5
INTRODUZIONE
Oggetto della presente tesi è l’analisi di uno dei bisogni fisiologici presenti
nell’uomo: il sonno. Di questo viene evidenziato un aspetto precipuo, che negli
ultimi anni richiama sempre più l’attenzione per le gravi conseguenze che comporta:
il mancato soddisfacimento della siesta. Ma cos’è questa siesta
1
? Frédéric Ploton,
giornalista e scrittore francese, ha scritto il Manuale di siestologia, un vero e proprio
manifesto a favore della siesta, con cui intende legittimare la siesta e contrastare il
preconcetto, secondo il quale riposare è sinonimo di negligenza e pigrizia.
Il termine spagnolo “siesta”, deriva dal latino sexta hora, il mezzogiorno, l’ora più
calda della giornata e viene utilizzato per esprimere la necessità di dedicare uno o più
momenti del giorno al riposo ed alla sospensione delle diverse attività.
Qualora questo periodo di pausa venisse negato, ne scaturirebbero gravi conseguenze
sull’organismo, come l’insorgere di malattie quali diabete, ipertensione, insufficienza
cardiaca, o il manifestarsi di sindromi quali stress e ansia, una minore capacità sia di
attenzione che di memorizzazione, un aumento dei sinistri stradali e un
peggioramento del rendimento lavorativo. Negli ultimi anni si riscontra una crescita
dei ritmi frenetici del nostro vivere e lavorare, che derivano dal bisogno di produrre e
accumulare beni per garantire una maggiore stabilità economica
2
. Potremmo essere
paragonati a un motore che gira in folle e talvolta finisce pure per fondere, a meno
che non sia possibile rispondere in modo concreto all’esigenza di riposare.
Nel primo capitolo si analizza la regressione delle condizioni di lavoro, in cui viene
riportata la quarta indagine dell’European Foundation for the Improvement of Living
and Working Conditions avvenuta alla fine del 2005, la quale rileva che il lavoro
incide sulla salute e mette a rischio l’incolumità dei lavoratori e la loro sicurezza
1
Siesta: quando la saggezza vien dormendo, disponibile all’indirizzo
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?
id=4873&sez=HOME_SPETTACOLO&ssez=LIBRI.
2
Vince lo stress. Una vita sempre più frenetica. Disponibile all’indirizzo http://www.google.it/search?
source=ig&hl=it&rlz=1G1TSEA_ITIT337&=&q=ci+si+accorege+che+i+ritmi+frenetici+del+nostro+
vivere+e+lavorare&btnG=Cerca+con+Google&aq=f&oq=#hl=it&expIds=17259,17311,27213,28066,
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+Potremmo+essere+paragonati+a+un+motore+che+gira+in+folle+e+talvolta+finisce+pure+per+fond
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+Potremmo+essere+paragonati+a+un+motore+che+gira+in+folle+e+talvolta+finisce+pure+per+fond
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6
personale. Questo concetto viene supportato da una ricerca condotta in Svizzera
dall’Ufficio Federale di Statistica, che mostra come le condizioni di lavoro difficili,
implicano rischi notevoli per la salute.
Successivamente verrà spostata l’attenzione sui sinistri stradali, conseguenza dovuta
all’accumulo di ore di veglia, che si riscontra soprattutto nei lavoratori, ritenuti più
soggetti a incidenti stradali (turnisti, rappresentanti, agenti commerciali), derivanti in
particolar modo dal fenomeno del “colpo di sonno”. Si tratta infatti di un aspetto
ritenuto di notevole importanza, tanto da divenire oggetto di studi approfonditi da
parte di architetti, medici, presidenti di enti/associazioni, che hanno cercato di
individuare possibili proposte per la risoluzione di tale problema. A tal proposito, il
Centro di Fisiopatologia del Sonno ha riscontrato che il “colpo di sonno” è
responsabile di circa 1/5 del totale degli incidenti stradali. Pertanto, si ritiene
opportuno approfondire nel corso del capitolo questa problematica, mettendo in
risalto sia i fattori che possono determinarlo, sia i possibili rimedi.
