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In un momento in cui gli attori coinvolti nella cooperazione internazionale allo
sviluppo e i governi degli Stati piø ricchi si trovano in difficolt nel rispettare gli
impegni assunti nei confronti del gruppo di paesi meno avanzati2 e faticano a
raggiungere gli Obiettivi del Millennio preposti per il 2015, le rimesse si presentano
come uno strumento di crescita e progresso ideale e sostenibile. Infatti, si tratta di un
mezzo in grado di generare uno sviluppo autonomo, in quanto possibile grazie
all impegno degli stessi cittadini dei paesi poveri, la maggior parte dei quali
appartenenti alle classi con reddito basso. Inoltre, si osserva che il legame che il
migrante mantiene con la sua famiglia e con la comunit d origine non si mantiene
esclusivamente per una motivazione economica, ma trova origine in un sentimento di
affetto, di solidariet e di dipendenza. A tal rigu ardo le rimesse finanziarie non sono le
uniche risorse a disposizione dei migranti per contribuire allo sviluppo, in quanto anche
le attivit svolte dalle comunit della diaspora ap paiono fondamentali per l integrazione
del paese nel commercio internazionale, l aumento di afflussi di investimenti diretti
esteri e il trasferimento di tecnologie.
A questa realt corrisponde la richiesta di valori zzare il ruolo delle rimesse,
agevolarne il trasferimento e potenziare la partecipazione dei gruppi di migranti nei
programmi di sviluppo. Una risposta adeguata e efficace potrebbe provenire da un
miglioramento della rete finanziaria mondiale e da una maggior inclusione degli
individui piø deboli nei canali bancari. Allo stesso tempo i governi di entrambi i paesi
interessati al processo dovrebbero riuscire a garantire determinate condizioni di natura
economica, sociale e politica, imprescindibili per creare crescita e progresso. Nel caso
contrario gli sforzi da parte del settore privato per offrire servizi ai migranti e ai loro
familiari rischierebbero di risultare vani.
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Si ricorda al riguardo che pochi Stati sono riusciti a raggiungere l obiettivo dello 0,7% del Pil da
destinare agli aiuti ufficiali per lo sviluppo. Nel 2005 la Svezia ha dedicato 1,03% del suo Pil per ODA,
seguita dalla Norvegia con lo 0,95%. In piø, tra i paesi donatori, solamente Danimarca, Lussemburgo e
Olanda hanno gi raggiunto l obiettivo. In Italia n el 2005 gli aiuti ufficiali allo sviluppo sono stati di solo
lo 0,23% del Pil (OECD, 2006). Per ulteriori dati consultare il sito dell OECD:
http://www.oecd.org/dataoecd/52/11/1893159.xls.
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Nei capitoli che seguiranno, per evitare fraintendimenti, si utilizzer il termine
paese d origine per il paese natale del migrante, e paese di destinazione per indicare
il luogo dove il migrante vive e lavora.
Lo scopo finale che ci si pone in questa tesi Ł riuscire ad individuare le principali
conseguenze create dal flusso di rimesse sia sulle condizioni della famiglia del
migrante, sia sull intero sistema economico e sociale del paese di provenienza. In questo
modo si tenta di capire se le rimesse sono in grado di compensare i danni e le
conseguenze negative create dal flusso migratorio in uscita sull economia e sulla societ
dei paesi con piø alto tasso di emigrazione. In aggiunta ci si chiede quali siano i fattori
in grado di ottimizzare il contributo delle rimesse nella lotta contro la povert e che tipo
di iniziative e manovre politiche potrebbero essere realizzate per incrementare il ruolo
che il migrante e la diaspora detengono nello sviluppo di ambedue i paesi, sia ad opera
del settore pubblico che di quello privato.
A tale fine l elaborato Ł stato diviso in cinque capitoli, ognuno dei quali cerca di
inquadrare una dimensione del fenomeno, per poi tentare di fornire alcune risposte e
possibili soluzioni ai problemi che si presentano.
Il primo capitolo Ł di carattere descrittivo e ha quindi la funzione di spiegare cosa
sono le rimesse, in quali categorie si distinguono e quali sono i canali di trasferimento
utilizzati per il loro invio.
