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INTRODUZIONE
Questa tesi intende analizzare, attraverso il pensiero degli autori proposti, le forme
dell’alterità sia dal lato dell’individuo “socializzato” (ego, alienazione, narcisismo) che
della società stessa (divisione del lavoro, capitalismo, valore di scambio, merci).
Il termine alterità è quindi inteso come estraniazione dell’uomo da se stesso, dal momento
in cui si separa dall’ambiente materno (ego) fino al suo completo ingresso nella società
(alter), dove il lavoro e i suoi “frutti” ( merci) concorrono a formare la sua identità.
Nel primo capitolo viene proposta l’analisi “struttural-funzionalista” di Talcott Parsons
attraverso due sue importanti opere: “Il sistema sociale” e “ famiglia e socializzazione”
(scritto con Bales). Secondo Parsons la personalità dell’individuo è “strutturata”, nel
senso che si costruisce nel tempo come sistema d’azione. L’individuo agisce seguendo
dei processi motivazionali (conoscenza, investimento affettivo, valutazione) e culturali (
norme, valori), ricoprendo infine un ruolo nella società. Allo stesso tempo è
inconcepibile, secondo il sociologo, la completa socializzazione dell’uomo: proprio dove
i meccanismi di integrazione, socializzazione e di controllo sociale hanno più successo
nel reprimere i suoi istinti, si avvertono pulsioni che operano contro l’integrazione del
sistema. A tal proposito vengono riportate le osservazioni di Parsons sulle origini e le
modalità del comportamento deviante.
Il secondo capitolo descrive alcuni contributi in ambito psicologico e sociologico
sull’importanza dell’ambiente (originario) materno nella costruzione dell’ego (Donald
Winnicott), e sui pericoli dell’alterità insita nello stesso processo di socializzazione
(Paolo Stauder). L’ambiente materno e le diverse esperienze pre-oggettuali vengono
quindi considerati sia come causa della nascita di un falso sé, che alla luce di una
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possibile alternativa (narcisismo esteso) quale si offre all’uomo nel suo contesto
relazionale.
Il terzo capitolo inizia con Marx e le riflessioni sulla merce come forma alienata nata da
rapporti sociali alienati. La stessa alienazione, nelle quattro forme elencate da Marx,
viene descritta come processo che porta l’uomo ad estraniarsi da se stesso e a consegnarsi
infine nelle mani di un estraneo (capitalista), che lo “utilizza” per incrementare il suo
profitto.
Il secondo paragrafo affronta alcune tematiche delle due principali opere di Durkheim:
La divisione del lavoro sociale e Il suicidio. Il concetto di “anomia” è per il sociologo
francese imprescindibile dalla situazione di crisi che imperversa nelle società moderne,
dove la divisione del lavoro, perdendo la sua “spontaneità”, va incontro alle sue forme
anormali. L’assenza di valori e di regole è anche, secondo Durkheim, la causa sociale alla
base del suicidio. Quest’ultimo può servire allora a “misurare” empiricamente l’istinto di
conservazione e la felicità media presenti in una data società.
Nel terzo paragrafo vengono discussi, da un punto di vista sociologico, i temi affrontati
da Hannah Arendt nel suo libro “Vita Activa”. Il lavoro, l’opera e l’azione sono
considerate dalla Arendt le tre componenti principali della condizione umana sulla terra.
Ognuna di esse, in diversa misura, ha caratterizzato le varie epoche della storia dell’uomo
sino ad oggi. In questo senso il lavoro, come principale componente identitaria
dell’individuo moderno, l’assenza di pensiero (politico-vita contemplativa) e i progressi
della scienza nella riproduzione (artificiale) del mondo naturale, caratterizzano la società
odierna.
Infine il quarto paragrafo riporta le considerazioni di Christopher Lasch, estratte dal libro
“ L’io minimo”, sul mondo delle merci. La cultura del consumo, la produzione di beni e la
tecnologia al loro servizio, alterano, secondo Lasch, la stessa percezione dell’io, che si
trova a vivere in un mondo di illusioni, in cui l’unico scopo per l’individuo sembra essere
quello di appagare i suoi desideri più immediati lasciando il resto (informazione, cultura ,
politica, lavoro) nelle mani di “piccole èlite di pianificatori”.
