Introduzione
Le messaggere di Dio
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1640-1660: un periodo importante per la storia inglese, nonché
europea. Mentre sul continente si combatteva la guerra dei trent’anni,
nelle isole britanniche il Parlamento e il popolo erano in tumulto contro
lo strapotere del loro re, Carlo I. Solo che quando in Europa si cercava la
pace, in Inghilterra (150 anni prima dei francesi!) decapitavano il loro
sovrano. E mentre sul territorio continentale si provava a uniformare le
fedi religiose dei diversi gruppi della popolazione, con le buone o con le
cattive, nelle isole britanniche proliferava, indiscriminatamente, una
moltitudine di sette religiose mai vista prima.
Come si comportarono le donne di fronte a questa situazione così
«rivoluzionaria»?
Il ruolo delle donne durante la guerra civile inglese e l’Interregno è
complesso e difficile da definire: il peso che alcune di loro ebbero fu
rilevante, ma rappresentano solo una minoranza della popolazione
femminile. Parteciparono alla guerra nei modi più svariati: da soldati,
travestite da uomini, come figure portanti nella formazione delle
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Le messaggere di Dio
10
maggiori sette religiose, difendendo i loro castelli attaccati dalle truppe
parlamentari, ‘as spies for both sides’
1
… .
Una percentuale non indifferente, ma realmente esigua se messa a
confronto con il resto della popolazione femminile, si cimentò nella
divulgazione delle idee che infervoravano le discussioni nelle alehouses di
quegli anni. Le pubblicazioni di donne in questo periodo abbondano:
secondo Patricia Crawford, tra il 1641 e il 1660 furono pubblicate ben
236 prime edizioni di scritti attribuiti a donne, e negli anni 1646-50 fu
raggiunto il culmine (69) per quanto riguarda il diciassettesimo secolo
2
.
Le autrici di questo periodo non si possono definire un gruppo
omogeneo: scrissero sugli argomenti e nei modi più disparati, e non
riuscirono a creare ‘an alternative literary society’
3
.
Ciò che le univa era una serie di caratteristiche comuni, quali:
– la consapevolezza di scrivere in un mondo che era basato sul gender,
che in questo caso era indubbiamente maschile: quando scrivevano
erano coscienti che il pubblico che avrebbe letto le loro opere sarebbe
stato in prevalenza composto da uomini, e che si sarebbero dovute
confrontare con una «concorrenza» nettamente maschile;
– la mancanza di istruzione, che le escludeva da determinati campi,
quali la conoscenza del latino, o della geografia, delle scienze,
dell’economia, …;
– la consapevolezza che i loro scritti non sarebbero stati presi
seriamente da tutti quegli uomini che le credevano inferiori e incapaci,
e cioè la maggioranza.
1
LAURENCE, A., Women in England, 1500-1760. A Social History, London, Phoenix, 1994, pag. 245.
2
CRAWFORD P., ‘Women’s published writings 1600-1700’, in PRIOR, M. (a cura di), Women in
English society 1500-1800, Methuen, London, 1985, pag. 265.
3
Op. cit., pag. 214.
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11
Ma allora perché si misero a scrivere e a pubblicare le loro idee?
‘Obviously not all women took society’s advice to be quiet’
4
, e molte di
loro si sentirono stimolate a scrivere da pressioni incontrollabili, quali la
chiamata di Dio, il desiderio di giustizia, ma soprattutto per dare
testimonianza della loro realtà, diversa da quella considerata normale, e
perciò bisognosa di utili consigli per la vita di tutti i giorni.
‘Vividly and directly, women’s publications tell of the ideas and
experiences of women in seventeenth-century England’
5
, e non potendo
rimanere calme e in silenzio, queste donne seguirono il loro istinto e
pubblicarono le loro idee.
Ma prima di entrare nei particolari dei loro scritti, dobbiamo
chiederci in quale situazione culturale e ideologica, nonché materiale e
legale, si muovevano le donne inglesi del Seicento.
