Introduzione
discrezionalità dell’ente gestore nello stabilire gli standard di
funzionamento dei CPT.
Di recente il legislatore ha ammesso il fallimento della Bossi-
Fini e l’inefficacia dei CPT e alla fine di aprile è stato approvato un
nuovo disegno di legge (Ferrero-Amato) che andrà a modificare la
legge sull’immigrazione in vigore e naturalmente questo riguarda
anche i CPT.
Le lacune della legge Bossi-Fini sono infatti evidenti dal
momento che diritti sanciti dalla Costituzione come il diritto alla
libertà personale (art. 13), alla difesa (art. 24), alla salute (art. 32) e
all’asilo (art. 10) non sono chiaramente definiti
Le critiche anche nei confronti del nuovo disegno di legge
non mancano, questa presa di coscienza da parte del legislatore
rappresenta tuttavia l’inizio di un cambiamento.
La tesi è composta da 4 capitoli.
Nel capitolo I ho esposto l’origine del “problema” della
presenza degli immigrati, che cominciano ad arrivare in Italia negli
anni ’70, anche se le prime leggi hanno preso corpo alla fine degli
anni ’80 per poi subire delle significative modifiche negli anni ’90.
La legge 40/1998, meglio conosciuta come la legge Turco-
Napolitano, quando entra in vigore va a modificare una precedente
legge del 1989 (la legge Martelli che aveva dimostrato però di
avere troppe lacune da colmare).
La Turco-Napolitano tra le varie disposizioni istituisce i
Centri di Permanenza Temporanea (CPT): da quel momento si apre
un dibattito che continua ancora oggi e che mette in discussione
l’efficacia dei centri, ritenuti inadatti a fronteggiare il problema.
7
Introduzione
Dopo la descrizione delle leggi che hanno regolamentato e
che regolamentano ancora l’immigrazione, mi sono preoccupata di
fare un quadro generale su quella che è stata e quella che è la
situazione dell’immigrato.
Il capitolo II è uno studio sull’immigrazione e i cambiamenti
radicali che si sono verificati negli ultimi anni.
Attualmente l’Italia risulta essere molto “stratificata” per
nazionalità, infatti, nonostante la maggioranza degli stranieri arrivi
in Puglia o in altre regioni del sud, la loro presenza è limitata
perché queste regioni sono solo un luogo di passaggio che
permettono agli stranieri di raggiungere le grandi città settentrionali
dove ci sono maggiori possibilità di trovare lavoro.
La Puglia, come esposto nel capitolo III, sembra essere
invece particolarmente “gradita” ai cittadini di nazionalità albanese,
i quali a partire dagli anni ’90 hanno iniziato a stabilirsi sul
territorio pugliese e nel corso degli anni sono stati raggiunti da altri
familiari rimasti in un primo momento in Albania.
Per concludere il capitolo ho effettuato un’analisi sul
contesto leccese, dove nel corso degli anni si sono creati dei
“modelli” di impiego che riguardano proprio i lavoratori immigrati.
La condizione di vita degli immigrati è spesso molto critica
perché l’integrazione non viene raggiunta facilmente, per questo ci
sono delle associazioni che operano per renderla più facilmente
raggiungibile.
In ultima analisi ho preso in considerazione il caso del CPT
“Regina Pacis” di San Foca, vicino Lecce. Il capitolo IV analizza il
8
Introduzione
caso di questo CPT che ha molto fatto discutere sotto vari punti di
vista: una vicenda che si è trasformata in cronaca giudiziaria ma
che rappresenta la punta d’iceberg di un fenomeno che, dal punto di
vista normativo e giuridico, presenta ancora molte lacune.
9
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
Capitolo I
I FLUSSI MIGRATORI IN ITALIA: DISPOSIZIONI
LEGISLATIVE
1.1. Un complesso quadro normativo
Negli ultimi anni, la legislazione italiana ha cercato più volte
di regolamentare il fenomeno dell’immigrazione e di affrontare le
problematiche ad esso connesse, sono state così approvate diverse
leggi in materia, ma solo recentemente questo corpo di norme è
stato armonizzato attraverso un testo che riordina tutta la normativa
precedente: il Testo unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero, poi modificato dalla legge n. 189 del 30 luglio 2002, nota
come legge Bossi-Fini.
A partire dagli anni ’70 è iniziata una graduale
trasformazione del nostro Paese, da terra di emigrazione è diventato
terra di immigrazione, verso cui si dirigono flussi sempre più
intensi di immigrati.