I grafici presenti nel capitolo sono stati costruiti sulla base di dati provenienti dal sito
del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e delle Banche Centrali dei
singoli paesi. Tuttavia la situazione descritta non rispecchia ancora a sufficienza la reale
dimensione raggiunta dal fenomeno, in quanto le statistiche ufficiali a disposizione non
includono l enorme flusso di rimesse che viene trasferito attraverso i canali informali,
scelti spesso dal migrante per motivi economici e pratici. Infatti, i risultati di alcune
ricerche empiriche eseguite su comunit di migranti stimano che il valore totale del
denaro inviato in patria dai migranti sarebbe almeno il doppio rispetto a quello riportato
da fonti ufficiali.
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Nel secondo capitolo si esamina il modo di impiego delle rimesse da parte delle
famiglie dei migranti rimaste in patria, analizzandone le conseguenze nel breve e nel
lungo periodo. Le famiglie che ne beneficiano direttamente possono scegliere di
utilizzare le rimesse per consumi, formazione, cure mediche, investimenti o risparmio,
producendo ripercussioni diverse sia sul reddito familiare che sull intera economia del
paese. Quindi, ai fini di questo lavoro Ł fondamentale individuare quali sono gli effetti
moltiplicatori delle rimesse in grado di influenzare le condizioni e i comportamenti dei
molti altri agenti economici, per riuscire infine a valutare se i risparmi dei migranti
rappresentano un valido sostegno alla crescita dell economia del paese.
Allo stesso tempo, non bisogna scordare che oltre ai possibili cambiamenti nella
struttura economica, i processi migratori e le entrate di rimesse producono delle
trasformazioni importanti all interno della societ , per questo al termine del capitolo si
dedica un ampia parte alla descrizione del cambiamento del ruolo della donna nella sua
famiglia e nella comunit di origine.
La terza parte approfondisce il rapporto esistente tra il migrante, la famiglia e il paese
d origine che si presenta quasi sempre molto forte e radicato. Nel migrante coesistono
sentimenti di diversa natura: da una parte un grosso senso di responsabilit nei confronti
di chi Ł rimasto e dall altra il profondo affetto che continua a provare per la sua
comunit che lo riempie di nostalgia e che gli d l a forza di lottare per mantenere la
propria identit anche in un paese straniero. Da ci deriva che il contributo che il
migrante pu dare alla crescita di un paese Ł profondo e decisivo e si pu concretizzare
attraverso diverse modalit . Pu nascere un insieme complesso di rapporti, reti e
contatti che porta a seguire un modo di vivere definito transnazionale.
Il transnazionalismo non considera piø le migrazioni come un flusso esclusivamente
unidirezionale, ma come un movimento reciproco e continuo di persone, idee, beni e
capitali. Questo concetto ci rende possibile analizzare il fenomeno migratorio non solo
sotto l aspetto economico, ma anche sociale, politico e culturale.
La protagonista del terzo capitolo Ł la diaspora che, attraverso un modo di vivere
transnazionale, diventa portatrice di un complesso di risorse umane e sociali che
vengono trasferite al paese d origine, insieme spesso ad aiuti finanziari, generando cos
vantaggi per tutti i soggetti coinvolti.
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Per comprendere meglio il fenomeno si illustreranno a titolo esemplificativo alcuni
progetti avviati dalle comunit organizzate di migr anti allo scopo di mantenere saldi i
legami col paese di nascita e per diventare partecipi del suo processo di crescita.
Le informazioni e gli esempi presenti in questo capitolo provengono prevalentemente
da studi effettuati negli Stati Uniti, perchØ Ł un paese con una lunga storia di
immigrazione, dove le comunit di stranieri sono da tempo ben organizzate. In Italia
alcune indagini sono state condotte dal Centro di Studi di Politiche Internazionali per
cercare di fornire risposte adeguate alle esigenze degli immigrati. In realt , gli esempi
nel nostro paese sono ancora pochi perchØ le comunit presenti sul territorio non hanno
ancora raggiunto un livello di associazione sufficiente a generare gli effetti che invece
sono visibili da altre parti.
Nel quarto capitolo un attenta indagine sulle proposte offerte dagli istituti finanziari
permette di comprendere come gli enti privati possano intervenire per aiutare i migranti
a migliorare le condizioni della loro famiglia e quelle del loro paese. ¨ stato osservato
che gli stranieri incontrano difficolt nell accede re ai servizi bancari sia nel paese di
provenienza che di destinazione.
