1
Introduzione
Il presente lavoro ha lo scopo di applicare il paradigma concettuale
della Linguistica Cognitiva e i risultati, in campo neurologico, della
recente scoperta dei neuroni specchio, allo studio della comunicazione
sociale, in particolare nell’attività di Pubblicità Progresso, con alcuni
riferimenti a campagne sociali realizzate da diverse fondazioni o
associazioni in Italia e in Europa.
Il lavoro si articola in tre Parti distinte dal punto di vista concettuale,
ma collegate sul piano analitico, poiché in grado di fornire tutti gli
strumenti necessari alla realizzazione di uno studio dei messaggi
sociali.
La Prima Parte si concentra sulle dinamiche della scoperta dei
neuroni specchio, avvenuta tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del
Novecento, per opera di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di
Neuroscienze dell’Università di Parma.
Gli esperimenti condotti sul macaco nemestrino si stavano dedicando
allo studio dell’area contrassegnata come F5, situata in un’ampia
regione cerebrale, nominata corteccia premotoria e mostrarono che i
neuroni canonici non erano i soli a avere proprietà visuo-motorie, ma
vi erano dei neuroni che scaricavano, sia quando la scimmia compiva
un’azione, come portare il cibo alla bocca, sia quando era lo
sperimentatore a compierla.
Tale situazione, voluta dal caso, portò a scoprire che, all’interno della
convessità corticale dell’area F5, era presente una categoria di
neuroni, con delle particolari proprietà di attivazione, a cui fu dato il
nome di neuroni specchio.
I neuroni specchio codificano concetti astratti a partire
dall’osservazione di determinate azioni che possono essere ricondotte
al raggiungimento di un fine specifico.
2
Un medesimo sistema di risonanza fu scoperto nel cervello umano e
fu localizzato in prossimità dell’area di Broca, zona deputata alla
comprensione e all’elaborazione del linguaggio.
La Seconda Parte prende in esame una corrente di studi, nota come
Linguistica Cognitiva, nata verso la fine degli anni Settanta, negli Stati
Uniti.
Il gruppo di studiosi che elaborarono i principi fondanti della
Linguistica Cognitiva, tra i quali spiccano R.W. Langacker e G.
Lakoff, diedero vita a un modello di grammatica più marcatamente
cognitivo, tralasciando il modularismo e abbracciando un approccio
olistico del significato, che poneva sullo stesso livello sia le
esperienze fisiche, che le loro rappresentazioni mentali e linguistiche.
La lingua non è un modulo indipendente di natura psicologica, ma
richiama continuamente altri sistemi cognitivi e va descritta come
parte integrante di una struttura mentale onnicomprensiva.
Nella Linguistica Cognitiva il significato è, quindi, equiparato alla
concettualizzazione e, posto che la lingua è fortemente collegata alla
situazione d’uso e allo scopo del parlante, non è possibile operare un
discrimine netto tra semantica e pragmatica.
Inoltre il sistema concettuale è basato su un’esperienza di tipo
corporeo, su una dimensione sensoriale e motoria e pertanto anche la
semantica in primo luogo, e la sintassi in secondo luogo, poggiano
sostanzialmente su questa dimensione corporea dell’esperienza.
L’idea di presentare alcuni degli aspetti di questa prospettiva nasce dal
connubio evidente che è emerso tra la Linguistica Cognitiva e la scoperta
neurofisiologica dei neuroni specchio.
I neuroni specchio offrono una base neurologica in grado di spiegare il
processo delle simulazioni mentali e la capacità dell’uomo di leggere
le intenzioni degli altri e di apprendere la natura della loro esperienza.
3
Ciò è assolutamente essenziale per l’acquisizione del linguaggio e per
lo sviluppo cognitivo.
La Parte terza è di natura maggiormente applicativa, poiché attiva
degli strumenti di analisi che si servono del legame emerso tra i
neuroni specchio e la Linguistica Cognitiva, per esaminare lo stile
della comunicazione pubblicitaria commerciale in generale e di quella
sociale in particolare che sembra ben prestarsi a uno studio linguistico
volto a evidenziare la natura primariamente emozionale dei messaggi.
Le campagne analizzate sono quelle realizzate da Pubblicità
Progresso, nel corso della sua attività, con dei possibili riferimenti a
quelle prodotte all’estero, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione
pubblica su uno stesso tema di valenza sociale.
Tutte le campagne prese in esame sono accomunate dal fatto di
concentrarsi sul tema dei rapporti umani.
