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1. LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
1.1 L’avvento delle nuove idee e delle grandi innovazioni
La seconda rivoluzione industriale
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è quel periodo storico, che iniziò nel 1850 e
si concluse nel 1945, vedendo la fine del primato dell’Inghilterra e l’ascesa della
Germania e degli Stati Uniti.
La trasformazione tecnica della produzione ebbe inizio nella seconda metà del
XVIII secolo e si sviluppò in Inghilterra, estendendosi, successivamente, ad altre
industrie ed altri paesi. Collegata all’invenzione delle prime macchine utensili e
all’utilizzo del vapore come forza motrice, la seconda rivoluzione industriale trasse
impulso da ogni successivo progresso tecnico.
Nel 1900, l’industria ha assunto i suoi caratteri tipici:
- L’ampliamento del capitale: attraverso la trasformazione in società per
azioni;
- La facilità di finanziamento mediante il ricorso, tramite gli istituti di credito
mobiliare;
- La riduzione dei prezzi e dilatazione della produzione dal punto di vista
quali-quantitativo;
- La continua espansione dei consumi, facilitata dalle vendite a rate e
sollecitata mediante l’utilizzo della pubblicità.
L’industria moderna è divenuta sempre più un fattore decisivo di trasformazione
sociale. Difatti, ha avuto enorme influenza sulle condizioni di vita dei lavoratori,
stimolando la formazione di una loro coscienza di classe.
Questo è un periodo in cui si distinguono delle innovazioni tecniche, riguardando
non solo le singole industrie, ma costituendo un nuovo modo di concepire il
processo produttivo in molte produzioni manuali e in lavoro d’ufficio, permettendo
la trasformazione di una vasta gamma di attività.
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http://www.treccani.it/export/sites/default/scuola/lezioni/storia/SECONDA_RIVOLUZIONE_IND
USTRIALE_lezione.pdf, giorno di consultazione 10/06/2018.
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Le scoperte scientifiche e il loro sviluppo favorirono l’avanzamento
dell’industria chimica, grazie all’utilizzo di nuovi potenti esplosivi, come la
dinamite.
Per ciò che concerne l’elettricità, venne attuato un processo mediante il quale si
crearono nuove macchine, quali le macchine elettriche. L’invenzione del motore a
combustione favorì la nascita delle macchine mobili, ossia le automobili, utili per
il trasporto di persone e di merci.
Pertanto, si affermò il gigantismo industriale
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, costituito da:
- Le fabbriche con migliaia di addetti;
- Un’organizzazione del lavoro prettamente rigida;
- Le funzioni ben precise;
- L’incremento delle masse operaie, di dirigenti, di impiegati con funzioni
direttive ed amministrative.
I paesi industrializzati cercarono di sviluppare le proprie industrie nazionali e
proteggere, mediante le barriere doganali, le proprie merci dalla concorrenza.
Quelli, che crebbero maggiormente, furono la Germania e gli Stati Uniti; in
particolar modo la Germania, la quale aveva superato l’Inghilterra grazie alla
collaborazione tra la ricerca scientifica e la tecnologia. Allo stesso modo gli Stati
Uniti, grazie alle loro innumerevoli risorse, diventarono la maggiore potenza
economica mondiale.
Lo stato s’impegnò a favorire l’aiuto necessario per questi paesi in via di
sviluppo, attuando delle leggi, che proteggevano i prodotti nazionali, favorendo
l’esportazione e regolando i rapporti fra i capitalisti e gli operai.
Durante l’era della seconda rivoluzione industriale si diffuse l’imperialismo,
dove tutte le potenze maggiori volevano assicurarsi le materie prime e gli sbocchi
commerciali, ricorrendo a delle strategie espansionistiche.
L’espansione di un altro settore economico fu quello delle banche e delle borse-
valori. Via via, che decadeva l’agricoltura, decadevano anche i rappresentanti
dell’antica aristocrazia, la quale traeva la propria forza economica e politica dai
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Informazioni riguardanti la seconda rivoluzione industriale, fonte:
http://www.treccani.it/enciclopedia/rivoluzione-industriale_%28Enciclopedia-dei-
ragazzi%29/http://www.treccani.it/enciclopedia/magazzino/
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terreni. Il loro posto venne ricoperto dai nuovi aristocratici del denaro: i banchieri,
gli industriali ed i commercianti.
