6
sopravvive proprio grazie a questi continui cambiamenti di gusti del tessuto
sociale.
Ho voluto quindi studiare un mercato in cui questo studio del consumatore
viene portato ai massimi livelli, un mercato in continua evoluzione poiché è il
prodotto che offre ad esserlo. Ho deciso di analizzare il segmento della moda
low cost perché credo sia l’ultima grande rivoluzione nel mondo del mercato
della moda e del mondo del costume in genere. Una rivoluzione permessa da
cambiamenti di valutazione e di priorità del prodotto moda agli occhi del
consumatore.
Nel corso della mia tesi ho quindi iniziato introducendo i maggiori aspetti di
rottura del consumatore odierno – il cosiddetto consumatore postmoderno – in
contrapposizione al consumatore del periodo precedente; ho perciò posto
l’accento sulle caratteristiche del nuovo consumatore, sulla interpretazione che
questo nuovo consumatore dà del consumo e sulle tendenze che stanno
influenzando lo stesso consumo, strizzando l’occhio a quelle tendenze che
hanno avuto maggior peso nel mercato della moda. Ho quindi proseguito
studiando il significato della moda, cosa essa stia a indicare ed esprimere,
cercando di dare interpretazioni del suo linguaggio e disegnando lo scenario
attuale di questo mercato, ponendo l’accento sull’analisi del consumatore di
moda low cost. Successivamente ho analizzato il rapporto che esiste tra la
moda, l’abbigliamento e la nascita o il mutamento dell’identità personale,
osservando come l’identità femminile sia nata anche grazie all’abbigliamento ed
esaminando il graduale cambiamento dell’identità maschile nell’abbigliamento,
attraverso gli stili adottati nel corso degli ultimi 150 anni, riconoscibili per certi
versi negli stili presenti oggi. Nel capitolo successivo ho analizzato le
caratteristiche delle imprese di questo mercato: le problematiche, le tipologie di
impresa e il marketing relativo a queste imprese. L’ultimo paragrafo del capitolo
fa da contraltare a quello relativo al consumatore di moda low cost: in questo
caso l’accento viene posto sul punto di vista delle imprese, e di come esse
stiano vivendo questo fenomeno di cosiddetta democratizzazione del lusso. Nel
quarto capitolo è stata studiata una delle imprese più famose e prestigiose
7
all’interno del mercato della moda low-cost: la spagnola Zara. Si è parlato
quindi dell’impresa, dei suoi punti di forza e del suo marketing mix. Nell’ultimo
capitolo infine, si pongono a confronto le motivazioni d’acquisto di consumatori
di due diversi stati europei (Italia ed Estonia), andando a studiare se il brand
Zara venga percepito in maniera univoca o meno dai consumatori. Questa parte
operativa, come si può facilmente capire, rappresenta la logica conclusione di
una tesi che vuole andare a studiare un mercato come quello della moda – e in
particolare della moda low cost, settore relativamente giovane – in cui i gusti e
le preferenze del consumatore diventano la fonte principale di ispirazione dei
prodotti e delle strategie di marca e marketing delle imprese operanti sul
mercato.
8
CAPITOLO 1
LA SOCIETA’ POSTMODERNA E IL CONSUMO
1.1 LA SOCIETA’ POSTMODERNA E LA GENESI DEL NUOVO
CONSUMATORE: IL CONSUMATORE POSTMODERNO
Nel 1997 la primaria agenzia statunitense di ricerche di mercato, Yankelovich
Partners, pubblicò in un libro una ricerca da lei condotta, in cui si affermava
come diversità fosse il concetto che meglio definiva la Generazione X – quella
nata, cioè, dopo il 1970 – in opposizione ad individualità che aveva
caratterizzato la generazione precedente.
In questo libro si legge:
La Generazione X si distingue oggi per una pluralità di posizioni tra le più
estreme che siano mai state registrate. Se guardiamo ai prossimi
venticinque anni, appare chiaro che l’accettazione di stili di vita alternativi
sarà sempre più ampia e diffusa a mano a mano che gli X matureranno e
prenderanno in mano le redini del potere, diventando il gruppo di consumo
dominante. La diversità è il fattore chiave della vita, per gli X, il nucleo del
loro modo di porsi sul mercato. La diversità in tutti i suoi aspetti – culturali,
politici, sessuali, razziali, sociali – è il marchio di fabbrica di questa
generazione.