L’ambiente in cui vivevano modellò le loro convinzioni e la loro
personalità; e anche se non si può definire la femminilità di una donna
solo attraverso l’ambiente (maschile) che la circondava, dobbiamo in
ogni caso comprendere che ‘women’s experiences were shaped, framed
and interpreted by the discourses’
6
che dominavano la cultura dell’epoca.
Sicuramente, però, ogni donna ‘had opportunities for agency and
subversion. They constructed their own meanings and stories’
7
.
Per cogliere a pieno in quale tipo di mondo viveva ognuna delle
donne che ho citato in questa tesi, bisogna cercare di ricostruire il tipo di
teorie mediche, scientifiche, religiose, legali e politiche, ma anche
popolari, che formavano le convinzioni sulle donne nel Seicento.
4
Op. cit., pag. 224.
5
Op. cit., pag. 231.
6
CRAWFORD, P., e MENDELSON, S., Women in Early Modern England 1550-1720, Oxford,
Clarendon Press, 1998, pag. 17.
7
Ibid.
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12
Teorie mediche.
La medicina tradizionale ha sempre considerato la donna come un
sottoprodotto, mal riuscito, dell’uomo. La donna era «l’altro», la diversa,
l’inferiore; fino al Cinquecento era considerata, uniformandosi ancora
alle teorie aristoteliche, ‘an error in creation, or an imperfect version of
the male’
8
. Gli argomenti di Aristotele sono riassumibili in pochi concetti
base: la natura ha cercato di creare solo cose perfette, completamente
formate, dotate delle migliori possibilità di procreazione. ‘Such a creature
is the male, who implants his semen in the female to the end of
procreating males’
9
; ma se ci sono condizioni ambientali o
meteorologiche avverse, ‘creation is not perfected and a female results’
10
.
Per Aristotele le donne non erano creazioni contro l’intento di madre
natura, ma semplicemente esseri imperfetti, che non sono stati in grado
di raggiungere la fase finale dell’atto della procreazione. Con l’età
moderna, le idee aristoteliche furono combinate con quelle di Galeno,
che si discosta dai concetti aristotelici sulla donna principalmente perché
credeva nell’esistenza ‘and efficacy of female semen’
11
, anche se lo
considerava comunque ‘colder and less active than that of the male’
12
.
Entro la fine del sedicesimo secolo, la maggior parte degli uomini
«istruiti» ammetteva che le donne avevano uno scopo. Ma quale?
La difficile definizione del fine dell’esistenza femminile mantenne
il dibattito aperto, e continuò a incoraggiare coloro che credevano la
donna un essere problematico.
8
Op. cit., pag. 19.
9
MACLEAN, I., The Renaissance Notion of Woman. A Study in the Fortunes of Scholasticism and Medical
Science in European Intellectual Life, Cambridge, Cambridge University Press, 1983, pag. 8.
10
Ibid.
11
Op. cit., pag. 30.
12
Op. cit., pag. 36.
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13
Sia il corpo femminile, sia il corpo maschile erano spiegati tramite
la teoria umorale di Ippocrate: la sanità o la malattia dell’organismo erano
determinati dall’equilibrio tra i quattro umori (sangue, flegma, bile gialla e
bile nera) contenuti nel corpo, e l’ambiente che circonda l’individuo. Gli
umori che governano il corpo sono sensibili alle temperature dei due
sessi: da qui partono le concezioni secondo le quali la donna è fredda e
umida, mentre l’uomo è considerato caldo e asciutto. Queste qualità
essenziali formano poi le maggiori differenze tra il carattere femminile e
quello maschile:
DONNA UOMO
Passiva Attivo
Debole Energico
Timorosa Coraggioso
Tenera e gentile Forte
Il corpo femminile era definito usando termini maschili, perciò le
ovaie erano viste come i testicoli della donna; il «seme» femminile (del
quale, dalla fine del Seicento, fu messa in dubbio l’esistenza) era
considerato inferiore a quello maschile; e proprio nel Seicento iniziarono
ad andare in disuso le teorie secondo le quali il concepimento poteva
avvenire solo tramite orgasmi contemporanei. Per non parlare delle
teorie sull’amore fisico tra donne: era visto come un’insidia ai capisaldi
della cultura patriarcale: ‘only men should have sexual access to
women’
13
; queste donne erano considerate delle usurpatrici del ruolo
maschile.