La trasformazione dell’economia da agricola-artigianale in industriale-
commerciale ebbe come effetto la trasformazione e lo sviluppo delle città. Gli
abitanti furono attratti dalle grandi fabbriche, che garantivano un lavoro continuo,
ma duro; così, attorno ai maggiori complessi industriali, si formarono agglomerati
di nuove abitazioni.
La Germania, durante il periodo della seconda rivoluzione industriale, diventò
una nuova potenza economica, raggiungendo degli ottimi risultati per ciò che
concerne il settore industriale. Difatti, tale rivoluzione vide l’utilizzo di nuove fonti
e nuove forme di energia. Uno degli elementi più importanti fu l’acciaio, che era
un materiale notevolmente costoso e, quindi, relativamente raro, prodotto in
quantità ristrette e limitate.
Il suddetto materiale univa la durezza all’elasticità, nonostante fosse di difficile
produzione; dunque, era etichettato come una merce preziosa, usata per la
produzione di armi o per piccoli oggetti, come gli strumenti chirurgici.
Uno dei metodi più importanti per la fabbricazione di acciaio fu scoperto nel
1856 dall’inglese Henry Bessemer, che “introdusse un getto d’aria nel corpo della
ghisa fusa per accelerare il processo di eliminazione del carbonio in eccesso
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”.
I fratelli tedeschi Friedrich e Wilhelm Siemens idearono un nuovo tipo di forno,
che fosse capace di raggiungere temperature elevate, grazie al perfezionamento
effettuato dall’ingegnere francese Pierre-Emile Martin.
Sidney Gilchrist Thomas riuscì ad eliminare dall’acciaio il fosforo, rendendolo
in tal modo meno fragile.
Iniziò, così, l’età dell’acciaio, dove la Germania diventò la prima produttrice
d’Europa, grazie alle famose acciaierie Krupp, che nel 1846 aveva già un centinaio
di dipendenti.
La Germania ottenne un analogo successo nel settore chimico, producendo dei
coloranti artificiali e l’aspirina, prodotta per la prima volta nel 1899 dall’industria
Bayer.
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Feltri Francesco Maria, Bertazzoni Maria Manuela, Neri Franco, 2012, Chiaro scuro. Da Luigi
XIV all’imperialismo, Sei Editrice, Torino.
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La seconda rivoluzione industriale è divenuta famosa per l’utilizzo del petrolio
su grande scala e per la produzione di notevoli quantità di energia elettrica. L’era
del petrolio iniziò realmente nel 1901, quando a Spindletop, in Texas, fu trovato un
giacimento di dimensioni eccezionali. Infatti, in Texas, venne introdotta la trivella
rotativa, che permise di scendere a migliaia di metri sottoterra, per estrarre, appunto,
il petrolio.
Lo sviluppo dell’elettricità fu segnato dall’invenzione della dinamo da parte di
Wilhelm nel 1867 e dalla lampadina a incandescenza, ideata da Thomas Edison nel
1879.
FIGURA 1.1 – Lampadina a incandescenza- Thomas Edison- 1879
La diffusione delle industrie andò di pari passo con il fenomeno
dell’urbanesimo: Berlino, Vienna e Mosca diventarono via via sempre più popolati
e ricchi di abitanti. Tale diffusione, però, comportò una serie di difficoltà e disagi
in particolar modo all’interno dei ceti medi, che videro ristretti i loro guadagni a
causa della concorrenza delle grandi imprese.
Nelle epoche precedenti, gli artigiani possedevano delle piccole botteghe, che
gli consentivano di poter sopravvivere e poter soddisfare i propri bisogni e le
proprie esigenze, garantendo loro indipendenza economica. Tuttavia,
l’organizzazione delle nuove concorrenze, iniziò a preoccupare i ceti medi, i quali
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si sentivano minacciati, soprattutto dalla nascita della prima catena di grandi
magazzini, che “rispondevano meglio alle esigenze degli acquirenti, fornendo in
grandi quantità prodotti poco costosi
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”.
Dunque, i timori dei ceti medi erano i seguenti:
- Sviluppo delle grandi industrie moderne, capaci di produrre beni in serie e
a basso costo;
- Difficoltà a reggere la concorrenza delle industrie e dei grandi magazzini;
- Diffusione di sentimenti, quali paure, perplessità ed ostilità nei confronti dei
nuovi avversari;
- Nascita di atteggiamenti negativi causati dalla rabbia, dalla frustrazione, dal
desiderio di trovare i responsabili del forte disagio economico a cui doveva
sottostare il ceto medio.
