2
Più che il valore artistico delle loro opere, poté la storia drammatica della loro
vita, svelata al grande pubblico dalla prima biografia, nel 1857. The Life of Charlotte
Brontë di Elizabeth Gaskell andò a ruba come un romanzo e "... helped create the myth of
the novelist as tragic heroine..."
2
La leggenda ben presto assunse le caratteristiche di un
vero e proprio culto, con conseguente caccia alle reliquie e pellegrinaggio a Haworth.
Da allora, raramente è passato un anno senza che vedesse la luce una nuova opera
sulle sorelle Brontë. Almeno un centinaio sono biografie, diverse delle quali ad opera di
romanzieri.
Fra i più noti romanzieri biografi della famiglia Brontë, tra cui occorre ricordare
Christopher Fry (The Brontës of Haworth, 1975), ben quattro sono donne.
Questo studio si propone di esaminare queste quattro opere nel contesto del più
ampio rapporto personale o letterario intrattenuto dalle autrici con la famiglia di Haworth.
Si tenterà infatti di dimostrare che le biografie di Elizabeth Gaskell, Margaret Oliphant,
Muriel Spark e Daphne du Maurier non sono episodi casuali ma il risultato e il culmine di
una relazione ben radicata e durevole. Se ne evidenzierà inoltre la natura particolare di
opere di romanziere e i sentimenti di affinità o rivalità che le hanno ispirate. Se ne
individueranno infine i legami, dove possibile, con i temi, gli schemi, gli interessi ma-
nifestati nei lavori di narrativa delle stesse autrici.
I primi due capitoli saranno dedicati a The Life of Charlotte Brontë (1857) di
2
E. Showalter, A Literature of Their Own. From Charlotte Brontë to Doris Lessing, Princeton, Guildford,
Princeton University Press, 1977 (London, Virago Press, 1991, ristampa dell'edizione riveduta e corretta
del 1982), p.106: "...contribuì a creare il mito della scrittrice come eroina tragica..."
3
Elizabeth Gaskell e al breve "The Sisters Brontë" (1897) di Margert Oliphant, biografie
vittoriane e quindi condizionate dall'imperativo morale e dal rispetto dei canoni di
decenza e di decoro dell'epoca. Vedremo come la signora Gaskell, spesso accusata,
proprio per il suo fervore romanzesco, di essere “…the prime source of the fatal blurring
of fiction and fact which has bedevilled Brontë studies…”
3
, si sia improvvisata biografa
per celebrare l'amica e redimerne la reputazione, e come l'interesse della signora Oliphant
per Charlotte Brontë fosse dovuto a un senso di competizione, inferiorità e indignazione,
oltre che a sincera stima.
Gli ultimi due capitoli tratteranno di due biografie scritte nel periodo successivo al
trionfo della psicanalisi freudiana, e quindi tendenti ad analizzare il dato biografico in
chiave psicologica. Si studierà la passione, se non l'ossessione, brontëana nutrita fin
dall'infanzia da due scrittrici contemporanee, Muriel Spark e Daphne du Maurier.
In particolare, il penultimo capitolo metterà in luce come anche “Emily Brontë:
Her Life” (1953), scritto con distacco scientifico da saggista quando ancora Muriel Spark
non aveva fatto il suo ingresso nel campo della narrativa, riveli già in qualche modo
l'impronta della futura romanziera. Infine vedremo come la magnifica ossessione di
Daphne du Maurier per le sorelle Brontë si sia trasferita sul fratello, dando origine a
quella che per l'audacia delle interpretazioni e il sistematico ricorso al monologo interiore
può essere definita una grande biografia romanzata, The Infernal World o f Branwell
Brontë (1960).
Ricordiamo che non sono rare le incursioni di romanzieri in campo biografico,
tant'è vero che tre delle scrittrici suddette ci si sono cimentate più di una volta. D'altra
3
T. Winnifrith, The Brontës and their Background. Romance and Reality, London, Macmillan, 1973, p.1:
"... la causa principale della fatale confusione di realtà e fantasia che ha ostacolato gli studi sui Bronte..."