1
Se nel 1997 questa posizione poteva sembrare abbastanza forte e quasi
provocatoria, oggi salta all’occhio come il passo precedente è portavoce di una
realtà che appare pressoché ovvia. Il consumatore odierno rompe con il
passato, o comunque frantuma le certezze di coloro che si ostinano a vedere e
sottolineare la continuità con esso.
Ci troviamo di fronte quindi ad un consumatore nuovo, anche se l’aggettivo
“nuovo”, riferito al consumatore, risulta un’accezione banale, scontata e
1
J. Walker Smith – A. Clurman, Dal cavallo a dondolo al computer, Baldini & Castoldi, Milano
1998, pag. 115.
9
tautologica. Il consumatore infatti è espressione della storia, e quindi sempre
diverso dal passato per definizione. È un soggetto in costante evoluzione
perché immerso nel flusso del cambiamento (sociale, tecnologico, economico)
che penetra ogni aspetto della nostra esistenza
2
.
Il nuovo protagonista è un consumatore eclettico, pragmatico, orientato nelle
sue scelte dal case by case approach che genera modelli di consumo simili ad
un patchwork costantemente cangiante: è proprio questa la diversità affermata
da Yankelovich Partners nel 1997.
L’era della modernità si avvia al tramonto, come la relativa e suggestiva utopia
del progresso: il tempo perde il concetto di futuro a favore dell’immediato
presente e, in conseguenza di ciò, anche il passato perde il suo carattere di un
tempo che si riassumeva nel concetto di progresso.
Questa epoca nuova, ribattezzata della postmodernità, non va intesa però
come momento conclusivo della modernità, ma come inizio di un nuovo ciclo
della storia, una proposta di civilizzazione ancora allo stato nascente, una realtà
non ancora maggioritaria – lo sarà quando la Generazione X di Yankelovich
Partners arriverà a ricoprire i ruoli di maggiore strategicità – ma sicuramente
diffusa e condivisa.
Nell’era della modernità, al consumo non viene quasi mai riconosciuta una
propria distintiva specificità: esso resta sempre il linguaggio della produzione.
Nell’era nuova della postmodernità, il consumo assume invece una inedita
centralità e crucialità, si libera dal riferimento alla logica della produzione e dalla
preponderanza degli schemi relativi ai simboli di status e si ripropone come
linguaggio di se stesso. Il consumo diventa così una forma di metalinguaggio
con cui comunichiamo costantemente, tramite le nostre scelte, a noi e agli altri;
diventa un ipertesto che veicola messaggi che rispettano una grammatica, una
sintassi ed un sistema di regole.
In questa ottica il consumo diventa un’area straordinariamente ricca ai fini dello
studio della struttura e della dinamica sociale. Ciò che è importante sottolineare
2
Cfr. G. Fabris, Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Franco Angeli, Milano 2003, pag.
13 e sgg.
10
è come esso sia solo una realizzazione fisica di quello che avviene a livello
sociale, una diretta conseguenza. Non bisogna quindi commettere l’errore di
dare troppa centralità al semplice consumo, in quanto non “si consuma in
questo modo perché la società è strutturata in questo modo”, ma “la società è
strutturata in questo modo e quindi si consuma in questo modo”. La differenza è
sottile, l’importante è dare ad ogni aspetto la sua giusta dimensione e alla
ricerca sociologica la sua giusta centralità.
Da questa osservazione deriva come sia proprio la vita quotidiana ad essere
divenuta da qualche tempo un importante fulcro di attenzioni da parte degli
scienziati sociali ed assolutamente cruciale ai fini della comprensione della
postmodernità. Diventa così sempre più difficile tracciare confini tra l’arte e la
vita d’ogni giorno, al punto che è possibile proclamare che la vita quotidiana è
arte e che tutti noi siamo gli artisti della vita. Quest’atteggiamento fornisce
evidente legittimità ad un sempre maggior utilizzo di beni di consumo di tutti i
tipi ed al ricorso a nuove esperienze in questo campo: i beni non servono più
allo scopo volgare di esibire il nostro status sociale, ma indicano la nostra
sensibilità artistica
3
. Il mondo post-moderno è un mondo in cui la cultura è
divenuta particolarmente importante: invece di consumare beni, noi
consumiamo significati, quei significati che vengono conferiti ai beni stessi dalla
pubblicità e dal loro essere esibiti nelle vetrine.
