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INTRODUZIONE: L’importanza dell’acqua nel mondo moderno
L’acqua rappresenta uno dei quattro
elementi fondamentali che
costituiscono il pianeta Terra e
copre il 71% dell’intera superficie
terrestre (364 milioni di km
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sui 510
totali della superficie terrestre sono
occupati da acqua). Può sembrare,
perciò, che l’acqua sia disponibile
in grandi quantità nel pianeta,
tuttavia non è così.
Il volume totale della Terra è di
1.083 miliardi di chilometri cubi (figura 1), invece quello delle acque è di appena
1,41 miliardi cioè lo 0,13% del totale; di questo, il 3% è costituito da acque dolci e
solo lo 0,26% è utilizzabile. Se tutta l’acqua della Terra riempisse una tanica da 5
litri, l’acqua potabile riempirebbe solamente un cucchiaino da caffè (CEA, 2011).
La risorsa idrica nel pianeta si distribuisce nei serbatoi principali (oceani, mari,
ghiacci e acque sotterranee) e secondari (laghi, fiumi, paludi, atmosfera, biosfera,
zona vadosa) che permettono l’immagazzinamento della risorsa idrica durante le
varie fasi del ciclo idrologico.
Gallerani e Viaggi (2006) affermano che il 79% dell’acqua dolce è racchiuso nelle
calotte polari e nei ghiacciai, mentre il 20% è costituito da acque sotterranee e il
restante 1% è costituito da acqua superficiale, come riportato in figura 2. Di
quest’ultima parte, solo poco più della metà è presente in laghi e fiumi ed è quindi
utilizzabile in modo relativamente semplice.
Figura 1. I numeri dell’acqua sul pianeta Terra (da
Fabbri, 2014, modificato)
Figura 2. La ripartizione dell’acqua dolce nei vari serbatoi principali e secondari (da CEA, 2011)
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All’inizio della storia geologica della Terra, tutta l’acqua era dolce, ma col tempo si
andarono a depositare negli oceani grandi quantità di sali minerali dilavati dalle
piogge e trasportati dai fiumi. Con la continua evaporazione delle masse d’acqua
marine, la concentrazione dei sali aumentò sempre più fino a rendere salata l’acqua
di mare.
Sebbene questo liquido sia comunemente considerato una risorsa rinnovabile grazie
al ciclo che lo caratterizza, risulta doveroso ricordare che tutta l’acqua presente nel
nostro pianeta deve essere utilizzata in maniera sostenibile, tenendo conto dei tempi
necessari al ripristino delle quantità asportate. Questo ripristino temporale non viene
considerato nella maggior parte del mondo, in quanto l’eccessivo utilizzo della
risorsa e gli sprechi considerevoli causati dalle reti idriche obsolete non ne
permettono un uso efficiente. L’acqua perciò risulta non essere rinnovabile a causa di
una sua gestione non sostenibile.
Per quanto riguarda le acque di superficie, come laghi e fiumi ad esempio, è possibile
gestire la risorsa in maniera sostenibile attuando adeguate politiche di monitoraggio e
controllo; invece, per quello che riguarda l’acqua fossile proveniente dalla falda
profonda, questa gestione non è concepibile poiché si tratta di una risorsa non
rinnovabile per la quale non esiste alcuna forma di reintegro.
Lo scopo di questo approfondimento è, dunque, quello di alimentare la
consapevolezza nella popolazione mondiale dell’attuale effettiva disponibilità della
risorsa idrica utilizzabile che via via diminuisce nel corso degli anni e che risulterà
essere sempre più rara se non si avviano fin da subito una serie di interventi decisivi
per permettere un miglioramento delle prospettive future. In particolare, la tesi si
sofferma sui diversi sistemi di irrigazione in pieno campo, i quali, utilizzando
notevoli quantità d’acqua dolce per effettuare l’approvvigionamento delle colture e il
bilancio idrico del suolo, risultano uno degli aspetti principali sul quale agire
prontamente e in maniera efficiente con lo scopo di diminuire eventuali sprechi ed
evolversi verso una gestione sempre più attenta alle reali esigenze delle colture e alla
sostenibilità di questa importantissima risorsa.
Si deve partire perciò con l’individuazione degli elementi essenziali dello
sfruttamento delle risorse irrigue e dell’impatto delle stesse sull’intera economia
agricola cercando di scoprire quali siano le principali problematiche che stanno alla
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base della sostenibilità dell’uso dell’acqua in riferimento alle tendenze evolutive del
sistema agricolo spinte dall’aumento demografico e dal commercio sempre più
globalizzato degli ultimi decenni.
a. La vita
L’acqua ha rappresentato l’ambiente all’interno del quale si sono sviluppati i primi
esseri viventi sul nostro pianeta. Senza acqua, il nostro corpo celeste diventerebbe
incandescente di giorno e ghiacciato di notte, avrebbe una temperatura superficiali 10
volte superiore a quella attuale, una pressione atmosferica 60 volte maggiore, una
quantità di CO
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3000 volte superiore e solo alcune tracce di ossigeno; la Terra
risulterebbe perciò invivibile. Tuttavia, più di tre miliardi di anni fa, nell’acqua,
protetti dai mortali raggi UV, si svilupparono i primi organismi e iniziò quella storia
senza fine che prende il nome di “evoluzione della vita”.
