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Introduzione
Il primo capitolo del presente lavoro è incentrato sulle caratteristiche del romanzo del
‘900 e in particolare sulla poetica della riscrittura, parte significativa della prosa del
XX secolo.
Nel ‘900 alla fiducia nell’esistenza di una realtà unica, ordinata e comprensibile,
subentra la consapevolezza che la realtà è multiforme, elusiva e indecifrabile. La
triade apocalittica del ‘900 (Nieztche, Freud e Marx) afferma che la soggettività non
coincide più con la coscienza. Inoltre, la teoria della relatività di Einstein mette in
luce l’importanza dell’ altro punto di vista e dell’altra verità. Nel ‘900 vi è la
sensazione che non si possa più avere la certezza del reale e si ha la consapevolezza
della complessità della psiche umana.
La letteratura postmodernista talvolta mette in luce “l’esistenza di molteplici punti di
vista” attraverso la poetica della riscrittura in cui la storia dell’ipertesto viene
raccontata da un’altra prospettiva e a narrarla è spesso un personaggio minore, muto
o addirittura assente nella storia primigenia.
Così come sostengono Paola Splendore ed altri critici, la pratica della riscrittura non
è sintomo di isterilimento della fantasia creativa dello scrittore, anzi, si viene a creare
un interessante dialogo tra l’ipotesto e l’ipertesto per cui l’uno si costituisce in
rapporto all’altro.
Ad esempio, il sudafricano Coetzee e la dominicana Rhys, mettendo in discussione il
canone letterario occidentale, trattano nelle loro riscritture del punto di vista di
personaggi non appartenenti alla cultura europea estrapolati da romanzi occidentali:
l’indigeno Venerdì (servitore di Robinson Crusoe) e Bertha Mason (la folle moglie
creola di Edward Rochester in Jane Eyre di Charlotte Brontë).
Il secondo capitolo tratta di Wide Sargasso Sea (1966) di Jean Rhys riscrittura di
Jane Eyre (1847). Le prime due parti di Wide Sargasso Sea sono ambientate in
Dominica e in Giamaica intorno all’anno 1834. La storia tratta della difficile infanzia
di Bertha Antoinetta Mason, qui chiamata Antoinette Cosway e del suo infelice
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matrimonio con il gentiluomo Edward Rochester. La terza parte è ambientata in
Inghilterra dove la protagonista passa le sue giornate rinchiusa nell’attico di
Thornfield Hall. Dal testo di Brontë, nonostante la donna creola sia un personaggio
essenziale ai fini dello svolgimento della trama, emergono poche notizie circa il
personaggio di Bertha: Rochester l’ha sposata per volere paterno, ella ha ereditato la
follia dalla madre, vive rinchiusa nell’attico di Thornfield Hall, dà fuoco al castello e
pone fine alla sua vita lanciandosi dal tetto. Nell’ipertesto ella è una figura
archetipica negativa, irrazionale, violenta e perversa, sfrenata e lussuriosa. Jean
Rhys, incuriosita da questo personaggio, decide di darle un passato e una personalità
e fa in modo che il lettore non nutra più terrore bensì pietà verso di lei.
Wide Sargasso Sea parla apertamente non solo per Antoinette/Bertha ma per tutte le
donne delle Indie Occidentali, emarginate e ritenute spesso folli solo perché creole,
ed è più di un prequel all’opera vittoriana in quanto illumina Jane Eyre e la figura
misteriosa di Thornfield.
Nel presente lavoro si è cercato di analizzare le tematiche di Wide Sargasso Sea, il
personaggio di Antoinette/Bertha, la sua infanzia, il suo rapporto con Rochester ed
indagare le motivazioni che l’hanno portata al suicidio.
L’’ultima parte del lavoro è incentrata su tre recenti riscritture di Jane Eyre effettuate
da autrici che hanno voluto muoversi nella stessa scia della Rhys: The French
Dancer’s Bastard (2006) di Emma Tennant, Jane Eyre’s Rival: The Real Mrs
Rochester (2011) di Clair Holland e Jane Eyre's Husband - The Life of Edward
Rochester (2011) di Tara Bradley. Il romanzo di Emma Tennant è ambientato per lo
più a Thornfield Hall e la storia tra Jane ed Edward è vista dalla prospettiva della
pupilla di Rochester, Adèle, la quale trascorre spesso il suo tempo con la matta nella
soffitta che è lo stesso personaggio creato da Rhys. Clair Holland tratta del periodo
trascorso da Bertha a Thornfield e la donna risulta essere tanto lucida da simulare la
sua morte e scappare via con il cocchiere John. Il romanzo di Bradley incentrato sulla
vita di Rochester tratta anche del suo matrimonio con la donna giamaicana che non
differisce molto dalla donna folle, violenta e lussuriosa descritta in Jane Eyre.
