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1.5.2 Il materiale di sviluppo e il controllo materiale dell’errore per
un’autoeducazione
Fa parte dell’ambiente montessoriano il materiale di sviluppo: l’apparato di oggetti proposto dalla
Montessori e in uso soprattutto tra i 3 e i 12 anni, periodo dell’esplorazione sensoriale e
dell’apprendimento di base (Honegger Fresco, 2017), che, esposto sulle mensole in maniera
ordinata, permette al bambino, secondo i propri interessi, di scegliere spontaneamente l’oggetto
da cui è attratto, in seguito alla conoscenza acquisita grazie alle presentazioni del materiale che,
secondo l’età o la progressione sistematica degli oggetti, farà il maestro. Il bambino potrà prendere
il materiale prescelto e portarlo dove preferisce usandolo per tutto il tempo di cui sente l’esigenza
(Montessori, 2019c). Afferma (Montessori, 2020c, p. 137) che, “l’educazione Montessori, a
differenza di quella precedente, non è un’educazione teorica o fatta di parole. È principalmente
un’educazione pratica, che fa uso di oggetti” per l’appunto il materiale di sviluppo, che ha lo scopo
di regolare la graduale acquisizione di capacità senso-motorie, favorisce lo sviluppo intellettuale
del bambino e consente l’autocorrezione dell’errore, e il materiale speciale che agevola
l’acquisizione di fondamenti di aritmetica, scrittura e lettura. Ha avuto origine da una selezione
del materiale ideato da Itard e Séguin, da oggetti usati come prove in psicologia sperimentale e da
sperimentazioni che Montessori ha effettuato nel primo periodo di lavoro scientifico. Il modo in
cui questi materiali furono usati, le reazioni che provocarono, la frequenza con cui furono scelti e
gli sviluppi che determinarono, resero possibile la comprensione di quali mantenere, quali
eliminare e quali modificare affinché potessero essere più funzionali (Montessori, 2019b).
Il materiale di sviluppo sensoriale è costituito da un sistema di oggetti raggruppati secondo una
determinata qualità fisica (colore, forma, dimensione, suono, stato di ruvidezza, peso, temperatura)
e graduati secondo una differenza tra oggetto e oggetto che varia regolarmente presentando, ai due
estremi, il massimo e il minimo della serie. I due estremi determinano i limiti e, se avvicinati,
stabiliscono il contrasto più spiccato che mostra, in maniera evidente, le differenze. Ogni serie
mette in rilievo una sola qualità, per questo è costituita da oggetti identici tra loro in tutto tranne
che nella caratteristica che deve essere messa in evidenza e isolata. Dapprima si presentano pochi
stimoli in contrasto tra loro per poi giungere ad una gradazione sempre più fine ed impercettibile
(ad esempio per riconoscere le differenze tattili si presenteranno dapprima due sole superfici, una
perfettamente liscia e l’altra molto ruvida poi le superfici intermedie sempre più impercettibili).
Successivamente, per avere un’idea più completa sulle differenze, si mescolano ai forti contrasti
le identità e lo si fa ponendo doppie serie di oggetti in cui individuare gli appaiamenti. Cercare gli
uguali tra i contrasti fissa maggiormente le differenze perché le rende evidenti. L'esercizio finale
è quello delle gradazioni: si mette in ordine di gradazione un sistema di oggetti simili mescolati
confusamente. Questa strutturazione è funzionale perché, dal lato psicologico, per rilevare meglio
singole qualità, bisogna isolare i sensi.
Quando il bambino usa il materiale di sviluppo, opera un’astrazione materializzata: il materiale
presenta una qualità tangibile, distinta dalle altre e ordinata secondo una gradazione e questo
consente di analizzarla e classificarla. Montessori sostiene che grazie al materiale, alla
concentrazione che esso attiva, si aprono, per l’intelligenza del bambino, vie che diversamente non
avrebbero potuto percorrere perché inaccessibili per la loro età.
