche collocazione nel sistema
occupazionale che è comunque a conduzione
familiare
18
.
1.1. L’immigrazione cinese: la “diaspora” e la
formazione della comunità
L’uso del termine diaspora, riferito alle migrazioni
cinesi, è frequente nella letteratura sull’argomento. Tra i pochi
autori che si rifiutano di utilizzare tale termine ci sono Wang
Gugwu, professore dell’Università di Hong Kong per il quale il
termine diaspora è troppo legato alla storia ebraica, e Live,
secondo cui è possibile utilizzare il termine diaspora,
solitamente usato nel senso di dispersione al fine di indicare
l’ubiquità dei cinesi nel mondo, solo quando i contatti tra
comunità immigrata e luogo d’origine sono interrotti: tra i
cinesi d’oltremare e la madrepatria sono stati sempre mantenuti
contatti molto forti
19
. Le posizioni di tali autori sono
comprensibili dato che il significato del termine diaspora è
tuttora controverso: esso è utilizzato sia per intendere il
concetto di dispersione, sia per definizioni più complesse come
quelle riguardanti la rivendicazione identitaria da parte di
comunità lontane dal proprio paese d’origine.
18
Ibidem.
19
Campani G., Carchedi F., Tassinari A. (a cura di), op. cit., 1994.
14
Tre caratteri morfologici oggettivi definiscono una
diaspora
20
:
- la multipolarità della migrazione (dispersione);
- l’interpolarità delle relazioni, non solo quelle che le
migrazioni “classiche” mantengono col paese d’origine,
ma quelle esistenti tra i diversi poli della migrazione;
- l’extraterritorialià.
L’interpolarità delle relazioni si traduce non solo in
visite e relazioni d’affari tra i diversi poli, ma anche in
migrazioni da un polo all’altro. Ciò che differenzia la diaspora
da altre tipologie di migrazioni è lo sradicamento dal territorio
d’origine, cioè l’impossibilità di riprodursi in uno spazio fisico
chiuso, circoscritto e tangibile da cui essa tradizionalmente ha
origine
21
. Per questa ragione la migrazione è portata a
concepire uno spazio immaginario ricostruito su scala
internazionale. L’identificazione nazionale-territoriale è
trascesa in una visione di sé in una sorta di extraterritorialità: è
questa sensazione, questa percezione che costituisce il legame
della diaspora. Vi è, tuttavia, un territorio ideale nella memoria
della diaspora: il territorio del paese d’origine.
Secondo Cohen (1993)
22
, per non attribuire il concetto
di diaspora a troppi gruppi, diluendo la forza del concetto
originale, è opportuno tener presente alcune delle
caratteristiche principali che definiscono le diaspore classiche,
considerando sette criteri che egli individua al fine di verificare
se una comunità espatriata è parte o meno di una diaspora
23
:
20
Emmanuel Ma Mung, 1994.
21
Farina P, Cologna D., Lanzani A., Brevegleri L., op. cit., 1997.
22
Campani G., Carchedi F., Tassinari A. (a cura di), op. cit., 1994.
23
Ibidem.
15
- dispersione;
- trauma collettivo (che può essere costituito dalla
miseria, dalla sovrappopolazione, dalla guerra o da
qualche altra calamità);
- fioritura culturale (presenza attiva di ceti intellettuali);
- inserzione economica articolata, con una forte
percentuale di presenza nei servizi;
- relazione difficile con la maggioranza (forte
omogeneità culturale);
- trascendimento delle frontiere nazionali;
- promozione di un movimento di ritorno (sia delle
persone che dei beni e delle rimesse economico-
finanziarie).
Allo stato attuale delle conoscenze, pare che tali criteri
possano applicarsi all’intera migrazione cinese e alle intere
collettività insediate in differenti contesti nazionali: il trauma
collettivo e di dispersione è da riscontrarsi nella profonda
rottura avvenuta in Cina con la caduta della dinastia imperiale,
gli squilibri crescenti provocati dallo sviluppo demografico e
dalla capacità di sfruttamento delle risorse, nonché le
trasformazioni causate dalla penetrazione occidentale.
Significativa appare anche la compresenza degli altri criteri
distintivi: la fioritura culturale, l’insediamento economico (che
si riscontra anche in Italia), le relazioni di apparente
separazione con la popolazione autoctona e la promozione di
scambi con la madrepatria.
Il reticolo sociale è una metafora spaziale con cui si è
soliti indicare le relazioni tra soggetti facenti parte di una
comunità, ognuno dei quali è inserito in diversi sistemi di
appartenenza
24
.
24
Ibidem.
16
La nozione di reticolo consente di mettere in luce e di
analizzare le innumerevoli relazioni degli individui migranti
all’esterno del proprio gruppo ristretto (familiare-parentale),
dei gruppi etnici (provenienti dalle stesse aree d’esodo) e delle
collettività più ampie (stessa nazionalità d’origine), nonché
delle diverse strutture operanti nel paese d’immigrazione.
La costituzione di una comunità e la conduzione di una
vita comunitaria, intesa nel senso di vita come interazione tra
diversi gruppi primari e accettazione generale di norme e
valori comuni, all’interno di un comune spazio geografico
25
, da
parte dei gruppi immigrati, è realizzabile solo attraverso la
concomitanza di alcuni particolari fattori: la distribuzione
geografica, le possibilità di raggruppamento familiare,
l’inserimento professionale, le risorse etniche, sono tutti
elementi che consentono o meno la strutturazione di una
comunità. Proprio per questo, non tutti i gruppi immigrati
possono costituire una comunità: gruppi d’immigrati costituiti
da uomini o donne sole che non dispongono di alloggio
proprio, o che sono dispersi su un territorio ampio, producono
spesso reticoli sociali, ma non comunità (si pensi al caso dei
nigeriani o dei senegalesi in Italia
26
).
Sulla base di tali considerazioni è possibile affermare
che i cinesi si sono strutturati progressivamente in comunità in
tutti i paesi nei quali essi si sono insediati. La principale
ragione di tale affermazione risiede nell’organizzazione
economica comunitaria tipicamente cinese, basata sulla
famiglia-impresa, con i suoi relativi e inevitabili reticoli
socioeconomici e culturali. La scelta dell’autonomia
imprenditoriale ed economica manifesta la loro volontà di
mantenersi uniti in quanto gruppo, che non ha come unico
riferimento la comunità immigrata di un singolo paese, ma le
25
Dominique Schnapper, 1974.
26
Ibidem.
17