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Capitolo I
Il romanzo del ‘900 e la poetica della riscrittura
1.1 Il secolo della crisi e la decanonizzazione del romanzo dell’800
Il ‘900 è un secolo di grandi eventi: lotte operaie, l’emergere del
femminismo, la corsa frenetica verso l’imperialismo e, nell’anno 1914, lo scoppio
della prima guerra mondiale, che è l’ inevitabile causa di un senso generale di
smarrimento esistenziale e di messa in discussione del reale concreto.
For many people the experience of the war, in which hundreds of thousand had been killed,
shattered their faith in society and its institutions. Mechanised industry had prospered on the
backs of underpaid labourers. Now those same workers were being sent to their deaths in the
trenches in a similarly mechanical manner. With the 1914-18 war, the deshumanising effects
of industrial society reached their peak.
1
In quest’epoca di smarrimento nasce il termine Modernismo:
[…]diviene così centrale nella discussione estetica, e non solo riguardo ai contenuti delle
opere, influenzate direttamente dai cambiamenti epocali, ma anche rispetto alle forme della
rappresentazione, ovvero le tecniche e gli stili adatti a rendere percepibili le idee costituenti
la genesi dei testi. […] Il termine inglese Modernism, che trova un unico riscontro
terminologico nello spagnolo Modernismo ( tuttavia significante un movimento
cronologicamente più ampio, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, e tematicamente più
affine al Simbolismo), ha i propri equivalenti ideali nel termine Avant-garde in Francia,
Expressionismus in Germania, Decadentismo in Italia. Ciò che lega questi eterogenei
movimenti è l’angoscia condivisa dai loro esponenti di una crisi di rappresentazione, la
percezione ansiogena dell’incapacità di tutte le discipline umanistiche di raffigurare e
significare la natura.
2
Significativo a questo riguardo è il filosofo Nietzche: nei suoi appunti scritti tra il
1887 e il 1889, che andranno a formare il famigerato Volontà di potenza, si trova
questa frase: “Tutta la nostra civiltà europea precipita già da tempo, con una
torturante tensione che cresce di decennio in decennio, verso la catastrofe.
In questa civiltà che precipita i punti cardine dell’ideologia dell’individuo sono la
frammentarietà e la relatività:
A concept that is a leitmotif of the fin de siècle intellectual milieu, springing up from the
pages of poets, writers and philosophers: “We must reduce everything in fragments” is what
Nietzche asserts, sure as he is that the Twentieth century man must get out of the old habit to
1
Thomson Graeme, Maglioni Silvia, Literary Links, Vol.3, Genoa, Black Cat, 2004, p. 200.
2
Crisafulli Lilla Maria, Elam Keir, Manuale di letteratura e cultura inglese, Bologna, Bonomia
University Press, 2009, p. 232.
7
value “totality, wholeness”, as this concept has become “meaningless”, something that
“doesn’t exist anymore”.
3
Ai filosofi moderni delle certezze, cioè Cartesio e Kant, si contrappongono quelli del
sospetto: Marx, Nietzsche e Freud ( la triade apocalittica che sostiene che la
soggettività non coincide più con la coscienza):
Quanto a Freud, la sua sconvolgente scoperta dell’inconscio ha consentito di costruire
sistemi di pensiero in grado di elencare e codificare sia le complesse leggi e le tortuose
dinamiche della libido, sia gli strabilianti processi metamorfici della formazione dei sogni.
Tutti elementi […] che i letterati e gli artisti del Modernismo introiettano, elaborandoli e
trasfigurandoli, nei loro componimenti.
4
In un clima così complesso il romanzo realista con le sue leggi viene messo
pesantemente in discussione; con le opere di Proust, Mann, Joyce, Woolf e Kafka
nasce un nuovo modo di concepire il mondo e quindi il romanzo. L’autore del ‘900
focalizza la sua attenzione sul carattere psicologico dei personaggi e quindi
sull’interiorità. Saranno i personaggi stessi a raccontarsi attraverso il monologo
interiore ed il flusso di coscienza. Quest’ultimo, chiamato in inglese stream of
consciousness, consiste nella libera espressione dei pensieri di una persona così come
si formano nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.