Altra caratteristica dei materiali di sviluppo è il controllo materiale dell’errore. Grazie alla
modalità in cui esso è strutturato, il bambino può controllare da sé, con vari procedimenti, se ha
commesso un errore o meno. Correggere sé stesso gli consente di intensificare la sua attenzione
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all’esattezza, di accompagnare l’esercizio con il ragionamento e il senso critico, acquisendo una
capacità raffinata di distinguere le piccole differenze e di percepire l’errore anche quando questo
non sarà più materiale. Fondamentale non è tanto la correzione dell’errore, quanto il controllo
personale: è importante che l’allievo abbia coscienza della modalità in cui ha lavorato. Nelle scuole
comuni, un alunno sbaglia senza saperlo, con indifferenza, perché non sarà lui a correggere i propri
errori, ma l’insegnante. Questo atteggiamento è molto lontano dalla libertà perché, per correggere
i propri errori, ci si dovrà rivolgere a qualcuno che ne saprà di più. Sapersi controllare,
comprendere gli sbagli è una delle più grandi conquiste per la libertà psichica perché consente di
acquisire indipendenza e carattere deciso. Avere la libertà e i mezzi di dire a noi stessi quando
sbagliamo è fondamentale. Non significa raggiungere la perfezione, ma avere consapevolezza
delle proprie possibilità. Non sarà, quindi, l’insegnante ad avere un ruolo attivo nell’evidenziare
l’errore che l’allievo commette; parte attiva è il bambino.
Il materiale di sviluppo non si confà alla contemplazione passiva, ma è insito il suggerimento
dell’azione che con esso si svolge. Piuttosto che la qualità delle cose, è proprio la possibilità di
agire, il fatto che si presti alla sua attività motrice che gli permette di mantenere l’attenzione. Sul
piano dell’azione, la caratteristica di base è duplice: appaiare e graduare. Sono concepiti per essere
usati direttamente dal bambino come strumento di sviluppo personale e non come mezzo ad uso
dell’insegnante per rendere più chiara la sua lezione perché i materiali non hanno lo scopo di
insegnare, ma di rispondere ai bisogni del bambino. Come sottolinea Montessori, la difficoltà di
far attuare questo metodo sta proprio nell’impedire l’intervento di fronte all’errore: avendo davanti
un bambino imbarazzato, con le sopracciglia aggrottate, che fa ripetuti tentativi per correggersi è
difficile per l’adulto non mostrare pietà e intervenire aiutandolo. L'intervento non richiesto porta,
però, a bloccare la sua attenzione per questo, non è correggendo a parole che lo si conduce al
progresso, ma dandogli il tempo di verificare in autonomia ciò che ha fatto. Lo scopo non è di
indurre il bambino ad usare il materiale eseguendo bene l’esercizio, ma di appropriarsene
attraverso la sua libera scelta e usarlo secondo i suoi bisogni e interessi. Questo conduce verso
l’autoeducazione: fa sì, cioè, che il processo conoscitivo del soggetto possa svelarsi. Da qui il
nome materiali di sviluppo.
Il materiale di per sé non fa miracoli; la presentazione da parte dell’adulto, conoscere la
successione e le sequenze, predisporre un clima incoraggiante senza competizione e giudizio,
limiti e regole per la convivenza sono gli elementi necessari a rendere funzionale il materiale
pensato dalla Montessori (Honegger Fresco, 2017; Montessori, 2019b; Montessori, 2019c;
Montessori, 2020b; Pironi,2009; Valle 2017).
Valle (2017, pp. 71-72) stila una lista delle caratteristiche irrinunciabili che il materiale deve
presentare per essere definito “di sviluppo”:
consentire la libera scelta;
rendere possibile l’autocorrezione;
rispettare i tempi del bambino;
permettere la ripetizione spontanea;
consentire l’esplorazione sensoriale e l’uso delle mani;
rendere concrete le astrazioni;
rendere possibile la concentrazione;
creare compiti con un obiettivo chiaro e preciso e definirne i termini;
non deve avere come fine l’acquisizione diretta di uno scopo operativo: il bambino si concentra
più sul processo che sul risultato;
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per non creare confusione cognitiva deve isolare una sola qualità;
deve essere attraente e invitare all’uso;
rendere il bambino attivo;
rispettare dei limiti come la presenza di un solo tipo per serie e l’essere utilizzato da un
bambino per volta;
ha come scopo la crescita.