13
CRAWFORD, P., e MENDELSON, S., Women in Early Modern England…, pag. 21.
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14
Le principali differenze fisiologiche tra uomo e donna erano
individuate in tre aspetti tipicamente femminili: le mestruazioni, sporche
e inquinanti, pericolose per l’uomo; il parto, rischioso e influenzabile da
qualsiasi fattore esterno, quali le stelle, la fervida immaginazione della
madre, troppo sesso…; l’allattamento, visto come ‘the transformation of
blood into milk by the female breasts’
14
. Queste convinzioni non erano
basate solo su credenze mediche legate all’«inconsueta» fisiologia del
corpo femminile, ma erano anche influenzate dal differente stato sociale
della donna in questione. Se una donna era ricca, e perciò seguiva una
dieta abbondante, avrebbe avuto mestruazioni più frequenti, perché
accumulava più sangue delle donne che seguivano una dieta povera; e
così anche per il parto: una donna ben nutrita avrà problemi
completamente diversi da quelli di una donna povera e malnutrita,
sempre spostando l’accento positivo sulla donna che seguiva una dieta
carente. Queste differenze di condizione sociale si riflettevano anche sul
grado di conoscenze «mediche» a disposizione delle donne e dei loro
mariti: ‘medical theories made their grater impact higher up in the social
scale. […] At the bottom of [it, N.d.R.] men and women were more
influenced by oral traditions’
15
.
E le tradizioni orali influenzavano anche le teorie legali sulle
donne.
14
Op. cit., pag. 29.
15
Op. cit., pag. 30.
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Le messaggere di Dio
15
Teorie legali.
Per la legge inglese la donna non solo era considerata inferiore
all’uomo, ma non esisteva quasi come soggetto giuridico. O meglio,
esisteva, ma solo nel momento in cui poteva essere condannata.
Tutto ciò che concerneva la legge nell’Inghilterra del Seicento era
ispirato al consolidamento delle leggi di Dio. Se Dio aveva deciso di
creare uomo e donna diversi, e, soprattutto, di creare la donna per e
subordinata all’uomo, una ragione c’era, e andava rispettata anche nella
formulazione delle leggi.
Teoricamente tutte le donne erano considerate delle future mogli,
perciò la femme sole
16
era legalmente reputata alla stessa stregua di un
uomo. Nel momento in cui una donna si sposava, diveniva un’unica
persona con il marito, scomparendo dalla scena legale (e, alle volte, anche
sociale), e in termini giuridici era definita come una femme covert
17
. Da
sposata, una donna non possedeva nulla, dagli abiti che indossava, al cibo
che mangiava, alla casa nella quale abitava: tutto era di proprietà del
marito, anche la dote; non poteva neppure avere una minima attività
commerciale senza il permesso del coniuge. Il consorte era anche
legalmente e finanziariamente responsabile dei comportamenti della
moglie, ma nel momento in cui compiva azioni definite «maschili», quali
tradimento, omicidio, la gestione di un bordello, …, allora doveva
rispondere per sé stessa. E anche se accusata di infanticidio, o
stregoneria, la donna, covert o sole che fosse, doveva renderne conto in
prima persona. ‘Many men would have liked to regard women as
property in and of themselves; but while married women’s legal
16
Termine utilizzato dalla Common Law per indicare lo stato di una donna non sposata.
17
Termine utilizzato dalla Common Law per indicare lo stato di una donna sposata, sotto la
«protezione» del marito.
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Le messaggere di Dio
16
disabilities put them in the same category with idiots, convicted criminals
and infants, they were never legally classed with chattels. Nonetheless,
there are ways in which women were treated as a form of property’
18
.
