6
All’interno di questa analisi sarà dedicata particolare attenzione
alla Grande Distribuzione Organizzata, formata dalle giganti
catene commerciali che hanno di fatto monopolizzato il
mercato con innovativi sistemi di vendita, scatenando una vera
e propria “battaglia del prezzo” e trascinando la realtà delle
PMI (Piccole e Medie Imprese) in un cambiamento obbligato
nel sistema di conduzione aziendale.
L’obiettivo finale è analizzare e valutare come sia possibile
creare un ambiente sinergico tra realtà aziendali di piccole e
medie dimensioni che solitamente agiscono in un clima di
concorrenza. Valutare i possibili esiti di un lavoro collettivo
guidato da uno scopo comune, con il quale contrastare
l’imponenza della Grande Distribuzione Organizzata.
Non è pretesa di questo studio esaurire l’argomento nelle
pagine a seguire.
Esiste solo l’intima certezza che l’esperienza universitaria
vissuta in modo contemporaneo all’impiego professionale,
abbiano offerto la possibilità di affrontare con ricettività le
teorie apprese accademicamente.
Applicando lo studio in modo quotidiano al vissuto aziendale, è
semplice giungere alla consapevolezza che ricerca e
professione viaggino sul medesimo binario e offrano la
possibilità di guardare con occhio critico alla professionalità
che si desidera ottenere durante il proprio personale percorso di
studi.
In queste pagine si cerca, dunque, di testimoniare una piccola
realtà, valutata in base agli insegnamenti ricevuto nell’uno e
nell’altro campo.
7
CAPITOLO 1
MERCATI GLOBALI E CONTESTI
ECONOMICI
1.1 Contesti economici
L’inclinazione e l’apertura verso i mercati globali, corredata da
un iper – sviluppo dell’informatizzazione dei sistemi e dalla
velocizzazione dei trasporti, hanno fatto sì che si verificassero
due condizioni fondamentali nei mercati:
1 – L’apertura di nuovi scenari e possibilità creative di
innovazione commerciale;
2 – L’ispessimento della rete concorrenziale in ogni settore,
con l’insediamento capillare delle reti di Grande Distribuzione
Organizzata.
Ciò crea la necessità, per ogni azienda od organizzazione che
voglia sopravvivere nel mercato, di “differenziarsi” dalla
concorrenza per emergere e creare per gli stakeholders
1
e i
clienti un valore aggiunto.
1
Con il termine Stakeholder si individuano i soggetti "portatori di interessi"
nei confronti di un'iniziativa economica, sia essa un'azienda o un progetto.
Fanno, ad esempio, parte di questo insieme: i clienti, i fornitori, i
finanziatori (banche e azionisti), i collaboratori, ma anche gruppi di
interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all'azienda o gruppi di
interesse locali.
8
Valore che sia quanto più inimitabile.
Ad oggi l’offerta di mercato è molto ampia e competitiva sia
dal punto di vista della qualità che del pricing
2
. L’acquirente
finale è un soggetto – bersaglio di continue informazioni che lo
persuadono all’acquisto, lo attirano, ma allo stesso tempo lo
tediano e lo stressano. La tendenza dell’end user
3
medio in
Italia, è focalizzata con maggiore interesse verso la
convenienza, piuttosto che nella fidelizzazione al “brand”
4
, in
particolar modo per i prodotti di largo consumo. Il consumatore
moderno è un soggetto che sta perdendo il desiderio di
destinare la maggior parte del reddito al grocery
5
: si assiste ad
un re-indirizzo delle spese verso altri settori, quali lo svago, il
tempo libero, gli interessi personali e la cura della persona; la
c.d. terziarizzazione dei consumi. A questo va aggiunto che il
consumatore, come già detto, è l’oggetto di una miriade di
promozioni dettate da un sistema prossimo al margine del
guadagno “zero”, nel quale la sopravvivenza delle singole
imprese si riduce e si costella di insidie.
Tutto questo significa che, se fino a poco tempo fa per le
aziende era necessario e sufficiente attestarsi su un ottimo
rapporto tra qualità e prezzo e la possibilità di usufruire di
tecnologie moderne e buon posizionamento del prodotto, ad
oggi questo non è più lo standard sufficiente alla
sopravvivenza.
2
Con il termine Pricing si intendono le politiche di prezzo.
3
Con il termine End User si intende il consumatore finale, oggetto delle
politiche di marketing aziendali.
4
Con il termine Brand si intende la marca del prodotto/servizio.
5
Il termine “grocery” significa letteralmente “drogheria”. In questo caso
viene utilizzato nell’accezione omnicomprensiva del “negozio” per
intendere l’acquisto quotidiano.