I materiali che Maria Montessori (2019c) ha proposto sono vari.
Per affinare il senso del tatto ha pensato a dei materiali il cui uso prevede gli occhi chiusi per
agevolare le sensazioni di contatto e dei passaggi preparatori: il lavaggio accurato delle mani che
consente di conservare pulite le tavolette; la preparazione, attraverso il massaggio della mano, al
movimento e l’insegnamento del tocco leggero.
Le tavolette preparatorie sono costituite da:
una tavoletta in legno a rettangolo allungato divisa in due parti: una parte è ricoperta da carta
liscia, l’altra da carta smerigliata;
una tavoletta rettangolare in cui si alternano strisce di carta liscia e strisce di carta smerigliata;
una tavoletta rettangolare in cui sono poste in gradazione carte a smeriglio sempre più fine;
una tavoletta rettangolare in cui sono disposte carte variamente lisce e uniformi che vanno
dalla cartapecora al cartoncino liscio della prima tavoletta (Fig. 1).
Dopo questa prima serie, Montessori ha preparato un materiale mobile costituito da carte lisce di
vario grado (Fig. 2), carte smerigliate graduate (Fig. 3) e stoffe diverse (Fig. 4). Si usano
mescolando gli oggetti di una serie e procedendo o agli appaiamenti o alla seriazione.
(Fig. 1)
(Fig.2) (Fig. 3) (Fig. 4)
Per le impressioni di temperatura, ha ideato:
le scaldine del senso termico (Fig. 5): piccoli recipienti ovali ed ermeticamente chiusi in cui
riporre in quantità gradualmente diversa acqua calda alla temperatura costante di 75° e, per il
resto del contenitore, acqua della temperatura di 15° preparando recipienti a due a due uguali;
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gli elementi del senso termico (Fig. 6): una serie di sostanze (legno, feltro, vetro, marmo e
ferro) che differiscono nella conduzione del calore.
Sia le scaldine che gli elementi del senso termico vengono adoperati con la tecnica
dell’appaiamento, graduazione e riconoscimento senza l’uso della vista.
(Fig. 5) (Fig. 6)
Per le impressioni di peso ha ideato la scatola del senso barico (Fig. 7) costituita da tavolette
rettangolari da soppesare, ben lisciate e verniciate a lucido per eliminare eventuali elementi che
possano far scorgere a vista le differenze. Le tavolette presentano una misura di 6 x 8 cm e lo
spessore di 0,5 cm; sono di tre diverse qualità di legno (glicine, noce, abete) e hanno peso
differente (rispettivamente 24, 18, 12g). Per l’esercizio saranno prese in mano due tavolette,
poste sulla parte palmare delle dita distese e con un movimento dal basso verso l’alto si vaglia il
peso. Il movimento della mano dal basso verso l’alto altera la pressione atmosferica e rende più
avvertibile la variazione del peso. Questi movimenti dovranno farsi pian piano sempre più
impercettibili fino a giungere a percepire la differenza anche a mano ferma. Anche per questi
esercizi si consiglia di procedere ad occhi bendati.
(Fig. 7)
Per l’educazione del senso stereognostico ha previsto un sacchetto, mistery bag (Fig. 8), all’interno
del quale porre degli oggetti da tastare. Il movimento della mano intorno ad un oggetto, unito al
movimento e alla pressione dei polpastrelli, allenano un sesto senso, appunto il senso
stereognostico (o senso muscolare), che ha la capacità di far registrare una conoscenza che deriva
dal movimento tattile e della mano in una memoria muscolare. Attraverso questo tipo di lavoro, il
bambino può esercitare il movimento e costruirne la coordinazione. All'interno del sacchetto
stereognostico possono essere messi oggetti di ogni tipo, anche elementi dello stesso materiale
montessoriano.
