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INTRODUZIONE
All’interno di questa tesi di laurea è stato trattato l’argomento dell’omosessualità
e della genitorialità omosessuale. Nello specifico, sono state approfondite le
tematiche riguardanti il pregiudizio e la discriminazione sociale a cui le coppie e
le famiglie omosessuali sono esposte. Il tema della famiglia e di come essa si
trasforma nel corso degli anni, sulla base dei cambiamenti che avvengono
all’interno della società, è sempre stato un tema di grande interesse, sia per
psicologi, sociologi e psicoterapeuti, che per l’opinione pubblica stessa. Quando
la famiglia di cui si parla è quella omosessuale, però, la questione diventa più
spinosa e più difficile da trattare, soprattutto per la gente comune, che,
accostandosi ad una visione di famiglia e società centrata sull’eterosessismo,
guarda a queste famiglie con paura, con occhio critico e giudicante, con un
atteggiamento di chiusura mentale e, talvolta, persino con disprezzo. Questo
accade perché, purtroppo, la gente ha paura di quello che non conosce, o che,
semplicemente, non sa capire. Quando si parla di omosessuali, soprattutto in
Italia, l’atteggiamento che prevale è quello discriminante, di paura o di rabbia. Il
nostro Paese è ancora fortemente ancorato ad una visione della famiglia nucleare
tradizionale, nonostante i numerosi cambiamenti e le trasformazioni avvenute
all’interno della società, che, inevitabilmente, hanno cambiato anche il modo di
concepire la famiglia. Questo è, probabilmente, dovuto anche alla forte influenza
del pensiero cattolico nella nostra società e, purtroppo, alla sua influenza anche
nelle leggi che la governano. La paura, la rabbia, la discriminazione sociale e
l’atteggiamento di intolleranza o, peggio ancora, di indifferenza, non sono rivolti
soltanto alla coppia omosessuale ma anche alla coppia omogenitoriale e ai figli di
genitori omosessuali. Se si pensa, infatti, che, nell’opinione pubblica, è
impensabile l’idea che due uomini o due donne omosessuali che si amano possano
sposarsi, figuriamoci cosa accade quando la riflessione si sposta sulla possibilità
che possano avere dei figli. Su questo argomento, la posizione discriminatoria
della gente comune e dello Stato italiano è netta: le coppie omosessuali non
possono procreare, è contronatura, i bambini hanno bisogno di una madre e di un
padre, le coppie omosessuali non possono adottare, né, ancor meno, possono
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accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Eppure le famiglie
omogenitoriali esistono, anche in Italia, e sono in continua crescita. Non si può,
allora, continuare a guardare a questo fenomeno con disprezzo e senza capirlo dal
profondo; senza capire, cioè, che le famiglie omogenitoriali non sono famiglie
deviate o malate: sono diverse dalla “norma”, ma la diversità non è un pericolo, è
una fonte d’arricchimento.
Nel primo capitolo di questa tesi, sono stati trattati i temi che riguardano i
cambiamenti sociali che hanno portato alla trasformazione della famiglia
patriarcale tradizionale nella famiglia nucleare moderna. Successivamente,
vengono esposte le differenti configurazioni familiari e di coppia che prendono
vita dai suddetti cambiamenti: coppie LAT, coppie childfree, coppie childless,
famiglie monogenitoriali, famiglie ricomposte, famiglie interculturali, famiglie
transgenitoriali e famiglie omosessuali.
Nel secondo capitolo, vengono esposte le radici storiche e culturali
dell’omosessualità e dell’omofobia, vengono approfondite le tematiche della
formazione dell’identità sessuale e dell’orientamento sessuale; vengono altresì
trattati gli argomenti e gli stereotipi più comunemente utilizzati contro
l’omosessualità, i vissuti negativi di coloro che sono esposti a questa minoranza
sociale discriminata e l’indifferenza delle leggi sull’omosessualità e sulla
genitorialità omosessuale.
Nel terzo capitolo, si affronta il tema della genitorialità omosessuale, delle sue
caratteristiche intrinseche e del modo in cui lo stato e la società guardano a questa
tipologia di famiglia. Sono, inoltre, approfondite le tematiche riguardanti le
obiezioni più comuni alla genitorialità sessuale e le preoccupazioni per uno
sviluppo “non sano” dei figli di genitori omosessuali.
Nel quarto e ultimo capitolo, sono poste delle riflessioni sulla situazione delle
famiglie omogenitoriali in Italia, sull’assenza di leggi che tutelano queste famiglie
e sulle conseguenze psicologiche e materiali che questa assenza di tutela ha sui
figli di genitori omosessuali e sui co-genitori. Sono, infine, presentate le due più
importanti associazioni di sostegno all’omosessualità e all’omogenitorialità sul
territorio italiano: l’Arcigay e le Famiglie Arcobaleno.
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Lo scopo di questa tesi, quindi, è proprio quello di offrire qualche spunto di
riflessione su questa nuova configurazione familiare e di guardare ad essa con
rispetto, con la speranza di voler dare un piccolo contributo affinchè gli
atteggiamenti di discriminazione non continuino a lasciarla nella paura e
nell’indifferenza.
