Modelli di regressione multivariati per la predizione delle emozioni sulla base del segnale elettroencefalografico
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3 Introduzione Le emozioni ricoprono un ruolo fondamentale nella vita quotidiana ed, in particolare, nel modo in cui l’uomo interagisce con gli altri e con l’ambiente che lo circonda. Di- verse emozioni sono all’ordine di diversi comportamenti e scelte. L’emozione pu o esssere descritta come una condizione psicologica che coinvolge l’esperienza soggettiva (come e sentita l’emozione), una componente siologica (come il corpo reagisce all’emozione), ed una reazione espressiva (il comportamento tenuto in risposta all’emozione sperimentata). Questi di erenti elementi sono essenziali nell’approccio funzionale e comportamentale de- gli individui. Le emozioni hanno una grande in uenza sulle decisioni quotidiane, anche in situazioni che appaiono puramente guidate dalla logica e dalla razionalit a. Da qui nasce la necessit a di indagare le interazioni tra le emozioni ed i processi decisionali, come nel campo del neuromarketing, che applica le metodologie delle neuroscienze al ne di determinare le forme di comunicazione pi u e caci ed in uire sui processi decisionali del consumatore (Petty R.E., 1983 [50]). Altri studi, invece, hanno analizzato l’interazione tra l’emozione e lo stato di salute: ad esempio, lo stress rappresenta una risposta psico siologica ad intensi stati emotivi come eccessiva pressione ed ansia, che provoca un impatto negativo sulla salute sica e men- tale del soggetto (Chaouachi M., 2010 [7]); una ulteriore indagine riguarda ricerche sulla depressione, le quali si basano su cambiamenti emotivi che hanno implicazioni nella va- lutazione, nel trattamento e nella prevenzione della patologia (Zuro D.C., 1986 [69]). Tuttavia non sono ancora del tutto chiarite una completa ed esaustiva de nizione ed una metodologia di classi cazione delle emozioni. La grande variabilit a tra soggetti e la variet a di contesti in cui le emozioni possono sorgere, come situazioni diverse e contesti culturali di erenti, complica notevolmente lo sviluppo di modelli per il riconoscimento e la classi cazione delle emozioni. Di solito, per valuta- re le emozioni si utilizzano strumenti psicometrici o questionari, come il Self Assessment Manikin o SAM (Lang P.J., 2008 [38]). Questi test sono facili da adoperare ma, a causa della loro natura soggettiva, risultano spesso poco a dabili. La necessit a di rendere la misurazione pi u oggettiva possibile ha portato i ricercatori ad investigare accuratamente la relazione tra le variazioni dei segnali siologici e le emozioni. Molti studi hanno di- mostrato il forte impatto delle emozioni sul Sistema Nervoso Autonomo, attraverso due componenti: il Sistema Nervoso Simpatico, associato a reazioni di attacco-fuga e il Sistema Nervoso Parasimpatico, coinvolto in situazioni e contesti rilassanti. Il concetto principale 12 denota come bruschi cambiamenti emotivi provochino alterazioni dei segnali siologici. Per esempio, l’attivit a elettrodermica aumenta durante esperienze di ansia, paura, rabbia e gioia perch e e correlata al livello di stimolazione emotiva provata (Takahashi K., 2004 [62]). L’attivit a cardiaca pu o essere inibita o stimolata da recettori neuromodulatori nelle cellule cardiache ed il segnale di variabilit a cardiaca (Heart Rate Variability o HRV), ov- vero la variazione temporale dell’intervallo tra un battito cardiaco e il successivo, e il pi u rilevante indicatore di stress. L’attivit a cerebrale e anche soggetta a cambiamenti causati da forti emozioni come disgusto e rabbia. Studi precedenti (Lang P.J., 2008 [38]), hanno dimostrato che gli stati emotivi possono essere classi cati in termini di Valence (sensazione piacevole o non piacevole), Arousal (calma o agitazione) e Dominance (sentimento controllato o non controllabile rispetto al- l’emozione provata). Ci sono delle evidenze che attestano il legame tra queste dimensioni e le variazioni siologiche (Posner J., 2005 [52]), ma risulta ancora poco chiara l’esatta relazione tra di esse. Lo scopo di questa tesi e quello di sviluppare un metodo oggettivo per il riconoscimento e la classi cazione delle emozioni utilizzando modelli statistici multivariati per stimare Valence ed Arousal, sulla base di parametri siologici derivati dal segnale EEG. La presente tesi e dunque organizzata come segue, analizzata con una breve descrizione nella sezione 3.1 ed esplicitandone la struttura nella sezione 3.2. 