Nel secondo capitolo si esamineranno i benefici del riposo e le ripercussioni di
quest’ultimo sulla produttività lavorativa. Verrà presentato il percorso di studi
riguardanti il sonno, per poi approfondirne le fasi ed i rispettivi stadi: il sonno NREM
o sonno inattivo e quello REM, sonno rapido e attivo. Si riporteranno gli esiti di
numerose ricerche sui benefici del sonno, avente la durata di mezz’ora circa. Infatti
Mark Rosekind, ex leader del NASA Fatigue Counter-measures Program, ha
dimostrato insieme a suoi collaboratori i benefici di una siesta di 26 minuti, tanto da
determinare un aumento delle prestazioni celebrali e delle capacità di vigilanza.
A James Maas, psicologo sociale docente della Cornell University, spetta il merito di
avere coniato il termine di “power nap”, col quale si indica quel breve periodo di
“napping” ristoratore, che precede l’insorgere del sonno profondo. Un risveglio
durante quest’ultimo, determina una stanchezza e un disorientamento maggiore
rispetto al momento precedente l’inizio del riposo.
Anche l’Harvard School ha fatto importanti ricerche in questo ambito, sottolineando
che una siesta di 30 minuti, con cadenza trisettimanale comporta una riduzione delle
malattie cardiovascolari.
7
Per quanto riguarda la produttività lavorativa, si è riscontrato un forte legame con la
siesta. Infatti A. M. Tucker ha dimostrato che essa aumenta successivamente ad un
breve periodo di riposo.
Dall’analisi dei dati raccolti si evince che la siesta è un’esigenza importante da
soddisfare, non solo per le conseguenze che può determinare il mancato riposo, ma
anche per la riduzione dei costi che essa comporta. Infatti, la National Sleep
Foundation degli Stati Uniti rileva che gli impiegati molto stanchi costano alle
aziende 18 miliardi di dollari annui.
Anche per questo, le nostre società iniziano a mostrare un atteggiamento di apertura
mentale verso le nuove strutture dedite al riposo, che costituiscono un metodo
innovativo e a basso costo da collocare non solo nei posti di lavoro, ma anche in
qualsiasi luogo di transito.
Così nel terzo capitolo viene presentato un nuovo Business Model, denominato
SIESTAS®. Si tratta di una struttura attrezzata come un “ambiente-letto”, realizzata
con materiali naturali ed eco-compatibili e può essere alimentata con pannelli
fotovoltaici.
Essa costituisce un prodotto capace di offrire un momento di ristoro, a coloro i quali
in qualsiasi ora della giornata ne avvertono il bisogno, ma sono impossibilitati a
soddisfarlo. Dotata di caratteristiche differenti rispetto a tutti i concorrenti presenti
sul mercato mondiale, questo prodotto, rispondente all’esigenze di novità e
originalità, sembra una soluzione concreta del problema del “colpo di sonno”, in
quanto può essere collocato facilmente in alcuni punti strategici, apportando notevoli
vantaggi sociali, tra cui il miglioramento del benessere collettivo, l’incremento della
produttività lavorativa e la riduzione dell’indice di mortalità legata ai sinistri stradali.
8
Primo Capitolo
Le Condizioni lavorative
1.1 La situazione attuale del lavoro
Il lavoro rappresenta un momento significativo della vita dell’uomo ed è attraverso
esso che il cittadino svolge un ruolo utile per sé e per la collettività. «L'Italia è una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione»
3
. Così la nostra Costituzione
intende il lavoro come fondamento della vita democratica, come diritto che rende
l’uomo pienamente cittadino. Pertanto lo Stato deve garantire interventi a favore
dell’occupazione. Di contro, il dovere di lavorare implica che i cittadini
contribuiscano al benessere generale con la propria attività
4
.
La condizione lavorativa è stata sin dai tempi passati oggetto di ampia discussione,
ponendo l’attenzione sulle conseguenze che derivano dall’organizzazione del lavoro
stesso. In particolare si constata negli ultimi anni un peggioramento sempre più
evidente delle condizioni di lavoro, sia nel nostro paese che nel resto del mondo.
Infatti è noto l’aumento di lavoratori, che pur ammalandosi devono continuare a
svolgere la loro attività, trovandosi in condizioni di estrema drammaticità, non
potendo usufruire dei necessari momenti di riposo. Tale condizione di vita li porta ad
accusare malesseri fisici e patologie determinati dallo stress e dagli abusi.
