PREMESSA
“[…]uno dei principali punti di forza dell’approccio di ROBERTSON è di
fornire uno schema concettuale capace di preservare il senso decisivo della
globalizzazione come condizione dell’interezza e della comprensività, e
capace altresì di far fronte alle complessità empiriche di un mondo che
sembra esibire al tempo stesso processi d’integrazione e differenziazione: il
genere di mondo in cui la connettività tecnologica di Internet può essere
usata- come dimostra l’attuale proliferazione di siti web settari- per affermare
con forza le differenze etniche, religiose, culturali […] la connettività
trasforma la concreta esperienza locale, ma mette altresì le persone di fronte
ad un mondo in cui i loro destini costituiscono le parti interdipendenti di
un’unica struttura globale […]”
Così John Tomlinson, direttore del “CRICC”-Centre for Research in
International Communication and Culture presso la Nottingham Trent
University- scrive nel suo libro “Sentirsi a casa nel mondo, la cultura come
bene globale” a proposito della tesi di R.Robertson sulla globalizzazione
come esaltazione delle differenze e non come appiattimento culturale (tesi che
la maggior parte delle critiche superficiali e pregiudizialmente limitate
volevano e vorrebbero far passare come reale).
Da questo spunto vorrei far partire il mio lavoro di tesi che non avrà certo
pretese di scientificità ma neppure vorrà risultare come l’ennesima esaltazione
deterministica delle nuove tecnologie…
Il mio intento primo è quello di dare una visione schematica ma ben
particolareggiata del fenomeno delle Relazioni mediate dal computer, uno
sguardo di sintesi, il più completo possibile ma pur sempre nato da una serie
di scelte ed esclusioni operate da me tra i molti autori e i mille approcci che
riguardano l’oggetto in analisi; una panoramica d’insieme che, spaziando
dall’ambito storico generale al contesto attuale, passi per un’analisi della
socialità del mezzo telematico, per l’aspetto psicologico individuale e
PREMESSA
gruppale degli utenti, per l’approfondimento dei singoli mezzi o modalità
comunicative che la Rete mette a disposizione di tutti (email, mailing list,
newsgroup, newsletter, chatroom, icq, irc, mud, messenger etc),
soffermandosi, inoltre, sugli aspetti innovativi quali lo stile comunicativo
(written-speech), l’insieme delle regole di comportamento (netiquette),
l’identità sessuale e l’affettività in rete (gender swapping), le psicopatologie
mediate; così da fornire una panoramica abbastanza esauriente ed esaustiva
del mondo delle comunità virtuali nell’era della globalizzazione (in questo
caso le comunità virtuali incarnano in pieno il concetto di “diversità” di cui si
parla nel sottotitolo). La base metodologica è quella della “Network
Analysis”, l’approccio che si rifà alle teorie della sociologia formale di
Simmel, adattate al nuovo paradigma reticolare dei legami sociali odierni;
l’analisi dei reticoli sociali, come si chiama in italiano, è equidistante, infatti,
sia dalle visioni superottimistiche del determinismo tecnologico più sfrenato,
sia dalle visioni pessimistiche degli apocalittici. Questo approccio allo studio
delle relazioni tra i soggetti, le organizzazioni e le altre entità presenti nella
società contemporanea sottolinea la complessità delle reti di legami sociali
che ci circondano e ci avvolgono, dominati dal caos e dalla flessibilità in
sostituzione dell’ordine e della fissità. I due mondi, quello “virtuale” delle
CMR (computer mediated relationship) e quello IRL (in real life) si
mescolano e si compenetrano a vicenda, non essendo esclusivi né dominanti.
La visione del cyberspazio come realtà separata non ha più ragione di esistere,
dimostrato da innumerevoli studi e decenni di esperienze personali sul campo.
PREMESSA
Per rendere il lavoro più concreto e legato alla realtà, per dare una base
sperimentale alle ipotesi riportate nella tesi, ho cercato di sondare un po’
l’ambiente virtuale delle chat e dei loro utenti facendo un mini-sondaggio sui
nick names e le motivazioni che portano alla scelta degli stessi; facendo
altresì delle interviste a persone che hanno avuto e hanno tuttora esperienze
molteplici di relazioni virtuali e reali nate in Rete; e, infine, ho cercato di
rendere il mio lavoro multimediale, ispirandomi all’ipertestualità sia dal punto
di vista del contenuto attingendo a più fonti, sia dal punto di vista del formato
integrando testo e immagini con vignette, poesie sempre sul tema CMC, sia,
infine, dal punto di vista del supporto come è normale per una tesi di Laurea
(cartaceo, digitale-cd rom, on-line con alcuni riferimenti e links di
approfondimento).