4
parte, il dibattito sul ruolo del biografo (artista o semplice artigiano?) e la collocazione
della biografia (storiografia o letteratura? Cronaca o romanzo?) è ancora aperto.
Emblematico della “…natura anfibia e contraddittoria..."
4
della biografia è il contrasto fra
due saggi sull'argomento di Virginia Woolf, The New Biography (1927) e The Art of
Biography (1939), i quali sostengono tesi diametralmente opposte. Nel primo caso, colui
che riesce a fondere abilmente "granite" e "rainbow"5, la solidità dei fatti e l'intangibilità
della personalità, è definito senza dubbio un artista; nel secondo, proprio in virtù delle
limitazioni imposte dal rispetto dei fatti, la sua natura d'artista viene negata.
Quasi tutti però sono d'accordo sul processo d'identificazione che lega il biografo
al suo soggetto, perché egli “… non può fare a meno di proiettarsi nell’immagine
dell’altro…”
6
Non a caso, il genere più frequentato dai romanzieri è la biografia
letteraria. Perché nessuno, probabilmente, può comprendere e immedesimarsi meglio in
un artista quanto un altro artista. Scrive il romanziere e biografo Massimo Grillandi:
...la biografia, la vera biografia... non è altro che il racconto, la narrazione della
vita di chi l'ha scritta. Lo scrittore e il poeta, che debbono necessariamente coesistere nel
biografo, nel raccontare un destino umano raccontano sempre e comunque il proprio
destino... E allora il patto biografico o autobiografico altro non è che un patto d'arte, che
come tale si risolve solo se chi lo contrae possiede gli strumenti, la preparazione e la
sensibilità, la poesia e la forza narrativa per rispettarlo e onorarlo.
7
4
A. Battistini, Lo specchio di dedalo. Autobiografia e biografia, Bologna, Il mulino, 1990, p.206.
5
“granito”, “arcobaleno”.
6
R. Dimichino, "Il potere della testimonianza, in AAVV Vendere le vite: la biografia letteraria, SIGMA,
anno XVIII, n.1-2, p.115.
7
M. Grillandi, "In difesa del romanzo biografico", in AAVV, Vendere le vite: la biografia letteraria,
op.cit., pp. 13-14.
5
Il fatto che la famiglia Brontë sia poi un soggetto particolarmente affascinante per
una romanziera non è sorprendente, perché
… the Brontë story is a deeply moving one, set in the same sombre setting and
with the same note of inevitable tragedy as Wuthering Heights, and ever since the
publication of Jane Eyre it has been all too easy to assume that the life of the Brontës is
another Brontë novel, or that the Brontë novels are autobiographical fragments.
8
La metà del diciannovesimo secolo, tre ragazze solitarie, la brughiera selvaggia,
uno padre vedovo e scontroso, una casa accanto al cimitero, un fratello alla deriva
formano uno scenario perfetto per un romanziere. "Their lives", osserva Muriel Spark,
"even apart from their writings, formed a work of art."9
Di più: se è vero, come abbiamo visto, che è propria delle donne di lettere la
sensazione di "... encountering in another woman's voice what they believed was the
sound of their own ...",
10
è del tutto comprensibile che esse si riconoscano e
s'immedesimino nell’esperienza artistica delle sorelle Brontë. Soprattutto, le romanziere
e poetesse di vocazione si riconosceranno nell'assoluta ineluttabile necessità della
scrittura e nella furia scatenata dell'immaginazione, che spinse le tre sorelle e il fratello a
inventare e a vivere a lungo in un intero mondo di fantasia, quello dei reami di Angria e
Gondal, un mondo byroniano, impetuoso, violento, seducente,
8
Winnifrith, op. cit., pp.2-3: "... quella dei Brontë è una storia molto commovente, ambientata nello stesso
tetro scenario e con la stessa nota d'inevitabile tragedia di Wuthering Heights, e fin dalla pubblicazione di
Jane Eyre è stato anche troppo facile presumere che la vita dei Brontë fosse un altro dei loro romanzi, o che
i loro romanzi fossero frammenti autobiografici."