Come appare chiaro, il vecchio paradigma si dimostra incapace di spiegare un
numero crescente di fenomeni, destinato così ad essere sostituito da un nuovo
paradigma, che non si pone in un rapporto di continuità o coerenza con il
precedente.
Nella nuova società postmoderna, complessità e turbolenza rappresentano due
dimensioni di fondo, fattori costitutivi, condizioni normali dell’esistenza: il nuovo
paradigma si basa su principi come l’incertezza, il caos, l’evoluzione e l’olismo.
L’uomo di oggi non deve cercare di risolvere la complessità e nemmeno di
ridurla: deve imparare a convivere con questa e a gestirla. Leggere il caos
3
P. Corrigan, La sociologia dei consumi, Franco Angeli, Milano 1999, pag. 274.
11
come fattore caratterizzante i sistemi sociali avanzati, abituarsi a convivere con
questo, a gestirlo ed a considerarlo come opportunità, distaccarsi da un
concetto illuministico di progresso, di evoluzione economica ed accogliere fra le
nuove regole del gioco, l’irrompere di fenomeni imprevedibili e la discontinuità,
significa confrontarsi positivamente con la turbolenza.
Tornando al paragrafo in apertura, non possiamo aspirare a nessuna
interpretazione unitaria del mondo.
Complessità, turbolenza, declino del pensiero lineare, crisi delle ideologie,
fusione, simulazione, ricercata discontinuità con la modernità, logica dell’et…et
e non dell’aut…aut, sono i pilastri su cui si fonda il nuovo ciclo storico.
Discontinuità, pluralità, disordine, ambiguità, paradosso, molteplicità delle
verità, fluidità, libertà definiscono la condizione postmoderna in cui opera il
consumatore di oggi.
Come affermato in precedenza, la realtà postmoderna è una realtà in cui la
stessa modernità viene portata all’eccesso, diventa sovrabbondante – per
questo si può parlare addirittura di ipermodernità – ed è soggetta ad un
processo di accelerazione di tutti i principali fenomeni che l’hanno sempre
contrassegnata
4
. Queste macro-tendenze di lungo termine possono essere
quindi così riassunte:
- un’evoluzione storica lineare cede il posto ad una evoluzione
discontinua, veloce e sempre più rapida nel suo movimento;
- la società passa da una struttura piramidale, ordinata gerarchicamente,
ad una frammentata e segmentata, sempre più centrata sul singolo
individuo;
- le forme di comunicazione diventano sempre più personalizzate ed
individualizzate;
- la crescente importanza delle nuove tecnologie informatiche determina il
passaggio delle imprese da strutture organizzative centralizzate a
4
Cfr. V. Codeluppi, La sociologia dei consumi, Carocci, Roma 2002, pag. 155 e sgg.
12
strutture di tipo policentrico e reticolare, che richiedono agli individui
soprattutto delle capacità di tipo creativo;
- aumentano l’instabilità, il disordine e le tendenze contraddittorie in una
cultura sociale che tende a divenire sempre più complessa, perché
caratterizzata dalla crescita del numero e della varietà degli elementi che
la costituiscono, nonché dalle interdipendenze di tali elementi;
- tutti i livelli del sociale sono invasi da una crescita incontrollata ed
entropica del flusso delle comunicazioni;
- la situazione di crescente benessere della maggior parte della
popolazione favorisce lo sviluppo degli aspetti espressivi, simbolici e
comunicativi del consumo;
- gli oggetti e le merci subiscono un processo di dematerializzazione
progressiva, che ne indebolisce fisionomia ed identità;
- si affievolisce progressivamente l’identità posseduta da tutti i soggetti
sociali, che da unitaria e coerente si fa polimorfica e multiforme;
- la tradizionale egemonia della cultura maschile, razionale e rigorosa,
viene sostituita da una cultura androgina, che tende ad unificare i due
sessi.