I critici distinguono due tipi di monologo interiore:
Direct interior monologue which refers to the direct presentation of a character’s
stream of consciousness without the guiding presence of an author or narrator. The
most famous example is Molly Bloom’s monologue in Joyce’s Ulysses where we
can enter directly into Molly’s thoughts without any external point of view.
Indirect interior monologue (or free indirect discourse) which refers to the indirect
presentation of a character’s thoughts filtered through the voice of an anonymous
third-person narrator. This type of monologue is generally easier to read as it often
includes more descriptive passages or explanations. It is sometimes used in
combination with direct interior monologue. An example of indirect monologue can
be found in Virginia Woolf’s Mrs Dalloway or to The light House.
5
Le forme citate sono espressione dell’inquietudine dello scrittore moderno verso il
suo stesso oggetto di scrittura, il romanzo del ‘900 esprime l’idea che non esiste
un’unica verità e che è possibile scoprire squarci di essa in determinati attimi della
3
Lamarra Annamaria, The short story and the decanonization of the novel: differences and analogies
in J. Conrad and E.M Forster’s short story, in << Lambert>> , p. 61-93, cit. p. 60-61.
4
Crisafulli, Manuale, cit., p. 232.
5
Thomson, Literary Links, Vol.3, cit., p. 204.
8
nostra vita: per Virginia Woolf sono “momenti”, per James Joyce “epifanie”
6
. I
barlumi di verità sono come dei flash di luce che per qualche istante permettono di
cogliere una possibile verità. Questi flash vengono manifestati attraverso l’epifania:
concretizzazione dello stream of consciousness. Emerge una realtà che prima era
sconosciuta e che sconvolge la vita del personaggio.
In questo contentato letterario, il ruolo del narratore cambia e il narratore onnisciente
scompare quasi del tutto. A differenza di quanto accade nel romanzo dell’800,
l’autore del ‘900 non sa del personaggio più di quest’ultimo o del lettore:
[…]la presa di posizione dell’autore di fronte alla realtà che ritrae,[…]è appunto
completamente diversa dall’atteggiamento di quegli scrittori che interpretano le azioni, le
situazioni e i caratteri dei loro personaggi con sicurezza obiettiva, come avveniva prima:
Goethe o Keller, Dickens o Meredith, Balzac o Zola ci resero partecipi con conoscenza
sicura di quanto i loro personaggi facevano, pensavano e sentivano, e ci facevano da guida
nell’interpretare le loro azioni e i loro pensieri. Essi non ignoravano nulla del carattere.
7
Si potrebbe parlare, così, di una sparizione del narratore, come necessità di una
visione polifonica sulla vicenda e dell’allontanamento di ogni possibile dubbio
intorno all’oggettività del testo. La questione della morte dell’autore è affrontato
nello scritto di Roland Barthes del 1968 intitolato appunto La mort de l’autor,
secondo cui l’autore è un personaggio moderno nato intorno al XVI secolo in Europa
con la scoperta dell’individuo razionale e con lo sviluppo dell’empirismo inglese e
del razionalismo francese. L’autore diventa quindi il prodotto di una determinata
società e cultura che conduce fino all’Illuminismo e al Positivismo. La
“disgregazione” della razionalità e la dissoluzione dell’individuo nel Novecento
producono la fine di questo autore.
Con il cambiamento della posizione del narratore nei confronti del testo, muta anche
il modo in cui i pensieri vengono espressi: gli autori dell’800 rivelano i pensieri dei
personaggi con monologhi o con espressioni come << gli sembrava che >>, oppure
<< egli sentiva che >>. Nel romanzo del ‘900 spesso si passa da una prospettiva
all’altra senza locuzioni:
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L’epifania è l’acquisizione, da parte dei protagonisti, della consapevolezza di questa paralisi. La
reazione a questa presa di coscienza è la fuga, che puntualmente fallisce. Nessun personaggio, riesce a
tagliare completamente i legami con il proprio mondo, né materialmente, né psicologicamente. Questa
paralisi, questo senso di oppressione, impedisce loro anche di avere relazioni soddisfacenti con gli
altri e col mondo.
7
Crisafulli, Manuale, cit., p. 319.