9
M. Spark, "Foreword" a The Essence of the Brontës. A Compilation with Essays, Peter Owen, 1993: "La
loro vita, anche a prescindere dai loro scritti, costituiva un'opera d'arte."
10
10. Moers, op. cit., p. : "... incontrare nella voce di un'altra donna quello che credevano fosse il suono
della propria…”
6
... where heroes were amoral and unscrupulous, 'viciously beautiful', handsome
dukes who possessed noble wives and passionate mistresses, who begot bastards, ruined
their friends, and were at all times wonderfully eccentric and sardonic and sadistic...
creatures of fantasy, wicked, thrilling and adored...
11
Non crediamo sia un caso, inoltre, che tutte e quattro le scrittrici di cui ci
occupiamo in questa tesi fossero affascinate, come rivelano i loro scritti, dal macabro e
dal soprannaturale, così presente nella vita e nelle opere dei Brontë. Infine vogliamo
individuare un'ulteriore affinità nel fatto che tre delle nostre romanziere biografe
abitassero o fossero nate in Scozia o Cornovaglia, aree dove, come nell'Irlanda di Patrick
Brontë, il folklore e la tradizione orale prosperavano ancora e la cui storia era
caratterizzata da un "... thread of violence... which can help the imaginative mind
to conjure up visions so clear they are almost real."
12
Concludiamo ricordando che Elizabeth Gaskell, Margaret Oliphant, Muriel Spark
e Daphne du Maurier sono comunque e prima di tutto romanziere. Le biografie dei
Brontë, e le biografie in generale, rappresentano solo una piccola parte della loro
esperienza artistica, ma non per questo insignificante, perché "la biografia può essere
anche, nelle mani di un vero scrittore, vita che si fa poesia, e poesia che si fa vita."
13
11
M. Lane, The Brontë Story. A Reconsideration o f Mrs. Gaskell 's Life of Chalotte Brontë. London,
William Heinemann, 1953, p.109: "... dove gli eroi erano amorali e senza scrupoli, 'perversamente belli',
splendidi duchi che avevano nobili mogli e amanti appassionate, che procreavano bastardi, rovinavano gli
amici ed erano sempre meravigliosamente eccentrici e sardonici e sadici... creature di fantasia, malvagie,
esaltanti e idolatrate..."
12
M. Shallcross, The Private World of Daphne du Maurier, London, Robson Books Ltd, 1991, pp.37-38:
"... vena di violenza... che può aiutare la mente immaginativa a evocare visioni così chiare da essere quasi
reali."
13
13. Grillandi, op. cit., p.12.
7
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI IN NOTA
E.B.L. = "Emily Brontë: Her Life", di M. Spark (1953).
I.W.B.B. = The Infernal World of Branwell Brontë, di D. du Maurier
(1960).
L.G. = The Letters of Elizabeth Gaskell, a cura di J.A.V. Chapple e
A. Pollard (1966).
S.B. = "The Sisters Brontë", di M. Oliphant (1897).
The Life = The Life of Charlotte Brontë, di E. Gaskell (1857).
8
CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE DEI FRATELLI BRONTE
1816 Charlotte Brontë nasce a Thornton nello Yorkshire, terza figlia di
Patrick Brontë, pastore anglicano di origine irlandese, e della cornovagliese Maria
Branwell. Ambizioso, colto, severo, ma anche padre orgoglioso e probabilmente non troppo
oppressivo per i tempi, il reverendo sarà una presenza importante nella vita dei figli.
1817 Nasce Patrick Branwell Brontë, primo e ultimo figlio maschio di Patrick e
Maria.
1818 Nasce Emily Jane Brontë.
1820 Nasce l'ultimogenita dei Brontë, Anne. Patrick diventa curato di Haworth,
vicino a Keighley, e vi si trasferisce con tutta la famiglia. Maria si ammala di cancro.
1821 Una sorella di Maria, Miss Branwell, si stabilisce alla canonica per
prendersi cura di lei e dei bambini. Le circostanze la costringeranno a restare, di malavoglia,
anche dopo la morte di Maria, avvenuta nel settembre dello stesso anno. Donna pratica, austera,
fervente metodista, è spesso accusata di essere all'origine dei turbamenti religiosi dei fratelli
Brontë, soprattutto Anne e Branwell.