Scendendo più nel particolare possiamo analizzare altre caratteristiche della
società postmoderna-ipermoderna:
- saturazione: i principali mercati di largo consumo possono essere
considerati maturi perché i consumatori in essi si trovano costantemente
in una condizione di iperscelta;
- frammentazione: fenomeno di disintegrazione che attraversa la società a
tutti i livelli;
- de-differenziazione/de-specializzazione: fenomeno che disgrega le
gerarchie stabilite nella società e i confini tradizionali delle principali
entità sociali;
- pluralismo/anti-fondamentalismo: è il frutto della crescente diffusione
dell’idea che tutto deve essere accettato, perché non c’è né giusto né
13
sbagliato, mentre devono dominare il paradosso, la plurivalenza e la
polisemia, rifiutando il dogma e l’ortodossia;
- reversibilità temporale: comporta l’abbandono della cultura modernista e
del suo mito del progresso, per un orientamento verso uno sguardo
retrospettivo e nostalgico, che recupera con disincanto il passato e lo
fonde liberamente con il presente;
- iperrealtà: crescita d’importanza delle immagini rispetto alle parole,
dell’immediatezza rispetto alla riflessività, che determina una perdita del
senso di autenticità;
- pastiche: mescolanza ironica di stili e di frammenti espressivi differenti, in
un mix libero ed eclettico di codici che già esistono nella società;
- autoreferenzialità: comporta che ogni cosa si riferisca innanzitutto a se
stessa e si trovi ad operare secondo una modalità di feed-back
permanente.
Per completare il quadro della nuova realtà sociale nella quale i fenomeni di
consumo si trovano a dover operare, è importante cercare di delineare le
conseguenze sul piano delle dinamiche di consumo, delle incisive
trasformazioni sociali e culturali che sono state appena considerate. Esse
sono:
- il consumatore eclettico: è senz’altro il trend più importante tra quelli che
verranno citati, in quanto trasversale a tutti gli altri. È frutto di quella
cronica infedeltà rispetto ai prodotti e alle marche che caratterizza oggi
una larga parte dei consumatori, quelli che sono sempre più disincantati
e mutevoli nelle loro scelte, in quanto guidati soprattutto da un continuo
processo di ridefinizione dell’identità personale e sociale. Ne discende
che i loro acquisti saranno contraddistinti dalla mescolanza di prodotti
anonimi e di marca, edonisti e salutisti, economici e di lusso;
- il bisogno di semplicità: i consumatori hanno sempre più sentito
l’esigenza di semplificare il proprio rapporto con i beni, ma l’evoluzione
del mondo dei consumi li ha portati a dover comunque continuare a
14
vivere sul mercato in una condizione di iperscelta. Ecco allora l’adozione
di stili estetici essenziali;
- il neotradizionalismo: ritornano d’attualità prodotti che in passato hanno
avuto successo o marche di grande tradizione e si recuperano anche
forme stilistiche tipiche di precedenti periodi. Poiché è sempre più raro
incontrare delle vere novità sul mercato, è meglio rivolgersi a ciò che c’è
di meglio tra il già noto;
- il consumare su misura: gli acquisti si stanno orientando verso scelte
personalizzate. Ciò è reso possibile oggi dall’evoluzione sia delle
tecnologie produttive, che con la strategia di mass customization
possono permettere alle aziende di usufruire dei benefici della
produzione in serie ma anche di variare i singoli prodotti, sia di quelle
comunicative, che consentono al consumatore di trasmettere
direttamente alla produzione le proprie esigenze;
- le comunità di consumo: i consumatori cercano di ricostituire attraverso il
consumo dei legami sociali, tendendo cioè a riequilibrare il loro rapporto
con la realtà dando vita a vere e proprie tribù, formate da persone che
condividono lo stesso interesse per un determinato prodotto, fermo
restando che, naturalmente, ogni individuo può appartenere a diverse di
queste comunità;
- verso il servizio totale: il servizio si va progressivamente estendendo dal
rapporto diretto con il prodotto a tutte le fasi della relazione con
quest’ultimo;
- i prodotti di culto: la crescita delle componenti comunicative e culturali
dei beni di consumo ha portato a uno spostamento della strategia di
differenziazione sociale imperniata sullo status symbol, sull’ostentazione
cioè del valore economico del bene posseduto, a una incentrata sullo
style symbol, vale a dire sulla capacità dei beni di esprimere la cultura, il
gusto e lo stile di ciascun individuo. Proprio per questo loro forte legame
con l’identità personale, alcuni beni possono a volte diventare oggetto di
un elevato investimento affettivo da parte dei consumatori;
15
- la merce sensibile: i prodotti e le marche stanno sempre più sviluppando
delle caratteristiche di sensibilità che li avvicinano alla natura della
personalità umana e i consumatori possono pertanto percepirli quasi
come delle persone;
- la natura ritrovata: nel mondo occidentale ha incominciato a svilupparsi
la consapevolezza dell’esistenza di una forte interdipendenza tra i vari
sottosistemi che operano all’interno del macrosistema ambientale e della
necessità conseguente di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di
sviluppo del mondo umano e industriale e il bisogno di sopravvivenza del
mondo naturale. Oggi questa consapevolezza sta aumentando;
- il consumerismo soft: si è formata una coscienza consumeristica presso i
singoli individui, sempre più maturi, selettivi e critici. Tale coscienza può
essere definita soft, in quanto moderata, ma è comunque consapevole
che alle imprese occorre richiedere prodotti affidabili, di qualità, venduti
ad un buon rapporto qualità-prezzo e una più generale correttezza e
trasparenza di rapporto.
