2
telecomunicazioni. Le reti telematiche connettono fra loro più
computer, attraverso cavi telefonici, fibre ottiche, ponti radio e così
via. Applicazioni quotidiane della telematica sono, ad esempio, gli
sportelli bancomat, i fax e i terminali per la lettura delle carte di
credito.
Inizialmente le reti telematiche sono state appannaggio di poche
grandi società, sia bancarie sia industriali, ma oggi, grazie ad Internet,
l’utilizzo di tali reti è divenuto accessibile a tutti, ai privati cittadini ed
alle piccole e medie imprese.
Internet, la Rete delle reti, da progetto militare quale era
inizialmente, si è sviluppata grazie alla collaborazione ed
all’entusiasmo d’istituzioni e di ricercatori volontari, mossi più dalla
volontà di costruire un’infrastruttura di comunicazione libera e
mondiale che dalla sete di guadagni. Naturalmente non vi è solo
Internet, ma vi sono anche le reti locali, dedicate, “chiuse” ad un
numero ristretto di utenti.
L’insieme delle reti telematiche ha posto le basi di una vera e
propria rivoluzione digitale e porterà al pieno sviluppo della “società
dell’informazione”, dove i servizi tendono a prevalere sui manufatti,
3
dove la conoscenza, le informazioni, l’intelligenza hanno preso il
posto delle materie prime come fattori strategici dello sviluppo.
Questa rivoluzione tecnologica non è il futuro, bensì il presente, e sta
cambiando tanto le abitudini e il modo di vita delle persone quanto il
mondo delle imprese. Contrariamente a quanto si crede, più che
tecnologica, la rivoluzione digitale è politica, sociale ed economica.
Infatti, la portata della rivoluzione in atto è tale da determinare un
momento di netta discontinuità con il passato: la digitalizzazione ha
un impatto e un significato più profondo di quello che a suo tempo ha
avuto l’invenzione della ferrovia e del motore a scoppio. Le nuove
tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono,
probabilmente, più pervasive e trasversali di ogni altra tecnologia.
Inoltre il concetto di rete e di “portabilità” del lavoro sono in grado di
rivoluzionare la divisione internazionale del lavoro e lo scenario
competitivo. Naturalmente la tecnologia, da sola, non è sufficiente:
essa non definisce i tempi, i modi e l’uso del cambiamento, essendo
questi il frutto sia di scelte personali, sia di scelte economiche e
politiche dei governi.
La sempre maggiore diffusione dei sistemi informatici sta
aprendo, quindi, una vasta gamma di opportunità, sia alle imprese sia
4
ai consumatori, che vanno al di là del pur diffuso utilizzo delle reti
telematiche ai fini informativi e pubblicitari. Quello che si sta
configurando, infatti, è un vero e proprio “mercato”, un insieme di
transazioni che si svolgono nello spazio della Rete globale, Internet,
non localizzabile entro luoghi geografici definiti e privo di frontiere.
Tale è il mondo del Commercio Elettronico, o e-Commerce, che
insieme alle opportunità che offre per gli operatori e per il sistema,
apre una serie di problematiche inedite, giuridiche e fiscali in primo
luogo.
Il termine commercio elettronico riassume tutte le possibili
transazioni eseguite tramite computer e reti telematiche, e presenta
caratteristiche così peculiari da assurgere a nuovo paradigma
economico.
L’intento del presente lavoro è di tracciare i confini del mondo
del commercio elettronico e delle sue nuove applicazioni (fornendo
definizioni, stime, prospettive di crescita, eccetera), nonché quello di
individuare le conseguenti problematiche di ordine fiscale che le
diverse Amministrazioni tributarie dovranno fronteggiare. Le fonti
biografiche più preziose, data la scarsità di pubblicazioni librarie
5
sull’argomento e la rapidissima evoluzione del settore in oggetto,
provengono dallo stesso universo virtuale oggetto di studio: Internet.