E proprio nella prospettiva di portare testimonianza di tutte le voci
sull’argomento, una parte finale sarà dedicata nello specifico agli aspetti
negativi che sono presenti e vivi nell’ambiente virtuale del cyberspazio, in
particolare il terrorismo, i neoestremismi, la pornografia, la pedofilia …
Dopo la parte teorica visualizzerò alcuni esempi di web-communities e di siti.
La mia opinione di base sarà basata su un relativismo concreto, inteso non
come assenza di certezze e conoscenza scientifica, bensì come apertura
PREMESSA
mentale e flessibilità di giudizio: affermando, ad esempio, che per gli
adolescenti la Rete può rappresentare una facilitazione nella crescita dell’Io,
non lo sarà certamente per tutti gli adolescenti; affermando che la Rete porta a
dinamiche sociali meno rigide e costruttive, sarà vero al massimo per alcune
delle infinite situazioni sociali contemporanee, per le altre sarà un
catalizzatore di socialità o chissà cos’altro... Tutto ciò per dire che rimane
fondamentale una certa attenzione al contesto e alle mille variabili
intervenienti, che la Rete, come tutto il resto dei fenomeni sociali e
tecnologici, ha pregi e difetti, e sta a noi scegliere gli uni invece che gli altri.
Il termine più adatto che ho trovato ricercando materiale in rete e nella
bibliografia e che ingloba più degli altri questo argomento in un’ottica
“sintetica”, credo sia Computer-mediated communication (CMC), che
d’accordo con il Prof. Costa, abbiamo specificato in CMR, Computer-
mediated Relationship, termine più centrato sulle relazioni interpersonali che
non su tutta la comunicazione mediata dal computer che contiene al suo
interno anche casi di trasmissione univoca e monodirezionale di contenuti
(webcasting). L’esempio più concreto della forte espansione di tale campo è
la fiorente nascita e lo sviluppo di cyber- comunità che condividono idee e
non solo, in uno spazio- non spazio.
Uno dei concetti fondamentali dell’intera tesi sarà il “glocalismo”, fusione dei
due termini una volta opposti e contrari di localismo e globalismo…che oggi
tutti conoscono come il fenomeno più interessante o uno dei più interessanti
del panorama sociale della globalizzazione.
A dare concretezza seppur minima a tale esperienza ci sarà la mia esperienza
personale non solo di utente ormai decennale del mondo virtuale e della Rete
ma, soprattutto, di membro di comunità virtuali.
Un ringraziamento particolare va al Prof. Costa che non ha esitato a darmi la
disponibilità della sua collaborazione per questo argomento; alla cara tigrotta
(assistente) Florinda che mi ha seguito assiduamente sia vis à vis sia on-line e,
PREMESSA
infine, all’inventore o, meglio, agli inventori della Rete che hanno cambiato la
vita di milioni di persone senza, forse, neanche immaginare il successo e la
portata delle applicazioni che da essa sarebbero scaturite.
Ora, per scendere nello specifico di questo lavoro, utilizzerò un esempio
paradossale e un pò fantasioso per una tesi di laurea, ma che aiuterà tutti noi a
fissare l’attenzione sul nocciolo della questione…Poniamo il caso ipotetico di
due giovani ragazzi che chiameremo fittiziamente Tizio e Ulisse (più avanti
sarà chiaro il motivo di un nome così altamente simbolico) che, dopo aver
passato buona parte delle loro vite nel medesimo contesto socio-culturale,
facendo esperienze parallele ed analoghe, si ritrovano a dover affrontare un
nuovo ambiente (magari per studio o lavoro), urbano e ricco di opportunità.
