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Introduzione
La sessualità è un argomento molto discusso nella società attuale,
se ne parla continuamente, è uno degli argomenti su cui si discute
maggiormente in tv, alla radio, nella quotidianità. L‟attenzione
dell‟uomo alle problematiche sessuologiche è presente fin dai tempi
più antichi. Ma cosa ha incrementato questa produzione dei discorsi
sul sesso? Come mai nelle società occidentali non si fa altro che fare
riferimenti alla vita sessuale? Un autore in particolare si è avvicinato a
quest‟argomento con grande originalità cercando di capire come la
sessualità sia diventata, nella nostra società, oggetto di sapere, senza
avere però la pretesa di fare una storia dei comportamenti sessuali, e
quest‟autore è Michel Foucault. L‟intellettuale francese iniziò ad
occuparsi di Storia della Sessualità solo a metà degli anni ‟70, nel „76
esce la Volontà di Sapere, il primo dei volumi di quella che sarà
l‟opera incompiuta di Storia della sessualità. Ma perché Foucault si
interessa a questo tema?
Il pensiero di Foucault era legato alla rivolta contro la cultura
autoritaria degli anni ‟60-„70, le tematiche trattate riguardavano per lo
più il potere e le strutture di reclusione, ma dopo la pubblicazione nel
„75 di Sorvegliare e punire dove elabora in modo originale i rapporti
tra sapere e potere, dove il potere si presenta come disperso per tutta la
società capisce che ciò che si deve fare è indagare i dispositivi che
l‟uomo attiva per divenire capace di organizzare la propria esistenza e
darle significato ed è su questa scia che la sua ricerca si sposta su un
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argomento che si presta perfettamente a quest‟indagine. Nel mio
lavoro ho tentato di individuare gli aspetti salienti di quella che è stata
la ricerca di Storia della sessualità e il modo in cui Foucault si è
accostato a quest‟argomento.
Ma per farlo è necessario ricostruire per intero il pensiero di
Foucault , a partire dalla sua vita, dalle sue esperienze, capire come
queste abbiano influito sul suo lavoro e, ovviamente, dagli studi che
precedono e che hanno portato poi alla stesura di Storia della
Sessualità. Ed è proprio questo che ho cercato di fare, ovvero una
ricostruzione di quelli che sono i momenti sia della vita che del
lavoro del pensatore francese che hanno condotto poi all‟ultima fase
del suo pensiero.
Nel primo capitolo ho evidenziato quelli che sono stati i temi
centrali a cui Foucault si è dedicato prima di storia della sessualità: i
manicomi, la follia, le prigioni e il potere e la metodologia di cui si è
servito per analizzarli. Ma per capire meglio questi temi non possiamo
prescindere dalle esperienze che hanno contribuito a influenzare il suo
lavoro. La vita di Foucault è una vita all‟insegna degli eccessi, della
militanza politica, della filosofia, ho quindi portato in evidenza gli
eventi che in qualche modo hanno condizionato la vita di Foucault:
l‟insegnamento al Còllege de France, l‟esperienza del Gip, i suoi
rapporti con il movimento omosessuale, e la grande amicizia con
Deleuze cercando di delineare le sfumature della sua personalità,
riportando inoltre le tematiche che hanno preceduto la storia della
sessualità. Temi come follia, potere e criminalità sono alla base del
pensiero foucaultiano, come tanti pezzi di un puzzle, essi
contribuiscono a creare l‟immenso apparato filosofico di Foucault. Per
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quanto in molti abbiano tentato di suddividere il suo pensiero in più
fasi, risulta difficile spezzettare il complesso sistema filosofico che ci
si presenta quando si guarda al suo pensiero. Ogni aspetto trattato è,
infatti, in qualche modo ricollegabile ad altri aspetti. Se si vuole
parlare di Foucault poi non è possibile non accennare a quello che è
stato uno degli aspetti più importanti della sua ricerca: il metodo
genealogico. La sua impostazione filosofica che a partire
dall‟archeologia si è poi evoluta verso il progetto genealogico di
origine nietszchiana. Questo cambio di metodo può aver dato
l‟impressione di una separazione nella impostazione filosofica ma
quest‟impressione viene facilmente smentita poiché è proprio
partendo da un‟archeologia che egli è potuto approdare a una
genealogia della storia.. Altro aspetto non meno importante è la
creazione del Gip. Il Gip (Gruppo d‟informazione sulle prigioni)
infatti è stato fondamentale per la stesura successiva di Sorvegliare e
punire dove indaga sulle procedure che hanno prodotto e assoggettato
l‟individuo, in quest‟opera costruisce la storia delle moderne pratiche
punitive del potere, dove il potere non si limita a reprimere, ma
disciplina e produce individui assoggettati. Da questi studi riprenderà
il concetto del Panopticon di Bentham che diventa simbolo ideale di
questa macchina del potere. L‟influenza di Sorvegliare e punire è alla
base dei suoi studi sulla sessualità come strumento del potere.