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“ Il processo di socializzazione rappresenta il
momento in cui l’uomo si apre all’esperienza
relazionale, e abbandona una condizione di
chiusura originaria. In tal senso egli accetta di
modificare il proprio sé in funzione di una sua
collocazione nel sociale.”
( P. Stauder, La memoria e l’attesa, Quattroventi,
Urbino, 1999, p. 149).
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CAPITOLO 1
TALCOTT PARSONS :
EGO-ALTER,
LA STRUTTURA DELLA PERSONALITÀ
COME SISTEMA D’AZIONE.
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1. IL SISTEMA DI INTERAZIONE EGO-ALTER
Talcott Parsons
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definisce il sistema sociale e il sistema della personalità come sistemi
d’azione. L’azione viene definita a sua volta come un processo che si svolge nel sistema
attore-situazione e possiede un significato motivazionale per il soggetto stesso (individuo
o collettività), cioè incide sulla sua capacità di conseguire gratificazioni e di evitare
privazioni. Lo schema di riferimento dell’azione è altresì relazionale: prevede
l’orientamento di uno o più soggetti agenti in vista di una situazione che include altri
soggetti agenti. E’ solo quando vi è inter-azione tra due o più attori che l’azione diventa
sociale.
La situazione rappresenta in questo quadro un insieme di oggetti di orientamento ( oggetti
situazionali) che per il soggetto agente rappresentano il mondo esterno, quella parte di
realtà in cui è coinvolto e agisce. Egli agirà in maniera differente a seconda del tipo di
oggetti e delle loro classi, individuate da Parsons nelle tre classi degli oggetti sociali,
degli oggetti fisici e degli oggetti culturali. La prima classe si riferisce al soggetto agente
preso in considerazione ( Ego) o a qualsiasi altro soggetto individuale ( Alter); la seconda
classe degli oggetti fisici riguarda mezzi, che il soggetto sceglie, e condizioni, che non
può scegliere o modificare, in vista di una situazione; infine la terza classe degli oggetti
culturali racchiude i simboli, i valori, le credenze, quindi l’intera tradizione culturale di
una collettività.
Parsons sottolinea come l’azione, così definita, non consiste solo di risposte a determinati
stimoli, ma include un sistema di “aspettative” di ego nei confronti degli oggetti che egli
ha interiorizzato nella sua storia, nel senso di esperienza. Se in base a determinati oggetti
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T. Parsons ,Il sistema sociale, Edizioni di Comunità, 1965.
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situazionali ego può scegliere come agire in riferimento ai propri bisogni, nel caso di
oggetti sociali la sua scelta sarà influenzata dalla reazione di questi oggetti (alter).
Entra in gioco un aspetto dell’inter-azione descritto da Parsons come doppia contingenza:
“ Nel <<rispondere >> a Ego, Alter sceglie all’interno di una gamma di possibili
<<reazioni>>, e tale scelta è contingente rispetto alle ( e cioè, dipende dalle) azioni di
Ego, cosi come la scelta tra le possibili contro-reazioni di questo è contingente rispetto
alle reazioni di Alter.” ( T. Parsons-R.F.Bales, famiglia e socializzazione, Oscar Studio
Mondatori, 1974,p. 397).
Interiorizzare un oggetto significa per ego accumulare esperienza, acquisire un nuovo
modello, funzionale alle interazioni presenti e future con alter. Parsons chiama “bisogno-
disposizione” il sistema che controlla orientamenti e azioni dirette ad assicurare ad ego
certe relazioni con gli oggetti, anche in vista degli sviluppi futuri di queste relazioni.
Ciò che ego apprende è in definitiva il modello di interazione reciproca, dove alter viene
percepito in un ruolo in relazione a ego, e questi agisce sulla base di azioni
complementari a quelle di alter.
Il sistema bisogno-disposizione contiene al suo interno gli elementi della gratificazione e
dell’orientamento, in base ai quali Parsons rileva i tre modi –catettico
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, conoscitivo e
valutativo- definendoli modi motivazionali dell’attore verso la situazione, tutti e tre
presenti nell’aspettativa: “ Le componenti elementari di ogni sistema possono perciò
essere ridotte al soggetto agente e alla sua situazione. In riferimento al soggetto agente il
nostro interesse è accentrato sui tre modi – conoscitivo, catettico e valutativo – del suo
orientamento; in riferimento alla situazione esso è accentrato sulla sua differenziazione in
oggetti e classi di oggetti.” ( T. Parsons ,Il sistema sociale, Edizioni di Comunità, 1965,
p. 15).