Lo studio delle campagne pubblicitarie si articola, da un lato
nell’analisi dei meccanismi linguistici utilizzati per veicolare il
messaggio di natura spiccatamente sociale, dall’altro nell’esaminare
quale tipo di reazione è riscontrabile nel destinatario di una
comunicazione di carattere empatico.
Il linguaggio pubblicitario è di per sé un linguaggio creativo che mira
a sfruttare tutti gli strumenti comunicativi possibili al fine di veicolare
un messaggio che allo stesso tempo attiri l’attenzione del pubblico di
riferimento e lo seduca.
Le campagne pubblicitarie di Pubblicità Progresso sono rivolte a un
pubblico piuttosto indifferenziato e per farlo si servono dei
tradizionali mezzi di comunicazione di massa: televisione, radio,
stampa. La pluralità dei mezzi consente di impiegare, all’interno delle
campagne una molteplicità di linguaggi, realizzando un connubio forte
4
tra l’elemento visivo e l’elemento verbale che si fanno entrambi
portatori di significato.
L’analisi del linguaggio verbale e visivo delle campagne esaminate si
serve, da un punto di vista concettuale, del paradigma proprio della
Linguistica Cognitiva, il cui obiettivo è identificare i processi mentali
che rendono possibili, ossia realizzano psicologicamente, i fenomeni
analizzati dalla linguistica tradizionale.
Tutta la comunicazione pubblicitaria, infatti, orienta le scelte di un
ipotetico consumatore senza coercizione, ma operando a livello emotivo.
Le emozioni connotano e orientano la percezione della realtà,
influenzando il modo in cui i soggetti pensano e agiscono e svolgono un
ruolo centrale nell’organizzazione dell’esistenza.
La comunicazione pubblicitaria fa un largo uso di approcci creativi a
carattere emozionale, sfruttando l’ampio spettro delle emozioni umane.
Mentre la logica, infatti, si affida a un’evidenza oggettiva, l’approccio
emotigeno si affida a stimoli e suggerimenti come suoni o immagini,
evocativi di emozioni e spesso più immediati, rispetto agli stimoli
razionali, perché agiscono su aree ancestrali del cervello.
Le campagne sociali hanno il merito di rendere attuale un problema,
pertinente una questione, conferendo rilevanza a un tema che
altrimenti non verrebbe portato all’attenzione dei cittadini.
Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso un linguaggio fortemente
emozionale che caratterizza le campagne sociali atte a veicolare
messaggi, spesso a alto contenuto informativo, evitando di assumere un
tono autorevole o di condanna, ma accompagnando il destinatario della
campagna in un universo di emozioni che si attivano grazie al legame
empatico con ciò che vede, ascolta e sente.
5
Parte prima
“Nuove prospettive delle neuroscienze: dai neuroni
canonici ai neuroni specchio”
Capitolo 1
Il rapporto tra le azioni e il sistema motorio: il cervello
che agisce
1.1 Definizione di neuroscienze
Prima di intraprendere il percorso tematico del presente lavoro, appare
opportuno delineare il profilo scientifico-culturale dell’ambito
disciplinare alla base della scoperta dei neuroni specchio.
Le Neuroscienze studiano, da un punto di vista fisiologico e biologico,
la struttura, la funzione e lo sviluppo del sistema nervoso centrale e
periferico. Lo studio dell’encefalo
1
è un campo interdisciplinare che
coinvolge livelli di crescente complessità, da quello molecolare, a
quello cellulare (neuronale), dai sistemi neurali relativamente piccoli,
a quelli maggiori, come le colonne corticali, fino ai grandi sistemi,
come la corteccia cerebrale e il sistema nervoso nella sua totalità.
Le neuroscienze si ascrivono all’interno della più ampia branca di
studi, nota come Scienze Cognitive
2
e, intrecciandosi con esse,
generano il campo delle Neuroscienze Cognitive, disciplina che sta
1
Dal greco encephalon “dentro la testa”, è quella parte del sistema nervoso centrale contenuta
nella cavità cranica che, in unione con la parte caudale (midollo spinale), costituisce l’asse
cerebro-spinale. Comprende: il cervello propriamente detto (telencefalo e diencefalo), il cervelletto
e il tronco encefalo (costituito da mesencefalo, ponte di Varolio e midollo allungato o bulbo
spinale). -www.helpsalute.it
2
Insieme delle scienze che hanno come oggetto di studio l’analisi di un sistema, sia esso naturale o
artificiale. Comprendono diverse discipline che, pur operando in campi differenti, coniugano i
risultati delle loro ricerche al fine di chiarire il funzionamento della mente. Sono la
neurofisiologia, la neuroscienza cognitiva, la psicologia cognitiva, l’intelligenza artificiale, la
linguistica cognitiva e la filosofia della mente. -www.wikipedia.it
6
attualmente diventando autonoma.