Il secondo capitolo e il terzo capitolo entrano invece nel merito
di quello che è il tema centrale del mio lavoro: la sessualità. Nel
secondo capitolo l‟argomento centrale è la Volontà di sapere, il primo
volume di Storia della sessualità con cui Foucault introduce
quest‟opera che originariamente doveva essere composta da 6 volumi,
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poi lasciata incompiuta per il sopraggiungere della morte dell‟autore.
Ciò che in questa fase ho descritto, partendo dal modo in cui Foucault
si è avvicinato a questo argomento, è come questo tema si ricolleghi
con quello che fino ad allora era stato il fulcro del suo pensiero cioè il
potere. La sessualità che Foucault studia, come dichiara egli stesso
nell‟introduzione, non è una storia dei comportamenti sessuali nella
storia, non è a questo che è interessato, ciò a cui mira è sapere come
mai, in che modi questi comportamenti siano diventati oggetto di
sapere. Questo discorso rientra in un tema più generale che era quello
di sapere-potere. Foucault in questo primo volume parte dal concetto
di repressione. Repressione della sessualità, del sesso, dei discorsi sul
sesso da parte del potere, questo concetto come noterà Foucault non è
del tutto esatto. La proibizione dei discorsi sul sesso in realtà non ha
fatto altro che incrementarli. La sessualità viene inglobata dal potere
che, grazie a una produzione di discorsi, può controllarla e
assoggettarla. Il potere come già Foucault aveva affermato in
precedenza non consisteva in qualcosa che si divide tra chi ce l‟ ha e
chi non ce l‟ ha ma doveva essere analizzato come qualcosa che
circola, non localizzato mai nelle mani di qualcuno, che si esercita
come un‟organizzazione reticolare, è prima di tutto un discorso che
viene indirizzato verso qualcosa che condiziona. Una volta chiarita
l‟infondatezza del tema della repressione come strumento di potere,
passiamo allora a parlare di confessione. Della confessione Foucault
parla continuamente nel testo, in quanto alla base di tutti i discorsi
sessuali nella società occidentale e alla base di quella che sarà la
scientia sexualis,che Foucault contrappone all‟Ars erotica delle
culture orientali o antiche e che ritiene il problema del modo
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occidentale di vivere la società. La scientia sexualis non ha fatto altro
che etichettare quelle che erano le sessualità normali e quelle
periferiche , creando dei dispositivi di sessualità che tuttora
sussistono. Ed è a questo punto che è importante definire meglio cosa
sia un dispositivo di sessualità e il ruolo che ha avuto all‟interno delle
relazioni di potere.
Nel terzo capitolo si entrerà invece nel merito del progetto che
Foucault aveva in mente e i cambiamenti avvenuti dal secondo e terzo
volume della Storia della sessualità e i motivi di questo cambio di
rotta da parte dell‟autore. A partire da L’uso dei piaceri infatti
Foucault indirizza la sua ricerca sull‟Antica Grecia e si propone di
fare una genealogia, un lavoro storico e critico a proposito del
desiderio e del soggetto desiderante e riorganizzare il suo studio
intorno alla lenta formazione di un‟ermeneutica di sé. Si analizzeranno
dunque i due volumi nella loro interezza per ricostruire questa
genealogia dell‟uomo di desiderio senza la quale secondo Foucault
sarebbe impossibile analizzare la formazione e lo sviluppo
dell‟esperienza della sessualità.
Il quarto e ultimo capitolo travalica, in un certo senso, i confini
di questa tesi. Il tentativo è stato quello di applicare le analisi di
Foucault sul potere panottico, sul rapporto tra potere e sapere ed infine
sugli studi del rapporto tra sessualità e potere alla società attuale,
cercando di individuare alcune delle forme principali di controllo
politico ed economico ed il modo in cui interviene nella nostra vita
quotidiana tramite i media e la sorveglianza multimediale. E ancora di
come i dispositivi di sessualità di cui Foucault parlava siano ancora
oggi vigenti, di come la produzione dei discorsi sul sesso sia un
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argomento tuttora molto attuale se si pensa a ciò che è oggi l‟offerta
mediatica principale, di come il sesso continui ad essere il maggiore
azionista degli introiti televisivi e pubblicitari.
Nell‟appendice verrà poi riportata un‟intervista fatta a Foucault
intitolata Estetica dell’esistenza di cui il titolo originale doveva essere
Alle fonti del piacere in cui Foucault esprime le difficoltà avute
nell‟elaborazione di Storia della sessualità , parla del suo viaggio nel
mondo greco e in generale dell‟ultima fase dei suoi lavori , i motivi
che l‟hanno spinto ad avvicinarsi a questo mondo e al concetto della
morale elaborato e come esso si contrapponga a quello elaborato dal
Cristianesimo.