1824 Viene assunta l'amatissima domestica Tabitha Aykroyd, detta Tabby. Maria
ed Elizabeth, le due sorelle maggiori, vengono mandate alla scuola di Cowan Bridge per figlie di
pastori poveri, presto seguite da Charlotte ed Emily.
1825 Maria ed Elizabeth, già indebolite da una precedente malattia, non resistono al
regime dell'istituto, si ammalano di tisi e muoiono a un mese di distanza l'una dall'altra,
rispettivamente a undici e dieci anni. Il reverendo Brontë, preso dal panico, richiama a casa le
altre due figlie. L'episodio lascia un segno indelebile nella memoria di Charlotte, che lo
racconterà in Jane Eyre.
9
1826 Il rev. Brontë regala al figlio una scatola di soldatini di legno che diventano i
protagonisti fissi delle storie inventate dai ragazzi, in cui statisti ed eroi si muovono sullo
sfondo di isole e continenti di fantasia. Alla saga degli "Young Men" e alle successive
diramazioni "Angria" e "Gondal" si ricollegano gli scritti giovanili dei Brontë, stilati con
grafia microscopica su libriccini simili in tutto a volumi stampati ma di misure lillipuziane (
i più piccoli di cinque centimetri per quattro). Nessuno dei fratelli Brontë si affrancherà mai
del tutto da questo sogno a occhi aperti.
1831 Charlotte viene mandata alla scuola di Miss Wooler, a Roe Head, dove
incontra Ellen Nussey e Mary Taylor, con le quali stringe un'amicizia che durerà per tutta la
vita.
1832 Charlotte lascia Roe Head.
1835 Charlotte viene assunta come insegnante da Miss Wooler, che poco tempo
dopo trasferisce la scuola a Dewsbury Moor. Emily la segue come allieva, ma non resiste
ed entro tre mesi è sostituita da Anne. Intanto Branwell si reca a Londra per farsi ammettere alla
Royal Academy of Arts, ma per motivi sconosciuti torna indietro senza aver concluso niente. Da
questo momento invia varie lettere al Blackwood's Magazine nella speranza di farsi assumere.
Non ottiene risposta.
1837 Emily viene assunta come insegnante alla scuola di Law Hill, vicino ad
Halifax, dove resiste per un periodo variabile fra i sei e i diciotto mesi. Anne si ammala e torna
a Haworth.
1838 Charlotte, in seguito a un crollo nervoso, lascia Dewsbury Moor. Branwell tenta
la carriera di ritrattista aprendo uno studio a Bradford. Frequenta il generoso scultore Joseph
Bentley Leyland, destinato a diventare suo fedele amico per la vita.
1839 Anne viene assunta come governante presso la famiglia Ingham, a Blake
10
Hall, Mirfield, dove resiste otto mesi. Branwell chiude lo studio e torna a Haworth. E' forse
da questo momento che comincia a fare uso di oppio. Il giovane e allegro William Weightman
viene nominato curato del rev. Brontë. Forse Anne se ne innamora. Charlotte viene assunta
come governante presso la famiglia Sidgwick a Stonegappe, vicino a Skipton. Torna a casa dopo
un paio di mesi.
1840 Branwell viene assunto come tutore presso la famiglia Postlethwaite di
Ulverston, che lo licenzierà sei mesi dopo, probabilmente per condotta sconveniente. A ottobre
trova lavoro come impiegato delle ferrovie alla stazione di Sowerby Bridge.
1841 Anne viene assunta come governante a Thorp Green, presso la famiglia
Robinson, dove lavorerà per quattro anni. Charlotte viene assunta come governante presso i
White di Rawdon, vicino a Bradford. Branwell viene trasferito alla stazione di Luddenden
Foot. Le tre sorelle progettano di aprire una scuola.
1842 All'inizio dell'anno Charlotte ed Emily partono per Bruxelles, dove già vive
Mary Taylor con la sorella Martha, per studiare francese e tedesco al Pensionnat Héger.