13 3.1 Breve descrizione del lavoro Il riconoscimento dello stato emotivo assume una notevole importanza nel momento in cui viene associato ad un determinato ne. Quest’ultimo pu o passare dall’essere semplicemen- te esplicativo dello stato di un soggetto, al categorizzare un sistema atto a rivoluzionare pesantemente l’approccio dei brand ai clienti. Analizzare, riconoscere e comprendere la reazione di un soggetto ad uno stimolo emozionale risulta quindi particolarmente rilevante al ne di de nire una personalizzazione dell’approccio di un terzo con il soggetto stesso. Si pensi ora ad un gruppo di persone e non solo ad un singolo individuo. Con questi pre- supposti, risulta quindi chiara ed evidente la rilevanza di un’indagine di questa tipologia e l’interesse mostrato da molte aziende su tale argomento. Il lavoro di questa ricerca inizia con la de nizione di un protocollo sperimentale focalizzato sul garantire una corretta acquisizione del segnale biologico. Viene proposto a riguardo un protocollo caratterizzato dalla presentazione di 90 immagini atte a suscitare una reazione speci ca nel soggetto. Successivamente vengono de niti degli indici, ovvero i parametri utilizzati per il riconoscimento della risposta biologica, risultato di di erenti modalit a di elaborazione applicate al segnale elettroencefalogra co (EEG). Questa indagine assume un’elevata importanza nel momento in cui vengono adottati di erenti metodi di elabora- zione degli elementi esplicativi. Viene infatti proposto un sistema di pesatura dell’indice in funzione dell’intervallo temporale in cui tale indice viene considerato. Un altro aspetto relativo a questa fase riguarda la normalizzazione dei dati rispetto all’attivit a basale dei singoli individui, allo scopo di ridurre la variabilit a inter-individuale ed identi care un modello della risposta siologica pi u rappresentativo dell’intera popolazione analizzata e meno legato al singolo soggetto valutato. Il riconoscimento della variabile di risposta viene a dato ai modelli lineari ad e etti misti, i quali garantiscono una descrizione degli indici analizzati su pi u punti di vista, valutandoli sia in un contesto completo di tutti i soggetti, sia mediante una suddivisione soggetto per soggetto. L’analisi statistica ha di seguito condotto alla scelta dei migliori modelli sulla base delle capacit a descrittive e delle propriet a dei residui ottenuti. Il passo successivo e stato quello di analizzare tali modelli in un’ottica di predizione al ne di valutarne la capacit a di riconoscimento dello stato emotivo e, quindi, dei valori di Valence e Arousal relativi alle immagini presentate. 14 3.2 Struttura della tesi La struttura del lavoro svolto si articola in quattro capitoli. Nella prima sezione denominata "Stato dell’arte" viene descritto un inquadramento generale dell’area di ricerca, orientato a portare il lettore all’interno della problematica a rontata. All’interno di questo capito e possibile ricavare informazioni sulla tipologia del segnale indagato e sui modelli di riconoscimento delle emozioni utilizzati in questa tesi. E inoltre de nito l’ambito di appartenenza, includendo le relative applicazioni e gli scopi preposti da questa ricerca. Nella seconda sezione denominata "Materiali e metodi" si mostra il progetto dal punto di vista sperimentale, descrivendolo in funzione delle scelte e dei metodi utilizzati. Ven- gono quindi illustrati nel dettaglio di erenti aspetti riguardanti le elaborazioni condotte sui dati acquisiti e le tecniche di analisi adoperate per la costruzione dei modelli atti al riconoscimento delle emozioni. Nella terza sezione denominata "Risultati" vengono esposti i risultati ottenuti a segui- to di quanto de nito nella sezione precedente. In primo luogo viene e ettuata un’analisi statistica su tutte le variabili analizzate, indagando la solidit a dei modelli ottenuti. Succes- sivamente viene invece testata l’e ettiva bont a dei modelli, valutandoli in fase di predizione mediante l’utilizzo dei metodi descritti. Nella quarta sezione denominata "Conclusioni" viene e ettuata una valutazione critica dei risultati ottenuti nella sezione precedente. Vengono inoltre mostrate le prospettive future di ricerca e i possibili sviluppi o miglioramenti relativi all’indagine e ettuata. 15 4 Stato dell’arte In questa sezione verr a fornito un inquadramento generale che permetter a al lettore di porsi in uno scenario orientato a garantire la massima comprensione di quanto trattato in questa ricerca e della problematica a rontata. 