Fino al momento in cui le loro esperienze si dividono a causa di un non
meglio specificato problema che obbliga Ulisse a non poter continuare la sua
vita sociale e quotidiana nella nuova realtà; egli è costretto a tornare per un
lungo periodo al suo paese d’origine per poter risolvere i suoi problemi, Tizio,
invece, rimane nella sua nuova città e comincia a fare tutta una serie di
esperienze sociali, umane, culturali, in ambienti diversi come l’università, i
locali pubblici, i centri culturali etc…
Ora Ulisse si trova di fronte ad una scelta obbligata: concentrarsi sul suo
problema e cercare di risolverlo per poter tornare al più presto alla sua nuova
vita, impegnando tutto il periodo del ritorno a casa nelle sue cose, perdendo,
di fatto, tutte le esperienze, le conoscenze e le opportunità che la città gli
offre, oppure (ecco che entra in gioco la tecnologia come mezzo per superare
barriere spazio-temporali, fisiche e culturali) scoprire le potenzialità di
Internet e dell’uso sociale della rete, tuffandosi in questo mare di stimoli e
connessioni e sfruttando in pieno una delle caratteristiche peculiari del nuovo
medium digitale: conoscere persone, instaurare relazioni di vario genere,
confrontarsi, insomma, facendo “esperienza” e recuperando il gap che lo
PREMESSA
separa dal suo amico Tizio, il quale, non avendo impedimenti, ha continuato
tranquillamente a vivere nella grande città…
Si badi bene che non stiamo dando giudizi di valore, positivi o negativi, a
queste esperienze ipotetiche o a quelle nell’ambiente d’origine, stiamo solo
descrivendo realisticamente una situazione specifica ma indicativa delle
opportunità offerte dalla Rete; e non dimentichiamo, poi, che oltre ad offrire
possibilità di fare esperienze e di instaurare rapporti interpersonali Internet
come banca dati infinita può offrire un valido aiuto ad Ulisse di superare,
alleviare o conoscere meglio il suo problema.
È ovvio che queste esperienze “virtuali” o, meglio, mediali, vanno guardate
non come fini a se stesse, ma nella prospettiva di un “ritorno” del nostro
soggetto nella vita reale (glielo auguriamo) senza aver perso troppo terreno
come magari sarebbe successo senza l’ausilio delle nuove tecnologie, nel
chiuso del suo problema e del suo contesto di provenienza.
Tornerà, invece, alla sua vita con un notevole bagaglio di esperienze, diverse
sì da quelle di prima mano, ma non per questo sbagliate o negative, anche
perché non è questa la sede per saperlo; l’importante, qui, è focalizzare
l’attenzione sul fatto che esse sono comunque esperienze, conoscenze e
opportunità che altrimenti non avrebbe avuto.
È vero, questo è solo uno dei milioni di casi possibili ma pur sempre molto
indicativo per il lavoro che affronteremo in seguito.
Puntiamo lo sguardo e focalizziamo l’attenzione sull’opportunità che Internet
e le sue varie applicazioni hanno dato ad Ulisse di non perdere contatto con le
ipotetiche opportunità\esperienze che la città gli offriva, e, generalizzando al
massimo, sulle possibilità di superamento delle barriere fisiche, spaziali e
temporali date a milioni di persone-utenti che nella Grande Rete hanno
trovato non già una “realtà vicaria” alienante, bensì un mezzo di
comunicazione che accelera la velocità delle esperienze e vanifica distanze
prima inimmaginabili, annullando “l’effetto del tempo”.
PREMESSA
Altro caso sarebbe stato quello in cui Tizio o Ulisse, senza una vera necessità
e senza un motivo particolare, avessero fatto un passo indietro dalla realtà
quotidiana e dalle opportunità a loro offerte dalla grande città per chiudersi
nel virtuale di una realtà indiretta, usando il mezzo internet come un limite
invece che un superamento dello stesso. C’è, poi, tra i due casi estremi del
non–uso di Tizio e dell’uso “necessario” di Ulisse, una serie infinita di “usi
medi” delle nuove tecnologie che sarebbe difficile elencare ma di cui si
immagina facilmente la portata: milioni di persone membri di svariate
comunità virtuali (ufficiali o fittizie) che vivono nella realtà di ogni giorno e
che usano la Rete per:
1) puro divertimento e svago
2)utilità sul lavoro o nello studio
3)guadagno
4)espandere la conoscenza e approfondirla
…o semplicemente (come suggerisce il nome dato al nostro ipotetico fruitore
modello Ulisse) per navigare nell’infinito mare di Internet senza una mèta
predefinita.