Questo è stato reso possibile dalle numerose proprietà chimico-fisiche che
caratterizzano la semplice molecola d’acqua costituita solamente da tre atomi, due di
idrogeno e uno di ossigeno. Le principali caratteristiche della molecola che
permettono agli esseri viventi di svilupparsi e crescere in ambiente acquatico o
utilizzando la risorsa idrica sono: l’elevato punto di ebollizione e l’elevato calore
specifico (quantità di calore che è necessario fornire all’unità di massa per
aumentarne la temperatura di un grado) che permettono all’acqua di riscaldarsi solo
quando riceve molto calore ottenendo così un’elevata inerzia termica, la viscosità che
risulta minima sotto i 30°C per poi aumentare esponenzialmente come la maggior
parte dei fluidi, la capacità di attenuare la luce che penetra in profondità,
l’organizzazione molecolare con legami covalenti e a idrogeno che le donano una
forma piegata e non lineare, la natura dipolare con il polo debolmente positivo in
corrispondenza dell’atomo di ossigeno e un altro debolmente negativo in prossimità
dell’idrogeno che permette loro di unirsi come una calamita, la densità che
diminuisce con temperature inferiori a 3,94°C , la polarità della molecola che
permette di solubilizzare le sostanze dotate di carica elettrica come i sali, la tensione
superficiale causata dalla preferenza delle molecole d’acqua di legarsi tra loro
piuttosto che con quelle d’aria e che permette di sostenere gli oggetti leggeri il cui
peso sia distribuito su ampie superfici, la capillarità che permette alle piante di
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assorbire l’acqua del suolo attraverso le radici, la solubilità che permette all’acqua di
essere un solvente universale in grado di trasportare tutte le sostanze incontrate
durante il suo ciclo, la presenza di ossigeno disciolto che aumenta con l’aumentare
della pressione atmosferica e il diminuire della temperatura, la quantità di anidride
carbonica che si scioglie facilmente in acqua e crea piogge debolmente acide con pH
uguale a 5,6 che è lo stesso dell’acqua distillata, il pH neutro compatibile con molti
organismi, la salinità che nelle acque di mare è rappresentata da sali come sodio e
cloruri, mentre nelle acque dolci da carbonati e bicarbonati di calcio e magnesio che
le donano anche durezza.
L’uomo ha utilizzato in passato e continua a utilizzare l’acqua per vari impieghi:
l’uso civile che coinvolge le acque potabili o quelle utilizzate per scopi igienici e
ricreativi (lavaggio del corpo, pulizia degli edifici pubblici e delle strade, irrigazione
dei parchi e dei giardini, costruzione di piscine e parchi divertimento); l’uso agricolo
per il quale l’acqua viene
utilizzata nei processi di
irrigazione, ma anche per
l’allevamento del bestiame
e l’itticoltura; l’uso
industriale che prevede
l’uso di questa risorsa nei
processi produttivi come
refrigerante, come
solvente, per il lavaggio
degli impianti e per l’eliminazione delle scorie; l’uso energetico sorto per soddisfare
le esigenze energetiche dei primi mulini ad acqua fino ad arrivare alle attuali centrali
idroelettriche e mareomotrici; l’uso di mantenimento della vita acquatica che
richiede un buono stato di qualità dei corpi idrici superficiali al fine di conservarne la
vita e la diversità biologica (figura 3).
Il corpo umano è costituito dal 75% d’acqua. Essa costituisce il 92% del nostro
sangue, circonda il cervello, è responsabile della termoregolazione, circola fra gli
organi sotto forma di linfa, è presente in ogni cellula, si trova nelle lacrime e nella
saliva, partecipa ai fenomeni digestivi, trasporta i residui catabolici, consente il
Figura 3. Diagramma dei principali utilizzi a livello mondiale
dell’acqua con le relative percentuali (da Primordial s.r.l.s., 2014)
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passaggio di sostanze dallo spazio intracellulare ai vasi e viceversa, lubrifica le
giunture e le membrane.
L’acqua viene utilizzata pure dai vegetali nei vari processi quali: fotosintesi,
trasporto di sostanze nutritive attraverso i canali dello xilema e del floema,
approvvigionamento idrico e di sali minerali che riescono a penetrare nelle cellule
delle radici e dei peli radicali a causa delle pressioni osmotiche, meccanismo di
coesione-adesione-tensione che spinge l’acqua verso le parti più alte della pianta.