Alcuni ricercatori ritengono che le neuroscienze cognitive si servano
di un approccio bottom-up (dal basso, partendo dai dati empirici) per
comprendere la mente e la coscienza, metodo che sarebbe
complementare all'approccio top-down (dall'alto, partendo dalla
teoria) tipico della psicologia più tradizionale.
Da un punto di vista strettamente tematico, le neuroscienze cognitive
si occupano dello studio di diversi aspetti, collegati alla struttura della
mente:
il funzionamento dei neurotrasmettitori nelle sinapsi
3
;
i meccanismi biologici alla base dell’apprendimento;
il contributo dei geni allo sviluppo neurale dell’embrione;
il funzionamento delle strutture neurali di organismi
relativamente più semplici (come le lumache marine);
la struttura e il funzionamento dei circuiti neurali complessi
nella percezione, nella memoria e nel linguaggio.
Da un punto di vista metodologico le neuroscienze cognitive
utilizzano principalmente tre tecniche di studio:
studi anatomico-clinici;
visualizzazione del cervello ( brain imaging);
sperimentazioni animali.
Per quanto concerne le tecniche di brain imaging è opportuno
individuare due categorie:
1) Tecniche di visualizzazione strutturale: studiano la struttura del
cervello e l’eventuale presenza di patologie (tumori, emorragie,
infarti); si distinguono in:
- Angiografia;
3
Connessione tra due cellule nervose o fra una fibra nervosa e la placca motrice. Ha funzione di
trasmissione dell’impulso nervoso, che avviene con velocità minore che nella fibra, in una sola
direzione e con una frequenza limitata. -www.helpsalute.it
7
- Tomografia computerizzata ( CT scan);
- Risonanza magnetica nucleare (NMR);
2) Tecniche di visualizzazione funzionale: servono a investigare
quali aree cerebrali svolgono una determinata funzione, la
sequenza di attivazione delle aree coinvolte in un compito, e
l’effetto su queste aree di varie patologie neurologiche (lesioni) o
psichiatriche (autismo, schizofrenia); si distinguono in:
Registrazione del potenziale elettrico cerebrale;
- EEG
4
;
- Potenziali evento-correlati (ERP);
- Magneto-encefalografia (MEG)
5
;
- Registrazione di singole/multi unità.
Metodi di visualizzazione funzionale
- Tomografia ad emissione di positroni (PET)
6
;
- Risonanza magnetica funzionale (fMRI o functional Magnetic
Resonance Imaging)
7
.
Tecniche di stimolazione
- Stimolazione magnetica transcranica (TMS);
- Stimolazione elettrica transcranica(TES).
I metodi di analisi utilizzati dalla neuroscienze consentono di arrivare
4
La registrazione dell’attività elettrica dell’encefalo. La tecnica è stata inventata nel 1929 da Hans
Berger, il quale scoprì che vi era una differenza di potenziale elettrico tra aghi infissi nello scalpo,
oppure tra due piccoli dischi di metallo (elettrodi), quando essi sono posti a contatto sulla cute
sgrassata del cuoio capelluto. La tecnica fu in seguito perfezionata da Herbert Jasper.La
rappresentazione grafica della registrazione è l’elettroencefalogramma.
-www.wikipedia.it
5
Studia la funzionalità cerebrale tramite la misura del campo magnetico generato dall’attività
elettrica cerebrale.
-www.wikipedia.it
6
È una tecnica di medicina nucleare e di diagnostica medica che produce immagini
tridimensionali o mappe dei processi funzionali all’interno del corpo, particolarmente usata nelle
analisi neurologiche. -www.wikipedia.it
7
È una tecnica di imaging biomedico che consiste nell’uso dell’imaging a risonanza magnetica per
valutare la funzionalità di un organo o di un apparato, in maniera complementare all’imaging
morfologico. Essa è spesso usata come sinonimo di risonanza magnetica funzionale neuronale, una
delle tecniche di neuroimaging funzionale di sviluppo più recente. Questa tecnica è in grado di
visualizzare la risposta emodinamica correlata all’attività neuronale del cevello o del midollo
spinale, nell’uomo o in altri animali. -www.wikipedia.it
8
a una pluralità di risultati differenti che, una volta integrati,
convergono in un’unica prospettiva di analisi.