Anche in altri ambiti è possibile trovare esempi che fissino con cura questo
aspetto positivo della comunicazione mediata dal computer e della
comunicazione in Rete, pensate, ad esempio, alle scuole in ospedale, mirate a
colmare il gap che inevitabilmente colpisce milioni di bambini e adolescenti
malati che, per forza di cose, sono costretti ad essere lontani dalla normale
vita scolastica e a restare esclusi oltre che dall’avanzamento cognitivo-
informazionale, anche dalle dinamiche di socializzazione che coinvolgono il
resto dei coetanei e compagni di classe…
PREMESSA
Da quanto si può leggere dagli atti del Seminario Nazionale Interdirezionale
su “le nuove tecnologie nella scuola in ospedale”(www.giocoestudio.it), le
tecnologie didattiche dal punto di vista del bambino rappresentano un
inestimabile “ponte con l’esterno” in quanto capaci di:
™ Mettere in contatto il bambino degente con la scuola di appartenenza,
facendo sì che egli non si senta eccessivamente isolato dal gruppo col
quale può collaborare anche se a distanza;
™ Permettere al bambino di conoscere e incontrare altri bambini con i
quali condividere momenti di normalità, sentendosi fuori da una
struttura chiusa come risulta quella di un ospedale;
™ Consentire al piccolo paziente di comunicare con altri bambini di altri
ospedali dandogli la possibilità di condividere esperienze comuni o
simili.
Dal punto di vista degli operatori, invece, la telematica e la teledidattica in
particolare rappresentano un’opportunità di scambio di esperienze con
ospedali diversi o lontani promovendo:
™ Incontri di aggiornamento
™ Confronto di esperienze
™ Contatti con professionisti del settore.
Da queste poche e disorganiche considerazioni, prese da esempi volutamente
paradossali, vorrei far partire un lavoro di analisi del mondo di Internet dal
punto di vista degli usi sociali, individuali e di gruppo. Ecco appunto la
giustificazione del titolo “CMR -relazioni sociali mediate dal computer:
esaltazione ed emancipazione delle diversità nell’era della globalizzazione”
PREMESSA
,in cui per “diversità” si intendono tutte le categorie possibili di persone-utenti
che tramite la Rete o grazie ad essa coltivano un determinato interesse e fanno
un uso specifico delle sue risorse per riorganizzarsi come gruppo o per uscire
dal “ghetto” della esclusione, dovuta ai più svariati motivi: volontaria, coatta,
sociale, economica, spaziale etc…insomma una condizione che
genericamente possiamo definire di “minoranza” rispetto ad una, non meglio
definita, “maggioranza” di persone che non usano la Rete o che la usano per
scopi altrettanto legittimi ma che non hanno nulla a che vedere con il
superamento di barriere sociali, fisiche, culturali…
Anche perché parlare di Internet in tutti i suoi aspetti e da tutti i punti di vista
non è neanche immaginabile, data la vastità dell’oggetto di studio e le infinite
implicazioni che esso intrattiene con ogni aspetto del reale.
Affrontiamo, dunque, un aspetto specifico dell’argomento senza mai
trascurare il contesto generale e non pretendendo di essere sempre oggettivi e
onnicomprensivi, consapevoli della particolarità del nostro punto di vista.