4.1 Elettroencefalogra a Ci troviamo all’interno di un vasto campo di discipline de nite con il nome di Neuroscienze che, al giorno d’oggi, rappresentano uno degli ambiti scienti ci pi u ricchi di s de e stimoli. Le Neuroscienze, de nite come discipline che studiano sperimentalmente il funzionamento del sistema nervoso da pi u punti di vista, si basano appunto sulla propriet a di inventiva e sperimentazione, ed e proprio questo aspetto a renderle un ambito molto ricercato. Il forte carattere interdisciplinare che le contraddistingue fonde tra loro competenze molto diverse, in un connubio che consente di inquadrare in modo plurdirezionale le varie sfaccettature morfologiche e funzionali del sistema nervoso. Tali indagini permettono di caratterizzare la complessit a dell’attivit a neuronale non solo a livello qualitativo, ma anche quantitativo (Topic B., 2017 [64]). Tra tutte, la tecnica di indagine che occupa un ruolo primario e l’elettroencefalogra a, disciplina nucleo anche in questa tesi. In questo capitolo ne verranno considerati gli aspetti fondamentali che, accostati alla realt a descritta nelle successive sezioni della tesi, o rono al lettore un’analisi completa per poter comprendere al meglio quanto si sta trattando. 4.1.1 Cenni di Neuro siologia Si e parlato di sistema nervoso e, pertanto, risulter a utile per prima cosa contestualizzarlo e desriverne gli aspetti chiave. Il sistema nervoso negli esseri umani pu o essere anatomicamente suddiviso in Sistema Ner- voso Centrale (SNC) e Sistema Nervoso Periferico (SNP). Il primo sovrintende e regola, valuta ed integra le principali funzioni di controllo ed elaborazione tipiche dell’uomo, diver- samente dal secondo che si occupa invece di ricevere informazioni sensoriali e trasmettere stimoli e risposte comportamentali. Di particolare interesse ai ni di questa tesi risulta comprendere quali aspetti caratterizzano il primo dei due sistemi. Al SNC giungono dalla periferia dell’organismo stimoli quali sensazioni e percezioni, e da esso si diramano le risposte motorie trasmesse alla muscolatura scheletrica attuatrice, ad eccezione di alcuni movimenti ri essi che possono avvenire attraverso le vie del midollo 16 spinale senza la partecipazione delle strutture cerebrali. Apprendimento, memoria, lin- guaggio, coscienza, astrazione, percezione, ovvero le cosiddette funzioni nervose superiori, sono a date a quello che viene classi cato come il computer responsabile della gestione dell’organismo. Anatomicamente, il sistema nervoso centrale e costituito da di erenti porzioni anatomiche in continuit a tra loro e, pi u precisamente, da due elementi principali quali l’encefalo e il midollo spinale. Il primo dei due, contenuto nella scatola cranica, e formato in senso craniocaudale da telencefalo, diencefalo, tronco encefalico, a sua volta costituito da me- sencefalo, ponte e midollo allungato, e cervelletto, posto dorsalmente al tronco cefalico. Il midollo spinale, invece, prosegue dal tronco cefalico nel canale vertebrale ed e responsabile della trasmissione dei segnali (messaggi) avanti e indietro tra il cervello e i nervi periferici. 4.1.2 Elettroencefalogramma Si inserisce in questo contesto la possibilit a di indagare l’attivit a bioelettrica generata dalla corteccia cerebrale. L’elettroencefalogra a costituisce infatti la tecnica forse pi u elementare e allo stesso tempo pi u e cace per monitorare l’attivit a cerebrale e i potenziali evocati che hanno sede sulla super cie dell’encefalo. 4.1.2.1 Breve storia dell’elettroencefalogra a L’elettroencefalogra a fu sviluppata dallo psichiatra tedesco Hans Berger tra il 1924 ed il 1938 e fu utilizzata per la prima volta alla ne degli anni ’20 alla Friedrich Schiller Universit at di Jena. La scoperta di Berger e stata una svolta storica che ha fornito un nuovo strumento senza il quale oggi, nella pratica quotidiana, risulterebbero inconcepibili concetti quali diagnosi neurologiche e piani cazioni delle procedure operative neurochi- rurgiche. Lo psichiatra tedesco scopr che l’attivit a dei neuroni della corteccia cerebrale e coordinata in modo tale da indurre variazioni del campo elettrico e gli elettrodi, posi- zionati opportunamente sullo scalpo, registrano eventi di natura elettrica che si veri cano nella corteccia sottostante. Il passaggio successivo e stata quindi la deduzione che la dif- ferenza di potenziale elettrico che si veri ca tra aghi posizionati nello scalpo corrisponde all’attivit a elettrica dell’area studiata. Successivamente, anche personaggi come Luigi Galvani e Alessandro Volta indagarono e posero le basi necessarie alla comprensione delle propriet a elettriche dei tessuti nervoso e muscolare. Pi u tardi, nel XIX secolo, fu invece il medico di Liverpool Richard Caton ad 17 essere il protagonista della prima osservazione dell’attivit a elettrica spontanea nel cervello di alcuni animali da laboratorio. 