La costruzione di ferrovie fu all’origine dello sviluppo della produzione di
acciaio, in cui si fece strada l’imprenditore Andrew Carnegie, il quale produsse
vagoni-letto per i treni.
L’Italia ottenne maggiori risultati nell’industria tessile, grazie alle importazioni
di cotone grezzo, che triplicarono.
Nel 1884, il governo italiano finanziò a Terni una grande acciaieria, al fine di
fabbricare in proprio il materiale necessario alla costruzione delle navi da guerra.
Nel 1887, il libero scambio fu sostituito con una tariffa doganale, limitando la
competizione. Da tale evento ne trassero vantaggio l’industria del cotone e quella
siderurgica; invece, coloro i quali vennero danneggiati furono gli agricoltori, i quali
non riuscirono più a vendere i propri prodotti all’estero.
Gli italiani, residenti nelle regioni meridionali, furono obbligati ad acquistare
solo i prodotti nazionali, fabbricati nelle industrie del Nord.
La seconda rivoluzione industriale era volta non tanto a migliorare i prodotti
esistenti, quanto ad introdurne dei nuovi e non poteva più essere chiamata la
rivoluzione del carbone, in quanto, dopo il 1870, iniziavano l’età dell’acciaio,
dell’elettricità e del petrolio.
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Feltri Francesco Maria, Bertazzoni Maria Manuela, Neri Franco, 2012, Chiaro scuro. Da Luigi
XIV all’imperialismo, Sei Editrice, Torino.
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La qualità dell’acciaio migliorò grazie all’aggiunta del nickel, che può essere
definito come il nuovo componente dei metalli industriali.
L’introduzione dell’elettricità, come nuova fonte di luce e di colore, favorì la
trasformazione dell’industria chimica, mostrando notevoli miglioramenti e
innovazioni, vedasi l’aspirina accennata precedentemente.
Le nuove tecniche industriali, a differenza di quelle vecchie, richiedevano la
nascita di imprese di grandi dimensioni e la concentrazione della popolazione in
vasti territori urbani, in modo tale da favorire un maggiore sviluppo interculturale
tra le differenti popolazioni.
La Germania e gli Stati Uniti diventarono le due potenze più importanti del
settore industriale, contribuendo al miglioramento del tenore di vita degli abitanti,
facilitandone anche il quotidiano, vedasi la nascita del telefono, l’invenzione del
ferro da stiro e lo sviluppo delle ferrovie.
Fra il XIX e il XX secolo le fabbriche continuarono ad espandersi in Europa ed
oltre, caratterizzate da una forte crescita produttiva, basata su nuove tecnologie e
nuove fonti energetiche. Assistiamo all’instaurazione di un profondo legame tra la
scienza, la tecnologia e l’industria, rivoluzionando la tecnologia produttiva, le
comunicazioni ed i trasporti.
Le dimensioni delle aziende e delle fabbriche crebbero notevolmente e, l’utilizzo
di nuove fonti di energia, favorì un cambiamento per ciò che concerne le abitudini
ed i comportamenti della popolazione, facilitandone la quotidianità.
Dunque, si hanno numerosi sviluppi in ambito scientifico e tecnologico:
- Viene rinnovato il procedimento per la produzione dell’acciaio;
- Nascono le prime centrali elettriche, le prime automobili e il primo autobus
con il motore a scoppio;
- Si ha la realizzazione del primo film, della prima radiografia e del primo
dirigibile;
- Le nuove innovazioni: il telefono, il frigorifero, il motore a scoppio e la
lampadina elettrica;
- Le nuove scoperte mediche: bacillo della tubercolosi, la radioattività e i
gruppi sanguigni.
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Il legame, che viene a consolidarsi tra la scienza, l’industria e la tecnica, è
fondamentale, poiché la scienza è applicata all’interno delle industrie e viene
realizzata nei laboratori delle grandi imprese. Infatti, gli inventori, protagonisti di
tale periodo, hanno effettuato degli studi scientifici e sono diventati degli ingegneri,
dei chimici, dei fisici, dei matematici e dei biologi.