Il secondo capitolo tratta del commercio elettronico,
ripercorrendo le tappe storiche che passano per i “primitivi”
interscambi di documenti cartacei, attraverso la nascita dello scambio
elettronico di dati su reti “chiuse” e, quindi, dell’EDI, fino a giungere
all’attuale utilizzo di Internet e delle reti “aperte” per fini
commerciali. Varie sono le definizioni e classificazioni date del
commercio elettronico: nozioni elaborate dai diversi organismi
internazionali interessati; categorie elaborate in relazione alle parti che
intervengono nella transazione elettronica (Business-to-Business
oppure Business-to-Consumer), o in relazione alla tipologia della
consegna dell’oggetto della transazione (commercio elettronico
diretto/indiretto). Infine viene fatta un’analisi della situazione (e delle
prospettive di sviluppo) del mercato dell’e-commerce, con particolare
riferimento alla situazione italiana.
Nel terzo capitolo s’individuano quelle linee guida, stabilite dalle
diverse Amministrazioni e organizzazioni internazionali, necessarie
per individuare in che (probabile) modo le future regolamentazioni
fiscali tratteranno il nuovo contesto del commercio elettronico. Di
6
notevole interesse, quindi, soprattutto le posizioni assunte da OCSE,
Unione Europea, OMC, nonché Stati Uniti, area in cui l’e-commerce
si è sviluppato e continua a crescere a velocità rilevante.
Nel quarto e quinto capitolo si analizzano, rispettivamente, gli
aspetti della fiscalità diretta ed indiretta. Nel settore della tassazione
dei redditi, il commercio elettronico mina pesantemente la validità di
principi da sempre validi e funzionanti nell’ambito del commercio
tradizionale. I principi della residenza fiscale e della stabile
organizzazione mostrano tutti i propri limiti all’atto della loro
applicazione al contesto telematico. Sulla scia delle suddette difficoltà
prendono vita diverse proposte, tra cui quella della residence-based
taxation (auspicata e promossa dagli USA), oppure quella più
innovativa fondata sul concetto di stabile organizzazione virtuale.
Anche l’applicazione dell’Imposta sul valore aggiunto evidenzia tutti i
propri limiti d’implementazione alle transazioni elettroniche. Il quinto
capitolo affronta tali problematiche, esponendo la posizione
dell’Unione Europea e dell’OCSE in merito, nonché l’attuale
tassazione del commercio elettronico diretto ed indiretto. Il capitolo
analizza anche l’applicazione della Sales Tax e le difficoltà che
riguardano la tassazione sui consumi negli Stati Uniti. Infine si
7
esamina la Bit Tax, ossia lo strumento tributario innovativo proposto
in ambito comunitario per tassare i flussi informatici, ma che allo stato
attuale ha ricevuto più critiche che consensi.
8
CAPITOLO SECONDO
IL COMMERCIO ELETTRONICO: DAGLI
INIZI ALLA SITUAZIONE ATTUALE
2.1 Cenni storici
Qualsiasi transazione commerciale ha sempre necessitato di uno
scambio di informazioni attraverso metodi di comunicazione
“tradizionali”; la posta, il fax, la stessa voce, infatti, hanno permesso
la conclusione dei rapporti commerciali tra le aziende fornitrici,
distributrici o i clienti
1
.
Gli anni ‘60 vedono la nascita e lo sviluppo delle tecnologie di
telecomunicazione; la possibilità di memorizzare e veicolare i dati in
forma elettronica offre nuove opportunità alle imprese: la trasmissione
di dati direttamente in altri sistemi elaborativi, appartenenti ad aziende
terze, abbatte il flusso documentale cartaceo e cambia in meglio i
tempi di risposta.
1
Benassi M., (1989). “Per gran parte delle imprese lo scambio delle informazioni
rappresenta una quota cospicua dell’attività. Lo scambio di dati riguarda
documenti di carattere commerciale (come preventivi, ordini d’acquisto, fatture,
9
Inizialmente l’interscambio elettronico di dati era legato a
standard proprietari sviluppati dalle stesse aziende interessate; ciò da
un lato limitava il numero delle imprese partecipanti ad una specifica
rete, dall’altro accresceva il fabbisogno di competenze tecniche e
professionali, legate ai diversi protocolli comunicativi,
proporzionalmente al numero dei partner commerciali con cui si
intrattenevano rapporti.
2.1.1 L’EDI
Un’ulteriore passo verso il miglioramento dello scambio
documentale tra aziende veniva fatto con la creazione di un set di
documenti standard: nasceva l’Electronic Data Interchange (EDI)
2
.