Da qualche anno molte banche dei paesi piø industrializzati stanno cercando di
includere tale categoria di individui nel loro mercato; questa novit sta portando dei
vantaggi alla banca perchØ trova dei nuovi clienti, a volte con un alto potenziale di
profitto, ma soprattutto contribuisce a dirigere le rimesse verso canali di trasferimento
formali, le vie piø adatte per indirizzare l impiego delle rimesse in attivit produttive.
Oltre a descrivere i vari meccanismi di trasferimento messi a disposizione dalle banche
e a effettuare una comparazione dei costi, nel capitolo saranno riportati e valutati
numerosi esempi di recenti offerte di istituti bancari italiani, destinate alla clientela
straniera, per incentivare il risparmio o l investimento in attivit produttive.
Piø difficile si presenta, invece, la situazione nei paesi riceventi le rimesse, dove
esiste ancora un accentuato problema di esclusione finanziaria e spesso esistono
atteggiamenti di speculazione e opportunismo da parte degli istituti bancari presenti in
loco. Oltre tutto, la maggior parte delle volte ci si trova a dover affrontare una mancanza
di strutture adeguate, una carenza di istituti bancari, un clima inadatto all investimento e
politiche che non favoriscono le attivit dei citta dini all estero. Nel capitolo si
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cercheranno di individuare le principali aree di intervento e di offrire alcune possibili
soluzioni per migliorare la situazione.
Interviste realizzate direttamente ad alcune banche e la consultazione di risorse
elettroniche presenti in rete hanno permesso la raccolta di numerose informazioni utili
per la stesura di questa parte.
In conclusione, nell ultimo capitolo si cerca di esaminare le strategie percorribili dal
settore pubblico per permettere all immigrato e alla diaspora di divenire protagonisti del
processo di crescita nei paesi a basso reddito attraverso una semplificazione nell invio
di rimesse e uno stimolo delle loro capacit impren ditoriali. Infatti, anche se lo spazio
per specifiche politiche per incrementare il potenziale delle rimesse degli immigrati e
per indirizzarne l impiego Ł limitato, in quanto si tratta di flussi privati, i governi e le
agenzie impegnate nello sviluppo possono giocare un importante ruolo nell aumentare
gli impatti positivi della migrazione. Sostenere e finanziare progetti promossi dalle
associazioni di migranti, incoraggiare il rafforzamento dei rapporti economici col paese
di origine e creare le condizioni adatte a uno sviluppo economicamente e socialmente
sostenibile sono i diversi campi di azione a disposizione dei governi di entrambi i paesi
coinvolti nel processo.
Nella parte centrale del capitolo si descrivono alcune iniziative promosse da enti
pubblici italiani, impegnati in progetti relativi alla promozione delle potenzialit delle
rimesse.
Si osserva, infine, che tra gli esempi di politiche e progetti realizzati dal settore
pubblico non necessariamente tutti hanno risvolti positivi: le conseguenze possono
essere molto diverse a seconda delle condizioni economiche, sociali e istituzionali del
paese beneficiario. Infatti, prima che gli sforzi effettuati sia dal settore pubblico, sia da
quello privato producano un miglioramento della situazione economica e sociale,
devono essere raggiunte delle condizioni imprescindibili, spesso non presenti in paesi
con economie arretrate. Per questa ragione il contributo maggiore che pu provenire dai
paesi industrializzati, non Ł quello puramente a carattere finanziario, ma soprattutto di
assistenza, sostegno e formazione, in modo tale che in futuro questi paesi siano in grado
di sostenersi economicamente in maniera autonoma.
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Le informazioni riportate in questa tesi provengono da elaborati, studi e indagini in
materia. I dati sono per lo piø forniti dalle banca dati della World Bank, del Fondo
Monetario Internazionale e delle Nazioni Unite, per quel che riguarda i flussi a livello
mondiale, dall Istituto di Statistica Italiano (Istat) e dall Ufficio dei Cambi della Banca
d Italia, per quanto concerne la situazione italiana. Inoltre, per apprendere in maniera
piø approfondita il fenomeno in sede locale, si sono realizzate interviste direttamente a
lavoratori stranieri in Trentino, a istituti bancari e ad enti pubblici locali.
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Capitolo Primo:
Le rimesse degli immigrati:
definizioni, caratteristiche, tipologie e dati
1.1 Introduzione: definizione e tipologie principali
Per riuscire a comprendere in modo completo il contributo e le possibilit che il
processo migratorio pu apportare allo sviluppo e a llo sradicamento della povert nelle
aree piø disagiate del pianeta Ł necessario descrivere il ruolo delle rimesse in quanto
costituiscono il beneficio maggiormente percepibile proveniente dal fenomeno
migratorio internazionale.