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1. Michel Foucault e la filosofia
1.1 Paul Michel Foucault.
Michel Foucault è considerato uno dei più importanti filosofi e
storici del XX secolo e uno dei suoi più grandi pregi è stato quello di
riuscire a mettere in pratica il progetto storico-genealogico ideato da
Nietzsche che aveva, a suo tempo, fatto notare come ancora
mancasse una storia della follia, del crimine e del sesso. , proprio per
questa ragione, l‟intellettuale francese si dedicherà con particolare
attenzione allo studio di ospedali, prigioni, scuole e di altre grandi
organizzazioni riuscendo anche a teorizzare un‟applicazione del
Panopticon di Jeremy Bentham su scala sociale. Le sue opere furono
influenzate da grandi pensatori: non si può non notare infatti il
contributo dell‟epistemologia francese per quanto riguarda il suo
metodo, da filosofi come Bachelard, Foucault apprese come la storia
della scienza non seguisse un‟evoluzione lineare e continua ma
progredisse, invece per salti improvvisi o “fratture epistemologiche”
come le definiva Bachelard. E‟ invece grazie ai lavori di Canguilhem
che abbandona l‟idea di un andamento progressivo della storia,
Canguilhem aveva infatti notato che i concetti scientifici non si
evolvono in modo da divenire sempre più razionali: in ogni periodo
storico essi possiedono una razionalità scientifica che non è maggiore
rispetto al passato, né minore rispetto al futuro. La storia di Foucault è
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quindi scandita da fratture che separano una certa configurazione
storica da quella precedente e da quella seguente, senza nessuna
evoluzione progressiva , in quanto la storia non progredisce verso una
sempre crescente razionalità. Ognuna ha una propria razionalità e una
propria verità. Da qui parte il metodo genealogico che ha il compito di
scrivere “genesi” che sono in grado di spiegare l‟emergere dei
fenomeni. La scelta di Foucault di scrivere di storie come la follia, la
prigione, la sessualità non è casuale. Con queste storie, egli vuole egli
vuole mostrare la nascita, nelle società occidentali, di una grande
divisione che ha delineato i caratteri dei soggetti partendo
dall‟esclusione.
La sua prima opera è, difatti, un libro sullo studio delle
malattie mentali dal titolo “Malattia mentale e personalità” del 1954:
da questo momento in poi avvierà una ricerca basata sulle scienze
umane che avrà lo scopo di mettere in discussione la realtà del
normale e del patologico. Ma questo sarà solo un anticipo degli studi
che verranno: nel 1961 infatti pubblica la Storia della Follia in cui
analizza la separazione tra ciò che viene definita follia e ciò che
invece è considerata ragione nell‟età classica, analizzerà quindi, i
canoni per cui alcuni uomini venivano esclusi dalla società con il
pretesto della follia, ricostruirà una genealogia della follia in cui la
follia sarà sia il soggetto che l‟oggetto del suo discorso, analizzando i
fatti nella storia senza attribuir loro significati ma lasciandoli
significare; la metodologia usata fungerà da modello ermeneutico
anche per i suoi scritti successivi come Sorvegliare e Punire e
Nascita della clinica. L‟approccio versatile e multidisciplinare, la
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coerenza storica con cui costruisce i fatti sono caratteristici
dell‟atteggiamento di Foucault nei confronti della materia trattata.
La sua ricerca si orienta sempre più verso lo studio dei processi
di normalizzazione, cioè delle varie forme tramite le quali il potere ha
tentato, nell‟Occidente moderno, di controllare gli individui e i loro
corpi nello sforzo di contenere tutte le forme di devianza rispetto alla
norma costituita. Questi studi sulla medicina e sulla psichiatria e sul
potere punitivo e le pratiche disciplinari gli forniranno gli strumenti
per seguire la genesi dei saperi sulla sessualità i sistemi di potere che
ne regolano la pratica. Da qui infatti dedicherà molti studi anche al
tema della sessualità e, in particolare, a come i comportamenti sessuali
siano diventati oggetto di sapere, come e per quali ragioni questo
campo di conoscenza si sia organizzato, Foucault raccoglie questi
studi nella sua opera incompiuta Storia della sessualità.
In molti hanno individuato due grandi periodi in cui è possibile
suddividere la produzione letteraria di Foucault, nonostante egli non
avesse mai condiviso alcuna periodizzazione all'interno della sua
ricerca: il primo, negli anni '60, in cui si occupa del rapporto tra
soggetto e struttura. In questo periodo il suo studio si concentra sulla
genealogia della follia di cui parla in Storia della Follia e Nascita
della clinica, sempre in quegli anni la sua attenzione cadrà sul
concetto di Epistéme rinvenibile in Le parole e le cose dove per
epistéme si intende «un insieme delle relazioni che, in una data epoca,
si possono scoprire tra le scienze quando le si analizza a livello delle
regolarità discorsive»
1
ed infine ne L'Archeologia del Sapere si
1 Foucault M., L'archeologia del sapere, Rizzoli, Milano, 1971 cit., p.217.