Tra tutte le tecniche di brain imaging sopraelencate, quelle impiegate
dai ricercatori durante la fase sperimentale che ha portato alla scoperta
dei neuroni specchio, sono state in particolare: la EEG, la MEG, la
PET, la TMS e la fMRI.
1.2 Neurofisiologia del sistema motorio
Gli ultimi venti anni di ricerche sui meccanismi neurali hanno portato
a riconsiderare molti aspetti del modo tradizionale di concepire il
funzionamento del cervello, in particolare, riguardo alla relazione tra
il sistema motorio e i restanti sistemi, come quello sensoriale, in cui si
dispiega l’attività cerebrale.
8
Per molto tempo si è ritenuto che i fenomeni sensoriali, percettivi e
motori fossero ripartiti in aree corticali distinte: le aree sensoriali
(localizzate nel lobo occipitale) e le aree motorie (localizzate nella
parte posteriore del lobo frontale o corteccia frontale agranulare); tra
le due s’interpongono le aree associative, deputate alla raccolta di
informazioni, provenienti dalle diverse aree sensoriali e all’invio di
precetti verso le aree motorie per l’organizzazione del movimento.
8
Rizzolatti G., Sinigaglia C., “Il sistema motorio” in So quel che fai. Il cervello che agisce ei
neuroni specchio, Ed. R. Cortina, 2006.
9
Fig.1: Immagine laterale del cervello umano e indicazione dei lobo
principali.
Fonte: www.anisn.it
Questo tipo di modello implicherebbe una certa serialità dei processi
organizzativi finalizzati al compimento di un’azione e riconoscerebbe
un ruolo del tutto marginale e periferico al sistema motorio, inteso da
un punto di vista esclusivamente esecutivo.
È intorno alla prima metà degli anni Ottanta che i ricercatori iniziano a
concepire il sistema motorio, non solo anatomicamente connesso alle
aree corticali, responsabili delle attività cerebrali sensoriali, ma anche
dotato di una serie di funzioni, lungi dall’essere meramente esecutive.
L’impiego di tecniche elettrofisiologiche sofisticate ha, infatti,
evidenziato che la corteccia motoria è formata da una costellazione di
regioni diverse, con mappe funzionalmente distinte e con ampie
connessioni intrinseche ed estrinseche.
La corteccia motoria primaria (F1) coincide con l’area 4 di Brodmann,
mentre la corteccia agranulare appare distinta in tre regioni principali:
mesiale, dorsale e ventrale a loro volta suddivise in una parte rostriale
(anteriore) e una caudale (posteriore). La regione mesiale è formata
dalle aree F3 e F6; quella dorsale dalle aree F2 e F7; infine quella
ventrale dalle aree F4 e F5.
Particolarmente rilevante è il circuito parieto-frontale: la corteccia
10
frontale agranulare e la corteccia parietale posteriore risultano
costituite da un mosaico di aree anatomicamente e funzionalmente
differenti ma connesse tra loro. Tali aree formano circuiti destinati a
lavorare in parallelo e a integrare le informazioni sensoriali e motorie
relative a determinati effettori.
La spiegazione del modo in cui l’informazione sensoriale, le
intenzioni e le motivazioni possano essere tradotte in opportuni eventi
motori, non può dunque partire dall’idea di un sistema motorio come
semplice esecutore di un’azione.
Si è scoperto che le aree della corteccia parietale posteriore, definite
associative, possiedono proprietà motorie analoghe a quelle della
corteccia frontale agranulare e formano con essa circuiti intracorticali
altamente specializzati.
Ciò dimostra che il sistema motorio non è periferico e isolato dal resto
delle attività cerebrali, bensì consiste di una trama di aree corticali in
grado di contribuire alle trasformazioni sensori-motorie da cui
dipendono l’individuazione, la localizzazione degli oggetti e
l’attuazione dei diversi movimenti presenti nell’esperienza quotidiana.
Il fatto che le informazioni sensoriali e motorie siano entrambe
codificate dal circuito parieto-frontale indica che processi di ordine
superiore, attribuiti al sistema cognitivo, (la percezione, il
riconoscimento di atti altrui, l’imitazione e le forme di comunicazione
gestuali o vocali) possono rimandare al sistema motorio e trovare in
esso il proprio substrato neurale primario.
9
1.3 Localizzazione e funzioni dei neuroni canonici dell’area F5
Innanzi tutto occorre precisare che l’area F5 corrisponde, con la F4
alla regione della corteccia premotoria ventrale. Le due aree della
9
Ibidem