Questa nuova rivoluzione tecnologica dà vita a macchine, a strumenti, a
materiali e a fonti di energia, determinando un rinnovamento nelle industrie di tutto
il mondo. Tale rinnovamento tecnologico investe tutti i settori produttivi, ma gli
sviluppi più interessanti riguardano i settori chimici, elettrici e metallurgici.
Difatti, dopo il 1870, inizia l’età dell’acciaio, della chimica, dell’elettricità e del
petrolio.
Il ferro venne sostituito dall’acciaio, in quanto risulta essere più duro, plastico e
resistente, poiché è molto compatto e robusto. I suoi costi di produzione, però, erano
troppo elevati e limitavano l’uso di particolari lame, armi e strumenti di precisione.
Grazie alle nuove tecniche di produzione, vedasi il metodo Bessemer, si ebbe la
possibilità di produrne grandi quantità ad un prezzo facilmente accessibile.
L’acciaio venne utilizzato per la costruzione di nuovi e grandi edifici, quale la
Torre Eiffel
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, il simbolo più famoso di quel periodo, alta 300m e pesante circa
10.000t, costruita nel 1889 in occasione dell’esposizione universale di Parigi.
FIGURA 1.2 – Torre Eiffel- 1889
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Informazioni riguardanti la Torre Eiffel, fonte: http://alaskadream.org/ita/Torre_Eiffel.html
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L’esposizione universale
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di Parigi del 1889 vide la nascita di due monumenti
eretti in occasione di tale esposizione: la galleria delle macchine e la pocanzi citata
Torre Eiffel.
La Torre Eiffel era collocata al centro dell’esposizione con in cima la bandiera
francese; sotto di essa, si estendeva il campo di Marte, un luogo militare, che con il
tempo, diventò un giardino.
La torre era circondata dalla galleria delle macchine e dal fiume Senna; oltre la
Senna, vi era il gigantesco Palazzo del Trocadèro, costruito per l’esposizione del
1878 e distrutto per la manifestazione del 1937.
FIGURA 1.3 – Interior galerie des machines – 1889
La celebre Torre Eiffel venne eretta durante gli anni della seconda rivoluzione
industriale, grazie ai nuovi materiali di costruzione, quali il ferro, il vetro e l’acciaio,
rendendo gli edifici più leggeri e moderni.
Lo sviluppo della metallurgia aveva ricoperto un ruolo fondamentale; difatti, le
strutture metalliche cominciarono a diffondersi all’interno delle fabbriche tessili,
per tutti i tipi di costruzioni, in particolar modo per i teatri.
Il ferro laminato iniziò a diffondersi nel 1845, come materiale più efficace e più
economico rispetto alla ghisa e venne utilizzato per la realizzazione di Le Halles di
Parigi, edificate nel 1853 da Victor Baltord e Fèlix Callet.
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Informazioni riguardanti l’esposizione universale, fonte: http://www.milanoplatinum.com/expo-
1889-parigi.html
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Tale edificio favorì la nascita di nuove tipologie di edifici, quali le stazioni, i
mercati, le fabbriche e i grandi magazzini.
L’utilizzo di un nuovo materiale, come il ferro, favorì l’incremento di
costruzioni più originali e spettacolari, che si potessero contraddistinguere da quelli
del passato, grazie alle nuove qualità che si volevano affermare, come la leggiadria,
l’eleganza e la trasparenza.
Verso il 1885 iniziarono ad affermarsi gli ingegneri all’interno del mondo
dell’architettura, grazie alle loro capacità di calcolo e di costruzione.
La Torre Eiffel è il simbolo della modernità e del progresso, configurandosi
come un elemento d’intrattenimento dell’esposizione, incrementando gli
spostamenti di persone, resi possibili dallo sviluppo delle ferrovie. Mediante
quest’ultime, la gente poté usufruire di treni alimentati dall’elettricità, per
percorrere brevi tragitti.
Così, gli abitanti iniziarono a spostarsi facilmente e rapidamente, per giungere a
Parigi e visionare l’esposizione universale.
La torre rappresenta la prima costruzione in ferro battuto, realizzata
dall’ingegnere Gustave Eiffel, assistito dagli ingegneri Maurice Koechlin e Emile
Noguier e dall’architetto Stephen Sauvestre.
FIGURA 1.4 – Gustave Eiffel – 1889