Branwell viene licenziato per irregolarità nei conti. William Weightman muore di colera,
seguito a distanza di un mese da Martha Taylor e da zia Branwell. Charlotte ed Emily
lasciano Bruxelles.
1843 Branwell raggiunge Anne a Thorp Green in veste di tutore. Charlotte,
innamorata del suo professore, M. Héger, torna a Bruxelles come insegnante d'inglese. La
solitudine comincia a fare effetto sul suo sistema nervoso.
1844 Charlotte torna a Haworth.
1845 Anne lascia i Robinson. Arthur Nicholls viene nominato curato del rev.
Brontë. Branwell, a casa per le vacanze estive, riceve una perentoria e minacciosa lettera di
licenziamento dal signor Robinson. Ai familiari e agli amici racconta di aver avuto una
11
relazione con la moglie, Lydia Robinson. A tutt'oggi è impossibile stabilire che cosa accadde
veramente fra la signora di Thorp Green e il giovane tutore. A settembre Charlotte scopre per
caso le poesie di Emily. La persuade a pubblicarle assieme alle sue e a quelle di Anne.
1846 Charlotte fa pubblicare le poesie delle sorelle a pagamento dagli editori Aylott
e Jones, con il titolo Poems by Currer, Ellis and Acton Bell. Il volume passa inosservato.
Charlotte cerca invano un editore per il suo primo romanzo, The Professor. Una malattia agli
occhi rende il rev. Brontë praticamente cieco. Charlotte lo accompagna a Manchester per
un'operazione e qui comincia a scrivere Jane Eyre. Branwell declina fisicamente e
mentalmente, affogando i dispiaceri nell'alcol e nell'oppio, soprattutto dopo la scoperta che
la signora Robinson, rimasta vedova, non può o non vuole rivederlo. Circola la voce che una
clausola del testamento le impedisca di risposarsi.
1847 L'editore T.C. Newby accetta di pubblicare Wuthering Heights e Agnes
Grey ma non The Professor. Anche gli editori Smith & Elder rifiutano The Professor ma si
dichiarano interessati a un romanzo in tre volumi dello stesso autore. Charlotte invia il
manoscritto di Jane Eyre. In ottobre il libro viene pubblicato. I romanzi di Emily ed Anne
escono a dicembre, in parte a spese delle autrici. Gli pseudonimi utilizzati sono sempre Currer,
Ellis ed Acton Bell. Jane Eyre ottiene buone recensioni e un successo sensazionale.
1848 Newby approfitta della fama di Currer Bell e pubblica il secondo romanzo di
Anne, The Tenant of Wildfell Hall, diffondendo la voce che Currer ed Acton sono la stessa
persona. Per dimostrare la falsità dell'affermazione, Charlotte ed Anne si recano a Londra, si
presentano agli editori della prima e rivelano la vera identità dei Bell. A settembre muore
Branwell. Emily prende freddo al funerale, si ammala, ma rifiuta di curarsi. A dicembre muore di
tisi. Si ammala anche Anne.
1849 A fine maggio Anne muore a Scarborough, dove Charlotte ed Ellen l'avevano
12
accompagnata nella speranza che l'aria di mare potesse portarle qualche giovamento. A ottobre
Charlotte pubblica Shirley.
1850-1852 Charlotte, ormai famosa, ha l'opportunità di corrispondere con importanti
figure dell'epoca, quali G.H. Lewes, Elizabeth Gaskell e Harriet Martineau, ma raramente
accetta di compiere qualche visita, preferendo restare a Haworth con il padre. Arthur Nicholls
le dichiara appassionatamente il suo amore. Il rev. Brontë reagisce furiosamente. Charlotte
decide di declinare la proposta di matrimonio.
1853 A gennaio Charlotte pubblica il suo ultimo romanzo, Villette. Il signor
Nicholls lascia Haworth. Charlotte comincia a scrivere Emma.
1854 Il rev. Brontë acconsente finalmente al matrimonio. A fine giugno Charlotte e il
curato si sposano. A novembre, durante una passeggiata con il marito nella brughiera di
Haworth, Charlotte viene sorpresa da un temporale e si ammala.