28
(Fig. 8)
Per il senso olfattivo, Montessori pensò dapprima di bendare il bambino presentandogli mazzolini
di fiori (ogni mazzo della stessa varietà di fiore aggiungendo o rimuovendo fiori dal mazzo per
rendere più o meno intenso l’odore da annusare). Ebbe poi l’idea di lasciarlo libero di percepire
dall’ambiente gli odori, ma, capendo che non tutti gli odori fosse possibile trovare nello stesso
ambiente, predispose una serie di bottiglie degli odori e sacchetti delle erbe aromatiche non
trasparenti. Comprendendo che richiamando l’attenzione anche sui sapori il mondo odoroso si
distingueva con più facilità, pensò di educare il bambino, attraverso il tocco con la lingua di una
determinata soluzione, al sapore amaro, acido, dolce e salato.
Per quel che riguarda l’affinamento delle distinzioni visive, ha previsto una serie di materiali.
Gli incastri solidi, quattro sostegni di legno contenenti ciascuno dieci cilindretti a incastro che,
maneggiandoli mediante un bottoncino posto nel piano superiore, possono essere infilati e sfilati
dai fori presenti nel sostegno e corrispondenti esattamente a ogni cilindro. I quattro sostegni
presentano delle differenze nella dimensione.
Il primo sostegno è l’incastro alto-basso (Fig. 9) in cui la differenza graduale è secondo
l’altezza: il diametro è costante; mentre l’altezza varia da un cilindretto all’altro. Il più alto ha
l’altezza di 5,5 cm e, via via, si abbassano ognuno di mezzo centimetro fino al decimo che è
alto 1 cm.
Il secondo sostegno è l’incastro grosso-fino (Fig. 10) in cui la differenza graduale è secondo
la sezione circolare: l’altezza è costante; mentre la sezione circolare decresce in maniera
regolare. Il diametro più grosso è di 5,5 cm, decrescono di mezzo centimetro fino ad avere il
decimo incastro con la sezione circolare del diametro di 1 cm.
Il terzo sostegno è l’incastro piccolo-grande (Fig. 11) che riassume le differenze degli incastri
precedenti. I cilindretti progressivamente crescono in diametro e altezza.
Il quarto sostegno (Fig. 12) è composto da cilindri che diminuiscono in altezza e
contemporaneamente incrementano nella sezione circolare procedendo da alto a basso e da
fino a grosso.
Il bambino prende inizialmente un solo sostegno, lo appoggia su un tavolino, sfila tutti i cilindri,
li mescola e inizia, eseguendo un appaiamento, a rinfilarli nell’incavo corrispondente
maneggiandoli per il bottoncino. Nella corrispondenza tra cilindro e spazio ha la possibilità di
effettuare il controllo materiale dell’errore che suscita il ragionamento per la correzione. La
ripetizione dell’esercizio acutizza la capacità di osservazione e affina l’occhio nella percezione
delle differenze. Quando il bambino avrà acquisito abilità con gli incastri, potrà procedere
maneggiando contemporaneamente più sostegni: al centro di un triangolo fatto con i tre sostegni,
mette alla rinfusa i cilindretti delle tre serie e, con un esercizio di ragionamento e memoria, inizia
a paragonare i cilindretti e riporli del foro esatto.
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(Fig. 9) (Fig. 10)
(Fig. 11) (Fig. 12)
A favore dell’affinamento del senso della vista ha progettato anche i blocchi: grossi pezzi di legno
verniciati con colori vivaci che ripetono la graduazione di diverse dimensioni dando vita a tre
sistemi.
Il sistema dei cubi (Fig. 13). Di colore rosa vivace i cubi presentano uno spigolo degradante
da 10 cm a 1 cm e si dispongono su un tappeto posto sul pavimento dal cubo maggiore al cubo
minore formando una torre che, una volta terminata, potrà essere demolita e ricostruita. Questo
sistema consente la comprensione delle dimensioni grande-piccolo.