Come prima caratteristica delle dinamiche di consumo è stata citata quella
relativa alla cronica infedeltà alle marche del consumatore postmoderno. Una
chiave di lettura di questo aspetto può essere data analizzando il background
lavorativo di quella Generazione X citata ad inizio paragrafo, e principale
traduttrice di personalità in consumo. Questa generazione infatti rappresenta la
prima ondata di lavoratori a non essere mai salita sul treno sicuro dell’impiego a
vita: i lavoratori temporanei e part-time, i disoccupati, e quelli che sono usciti
completamente dal mercato del lavoro, rappresentano oggi più della metà della
popolazione in età lavorativa
5
. In altri termini, le persone che non possono
accedere ad un’azienda a cui poter giurare la propria eterna fedeltà sono
attualmente la maggioranza. Questo aspetto si può quindi tradurre in una
spiccata disaffezione alle marche.
Osservando tutti questi aspetti, possiamo concludere che nella società
postmoderna l’identità si stempera: diventa più sfuggevole, indeterminata e
5
Cfr. N. Klein, No logo, Baldini & Castoldi, Milano 2001, pag. 337.
16
flessibile. Discriminante del passaggio al postmoderno è proprio la presa di
distanza da una concezione forte della personalità, propria dell’individuo
moderno. L’individuo postmoderno è invece un soggetto debole, frammentato,
sfuggente, polimorfo e proteiforme, che agisce più sotto la pressione delle
circostanze che non seguendo valori o convinzioni
6
.
1.2 IL NUOVO MODELLO DI CONSUMO
Se nel paragrafo precedente si è provato a descrivere in linea generale come la
società sia mutata e come questo mutamento abbia determinato cambiamenti
nel consumo, nel seguente paragrafo si descrive come il modello di consumo
sia cambiato e cosa abbia determinato al suo interno.
1.2.1 IL SISTEMA COMUNICATIVO DEL CONSUMO
Prima di andare a descrivere i cambiamenti incorsi all’interno del modello di
consumo e i cambiamenti a livello di significato, andiamo a parlare del sistema
comunicativo che il consumo crea all’interno di una società.
Con questo modello si intende consentire l’analisi di tutti i fenomeni
comunicativi che possono presentarsi nel sistema del consumo, siano essi
operanti, per esempio, a livello della comunicazione pubblicitaria o a livello dei
comportamenti messi in atto dal soggetto consumatore. Il tipo di
rappresentazione è non lineare, volendo sottolineare la forte interattività
esistente fra tutti i soggetti attivi nel sistema
7
.
Il sistema comunicativo del consumo, come del resto qualsiasi altro sistema di
comunicazione, comprende innanzitutto un emittente empirico ed un
destinatario empirico. Si tratta di soggetti collegati tra loro da un medium che
consente la circolazione dei testi di consumo. Tali testi possono essere di varia
natura e fanno sempre riferimento ad un determinato contesto socioculturale,
così come alle diverse enciclopedie semantiche appartenenti all’emittente e al
destinatario; anche i testi di consumo comprendono al loro interno due ruoli
6
Cfr. G. Fabris, Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Franco Angeli, Milano 2003, pag.
52.
7
Cfr. V. Codeluppi, La sociologia dei consumi, Carocci, Roma 2002, pag. 144 e sgg.