Anche i microrganismi che popolano il nostro pianeta hanno avuto origine
principalmente dai sistemi acquatici e si sono poi evoluti secondo le modalità che
hanno permesso loro di vivere in ambienti estremi colonizzando nuovi territori prima
inesplorati da qualsiasi tipo di essere vivente. L’acqua ha permesso e permette loro di
muoversi nei vari ecosistemi; questo può comportare qualche pericolo per la salute
umana soprattutto in occasione di eventuali contaminazioni delle reti idriche e degli
acquedotti, i quali devono perciò essere costantemente monitorati per limitare la
probabilità di complicazioni.
La contaminazione delle acque non danneggia solamente l’uomo, ma può comportare
gravi problemi anche per le colture che vengono irrigate. Il proliferare di malattie o
di batteri patogeni può causare danni considerevoli alla pianta portandola perfino alla
morte, creando così gravi problemi economici all’agricoltore e all’azienda agricola,
la quale perderà il raccolto e si troverà ad essere costretta a sanificare l’area
contaminata con opportuni sistemi di rimozione dei patogeni.
Le specie animali presenti nelle acque dolci italiane sono circa 4900; esse
rappresentano il 10% della fauna totale italiana (escludendo le specie marine e i
Protozoi) e il 35% delle specie europee (CEA, 2011).
Oltre alle tradizionali forme di vita appartenenti al phylum dei cordati, nelle acque è
possibile trovare altri 3 tipi principali di organismi: i macroinvertebrati (visibili a
occhio nudo poiché hanno una taglia superiore al millimetro), i microrganismi
(osservabili al microscopio poiché più piccoli di un millimetro) e i batteri (organismi
unicellulari di dimensioni inferiori a 0,2 μm di diametro e 100 μm di larghezza).
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Le specie di macroinvertebrati e microrganismi d’acqua dolce presenti in Europa e
Italia sono rappresentati in figura 4 e 5.
Mentre, per quanto riguarda i batteri, essi vengono classificati in 4 tipi fondamentali
in base alle loro esigenze nutritive: autotrofi (in grado di produrre molecole
organiche partendo da composti inorganici attraverso processi come fotosintesi o
chemiosintesi), eterotrofi (in grado di metabolizzare i composti organici già
Figura 4. Rappresentazione dei principali organismi macroinvertebrati censiti in Italia e Europa (da CEA, 2011)
Figura 5. Rappresentazione dei principali organismi microrganismi trovati in Italia e Europa (da CEA, 2011)
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sintetizzati da altri organismi o presenti nell’ambiente), parassiti (vivono all’interno
di altri organismi creando rapporti di simbiosi) e saprofiti (si nutrono di materiale
organico demolendo la sostanza organica per putrefazione e fermentazione
rimettendo in circolo gli elementi costitutivi come azoto, carbonio e ossigeno).
La contaminazione delle acque da parte di questi organismi non è l’unico problema
che comporta un abbassamento della qualità delle acque. Le fonti di inquinamento
antropiche principali che rilasciano le sostanze dannose nei corsi d’acqua possono
essere le industrie, i centri abitati con relativi sistemi fognari, i canali di scolo, le
infrastrutture di trasporto, le discariche, l’agricoltura intensiva, l’estrazione delle
materia prime. Tutti questi processi produttivi comportano una serie di interventi che
tutelino la quantità e la qualità delle risorse idriche utilizzate dall’uomo. Si rende
necessario perciò attuare opere di bonifica ambientale nei siti contaminati da residui
di lavorazioni industriali e rifiuti inquinanti, risanare e adeguare le reti fognarie alle
normative previste dal servizio idrico integrato, riservare prioritariamente le fonti e le
risorse di più elevata qualità all’uso idropotabile sostituendo gradualmente il
consumo per altri usi con risorse di minor pregio, regolamentare l’uso delle acque
sotterranee limitando il ricorso ai pozzi solo in mancanza di forniture alternative,
attivare comportamenti virtuosi e un uso razionale, accrescere l’efficienza delle reti
di adduzione e distribuzione sia civili che irrigue, promuovere il riciclo e il recupero
dell’acqua nell’industria, migliorare e rendere più efficienti ed efficaci le tecniche di
irrigazione, promuovere e diffondere nella pratica domestica apparati e tecnologie
finalizzati alla riduzione degli sprechi e dei consumi d’acqua, promuovere forme di
produzione agricola che disciplinano i volumi d’acqua per l’irrigazione sulla base dei
bilanci idrici, affinare le caratteristiche qualitative degli scarichi dei depuratori più
significativi, proporre interventi finalizzati al contenimento e trattamento delle acque
di prima pioggia, ridurre le fonti di inquinamento puntuali e diffuse in acque marine
al fine di avere una migliore qualità ecologica, ridurre gli apporti di nitrati e altri
nutrienti in campo agricolo e zootecnico, ricorrere alle migliori tecniche di
produzione che tengano conto del loro impatto sulle acque.
b. L’economia