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Capitolo I
NUOVE CONFIGURAZIONI SOCIALI E DI COPPIA
1.1 La famiglia come struttura in continuo divenire
La società è in continuo cambiamento, in continua evoluzione, e la sua natura
dinamica investe ogni sua componente. Il concetto di famiglia è forse uno dei più
antichi al mondo, risale alle prime forme di associazione dell’uomo e, da allora,
non è mai rimasto uguale a se stesso. In ogni tempo e in ogni dove sono sempre
esistite diverse forme di struttura familiare, di modelli educativi, di relazione con i
figli. Le famiglie contemporanee sono il risultato delle trasformazioni sociali e
culturali del mondo odierno. La famiglia omogenitoriale è soltanto uno dei tanti
pezzi del puzzle della nostra società, uno dei possibili modi di organizzare la
propria vita affettiva, relazionale e familiare. L’omogenitorlialità è una realtà,
sebbene molto recente, e, insieme alle famiglie monogenitoriali, ricomposte,
adottive, immigrate e multietniche, costituisce una delle possibili alternative alla
famiglia nucleare tradizionale. Negli ultimi decenni la vita familiare è molto
cambiata rispetto al passato: questo perché, sicuramente, la società di oggi è molto
diversa dalla società del passato. La famiglia patriarcale di una volta non esiste
più e, ad oggi, anche il classico modello di famiglia nucleare non è poi così
scontato. Questo perché, rispetto al passato, è cambiato il modo di vivere la
famiglia, ma sono cambiate anche le unioni matrimoniali e il modo di prendersi
cura dei figli. Meno di cent’anni fa, per esempio, era impensabile l’idea di
divorziare e, di conseguenza, quando un uomo e una donna pronunciavano il “sì”,
quel sì doveva essere necessariamente per sempre. Anche la possibilità di
controllare le nascite era molto diversa rispetto a quella della società attuale; oggi,
invece, le donne, e le coppie in generale, possono pianificare la nascita del proprio
figlio in base alle proprie esigenze di coppia e familiari. Questi e molti altri
cambiamenti hanno fatto sì che la famiglia si trasformasse nel tempo. La famiglia,
quindi, presenta oggi percorsi e traiettorie molto diversificate rispetto alla
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configurazione familiare classica
1
. Sono in aumento le persone che scelgono di
vivere da sole, le relazioni di coppia stabili che non culminano in un matrimonio o
in una convivenza, la coppie che scelgono di non avere figli, le famiglie
ricostituite, le famiglie monogenitoriali e le coppie che, pur non essendo coniugi,
collaborano all’educazione degli stessi figli. Gli assetti sociali della tradizione
sono, dunque, chiamati a convivere con una sempre più accentuata pluralizzazione
socioculturale. La famiglia, come sottolineano Di Vita e Salerno, «non si evolve
in modo lineare, bensì si allarga e si restringe, perdendo alcune funzioni e, allo
stesso tempo, acquisendone delle altre, secondo la situazione socioculturale
all’interno della quale è inserita; è un sistema antropologico-psicosociale vivo,
che interferisce con il proprio ambiente, influenzandolo ed essendone a sua volta
influenzato, interdipendente dal sociale, ma continuando ad avere dei confini ed
una autonomia propria»
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. La continuità tra trasformazioni sociali e intrafamiliari è
testimoniata, dagli studi che individuano nei più significativi cambiamenti in
campo economico e socioculturale i principali fattori che hanno contribuito al
declino della famiglia tradizionale a favore della famiglia moderna. Tra questi
fattori, di particolare spicco sono i cambiamenti sociali fatti dalla donna, come il
suo accesso a tutti i livelli di studio e il suo ingresso nel mondo del lavoro, che
hanno stravolto non solo il suo ruolo nella società, ma anche all’interno delle
mura domestiche, offrendole possibilità di scelta, alternative di vita, potere di
coppia. Altri tra i più significativi cambiamenti familiari iniziano a prendere
forma nel periodo storico compreso tra fine Ottocento e inizio Novecento, dietro
l’urto dell’industrializzazione. I mutamenti non concernono esclusivamente il
numero dei membri che compongono la famiglia, ma anche e soprattutto la qualità
dei rapporti che intercorrono tra di loro. La struttura di potere piramidale, tipica
dei nuclei familiari agricoli, assume infatti una configurazione maggiormente
paritaria; l’unione di coppia, basata sul contratto economico e sulle decisioni della
famiglia patriarcale, comincia ad essere sostituita e regolata dagli affetti e dallo
spirito di autodeterminazione dei coniugi; lo spostamento del luogo di lavoro,
dalla fattoria rurale alla fabbrica industrializzata e all’ufficio, produce una netta
separazione tra famiglia e impiego, contribuendo ad identificare lo spazio
1
(Dèttore & Parretta, 2013)
2
(Di Nuovo & Sprini, 2008, p. 15)