Tra i crimini contro le donne, primo fra tutti spicca lo stupro, che,
come al giorno d’oggi, era ritenuto facile da attuare, ma difficile da
provare. Se poi era seguito da una gravidanza, secondo la teoria che per
concepire anche la donna doveva provare piacere, non poteva essere
considerato come un atto di violenza.
La sessualità delle donne era una questione rovente anche per la
legge, perché lo scopo primario dell’atto sessuale era legato alla
riproduzione, e procreazione significava eredi. L’infedeltà della moglie
era vista come ‘a kind of theft, taking a husband’s property from his
rightful heirs’
19
.
Alcuni storici sostengono che ci può essere la possibilità ‘that early
modern English women were increasingly able to use the law for their
own ends, rather than remaining crushed by its overwhelming
masculinity’
20
. Ma non possiamo dimenticare che le donne non avevano
nessuna possibilità ‘in making or changing the law, and the common law
did not normally acknowledge the existence of any woman who was not
under the protection of a man’
21
. Che siano esistite delle donne tanto
colte e intelligenti da riuscire ad aggirare la legge per i propri scopi, è
ovvio, ma la loro incidenza fu scarsa, nonché difficile da provare; e
soprattutto esse rappresentarono un’esigua percentuale se messa a
confronto con l’immensa moltitudine di donne che non ebbero il
18
ERICKSON, A. L., Women and Property in Early Modern England, London, Routledge, 1993, pag. 232-
33.
19
CRAWFORD, P., e MENDELSON, S., Women in Early Modern England…, pag. 48.
20
PREST, W. R., ‘Law and Women‘s Rights in Early Modern England’, in The Seventeenth Century, 6
(1991), pag. 183.
21
LAURENCE, A., Women in England …, pag. 227.
Introduzione
Le messaggere di Dio
17
coraggio, o la forza, o la cultura necessari per liberarsi dallo stato di
subordinazione passiva al quale erano obbligate a sottomettersi.
Il doppio standard fisiologico si trasformava così in un doppio
standard legale, nonché in un doppio standard morale.
Precetti religiosi.
La religione anglicana, seguendo la dottrina protestante, si fece
portatrice di un paradosso estremamente evidente: creò due standard di
religiosità che però agli occhi di tutti erano uno solo. Da una parte,
affermava che chiunque, uomo o donna, era considerato uguale davanti a
Dio, proclamando la dottrina che l’anima non ha sesso. Ma, dall’altra
parte, nessuna donna poté accedere al governo di nessuna Chiesa,
anglicana o separatista che fosse: ‘the doctrine of equal souls did not
entitle women to equal participation in the Church’s temporal
hierarchy’
22
. Le donne avrebbero potuto beneficiare della loro
uguaglianza spirituale con gli uomini nell’altro mondo, ma non in quello
presente, terreno.
Perché? Prima di tutto, la donna è stata creata per l’uomo, come
viene affermato nel secondo libro della Genesi:
And the LORD God said, It is not good that the man should be
alone; I will make him an help meet for him.
And out of the ground the LORD God formed every beast of the
field, and every fowl of the air; and brought them unto Adam to se
what he would call them: and whatsoever Adam called every living
creature, that was the name thereof.
22
CRAWFORD, P., e MENDELSON, S., Women in Early Modern England…, pag. 31.
Introduzione
Le messaggere di Dio
18
And Adam gave names to all cattle, and to the fowl of the air, and to
every beast of the field; but for Adam there was not found an help
meet for him.
And the LORD God caused a deep sleep to fall upon Adam, and he
slept: and he took one of his ribs, and closed up the flesh instead
thereof;
And the rib, which the LORD God had taken from man, made he a
woman, and brought her unto the man.
And Adam said, This is now bone of my bones, and flesh of my flesh:
she shall be called Woman, because she was taken out of Man.
23
In inglese risulta evidente il gioco linguistico presente nell’originale
ebraico: in ebraico il termine donna (issha), è il femminile di ish, uomo;
così come in inglese il termine donna (woman) ha inglobato in sé la parola
man, uomo. Nelle due lingue, essere definita donna, significava essere la
parte femminile dell’uomo.