Il vocabolario online Treccani definisce il riposo come “Tregua, cessazione
temporanea di un lavoro o di un’attività qualsiasi, che ha lo scopo di dare sollievo e
ristoro al corpo e allo spirito […]”
5
. È evidente che trascorrere una notte senza
riposare comporta sull’organismo lentezza di riflessi, difficoltà di concentrazione,
cattivo umore.
3
Art.1 della Costituzione Italiana.
4
G. MANTELLNI, D. V ALENTE, Cittadini. Costituzione e convivenza civile, Firenze, Mondadori
Bruno, 2009.
5
Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti consultabile su internet all’indirizzo
http://www.treccani.it/.
9
È importante sapere che un buon riposo è sinonimo di salute, è un indicatore della
qualità di vita di una persona e comporta una maggiore operatività nella
realizzazione delle attività quotidiane. Infatti i disturbi legati al sonno portano
l’insorgere di malattie come il diabete, l’ipertensione, insufficienza cardiaca. Di
contro il riposo combatte le malattie mentali come ansia, stress o depressione. La
mancanza del dovuto riposo incide notevolmente nella vita professionale e personale
di ogni individuo. Sono molti i fattori che influenzano la qualità del sonno: da un
lato, il ritmo di vita non è favorevole al relax e, dall’altro, l’accumulo di compiti
quotidiani e l’estensione delle ore di lavoro determinano una riduzione dei tempi
destinati al riposo.
Al concetto di riposo è legato quello di fatica, definita dall’enciclopedia Treccani
come ” Sforzo necessario per compiere un lavoro o svolgere una qualsiasi attività, e
di cui si sente il peso e poi la stanchezza. In medicina è stata descritta la sindrome da
f. cronica, caratterizzata da una condizione stabile di affaticamento, in assenza di
alterazioni oggettive dei parametri clinici o di laboratorio”
6
. La fatica fisica, nota
come fenomeno di difesa identificabile in qualsiasi essere vivente, comporta
l’indebolimento progressivo delle facoltà psico-fisiche e talvolta diventa sinonimo di
alienazione industriale.
L’Accademia di Programmazione Neuro Linguistica (PNL) ha mostrato che gli stati
di affaticamento si riducono notevolmente con l’aumento della motivazione e
dell’interesse per il lavoro, in quanto viene mobilitata maggiore energia psichica
7
.
Ciò è ancora più evidente allorché si garantiscano periodi di riposo più prolungati,
riducendo il senso di affaticamento, poiché le energie vengono utilizzate in maniera
più razionale ed efficiente.
La fatica va intesa come il risultato di vari fattori, tra cui di particolare rilievo
possono considerarsi sia la base biologica che deriva dal degrado dell’organismo
legato a fattori fisiologici, genetici o patologici, sia l’attitudine, ovvero la
6
Ibidem.
7
Studio condotto dall’Accademia di Programmazione Neuro Linguistica consultabile presso il sito
http://www.accademiadipnl.it/energia.htm.
10
predisposizione ad apprendere facilmente, che dipende da fattori psico-fisici, dalla
formazione culturale e dalla qualificazione professionale.
Il dispendio di energie e la stanchezza del nostro corpo aumentano più che
proporzionalmente rispetto al lavoro. Il rapporto tra il tempo di recupero e quello del
lavoro cresce con l’ aumento della durata dell’attività.
L’art. 1 del d.lgs. 8 aprile 2003, n. 66, vigente in materia di organizzazione
dell’orario di lavoro, «mira ad evitare che i lavoratori procurino lesioni a se stessi, ad
altri lavoratori o a terzi, o danneggino la loro salute, a breve o a lungo termine»,
quindi le pause nell’ambiente di lavoro e il riposo in generale sono argomenti di
particolare attenzione all’interno di un’azienda. Il corpo umano subisce maggiori
danni per il lavoro svolto in condizioni di affaticamento, ciò dipende dal fatto che il
lavoro effettuato da soggetti che registrano un elevato grado di stanchezza, ha degli
effetti negativi maggiori su questi lavoratori rispetto a un lavoro compiuto in una
situazione normale
8
.