Il sistema dei prismi a base quadrata (Fig. 14). Di colore marrone tutti della lunghezza di 20
cm, ma di sezione quadrata diversa, i prismi si disporranno uno accanto all’altro in modo da
formare una scala, su un tappeto posto sul pavimento, dal più grande, che ha il lato della
sezione quadrata di 10 cm, al più piccolo, che ha il lato della sezione quadrata di 1 cm. Il
sistema dei prismi consente la comprensione delle dimensioni grosso-fino.
Il sistema delle aste delle lunghezze (Fig. 15). Dipinte in rosso le aste presentano la stessa
sezione quadrata di 2,5 cm di lato e differiscono l’una dall’altra di 10 cm nella lunghezza con
la maggiore della serie lunga 1 m e la minore 10 cm. L’ingombro di questo tipo di materiale
richiede al bambino di collocarsi sul pavimento dove ha preventivamente disposto un tappetino
abbastanza grande per contenere sé stesso e il materiale. Tutto il corpo del bambino sarà
interessato dal movimento dovendo trasportare queste aste ingombranti e disporle, in ordine di
lunghezza, a canne d’organo. Quando le avrà affilate disferà la composizione mescolando le
aste e la ricostruirà per il numero di volte che lo porteranno a percepirsi soddisfatto. Le aste
danno la possibilità di manipolare le dimensioni lungo-corto.
L'attività con i blocchi prevede il graduare, cioè disporre scalarmente i pezzi, e consente di
acquisire, oltre ad un affinamento della percezione visiva, la proporzionalità matematica: le dieci
aste sono in rapporto tra loro come la serie dei numeri (1: 2: 3: 4: 5: 6: 7: 8: 9: 10); i dieci prismi,
che variano nella sezione quadrata, sono in rapporto tra loro come i quadrati dei numeri (1: 2
2
:
3
2
:
4
2
:
5
2
:
6
2
:
7
2
:
8
2
:
9
2
:
10
2
); i dieci cubi, che presentano le tre dimensioni, sono in rapporto tra loro
come i cubi dei numeri (1: 2
3
: 3
3
: 4
3
: 5
3
: 6
3
: 7
3
: 8
3
: 9
3
: 10
3
). Percependo sensorialmente le
proporzioni, la mente del bambino ha la possibilità di prepararsi alle attitudini matematiche.
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(Fig. 13) (Fig. 14) (Fig. 15)
Se i blocchi danno una percezione sensoriale delle proporzioni matematiche, Montessori ha
pensato ad un materiale che possa agevolare le conoscenze sensoriali di geometria. Questi
materiali sono:
Gli incastri piani di legno (Fig. 16) e il telaio (Fig. 17). Piastrelle di colore azzurro con varie
forme (quadrati, rettangoli, cerchi, triangoli, trapezi, ovali, ecc.) e cornici sperate per ogni
pezzo di forma quadrata, uguale dimensione e colore differente da quello della piastrella. I
pezzi separati e la forma quadrata delle cornici consentono di disporre le forme in
combinazioni sempre differenti nei telai, piani di legno della dimensione tale da contenere sei
cornici. Il piano di legno ha un fondo blu cosicché quando le piastrelle vengono tolte e
rimangono sul piano solo le cornici, il fondo blu risalta restando identico in forma e colore alla
piastrella. Ha predisposto anche quattro piastrelle piene da disporre sul piano di legno per
adattarlo a contenere meno figure geometriche piuttosto che sei. Tutte le piastrelle degli
incastri piani sono contenute in un armadietto: nel primo piano sono collocate le quattro
piastrelle piene, una piastrella avente un trapezio e un’altra avente un rombo; nel secondo piano
sono presenti una piastrella avente un quadrato e altre cinque che raffigurano rettangoli della
stessa altezza e larghezza decrescente; nel terzo piano ci sono sei cerchi con diametro
decrescente; nel quarto piano sono posizionati sei triangoli; nel quinto ci sono poligoni dal
pentagono al decagono; nel sesto ed ultimo piano vi sono varie figure curve e una figura a fiore
a quattro archi incrociati. Il lavoro da svolgere con gli incastri piani prevede la presentazione
al bambino del telaio con varie figure, si toglieranno i pezzi disponendoli in ordine sparso sul
tavolo e il bambino si occuperà della ricollocazione. Per agevolare l’esercizio Montessori
suggerisce di invitare il bambino a toccare i contorni delle piastrelle con l’indice della mano
destra perché il senso tattile-muscolare aggiunto al senso visivo agevola la percezione delle
forme e la memoria.