1855 A febbraio muore la domestica Tabby. Charlotte la segue il 31 marzo, sopraffatta
dalla tisi e dai malesseri causati dalle prime fasi della gravidanza.
13
I. ELIZABETH GASKELL: THE LIFE OF CHARLOTTE BRONTË
I.1. Elizabeth e Charlotte: le amiche
When Mrs. Gaskell published her life of Charlotte Brontë in 1857, she
painted so vivid a picture of life at Haworth parsonage, and of the
talented, short-lived family who dwelt within its walls, that every Brontë
biography written since has been based upon it.
1
Il nostro viaggio sulle orme dei Brontë e delle romanziere che hanno scelto di
narrare la loro straordinaria vicenda umana e artistica non poteva dunque che iniziare
con lei, Elizabeth Cleghorn Gaskell.
L'incontro con questa gentile e apparentemente convenzionale signora vittoriana fu
uno degli eventi più significativi dell'ultimo periodo della vita di Charlotte Brontë.
Da questo rapporto, sostenuto da rare visite e frequenti scambi di corrispondenza, e
durato solo cinque anni a causa della morte improvvisa di Charlotte, scaturì una delle
più grandi biografie del diciannovesimo secolo.
Le due donne si conobbero nel 1850, dopo essersi ammirate a lungo da lontano.
Charlotte era ormai una scrittrice affermata. Elizabeth aveva riscosso lodi e suscitato
polemiche con il suo primo romanzo, Mary Barton (1848), e collaborava al
periodico di Dickens Household Words.
Nel novembre del 1849 Charlotte Brontë le aveva inviato una copia di Shirley,
appena pubblicato. Elizabeth Gaskell, sempre ansiosa di scoprire il più possibile
sulla vita privata delle colleghe, aveva svelato subito il segreto di Charlotte all'amica
Catherine Winkworth: "Currer Bell (aha! what will you give me for a secret?) She's
1
D. Du Maurier, The Infernal World of Branwell Brontë, London Gollancz, 1960, p.9: “Quando pubblicò
la sua vita di Charlotte Brontë nel 1857, la signora Gaskell tratteggiò un ritratto così vivido della vita nella
canonica di Haworth, e della famiglia dalla breve esistenza ma dal grande talento che dimorò fra quelle
mura, da farne il fondamento di ogni successiva biografia dei Brontë.”
14
a she... who has sent me 'Shirley.'"
2
Da buona vittoriana, la signora Gaskell era sconcertata dalla "... volcanic literature of
the body as well as of the heart..."3 di Charlotte Brontë. Giudicava Jane Eyre un "...
uncommon book". E aggiungeva: "I don't know if I like or dislike it."
4
Su Shirley
nutriva le stesse riserve, ma questo non le impediva di apprezzarne l'autrice: "...I
disliked a good deal in the plot of Shirley, but the expression of her own thoughts [of
Charlotte] in it is so true and brave, that I greatly admire her."
5
Così, nella stessa lettera, poteva esprimere a più riprese una divorante curiosità
sul conto della misteriosa signorina Brontë : "...I should like to hear a great deal
more about her...", e ancora, "I should like very much indeed to know her..."
6
La destinataria della lettera, Lady Kay-Shuttleworth, conoscente di entrambe le
scrittrici, era per il momento la sua massima informatrice sull'argomento.
Un'informatrice purtroppo poco attendibile, seppur in buona fede, così come la
signora Gaskell era un'ascoltatrice un po' troppo credulona. Questa sua ingenuità si
rivelerà dannosa, come vedremo, per il buon esito della biografia.
Furono proprio i signori Kay-Shuttleworth a organizzare l'incontro fra le due
2
The Letters of Elizabeth Gaskell, a cura di J.A.V. Chapple e A. Pollard, Manchester, Manchester
University Press, 1966, p.93: 'Currer Bell (aha! Cosa mi dai per un segreto?) E' una lei... che mi ha
mandato 'Shirley'." Ogni ulteriore riferimento a questo testo avverrà con l'abbreviazione L.G.