4.1.2.2 L’elettroencefalografo e il suo funzionamento L’elettroencefalografo e un sistema di acquisizione dati, e come tale e de nibile come siste- ma di misura elettronico concepito per monitorare, registrare ed eventualmente elaborare una o pi u grandezze siche di interesse (Niedermeyer E., 2005 [48]). Qualsiasi attivit a si- naptica genera un piccolo impulso elettrico indicato come potenziale postsinaptico. Questi potenziali, che hanno sede sulla super cie dell’encefalo, sono generati in prevalenza dal- la materia grigia della corteccia e risultano misurabili quantitativamente mediante tale apparecchiatura. Il segnale elettroencefalogra co nasce dal contributo della corrente ex- tracellulare propria dell’attivit a di un elevato numero di cellule nervose, nella fattispecie i neuroni corticali piramidali, disposti in corrispondenza dell’area corticale sottostante l’e- lettrodo considerato (Niedermeyer E., 2005 [48]). Per elettroencefalogramma si intende quindi il tracciato ottenuto mediante la misurazione dell’attivit a elettrica del cervello con l’ausilio dell’applicazione di un certo numero di elettrodi. Il potenziale elettrico generato da un singolo neurone e troppo piccolo per essere rilevato, pertanto, l’attivit a cerebrale evidenziata dall’elettroencefalogra a ri ette sempre la sommatoria dell’attivit a sincrona di migliaia di neuroni che hanno un simile orientamento spaziale, ovvero sono sincroniz- zati. Se le cellule non hanno un orientamento spaziale simile, i loro ioni non si allineano e non creano onde da rilevare. Si pensa che i neuroni piramidali della corteccia producano il maggior numero di segnali EEG perch e sono ben allineati ed emettono insieme (Klein S., 2006 [34]). Poich e i gradienti del campo di tensione diminuiscono con il quadrato della distanza, l’attivit a proveniente da fonti profonde e pi u di cile da rilevare rispetto alle correnti vicino al cranio. In aggiunta, il potenziale generato deve propagarsi attraverso diversi strati di tessuto non neurale (ad esempio le meningi, il tessuto osseo del cranio e la pelle), i quali, anch’essi, sviluppano resistenza alla propagazione. L’acquisizione dei dati vede quindi un certo numero di neuroni eccitati che, con il loro piccolo apporto, cooperano contemporaneamente per dare un segnale EEG che corrispon- de, appunto, alla sommatoria dell’attivit a di neuroni in fase. Questa caratteristica vede l’elettroencefalogra a come un’ottima analisi dal punto di vista della risoluzione temporale (nell’ordine dei millisecondi), se non una tra le migliori, equiparata solamente dalla Ma- gnetoelettroencefalogra a (MEG) e dalla Event-Related Optical Signal (EROS). Queste sono infatti le uniche tecniche non invasive di neuroscienza cognitiva ad acquisire dati a 18 questo livello di risoluzione temporale. D’altra parte, si ha invece una bassa risoluzione spaziale sul cuoio capelluto. La risonanza magnetica funzionale, ad esempio, pu o visualiz- zare direttamente le aree attive del cervello, mentre l’EEG richiede elaborazioni accurate per ipotizzare quali aree siano attivate da una particolare risposta. 4.1.2.3 Elettrodi ed il loro posizionamento Nell’EEG convenzionale sul cuoio capelluto, la registrazione viene ottenuta mediante il posizionamento di elettrodi con l’ausilio di un gel o di una pasta conduttiva, solitamente dopo aver preparato l’area in questione mediante una leggera abrasione per ridurre l’im- pedenza dovuta alle cellule morte della pelle. Gli elettrodi sono realizzati in modo da assicurare un contatto stabile e prolungato con la cute, aderire ad una super cie circo- scritta al ne di evitare dispersioni, ed essere non polarizzabili, ovvero essere caratterizzati da una minima resistenza in modo da ostacolare quanto meno possibile il passaggio della corrente da rilevare. Molti sistemi utilizzano elettrodi, ciascuno dei quali e collegato ad un singolo lo. Alcuni sistemi usano cu e o reti in cui sono incorporati gli elettrodi e tale pratica e particolar- mente comune quando sono necessari array di elettrodi ad alta densit a. Gli elettrodi richiesti, e quindi i canali registranti, possono variare tra 8 e 64, ma se non c’