Le serie di cartoncini (Fig. 18) sono cartoncini bianchi, quadrati, di 10 cm per lato. La prima
serie di questi cartoncini ha una figura geometrica ingommata dello stesso colore, forma e
dimensione degli incastri piani. La seconda serie prevede sui cartoncini il contorno ingommato
dello spessore di 1 cm di colore blu delle stesse figure geometriche. La terza serie è composta
da cartoncini con su disegnata una linea ingommata sottile che riproduce le figure in
dimensioni e forme. Per procedere con il lavoro, si danno al bambino alcuni cartoncini con la
figura a pieno e l’incastro piano corrispondente senza la cornice. Si mescolano e il bambino
deve ordinare i cartoncini in fila sul tavolo e sovrapporvi i pezzi in modo che copra e nasconda
la figura sottostante. Anche per la seconda serie di cartoncini si procede per appaiamento tra
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incastro piano e cartoncino della seconda serie procedendo nelle stesse modalità in cui si lavora
nella prima serie. E nello stesso modo verrà presentato il lavoro anche per la terza serie di
cartoncini richiedendo al bambino il riconoscimento delle figure da una linea sottile che lo
abituerà anche al disegno con la mano grazie ai movimenti compiuti.
(Fig. 16) (Fig. 17) (Fig. 18)
Per l’educazione del senso cromatico progettò:
La I scatola delle spolette (Fig. 19). 6 spolette dei tre colori primari vengono utilizzate per
l’appaiamento. Si mettono sul tavolo le spolette e presentando al bambino un colore gli si
chiede di cercare nel miscuglio l’uguale. Individuata la coppia la disporrà in senso verticale.
La II scatola delle spolette (Fig. 20). 22 spolette di 11 colori diversi utilizzate per il grande
appaiamento procedendo come per la I scatola, ma con un numero di colori maggiore.
La scatola delle gradazioni (Fig. 21). 63 spolette di 9 colori con 7 gradazioni ciascuna la cui
attività si svolgerà presentando dapprima tre tavolette dello stesso colore, ma di diversa
intensità (la più chiara, la media e la più scura) e si chiederà di graduarle dalla sfumatura più
scura a quella più chiara disponendo la gradazione in senso orizzontale. Si procederà così fino
a presentare le nove gradazioni. Quando il bambino avrà acquisito capacità nel disporre ogni
gradazione, gli si porranno davanti le gradazioni di due colori diversi mescolate e procederà
separando i gruppi e disponendo ognuno in progressione. Man mano si potranno mescolare
gradazioni con tinte sempre più simili.
La memoria dei colori può essere sperimentata facendo vedere ad un bambino una tinta e
invitandolo a scegliere la tinta uguale da un tavolo lontano dove sono allineati tutti i colori.
(Fig. 19) (Fig. 20) (Fig. 21)
Per l’educazione dell’udito si lavora per giungere ad una maggiore acutezza (percepire rumori più
leggeri di prima): si parte dall’immobilità, quindi il silenzio, per raggiungere la percezione del
suono e del rumore. Grazie all’educazione dei sensi avanza l’apprezzamento minimale degli
stimoli esterni e si acuisce la capacità di distinguere le differenze tra gli stimoli. Sono quattro le
classi delle sensazioni uditive su cui Montessori lavora.