Currer, Ellis ed Acton Bell erano gli pseudonimi rispettivamente di Charlotte, Anne ed Emily Brontë.
3
E. Showalter, A Literature of Their Own: From Charlotte Brontë to Doris Lessing, Princeton, New
Jersey, Princeton University Press, 1977 (London, Virago Press, 1991, ristampa dell'edizione riveduta e
corretta del 1982), p.104: "... la vulcanica letteratura del corpo e del cuore..."
4
L. G., p.57: "... libro insolito." "Non so se mi piace a no."
5
L.G., p.116: "... ci sono parecchie cose che non mi piacciono nella trama di Shirley, ma il modo in cui
ella vi esprime i suoi pensieri è così sincero e coraggioso da farmela ammirare immensamente."
6
L. G., p.116: "...Mi piacerebbe sapere tante più cose sul suo conto." "Mi piacerebbe proprio tanto
conoscerla..."
15
scrittrici nella loro casa vicino al lago Windermere, Briery Close. Era il 19 agosto
1850. La visita durò tre giorni. I racconti di Lady Kay-Shuttleworth, basati più che
altro su dicerie, e quelli parziali della stessa Charlotte alimentarono la fantasia della
signora Gaskell, delineando un quadro iperdrammatico: un padre eccentrico e
dispotico, una casa tetra e spartana con infelice vista sul cimitero, ristrettezze
finanziarie, la morte improvvisa a breve distanza di un fratello e due sorelle
amatissime... La signora Gaskell ne fu vivamente impressionata. Il suo istinto
materno insorse. Ogni fibra del suo corpo fremeva d'indignazione e pietà per la povera
vittima. "Indeed I never heard of so hard, and dreary a life...",
7
scriveva a un'amica.
Queste prime impressioni non mutarono con il passare del tempo. I resoconti
dettagliati che la signora Gaskell inviò a numerosi conoscenti al termine della visita
contengono già in bozza tutti i punti chiave e gli errori della futura biografia, compresi i
bizzarri aneddoti sul padre di Charlotte. Sulle sventure della "povera signorina
Brontë", Elizabeth Gaskell aveva ormai gettato un occhio da romanziera.
Such a life as Miss B's I never heard of before Lady K S described her home to me
as in a village of a few grey stone houses perched up on the north side of a bleak
moor-looking over sweeps of bleak moors... The parsonage has never had a touch of
paint, or an article of new furniture for 30 years; never since Miss B's mother died...
An old woman at Burnley who nursed her at last, says she used to lie crying in bed,
and saying 'Oh God my poor children - oh God my poor children!' continually.
Mr Brontë vented his anger against things not persons; for instance once in one of
his wife's confinements something went wrong, so he got a saw, and went and sawed
up all the chairs in her bedroom, never answering her remonstrances or minding her
tears. Another time he was vexed and took the hearth-rug & tied it in a tight bundle &
set it on fire in the grate...
8
7
L.G., p.128: “In verità non ho mai sentito di una vita così dura e infelice…”
8
L.G., pp.124-25: "Non ho mai sentito di una vita come quella della signorina B., finché Lady K.S. non
mi ha descritto la sua casa in un villaggio di poche costruzioni di pietra grigia abbarbicate sul lato
settentrionale di una squallida brughiera - con vista su distese di squallide brughiere... La canonica non ha
avuto una mano di pittura o un nuovo articolo d'arredamento in trent'anni, mai da quando la madre della
signorina B. è morta... Una vecchia di Burnley che la curò negli ultimi tempi racconta che giaceva
piangendo nel letto, dicendo continuamente: "Oh Dio, i miei poveri bambini - Oh Dio i miei poveri
bambini!". Il signor Brontë sfogava la sua collera contro le cose, non le persone; per esempio, una volta
che, durante una delle degenze della moglie, qualcosa era andato storto, prese una sega e fece a pezzi tutte
le seggiole della stanza di lei, senza badare alle sue lacrime e alle sue rimostranze. Un'altra volta era
irritato e, preso il tappeto posto davanti al caminetto, lo arrotolò e lo mise a bruciare sul fuoco...