Quella che viene definito atto unico ( costituito da: attore-scopo-situazione-orientamento
normativo), cioè l’unità di base di un sistema sociale di azione, contiene entrambi gli
aspetti catettico-conoscitivo.
L’orientamento catettico investe la relazione di ego verso gli oggetti nei termini di
gratificazione-privazione, mentre l’orientamento conoscitivo comporta la definizione
degli aspetti “salienti” della situazione ai fini di ego stesso. Infine vi è un aspetto
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Catettico deriva dal termine freudiano “catessi”. “Attribuzione di un significato
affettivo (positivo o negativo) a un oggetto.” (T. Parsons- R.F. Bales, famiglia e
socializzazione, Oscar studio mondatori, 1974, p. 396).
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valutativo nell’orientamento di ogni azione concreta, che permette ad ego di scegliere,
giudicare e interpretare le varie alternative di oggetti presenti nella situazione.
Parsons evidenzia la necessità di un sistema simbolico condiviso nei sistemi di azione
umana, senza il quale la comunicazione tra i soggetti agenti sarebbe impossibile:
“ Anche la comunicazione più elementare è impossibile senza un minimo di conformità
alle << convenzioni >> del sistema simbolico.” ( idem, p. 19).
Le aspettative sono quindi orientate verso un ordine condiviso di significati simbolici,
cioè una tradizione culturale comune (sistema della cultura).
A questo punto l’orientamento dell’attore verso le alternative che una situazione offre è
guidato anche da un giudizio di valore, valore condiviso da tutti gli attori della
collettività. Oltre ai modi di orientamento motivazionale vengono quindi distinti i tre
modi –conoscitivo-apprezzativo-morale- dell’orientamento di valore.
Un sistema d’azione può dirsi realmente integrato, come sistema sociale ma anche come
sistema di personalità, quando al suo interno vige una “morale” comune; dal punto di
vista del soggetto agente questo significa la definizione dei modelli dei diritti e degli
obblighi reciproci, e i criteri che li regolano nella loro inter-azione ai fini del suo
orientamento. Lo stesso concetto di “apprendimento” prevede l’incorporazione di modelli
culturali nei sistemi d’azione dei soggetti agenti individuali, nel loro sistema della
personalità.
“ Dal momento che un sistema sociale è un sistema di processi di interazione tra oggetti
agenti, la struttura delle relazioni tra i soggetti coinvolti nel processo di inter-azione
costituisce altresì la struttura del sistema sociale. Il sistema sociale è una rete di tali
relazioni.” ( idem, p. 33).
Ogni soggetto agente coinvolto nella rete di relazioni con altri soggetti, rete che definisce
il sistema sociale in quanto tale, occupa inoltre una precisa posizione rispetto agli altri,
detta status; per quello che concerne la sua funzione all’interno del sistema sociale, ciò
che compie nelle sue relazioni con gli altri, occupa invece un ruolo.
Parsons spiega a riguardo come, in un contesto di interazione, un orientamento di valore
può dirsi sempre “istituzionalizzato”, dal momento che sia ego che alter soddisfano un
duplice sistema di aspettative: per ego un’aspettativa di ruolo nei confronti di alter, che a
sua volta reagirà in termini di “sanzioni” positive o negative a seconda che ego le
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percepisca come gratificazioni o privazioni. L’ordine di un sistema sociale si regge
proprio grazie a modelli di valore istituzionalizzati nella collettività.
L’istituzione è dunque composta da una pluralità di modelli di ruolo che ha
un’importanza strutturale strategica per il sistema sociale. In questo senso l’atteggiamento
di ego nei confronti di alter non è solo strumentale, in vista dei suoi scopi, ma egli si
“preoccupa” della reazione di alter; vi è quindi una componente morale nel suo
comportamento che è alla base della solidarietà di una collettività e senza la quale,
secondo Parsons, questa si dissolverebbe.