L’EDI è una tecnologia di scambio dei documenti commerciali,
non più nella tradizionale forma cartacea, ma sotto forma di messaggi
elettronici scambiabili direttamente da un computer all’altro (senza la
necessità di intervento umano per la esecuzione delle singole
bolle di accompagnamento e informazioni sui pagamenti)”.
2
Vi sono numerosi esempi di applicazioni essenzialmente di tipo EDI: il sistema
Odette nel settore automobilistico, Edivin in quello vitivinicolo e degli alcolici,
Editex in quello tessile, Ecr (Efficient Consumer Response) in campo
commerciale, e molti altri, sia a livello nazionale che europeo. Cfr. Perrone G.,
10
operazioni di trasmissione, se non in forma meramente integrativa),
grazie a dati strutturati secondo standard concordati a livello
internazionale.
L’utilizzo dell’ EDI su reti “chiuse”
3
comporta:
• il pieno controllo dell’accesso fisico al sistema di connessione;
• comunicazioni sicure;
• obbligazioni giuridiche tra gli utilizzatori stessi.
Nonostante gli indubbi vantaggi, l’adozione dell’Electronic Data
Interchange si scontra con impedimenti di non poco conto: gli elevati
costi iniziali di implementazione (software di teletrasmissione,
addestramento del personale), le considerevoli tariffe richieste dalle
società di gestione delle reti, gli oneri per la manutenzione del sistema
e la consulenza, nonché le difficoltà di “aprire” la VAN ad ulteriori
(1990).
3
Un sistema EDI viene implementato attraverso una “rete diretta”, nella quale il
collegamento avviene direttamente tra i calcolatori delle due aziende, oppure
mediante una “rete a valore aggiunto” (VAN - Value Added Network), nella quale
le imprese interessate comunicano con un elaboratore centrale posseduto dall’ente
gestore della VAN, il quale si occupa della gestione e armonizzazione dei
protocolli. Cfr. Perrone G., (1990).
11
partner, rendono tale strumento adatto esclusivamente a grandi gruppi
aziendali
4
.
L’evoluzione delle tecnologie telecomunicative, caratterizzante
gli anni ‘90, ha consentito la rapida diffusione delle reti di
comunicazione “aperte”; tali sistemi di connessione garantiscono la
possibilità di partecipazione di un numero indefinito di soggetti (anche
in assenza di preesistenti relazioni commerciali) e, allo stesso tempo,
bassissimi costi di transazione.
2.1.2 Internet
Tra le reti di tipo “aperto”
5
, Internet, grazie alla sua rapida
diffusione e all’alto numero di computer connessi, si è aggiudicata
l’appellativo di “Rete delle reti”.
Nonostante la notorietà di Internet si sia concretizzata durante
l’ultimo decennio, la sua nascita ufficiale può esser collocata al 2
settembre 1969, giorno in cui vennero attivati quattro computer
4
In Italia le reti EDI sono detenute da tre grandi aziende: Fiat (collegata tramite la
rete Intesa), General Electric (rete Geis), Olivetti (rete Seva). Cfr. Benassi M.,
(1989).
5
Internet non è l’unica rete “aperta”, ma esistono altre reti globali come le BBS,
Microsoft Network, Compuserve.
12
installati in quattro diverse località degli Stati Uniti; nacque quella che
inizialmente fu chiamata ArpaNet
6
. La neonata rete aveva una
limitata estensione e, cosa molto importante, un limitatissimo numero
di utilizzatori, tra cui il Dipartimento della Difesa degli USA ed
alcune Università statunitensi. Fra la fine degli anni ‘70 e gli inizi
degli anni ‘80 altri gruppi come la NASA, le Università, diversi Stati
federali americani, crearono le loro reti sfruttando le stesse tecnologie
utilizzate per ArpaNet, in particolare il protocollo TCP/IP. Tale scelta
permise in seguito alle varie reti di essere collegate fra di loro senza
problemi, in maniera completamente trasparente per gli utenti. Il 1990
consacrò l’era moderna di Internet, quando la Rete cessò di essere uno
strumento strategico di difesa nazionale ed iniziò ad essere un
moderno mezzo di comunicazione. Questa seconda fase, l’apertura
verso i privati della Rete, ha permesso che Internet si sia estesa ad altri
Paesi, altre reti sono state create e sono state collegate alle precedenti.