Ciò che più conta in questo passo, però, è il fatto che Eva fu creata
da e per Adamo, e quindi tutte le donne, dopo di lei, esistono per gli
uomini, e a loro devono essere subordinate, prima che compiano gli
stessi errori che fece Eva.
Tutto ciò fu potenziato da un passo del terzo capitolo della
Genesi, nel quale Dio, adirato perché Eva e Adamo si lasciarono tentare
dal serpente, assaggiando così il frutto proibito, li scacciò dall’Eden,
esponendo loro a quale destino di sofferenze sarebbero stati condannati.
Mentre Adamo fu condannato ai lavori manuali, a coltivare il terreno
arido per trarne il cibo, e a morire di stenti, Eva avrà un destino diverso:
23
Genesis 2: 18-23, The Holy Bible, King James Version, 1611, 1998.
Introduzione
Le messaggere di Dio
19
Unto the woman he said, I will greatly multiply thy sorrow and thy
conception; in sorrow thou shall bring forth children; and thy desire
shall be to thy husband, and he shall rule over thee.
24
I passi che più di altri influenzarono tutte le convinzioni religiose
sulle donne, li troviamo altrove, nel Nuovo Testamento. Il più famoso è
dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi:
For a man indeed ought not to cover his head, forasmuch as is the
image and glory of God; but the woman is the glory of the man.
For the man is not of the woman; but the woman of the man.
Neither was the man created for the woman; but the woman for the
man.
25
Queste idee avevano un forte impatto sulla società: a qualsiasi
livello sociale tutti erano in grado di acquisire delle minime conoscenze
bibliche, e seguendo questi principi alla lettera, come verità assolute, la
donna e l’uomo non potevano essere considerati nemmeno
lontanamente sullo stesso piano. Sia uomini sia donne credevano
ciecamente in queste idee: pochi nel Seicento reputavano la Bibbia
un’allegoria, e la stragrande maggioranza della popolazione vedeva nei
precetti biblici la trascrizione di leggi divine.
La mistificazione della figura femminile continua anche nella
prima lettera di san Paolo a Timoteo:
24
Genesis 3: 16, The Holy Bible… .
25
I Corinthians 11: 7-9, The Holy Bible… .
Introduzione
Le messaggere di Dio
20
Let the women learn in silence with all subjection.
But I suffer not a woman to teach, nor to usurp authority over the
man, but to be in silence.
For Adam was first formed, then Eve.
And Adam was not deceived, but the woman being deceived was in
the transgression.
Notwithstanding she shall be saved in childbearing, if they continue in
faith and charity and holiness with sobriety.
26
La donna doveva perciò stare sempre in silenzio. E proprio il
silenzio, con la pietà, l’umiltà e la passiva subordinazione all’uomo, erano
tra le «qualità» principali di una donna.
La donna era anche ritenuta ‘the weaker vessel’:
[…] ye husbands […] honour unto the wife, as unto the weaker
vessel, and as being heirs together of the grace of life; that your
prayers be not hindered.
27
Il concetto ha le sue origini ‘with Tyndale’s
28
translation of the
New Testament into English in 1526 and was given further prominence
by the King James Bible’
29
. Entro il Seicento questa espressione era
comunemente utilizzata ‘to denote either a particular female or the
female sex as a whole’
30
.
26
I Timothy 2: 11-15, The Holy Bible… .
27
I Peter 3: 7, The Holy Bible… .
28
William Tyndale (1495ca-1636) fu uno tra i primi promotori ed effettivi traduttori della Bibbia in
inglese. Pensava che la traduzione avrebbe giovato a una maggiore diffusione del testo, importante sia
dal punto di vista religioso, ma anche educativo, perché poteva stimolare alla lettura. Come molti altri
suoi colleghi del tempo, precursori di tendenze che pochi anni più tardi sarebbero diventate normalità,
Tyndale ebbe un destino sfortunato: fu arso sul rogo.
29
FRASER, A., The Weaker Vessel: Woman’s Lot in Seventeenth-century England, London, Mandarin, 1993,
pag. 1.
30
Ibid.