9
Oggi l’azienda ha la necessità di reperire capitali intangibili
(intangible assets)
6
, formati da tutto quel patrimonio di
conoscenze (knowledge) e competenze tacite (know – how)
7
che
le facilitino l’opportunità della distintività e la relativa
differenziazione dai competitor più accaniti.
Il fulcro di un simile capitale risiede nella capacità di ripensare
in modo più adeguato il classico iter della catena commerciale,
nella quale la Grande Distribuzione Organizzata è vincente in
modo schiacciante, e affrontare il mercato in modo “creativo” e
sinergico, unendo le risorse delle PMI che si trovano di fronte
il colosso della grandi realtà commerciali.
Vedremo, nelle pagine a seguire, come la possibile chiave del
successo consista nell’unire i punti di due assi paralleli, che
usualmente non si incontrano e vanno avanti in modo
autonomo. Cercheremo di comprendere come l’unione di due o
più soggetti non sia solo una mera somma di parti, ma
determini la nascita di un’identità multipla, risultato della
compartecipazione e dell’effettiva condivisione di risorse,
attività e fini ultimi tra soggetti diversi.
1.2 Grande Distribuzione Organizzata
La Grande Distribuzione Organizzata è il colosso che domina
l’economia attuale.
È stato possibile assistere alla sua espansione incredibile e
rapidissima. Espansione che si muove proporzionalmente alla
diminuzione dei c.d. negozi “al dettaglio”, i quali si trovano in
6
Cstellett M., Sinergie. Dinamiche relazionali e politiche di marketing per
lo sviluppo strategico di ambienti collaborativi, McGraw Hill, 2004.
7
Cstellett M., Ibidem.
10
netto svantaggio rispetto all’iper - organizzazione dei centri
commerciali, che somigliano sempre di più a vere e proprie
città “coperte”, dei non-luoghi
8
nei quali viene simulato quello
che nella memoria sociale è il mercato coperto.
La forza commerciale della G.D.O. si fonda su tre pilastri
fondamentali:
- Ampia diffusione di punti vendita strutturati secondo precise
caratteristiche organizzative;
- Approfonditi studi di territorio, ricerche di mercato, customer
satisfaction;
- Elevato potere di contrattuale conferito dall’ampia
disponibilità economica e gli ingenti quantitativi di merci
acquistate.
Altro elemento che caratterizza la G.D.O. è la capacità di
effettuare l’importazione dei prodotti in modo diretto,
superando la mediazione di vendita tra il fornitore originario e
il buyer. Ciò comporta un notevole abbattimento del prezzo
d’acquisto e la conseguente possibilità di offrire sul mercato
prodotti dotati di prezzi altamente competitivi.
Questo è il vero punto di forza della Grande Distribuzione
Organizzata e rappresenta la minaccia che insidia le PMI, le
quali non dispongono dei capitali necessari per acquistare
ingenti quantitativi e non sono dotati di strutture logistiche tali
per cui si renderebbe possibile effettuare l’importazione in
modo diretto, superando il passaggio di acquisto dal grossista.
La G.D.O. è un problema che minaccia la sopravvivenza delle
realtà economiche più piccole, proprio perché è “grande” e la
sua grandezza le conferisce forza e potere contrattuale.
8
Marinelli A., Connessioni. Nuovi media, nuove relazioni sociali, Guerrini
e Associati, Milano, 2004.
11
Ciò che verrà valutato nel percorso di questo breve studio è la
fattibilità di applicare strategie di marketing relazionale tra
realtà imprenditoriali medie e piccole al fine di costruire potere
d’acquisto e contrastare le reti della Grande Distribuzione.
1.3 La catena commerciale del sistema di importazione
La fotografia italiana dell’attuale situazione industriale dei beni
di largo consumo (casalinghi, giocattoli, articoli da regalo,
oggettistica, elettronica e piccoli elettrodomestici, ecc.) è
rappresentata da una prevalenza di imprese di piccole e medie
dimensioni, contraddistinta dalla presenza della figura
dell’imprenditore, spesso lo stesso fondatore, e dall’assenza di
un’adeguata struttura manageriale, abbinate alla dipendenza dai
mercati esteri sia come fonte di approvvigionamento delle
materie prime, sia come mercati di sbocco della produzione
nazionale.
Produrre e acquistare in Italia comporta elevati costi per le
imprese, come il costo del lavoro, i costi di gestione per i beni
di produzione e per il magazzino, il reperimento delle materie
prime e la pressione del fisco.
Per tutte quelle imprese che hanno la necessità di conferire al
loro prodotto un target di prezzo molto competitivo è
indispensabile ridurre i costi che satellitano intorno al sistema
di produzione.
In Italia, l’intero processo di produzione contempla dei costi
che in un paese come la Cina sono da considerare in modo del
tutto diverso.