Attualmente, quindi, esiste un’interconnessione di network
pubblici e privati di varie dimensioni: questo è Internet, una rete di
reti.
6
Progetto della Advanced Research Project Agency (A.R.P.A.) del
Dipartimento della Difesa Americana col fine di collegare differenti tipologie di
13
Internet consente, in primo luogo, la possibilità di estendere
l’EDI, attraverso le reti Extranet, a nuove categorie di imprese, di
dimensioni minori e con relazioni commerciali meno regolari; in
secondo luogo, permette di associare le applicazioni EDI a quelle
nuove di tipo Intranet
7
e, infine, uscendo dal contesto delle transazioni
EDI classiche, apre la strada a un nuovo tipo di scambio, simmetrico e
più dinamico, tra imprese che non sono obbligate ad una preliminare
conoscenza reciproca.
Inoltre, mentre le tradizionali transazioni EDI consentono solo la
gestione di determinate fasi di una relazione commerciale (come la
diffusione del catalogo prodotti, l’ordine o la fatturazione), Internet
supera tali limiti consentendo:
elaboratori.
7
Una Intranet è una rete aziendale privata che utilizza tecnologie Internet per
rendere accessibili, alle persone abilitate, le informazioni aziendali mediante
un’interfaccia comune: il browser. Le aziende che stanno implementando delle
Intranet fanno uso di questo strumento per condividere schede prodotto, listini
prezzi, promozioni dell’ultim’ora, ordini di servizio, manuali tecnici, report su
tematiche d’interesse e sulla situazione aziendale.
Una Extranet consiste nella connessione tra le Intranet di diverse aziende. La
Extranet supporta e concretizza il concetto di “azienda estesa” attraverso la
connessione di partner, fornitori, distributori ed altre organizzazioni che operano
all’esterno dei muri fisici di un’azienda, ma non di meno costituiscono una
14
• la registrazione di ordini e la realizzazione di transazioni on-line
tra un’azienda ed i propri fornitori;
• il tracking relativo alla spedizione del prodotto;
• ogni genere di supporto al canale commerciale (grossisti, agenti,
franchisee), tramite la pubblicazione di listini, cataloghi, blue
print…;
• la collaborazione con altre aziende su progetti di sviluppo
condivisi;
• sviluppo congiunto ed utilizzo di programmi di formazione a
distanza (FAD);
• fornitura od accesso a servizi erogati da un’azienda ad un gruppo
di altre aziende (es. Net Banking);
• la condivisione d’informazioni di utilità comune esclusivamente
tra le aziende partner.
Dimostrati gli ampi vantaggi rispetto ai sistemi di comunicazione
basati su tecnologie a reti “chiuse”, Internet viene considerato il nuovo
strumento di comunicazione elettronica aziendale. Nel mondo delle
aziende l’applicazione più utilizzata e popolare è divenuta la posta
elettronica. L’uso dell’e-mail si affianca in modo naturale agli altri
criticità per il successo dei risultati aziendali.
15
sistemi di comunicazione usuali (telefono, fax, lettera). Negli Stati
Uniti, uno studio dell’American Management Association
8
condotto
su 400 dirigenti ha rivelato che la posta elettronica viene indicata
come mezzo preferenziale di comunicazione nel business (più del
telefono e del fax); in una simile indagine di Ernst & Young
9
risulta
che il 36% delle persone usa la posta elettronica più frequentemente di
ogni altro mezzo di comunicazione sul luogo di lavoro. Per quanto
riguarda l’informazione generica o specializzata, attraverso l’e-mail è
possibile essere informati in tempo (quasi) reale e con possibilità di
rimandi sul Web per approfondimenti. Secondo Deloitte & Touche
10
,
la posta elettronica è destinata a diventare per il 74% dei dirigenti
americani una delle principali fonti d’informazione nel 2005 (rispetto
ai quotidiani con il 50% e la TV con il 34%).
2.1.3 Dai cataloghi on-line all’e-Commerce
La prima forma di utilizzo di Internet da parte delle aziende è
stata, e rimane ancora, quella della pubblicazione in rete di cataloghi
virtuali.
8
AmericanManagementAssociation, (2000).
9
Ernst & Young, (2000).
10
Deloitte & Touche, (2000).