Pertanto gli effetti di un lavoro continuativo ed incessante possono comportare
malattie, infortuni sui posti di lavoro ed incidenti stradali.
Nella società attuale l’incremento dei ritmi lavorativi accresce la necessità di riposo,
per questo motivo vengono create strutture volte a soddisfare tale bisogno.
1.1.1 Indagini condotte in Europa sulle condizioni di lavoro
La European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions
(EWCS)
9
, già dal 1991-92 si è occupata di analizzare da vicino queste problematiche.
Nella quarta indagine, avvenuta alla fine del 2005, sono stati intervistati circa 30.000
lavoratori provenienti da 31 paesi: i 25 Stati membri dell’Unione europea, i due paesi
candidati all’adesione (Bulgaria e Romania), Croazia, Turchia, Svizzera e Norvegia.
Questa inchiesta, ha come finalità quella di rincarare e ottimizzare la capacità
produttiva in un mondo sempre più competitivo e migliorare le condizioni di lavoro e
8
G. FALCUCCI, Orario di lavoro e riposi, IIª ed., Milano, L. di G. Pirola, 1973, cit. pag. 11.
9
È un’agenzia dell’Unione europea che si trova a Dublino nata per mezzo del Consiglio europeo nel
mese di maggio del 1975.
11
di vita. Essa ha per oggetto una molteplicità di argomenti, ad esempio
l’organizzazione del lavoro, l’impatto sulla salute, la sostenibilità del lavoro, il
rendimento lavorativo, al fine di tracciare un profilo esaustivo dei lavoratori europei
riguardo questi argomenti. Al termine di tale indagine è stata pubblicata una
relazione nell’autunno del 2006, da cui è emersa un’analisi più chiara su determinati
settori strategici nel periodo 2006-2007. Da tale inchiesta, il 35% dei lavoratori
intervistati afferma che, il lavoro incide sulla salute e uno su tre dichiara che ciò
mette a rischio la propria incolumità e la propria sicurezza personale
10
.
Ma che cos’è il rischio
11
? Due sono le definizioni fornite dalle Nazioni Unite: la
prima lo definisce come frequenza di effetti indesiderabili derivanti “dall’esposizione
a una sostanza inquinante” (Organizzazione Mondiale della Sanità, cit., 1978);
mentre la seconda stima il rischio (R) come risultante del prodotto della probabilità
(P) che accada l’evento, per l’intensità del danno (D), quindi R=P·D
12
.
L’ISPESL
13
ha condotto in Veneto un’inchiesta (1990-2001), da cui risulta che le
principali problematiche di salute per i lavoratori del Veneto sono in primo luogo lo
stress (26.9%), seguito dal mal di schiena (17.8%) e dal dolore agli arti (11.1%)
14
.
10
Cfr. A. P. THIRION, E. F. MARCÍAS, J. HURLEY , G. VERMEYLEN, Fourth European Working
Conditions Survey, Dublin, European Foundation for the Improvement of Living and Working
Conditions, 2007.
11
M. DOUGLAS, Risk acceptability according to the social sciences, New York, Russel Sage
Foundation, 1985; trad. it. Come percepiamo il pericolo. Antropologia del rischio, Milano,
Feltrinelli, 1991 pag. 33.
12
Cfr. T. Campbell, Chemical Carcinogens and Human Risk Assessment. Special articles in
Federation Proceedings, V ol. 39, 1980, pag. 2467 e segg. Federation Proceedings è il trimestrale
della Federazione delle Società Americane per gli Esperimenti Biologici. Non più pubbicato dal 1987.
13
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. È un ente di diritto pubblico, nel
settore della ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, assistenza, alta formazione, informazione
e documentazione in materia di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, sicurezza sul
lavoro nonché di promozione e tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro. Istituto
recentemente soppresso con l’entrata in vigore dell’art. 7 del d.lgs. 9 aprile 2008, n.81 per
l’ottimizzazione delle risorse e per evitare la duplicazione delle attività. Da tale data l’ISPESL
confluisce nell’INAIL.
14
Indagine pilota conoscitiva sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro relativa ad
una realtà regionale: Veneto. Disponibile al sito:
http://www.ispesl.it/informazione/argomenti/rapportoVeneto.htm.