BREVE STORIA INTERNET
CAP.1
BREVE STORIA DI INTERNET
1
Nel 1969 il Dipartimento della Difesa americana decise di creare una rete che
collegasse tutti i computer operanti nelle varie installazioni militari dislocate su
tutto il territorio. Il motivo di tale progetto, puramente militare, era dovuto al
fatto chel' Unione Sovietica nel 1957 aveva lanciato con successo il primo
satellite artificiale: lo Sputnik. Il 1969 fu anche l'anno dello sbarco americano
sulla Luna, quindi non era certo visto di buon occhio dall'Unione Sovietica. Il
progetto DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) cominciò
quindi il suo sviluppo e si decise di connettere, come prova sperimentale,
quattro diverse postazioni in USA: Stanford Research Institute, la UCLA, la
UC Santa Barbara e l'università di Utah a Salt Lake City. La connessione ebbe
successo, anche se dopo la trasmissione del primo carattere la macchina andò
in crash. E' ovvio che, come in ogni esperimento, non tutto poteva filare liscio
al primo tentativo, ma l'importante fu che la connessione riuscì. Trattandosi di
un'applicazione militare, i criteri basilari di questa struttura dovevano
privilegiare la massima affidabilità e la sicurezza; l'idea era quella di creare una
struttura che consentisse ai vari computer di continuare a comunicare tra loro
anche nel caso che una parte di essi venisse resa inutilizzabile da
malfunzionamenti casuali o da attacchi nemici. I fattori chiave per raggiungere
questo risultato erano il decentramento e l'indipendenza dei computer facenti
parte la rete: nessun computer avrebbe dovuto rivestire un ruolo fondamentale
nello smistamento dei dati, ciascuno di essi doveva essere in grado di
instradare correttamente le informazioni in arrivo e, inoltre, i dati in transito
BREVE STORIA INTERNET
dovevano contenere tutti le informazioni necessarie al loro corretto recapito. In
parole povere, se anche uno o più segmenti della rete fossero stati distrutti
improvvisamente, i dati avrebbero raggiunto automaticamente altri computer e
da lì trasmessi al destinatario senza perdersi nel nulla. In seguito a vari
esperimenti e correzioni, quindi, si arrivò alla creazione di una rete militare
chiamata ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), che
raggiunse lo scopo prefissato con l'invenzione e l'applicazione di uno standard
di comunicazione dati chiamato TCP/IP (Transmission Control
Protocol/Internet Protocol). TCP definisce il formato nel quale i dati da
trasmettere devono essere convertiti, mentre IP si occupa di stabilire in quale
modo devono essere trasmessi. TCP/IP é basato su un metodo molto semplice,
paragonabile a quello utilizzato da un ufficio postale per il recapito della
corrispondenza: ad ogni computer della rete viene assegnato un codice ed i dati
in transito vengono riuniti in pacchetti accompagnati dai codici necessari al
loro recapito, esattamente come se fossero stati inseriti in una busta sulla quale
erano specificati l'indirizzo del mittente e quello del destinatario. In questo
modo ogni "busta" poteva essere fatta passare attraverso vie alternative senza
che andasse perduta, perché l'indirizzo del destinatario impresso su di essa
garantiva che ogni sistema sapesse a chi doveva tentare di recapitarla.
L'adozione di un protocollo unico garantiva, inoltre, che tutti i computer della
rete potessero essere in grado di comunicare tra loro senza problemi. Questo
sistema si rivelò efficace, al punto che lo standard TCP/IP cominciò ad essere
adottato in tutto il mondo, anche per applicazioni diverse da quelle militari;
contemporaneamente incominciarono a diffondersi sistemi operativi (UNIX)
che implementavano vari metodi di gestione di piccole reti locali di computer.
Grazie alla maggiore diffusione di sistemi operativi per mini e personal
computer dotati di capacità di networking, gli anni '70 furono caratterizzati
dalla proliferazione di altre reti indipendenti come BITNET (Because It's Time
Network) e USENET (User's Network): reti non commerciali, dedicate allo
BREVE STORIA INTERNET
scambio di posta, di messaggi e conferenze. Tutte queste reti continuarono ad
operare in maniera autonoma. Le cose cambiarono quando, nel 1986, un ente
scientifico governativo americano chiamato NSF (National Science
Foundation) installò cinque centri di calcolo basati su supercomputer
mainframe e decise di mettere liberamente a disposizione le loro risorse ad
istituzioni di ricerca non commerciali. Anche in questo caso il problema che
immediatamente sorse fu quello di consentire un accesso facile ed affidabile a
questi sistemi da parte di altre reti di computer (ad esempio quelle presenti
nelle università). Inizialmente fu tentato l'esperimento di appoggiarsi alla rete
ARPANET già esistente (che intanto nel 1973 aveva cambiato nome in ARPA
Internet) e nel 1983 aveva creato una rete separata chiamata MILNET
(progetto che fu abbandonato per intoppi burocratici e problemi di sicurezza).