I primi interventi in materia di immigrazione risalgono agli
anni ’80, quando viene approvata la legge n. 943 del 1986, che
disciplina le condizioni di lavoro dei cittadini stranieri,
introducendo le prime forme di tutela e avviando la prima
procedura di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari. Negli
stessi anni, aspetti come il soggiorno e le espulsioni sono ancora
10
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
regolati dal Regio Decreto (Rd) n. 733 del 1931, relativo alle norme
di pubblica sicurezza.
Solo a partire dagli anni ’90, di fronte all’intensificarsi del
fenomeno migratorio, si cerca di dare maggiore organicità alle
norme sull’immigrazione e si adottano misure più incisive. A
questo proposito, due sono le leggi che hanno caratterizzato la
normativa sull’immigrazione nel corso degli anni ’90:
ξ legge 39/1990 (Legge Martelli). Si tratta del primo
intervento che ha disciplinato in maniera organica la materia
dell’immigrazione, introducendo disposizioni relative a ingresso,
soggiorno, espulsione e diritto d’asilo. Tale legge converte il
precedente decreto n. 416 del 30 dicembre 1989 e tenta di fare
fronte all’emergenza migratoria, affrontandola principalmente come
una questione di ordine pubblico. In particolare, la legge introduce
per la prima volta lo strumento della programmazione dei flussi di
immigrati, con cui si disciplina l’accesso di coloro che intendono
risiedere e lavorare nel nostro Paese.
1
Sulla base di queste disposizioni, ancora oggi vengono
fissate, per mezzo di decreti annuali, quote d’ingresso che
stabiliscono il numero massimo di lavoratori ammessi sul territorio
italiano, allo scopo di fare fronte alle esigenze dell’economia
nazionale e di favorire l’incontro tra domanda e offerta sul mercato
del lavoro.
2
La legge fu modificata numerose volte, la prima volta
con il d.l. 489/1995 che ha disciplinato l’intero procedimento di
espulsione e ha provveduto ad elencare le ipotesi in cui l’espulsione
1
Enciclopedia giuridica, vol. XV, Treccani, Roma.
2
Per approfondimenti Delle Donne M., Melotti U., Immigrazione in Europa. Strategie di
inclusione-esclusione, Ediesse, Roma, 2004.
11
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
rappresentava una misura di sicurezza o di prevenzione applicata
su richiesta di parte o adottata dal Ministro dell’interno per motivi
di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato. Il d.l. 376/1996 ha
eliminato l’obbligo gravare sui cittadini extracomunitari, di versare
somme per regolarizzare la loro posizione e ha modificato le
condizioni relative al ricongiungimento dello straniero con il
coniuge o con un altro familiare già residente in Italia. Modifiche
relative al soggiorno dei lavoratori stagionali e la figura del
“cittadino extracomunitario collaboratore di giustizia”, che riguarda
uno speciale permesso di soggiorno per cittadini extracomunitari
esposti a gravi pericoli per aver collaborato o reso collaborazioni
alla giustizia, sono state introdotte dal d.l. 477/1996. Seguirono
anche altre modifiche ma in realtà non portarono innovazioni;
3
ξ legge 40/1998 (Legge Turco-Napolitano). Dopo
l’emanazione di una serie di decreti che integrano o modificano la
legge Martelli per fronteggiare i crescenti sbarchi clandestini nel
nostro Paese, viene approvata la legge n. 40 del 6 marzo 1998, che
riorganizza la disciplina dell’immigrazione e supera la logica di
“emergenzialità” che aveva influenzato la normativa precedente. La
legge, oltre a regolamentare ingresso, soggiorno ed espulsione,
specifica quali sono diritti e doveri dello straniero e prevede
l’introduzione di una carta di soggiorno di durata illimitata.
In seguito all’esigenza di armonizzare le varie norme
sull’immigrazione, nello stesso anno la legge n. 40 viene fatta
confluire nel decreto lgs. 286/98, Testo unico delle disposizioni
3
Cfr. De Vincentis D., (a cura di) Testo Unico sulla immigrazione e norme sulla condizione
dello straniero, Edizioni Giuridiche Simone, Milano, 1999.
12
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero.
Le disposizioni del Testo Unico regolano i principali aspetti
della politica migratoria in Italia. Ad esse, si aggiungono le
integrazioni e le modifiche previste dalla successiva legge n. 189
del luglio 2002, meglio nota come legge Bossi-Fini.