Queste da un punto di vista privato rappresentano la dimostrazione materiale dei
sentimenti di solidariet , reciprocit ed obbligo c he l immigrato nutre nei confronti dei
suoi familiari e del suo paese di origine.
Il Fondo Monetario Internazionale, che rappresenta la fonte principale che fornisce la
maggior parte dei dati sulle rimesse a livello internazionale, definisce le rimesse dei
lavoratori come tutti i trasferimenti correnti effettuati dagli emigranti che svolgono
attivit lavorative in un paese straniero, in condi zione di residente, (cioŁ che sono stabili
gi da un anno o che intendono stabilirsi per almen o un anno) verso il loro paese di
origine. Nell annuario statistico della bilancia dei pagamenti il Fondo Monetario
Internazionale riconosce tre tipi di rimesse: il valore dei trasferimenti monetari inviati al
paese d origine dai lavoratori emigrati all estero da piø di un anno, le compensazioni
da lavoro ovvero i guadagni lordi di stranieri res identi all estero da meno di un anno,
inclusi i benefici in natura come l alloggio e le imposte sui salari e i trasferimenti di
migranti, ossia i beni materiali e finanziari posseduti dai migranti e portati con sØ
quando si spostano da un Paese all altro.3
In realt la descrizione fornita dal Fondo Monetari o Internazionale Ł piuttosto
limitata e poco esaustiva in quanto le rimesse si inseriscono in un contesto molto piø
ampio e vario e coinvolgono innumerevoli attori sia del settore privato che istituzionale.
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Dal sito internet del Fondo Monetario Internazionale, www.fmi.org.
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Inoltre non Ł abbastanza chiara e porta ad incomprensioni e fraintendimenti; ad esempio
cosa s intende per migrante? e residente? e per trasferimenti correnti?
Le rimesse monetarie, infatti, riguardano non solamente il trasferimento di una parte
dei guadagni dei lavoratori emigrati, ma qualsiasi somma di denaro o bene materiale
inviata sia da emigrati che da rifugiati. Tali trasferimenti hanno effetti di breve periodo
sui diretti beneficiari e di medio lungo termine sull economia del paese. Anche se da un
lato lo scopo primario delle rimesse Ł personale, in quanto sono indirizzate
principalmente a favore dei propri familiari, sono in grado di produrre delle esternalit
che influenzano l intera economia e la societ di a ppartenenza, come verr studiato nei
prossimi capitoli,
Una definizione piø ampia venne introdotta per la prima volta nel 2001 da Levitt che
distinse le rimesse monetarie da quelle chiamate sociali. A quest ultima denominazione
appartengono tutti i trasferimenti difficilmente quantificabili in termini monetari che si
sviluppano grazie al rapporto che solitamente si mantiene saldo e costante tra l emigrato
e i familiari rimasti in patria. Comprendono ad esempio la possibilit di una maggior
diffusione di idee e di conoscenze, l opportunit d i trasmettere nuove capacit tecnico-
scientifiche e abilit nel lavoro e creare nuovi va lori e identit . L intera comunit di
origine dell immigrato, nel lungo periodo, subisce significative trasformazioni
provocate dalle rimesse sociali, che possono indurre spesso a cambiamenti nelle
relazioni all interno della famiglia, alla forza tra i sessi o a trasformazioni del modo di
pensare, agire e affrontare i problemi. Le rimesse sociali sono trasferite da emigrati o
viaggiatori attraverso lettere o altre forme di comunicazione, incluso il telefono, fax,
internet o video (Levitt, 1996). A differenza delle rimesse monetarie, i benefici
provenienti dalle rimesse sociali sono difficili da identificare e da quantificare perchØ si
realizzano quasi sempre in un termine medio lungo e non sempre sono riconducibili in
maniera diretta al rapporto migrazione- sviluppo.
Un tipo di rimessa del tutto particolare inviata non dal singolo individuo, bens da un
insieme di persone Ł definita rimessa collettiva. Gruppi di persone migrate, aventi la
stessa provenienza e spesso appartenenti a gruppi sociali simili, inviano somme di
denaro al loro paese di origine appoggiandosi solitamente alla comunit o a gruppi
religiosi. Queste associazioni sono conosciute con il nome di Home Town Associations
(HTAs) e sono strutturate in reti. Lo scopo primario degli immigrati che aderiscono a