Fu a quel punto che la National Science Foundation decise di istituire una
propria rete autonoma, che prese il nome di NSFNET, basata sul protocollo
Internet adattato, in modo da consentire il collegamento anche tramite le linee
telefoniche e non soltanto con connessioni dedicate via cavo. Fino a quel
momento l'accesso alle reti era rimasto prerogativa degli enti militari o delle
grandi compagnie commerciali dotate di apparecchiature molto costose; la
NSFNET iniziò ad incoraggiare le università e i piccoli enti scientifici non
commerciali a collegarsi ai propri computer ed a sfruttarne liberamente le
risorse. Agli squattrinati studenti universitari veniva così offerta la possibilità
di accedere alle rete NSFNET attraverso i computers della facoltà. La maggior
parte delle università disponeva inoltre di proprie reti interne, le quali a loro
volta erano interconnesse con reti locali appartenenti ad altre università ed enti
pubblici, situati sia negli USA che in altre parti del mondo. Poiché, come
abbiamo visto, una delle caratteristiche di TCP/IP consiste nell'indipendenza
delle connessioni, questa interconnessione multipla trasformò una serie di
piccole reti locali in un'unica rete globale, garantendo così ad un numero
sempre maggiore di persone l'accesso a svariati sistemi e risorse. Anche
BREVE STORIA INTERNET
moltissime società produttrici di computer crearono propri accessi alla rete
Internet, a volte con l'utilizzo di proprie reti locali.
Tra le più importanti, nate quasi tutte negli anni '80, ricordiamo:
- Compuserve: nacque nel 1979 e si trattava poco più di una BBS, con
database e giochi per gli utenti; allora era chiamata MicroNET e nel
1980 cambiò nome in CIS (CompuServe Information Service). Con gli
anni acquistò anche un'interconnessione con Internet.
- Prodigy: nacque nel 1984 e fu creata dalla IBM e dalla Sears.
- GEnie: nacque nel 1985 e fu creata dalla General Electric Information
Services.
- Delphy.
- AppleLink Personal Edition: nacque nel 1988 e fu creata dalla
Apple Computer e dalla Quantum Computer Services, che nel 1990
cambiò nome in America Online (AOL) e diventò uno dei provider
Internet americani più famosi.
- MSN (Microsoft Network): nacque nel 1994 e fu creata dalla
Microsoft.
Tutte queste reti sono ancora tra noi, alcune si sono unite ad altre e
costituiscono la nostra rete Internet odierna.
Tutto quanto si può riassumere in 3 fasi:
PRIMA FASE "la Sperimentazione":
- Nel 1966 viene creata al Pentagono la prima rete interna.
- Nel 1969 nacque DARPA o ARPANET.
- Nel 1973 il Cerf creò il TCP/IP e ARPANET cambiò nome in ARPA
Internet.
BREVE STORIA INTERNET
- Nel 1979 nacque USENET.
- Nel 1981 nacque BITNET
- Nel 1982 ARPANET adottò il TCP/IP e venne creata CSNET.
SECONDA FASE "Internet in USA":
- Nel 1984 venne creato il protocollo DNS (alla base di Internet per
la conversione degli Hostname a IP e viceversa).
- Nel 1986 NSFNET venne creata (fu la prima backbone di Internet).
- 1986 Primo nodo e accesso in Italia, per la rete Arpanet al CNR di
Pisa, svolto dal ricercatore Blasco Bonito.
- Nel 1989 ARPANET cessò di esistere e Internet acquistò la sua
facciata di rete commerciale aperta al pubblico.
- Nel 1991 nacque il World Wide Web hypertext system (WWW) grazie a
Tim Berners-Lee del CERN in Svizzera.
TERZA FASE "Internet globale":
- Nel 1992 nacque la società Internet, intesa come globalità di
utenti che la utilizzano per le loro ricerche, i loro studi o anche
come passatempo.
- Nel 1995 NSFNET cessò di esistere e ormai più del 50% degli utenti
di Internet non era più USA, ma proveniva da tutto il mondo.
- Nel 1997 avvenne il primo grosso boom di Internet per gli utenti
italiani.
- Nel 1999 avvenne il secondo grosso boom di Internet per gli utenti
italiani, grazie alle varie società che offrono servizi Internet Free.