4
1.2. Disposizioni in materia di ingresso
Il Testo Unico ha stabilito che possono entrare in Italia tutti i
cittadini non comunitari in possesso di un visto d’ingresso e di
documenti di viaggio validi, ad eccezione di coloro che sono stati
dichiarati pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato.
La legge Bossi-Fini ha in seguito vietato l’accesso anche a coloro
che sono stati condannati per i reati previsti dagli artt. 380 e 381 del
Codice di Procedura Penale o per reati inerenti il favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina.
5
1.3. Disposizioni sui permessi di soggiorno
Il Testo Unico ha disposto che possono richiedere il
permesso di soggiorno tutti i cittadini stranieri che sono entrati
regolarmente in Italia, prevedendo per coloro che risiedono da oltre
un certo numero di anni anche il rilascio della carta di soggiorno.
La successiva legge Bossi-Fini ha stabilito che il cittadino straniero
4
Per approfondimenti Barrucci T., Liberti S., Lo stivale meticcio, Carocci, Roma, 2004.
5
Cfr. Bonetti P., La condizione giuridica del cittadino extracomunitario. Lineamenti e guida
pratica, Maggioli Editore, Rimini, 1993.
13
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
che richiede o rinnova il permesso di soggiorno venga sottoposto a
rilievi fotodattiloscopici.
6
1.4. Disposizioni in materia di lavoro ai cittadini stranieri
Il Testo Unico ha inoltre disposto specifiche misure in
materia di lavoro agli stranieri, ribadendo che il numero di
lavoratori non comunitari ammessi in Italia resti vincolato alle
quote fissate ogni anno dal decreto flussi.
La legge Bossi-Fini ha previsto che tale decreto venga
emanato entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di
riferimento del decreto stesso. La stessa legge ha anche istituito un
nuovo ufficio presso la Prefettura: l’Ufficio Territoriale del
Governo, che prende il nome di Sportello Unico per
l’Immigrazione. Tale Sportello è responsabile per l’intero
procedimento relativo all’assunzione di lavoratori subordinati
stranieri a tempo determinato ed indeterminato, assunti secondo i
criteri stabiliti nella nuova figura del contratto di soggiorno per
lavoro subordinato.
7
1.5. Disposizioni in materia di diritti dei cittadini stranieri
Il Testo Unico tutela e riconosce al cittadino straniero una
serie di diritti in parità con i cittadini italiani, come il diritto
6
Per approfondimenti Zanrosso E., Diritto dell’immigrazione. Manuale pratico in materia di
ingresso e condizione degli stranieri in Italia, Edizioni Giuridiche Simone, Milano, 2006.
7
De Vincentis D., (a cura di) Testo Unico sulla immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero, op. cit.
14
Capitolo I. I flussi migratori in Italia: disposizioni legislative
all’unità familiare, il diritto a ricevere assistenza sanitaria e sociale
e il diritto a ricevere un’istruzione.
Il Testo Unico dispone inoltre alcune misure che intendono
favorire l’integrazione sociale, quale l’istituzione di un Fondo
nazionale per le politiche migratorie, con cui finanziare i
programmi regionali o locali che sostengono l’inserimento sociale
degli immigrati, e l’istituzione di una Commissione per le politiche
di integrazione, che redige ogni anno un rapporto sullo stato di
attuazione delle politiche a favore dell’integrazione sociale.
1.5.1. Normative Europee
Il complesso normativo scaturito dal Testo Unico si muove
nel rispetto della disciplina comunitaria e intende dare
riconoscimento ad uno dei principi fondamentali dell’Unione
Europea, il diritto alla libertà di circolazione delle persone. A tale
riguardo, i principali riferimenti sono il Trattato di Amsterdam,
firmato nell’ottobre del 1997 ed entrato in vigore il 1 maggio 1999,
e l’Acquis di Schengen, applicato in Italia a partire dal 1997.
8
1.5.2. Il Trattato di Amsterdam
Nel corso degli ultimi anni, la crescita intensa dei flussi
migratori verso gli Stati europei ha messo in evidenza la necessità
di adottare una politica comune in materia di immigrazione e asilo e
di avviare un processo di cooperazione tra i vari Paesi.
8
Cfr. Cellamare G., La disciplina dell'immigrazione nell'unione europea, Giappichelli, Torino,
2006.
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